Cantiere
Racconti e romanzi
L’idea di un racconto o di
un romanzo può venirmi in modi molto diversi. Sono un grande lettore, nel senso
che amo molto leggere, e spesso un libro mi suggerisce uno spunto: una
situazione, un personaggio, un ambiente. Altre volte lo spunto proviene da un
film, da un fumetto, da un articolo di giornale, da un libro di storia, da un
sito internet. Nei rari casi in cui ho il tempo per farlo, mi metto subito a
scrivere, anche solo per fissare l’idea prima che svanisca. Altre volte non
lo faccio subito, ma magari rifletto sull’idea, che non di rado prende forma
in modo più articolato. Dopo che ho sviluppato l’idea
iniziale, possono venirmi altre idee per proseguire la storia, che cresce e
giunge alla conclusione abbastanza rapidamente. In altri casi invece non vado
oltre l’idea ed il racconto si ferma, per un periodo più o meno lungo (o
magari definitivamente). Normalmente ho bene in
testa se voglio scrivere un romanzo o un racconto, ma talvolta un racconto
incomincia a crescere troppo e non riesco più a fermarlo. Il romanzo Ispettore
Ferraris, punto e a capo doveva essere un racconto, neanche tanto lungo:
ho fatto fatica a mantenerlo nel numero di pagine richiesto per la
pubblicazione. |
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L’origine dei
romanzi
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Come i due romanzi che lo hanno preceduto (Il martirio di San Felipe e La maledizione), è nato per sua libera scelta. L’autore invece, che aveva in mente un raccontino, ha dovuto chinare il capo, ma tanto ormai ci è abituato. A un certo punto Thomas Hardy e Adam Woolwich, i due protagonisti de La maledizione, hanno deciso che volevano anche loro una parte e l’autore gliel’ha data, tanto se si fosse opposto, loro se la sarebbero presa lo stesso. Non c’è nessuna fonte di ispirazione specifica per la storia, ma mi sono servito di due saggi per documentarmi: Queer City di Ackroyd per la Londra gay e Il cappello di Mr. Briggs di Colquhon per alcune scene. Il romanzo è ispirato a Quando le anime si sollevano, il primo volume di una trilogia di Madison Smartt Bell, dedicata alla rivoluzione haitiana. Nel romanzo il protagonista è un medico che cura con le erbe e vive gli anni della rivoluzione haitiana. Il medico che ho immaginato è profondamente diverso da quello di Bell, ma vive alcune delle stesse esperienze. Nella prima stesura il romanzo si intitolava Padroni di anime ed era centrato soprattutto su Louis, il medico. Nella versione definitiva è invece un romanzo corale, in cui si mescolano le vicende di sei-sette uomini. A differenza di buona
parte degli altri romanzi che ho scritto, questo nacque proprio come romanzo.
Non a caso si fermò dopo una ventina di pagine e poi, una volta ripreso e
completato, si ritrova adesso a essere uno dei più brevi. Nel mio lavoro ho
sempre programmato le attività da svolgere, ma come scrittore mi scontro con
una volontà (quella dei racconti/romanzi) che regolarmente è più forte della
mia. La prima fonte
d’ispirazione per questo romanzo è costituita dai romanzi di Philip Roth di
ambientazione militare, La marcia di
Radetzky e La cripta dei cappuccini,
e dal romanzo L’impazienza del cuore
di Stefan Zweig. Da quest’ultimo è tratto
l’episodio del portasigarette d’oro. Cerro del Diablo nacque come racconto, ispirato ai fumetti di Viste. Scrissi a Viste per fargli i miei complimenti per i suoi disegni, dicendogli anche che mi sarebbe piaciuto scrivere un racconto illustrato da lui, ma purtroppo non avevo tempo. Lui mi rispose dicendomi che avevamo una cosa in comune: la mancanza di tempo. Poi mi suggerì di mandargli anche solo una trama, un sunto. A me non piaceva l’idea di buttare giù qualche cosa di corsa, ma mi misi, in un periodo in cui avevo tutte altre urgenze, a scrivere un racconto. Vedere i disegni che Viste preparava era un fortissimo stimolo a proseguire con la stesura. Venne anche l’idea di provare a pubblicarlo, per cui il racconto, già piuttosto lungo, si trasformò in un romanzo: il personaggio di Diego, in origine destinato a non ricomparire più, ritornò in scena, la vicenda divenne più complessa e i personaggi più numerosi. Poi Viste si scoraggiò per la massa di disegni necessari ed optammo per pubblicare il romanzo sul suo sito. Quando Viste creò un nuovo sito, il romanzo non trovò più posto ed iniziai la sua pubblicazione in queste pagine. L’idea del romanzo nasce dalla fotografia di Jordan (a cui è dedicata anche una galleria nel sito). Ho immaginato un uomo che sta per essere ucciso nel deserto della California. Si tratta di un poliziotto, un agente speciale infiltrato in una banda di narcotrafficanti. Da questa idea iniziale si è
sviluppata la storia, centrata sul personaggio di Jeff. Altri due episodi (la
violenza di gruppo in carcere e l’agguato al deposito degli autobus) mi sono
stati ispirati rispettivamente da uno spezzone di film e da una fotografia di
Jason Statham (il modello del personaggio di Leo). Maledizione (la) Al file di questo romanzo avevo dato il nome di Africa3 (Africa2 era il racconto che poi si intitolò L’ispettore). Considerando che neppure una scena si svolge in Africa, già si può avere un’idea di come questo racconto (tale doveva essere) abbia dimostrato una sua volontà precisa, che non corrispondeva minimamente a quella dell’autore. Familiarmente chiamato Luridus Fetens, il romanzo è andato crescendo in modo del tutto autonomo, nel senso che decideva lui dove andare, e lo scrittore si è ritrovato nel ruolo di scrivano, a registrare la volontà della storia. La speranza che si sarebbe mantenuto in limiti ragionevoli (se non proprio un racconto, diciamo una novella) è svanita molto presto. Il primo spunto venne da
alcune immagini della serie Taboo, con Tom Hardy, per cui il protagonista è stato
chiamato Thomas Hardy. Di lì poi la storia è andata avanti come voleva lei. Non c’era da parte mia nessuna intenzione
di scrivere un romanzo. Ne stavo già scrivendo uno, il secondo del ciclo
delle crociate, ma non riuscivo a risolvere alcuni problemi, per cui decisi
di accantonarlo per un po’ e dedicarmi ad altro. In un periodo precedente
avevo iniziato una dozzina di racconti, che poi avevo concluso nel corso del
tempo. Ne rimanevano tre e scelsi di completare uno di questi. La parte
scritta corrispondeva alla seconda parte del romanzo attuale (Roccanera) e si
doveva concludere con la nascita di una storia d’amore tra due personaggi
(chi ha letto questa parte, capirà immediatamente quali), ma questi due non
erano interessati l’uno all’altro e mi sembrava poco simpatico forzarli
(tanto più che Giuseppe non è proprio il tipo che è facile forzare). Allora
decisi di espandere un po’ il racconto. Ne nacquero la terza e la quarta
parte, che poi mi spinsero a scrivere anche la prima. La crescita continuò
inarrestabile. In questa espansione mi servii anche di un racconto che i miei
primi lettori forse ricordano e che non ripresi nel nuovo sito perché non mi
convinceva. Corrisponde sostanzialmente alle parti 8 e 9. Non ci sono fonti d’ispirazione
specifiche per la storia, ma solo per alcune scene. Il mondo dei pirati mi ha sempre affascinato e dopo aver letto il testo di Burg, Pirati e sodomia, mi venne l’idea di scrivere un romanzo sull’argomento. Lessi anche un altro libro sulla storia della pirateria e pensai di scrivere la storia dell’uomo che aveva decapitato Barbanera. Nella realtà si trattava di uno scozzese, uno highlander, ma la realtà si può un po’ adattare alle esigenze. Preferivo l’idea di farne un sopravvissuto alla guerra di successione spagnola, perché stavo scrivendo un altro romanzo in cui si parlava della stessa famiglia. Così nacque il personaggio di Felipe. Tutte le sue avventure, a parte la morte di Barbanera, sono inventate di sana pianta, anche se Michel deve il suo nome di pirata (Testapelata) a una canzone di Nanni Svampa. All’origine di questo libro c’è la lettura di un romanzo di Balzac (Les Chouans): mantenni i personaggi di Hulot e Bel-Piede e ripresi l’episodio dell’agguato nel castello, dandogli però uno sviluppo del tutto diverso. Avevo intenzione di scrivere un romanzo erotico che non fosse solo una successione di scene a letto (o in altri posti: François e gli altri lo fanno un po’ dappertutto): i romanzi privi di una trama mi annoiano a morte. Il problema era quello di sviluppare la storia su più piani: un’avventura ben congegnata, che avesse uno sviluppo coerente e non fosse soltanto una somma di singole scene; un’iniziazione alla sessualità che non si esaurisse alla ventesima pagina, privando il romanzo di uno dei suoi aspetti interessanti, ma che non comportasse neanche un’astinenza del lettore fino a metà libro (come romanzo erotico sarebbe stato un disastro); un’iniziazione amorosa, che desse un po’ di profondità al personaggio e alle scene erotiche. La scelta di trasformare François in un (in parte involontario) guardone mi permetteva di creare scene erotiche senza coinvolgere direttamente il protagonista, in modo da mantenere la curiosità del lettore su come, quando e con chi François si sarebbe infine lanciato. Solo in tempi recenti mi sono reso conto che la scena dell’incendio del castello è ispirata al romanzo Ivanhoe, letto da ragazzo. In origine avevo pensato a una
serie di racconti collegati gli uni agli altri, a formare un ciclo. Ogni
racconto sarebbe stato dedicato a un personaggio (o a una coppia di
personaggi). Nella stesura dei racconti sono emersi due problemi: in primo
luogo in quella che oggi è la seconda parte del romanzo (L’usurpazione) le vicende sono troppo intrecciate per separarle
in racconti conclusi; in secondo luogo, le vicende di tutti i personaggi si
concludono di fatto solo nell’ultima parte (Il Signore Oscuro). Di qui il passaggio da un ciclo di racconti a
un romanzo. Il mondo in cui si muovono i personaggi è quello dei tre racconti
fantasy già pubblicati. |
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L’origine dei
singoli racconti e delle raccolte
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Scrissi la prima parte di questo
racconto tanti anni fa, in un periodo in cui avevo steso altri testi dedicati
ad amori impossibili (o almeno alquanto problematici; Un progetto individuale è uno di questi). Poi lo interruppi,
forse perché il tema era difficile e temevo di non riuscire a trattarlo con
la necessaria delicatezza. Solo anni dopo decisi di riprenderlo e
completarlo. Non c’è nessuna fonte di
ispirazione precisa per questo racconto. Adulterio (o più
d’uno) (un)
L’idea viene da un racconto
di Maupassant, L’attendente. La giovane moglie di un colonnello si
annega e nella sua ultima lettera rivela al marito i motivi del suo suicidio:
lo ha tradito e l’attendente, ricattandola, l’ha costretta ad avere un
rapporto con lui. Il marito uccide l’attendente. Gli elementi della storia di
Maupassant ci sono tutti, ma lo sviluppo è, ovviamente, alquanto diverso. Al Genji
Club: v. POKER Affari di
famiglia
Nessuna origine precisa
per questa fantasia, che a un certo punto sembrava voler diventare un ciclo
di racconti, centrato sul narratore, a diverse età. Alla fortezza
Vale quanto scritto per
Missione a Occidente: nessuna fonte specifica per questo racconto lungo o
romanzo, che nasce dal precedente e in qualche modo è debitore a Tolkien. Per
alcune scene e personaggi mi sono ispirato a fotografie trovate su Internet,
che ho poi utilizzato per le immagini. Al ranch
Un racconto che nasce dal
mio lato nero. Non ha un’origine precisa, ma raccoglie ricordi e letture di
periodi molto diversi. Analisi logica
Non saprei indicare
nessuna fonte di ispirazione specifica per questo racconto nato e
sviluppatosi senza difficoltà. Gli annunci pubblicati sono autentici. Mi sono
limitato a cambiare un nome. Apprendista di
mastro Luca (l’)
Per questo racconto medioevale
l’ispirazione mi è venuta dal volumetto a fumetti Martino di Loreto, di Bordone e Picatto.
Da lì ho tratto la figura del fabbro e quella del boscaiolo-bandito, nonché
la scena in cui il protagonista fugge via dalla sua casa, per poi ritrovarla
al ritorno distrutta. Mi permetto di riprodurre due immagini del fumetto: la
prima è la scena in cui il protagonista vede il padre lavarsi, prima di
scappare via (nel fumetto semplicemente perché non vuole lavarsi, come ha
fatto suo padre; nel racconto le motivazioni sono diverse…). La seconda è il
boscaiolo a cui ho dato il nome di Bernardo. Arena
I gladiatori, dal classico
Spartacus di Stanley Kubrick al recente Spartacus Blood and Sand, occupano un posto
importante nell’immaginario gay. Ed è proprio guardando alcune immagini della
serie Blood and Sand che mi sono infine deciso a dare corpo ad alcune
mie vecchie fantasie e a proporre un racconto centrato sui combattimenti tra
gladiatori. La trama è in parte ispirata a un brano in cui lo scrittore
latino Luciano racconta di un uomo che decise di combattere nell’arena per
riscattare un amico. Aromi di
Provenza
Non saprei indicare
un’origine precisa per questo testo, che riprende diverse tematiche
ricorrenti nei miei racconti. Assedio (l’)
La dedica, l’ambientazione
e alcuni nomi usati (Aziz, Turton, Chandrapore) rimandano chiaramente a Passaggio in India di Forster, a cui è doverosamente dedicato il
racconto. Il romanzo ha costituito una fonte di ispirazione e il protagonista
ha alcuni tratti dell’omonimo personaggio di Forster. L’epoca è successiva
(siamo ormai nel periodo tra le due guerre mondiali). Attenti al
gorilla!
Questo breve testo nasce
da un racconto letto molto tempo fa su Internet (non mi ricordo su quale
sito). Era un racconto drammatico: un maniaco assale uno studente in un
college, un compagno interviene per aiutarlo, ma viene ucciso e il maniaco
violenta ed ammazza il giovane. Di lì
mi venne l’idea di una storia con una situazione di partenza analoga, ma che
si sviluppava in modo diverso. La storia rimase allo stato di idea per
diverso tempo, fino a che, anni dopo, la scrissi di getto. Attore non protagonista:
v. POKER Autista (l’)
La prima idea del racconto mi venne guardando un film di Almodóvar, Gli abbracci spezzati. Chi ha visto il film, coglierà immediatamente il legame: la situazione in cui viene a trovarsi l’autista è simile a quella della segretaria che è la protagonista femminile del film. Ma il datore di lavoro è assai diverso, e non solo per l’età e l’orientamento sessuale, per cui la storia ha tutt’altro sviluppo. Azazel: v. GIROTONDO
VIENNESE Bacio di Giuda (il)
L’idea del racconto nacque
da alcune immagini di rappresentazioni teatrali della Passione e dalla mia
esperienza personale: mi è capitato due volte di assistere a questi
spettacoli popolari, in cui le diverse parti sono attribuite non ad attori
professionisti, ma alla gente del posto. La storia, molto semplice, è tutta
farina del mio sacco. Bar di Luca (il)
Non so da dove mi sia
venuta l’idea di questa storia. Avevo in testa che Lorenzo si sarebbe messo
con Luca, ma mi sembrava uno sviluppo banale. Così sono apparsi, uno dopo l’altro,
Mattia e Nino. Bastardo e il
bandito (il)
Ricordi di un viaggio in
Puglia e qualche lettura sulle campagne del Sud nell’Ottocento hanno
contribuito alla nascita di questo racconto, che non ha debiti particolari e nacque
senza fatica, mentre cercavo di lavorare a un ciclo fantasy. Batteria scarica
Vecchia idea, che forse
nasce dall’aver frequentato maestri negli anni delle riunioni-fiume con i genitori,
quando sembrava che cambiare il mondo fosse a portata di mano e Berlusconi
era di là da venire. Ben Gardner, 1943-1975
Non ricordo da dove sia
nata l’idea di questo racconto, forse da un bel romanzo di Baldwin, Just Above My
Head, dove si parla delle lotte contro la segregazione razziale negli
Stati Uniti, forse dai romanzi della Gordimer e da
alcuni film sul Sud-Africa (come Un
mondo a parte). Il personaggio di Ben Gardner ha la faccia e il corpo di
Ben Franks, giocatore di rugby neozelandese. Bestia (la)
La bestia è un film del 1975, di Walerian Borowczyk. Quando uscì
ci furono recensioni decisamente positive e lo andai a vedere con un’amica
(che si scandalizzò moltissimo). Non mi fece un grande effetto, ma tra i
volumetti del Dizionario del cinema
dell’Electa ce n’è uno sul cinema erotico e una
scheda è dedicata a questo film. L’ho allora cercato su YouTube,
dove ho anche ritrovato la scena iniziale del film, riproposta nel racconto.
Ho poi steso tutto il testo, lavorando in modo abbastanza regolare. È uno di
quei casi in cui tra l’ideazione di un racconto e la sua stesura completa
passa un tempo ridotto, il contrario di casi come Attento al gorilla!,
in cui l’idea viene sviluppata anni dopo, o di quei racconti come Partita
di caccia, per cui passano anni tra la prima stesura e quella definitiva. Per il personaggio di Mathurin de Mervans mi sono
basato sul Mathurin del film, che è deforme. C’è
poi una citazione del film Donne in amore, ma quella è esplicita, per
cui non occorre aggiungere altro. Un
bravo ragazzo: v. NOVE RACCONTI NAPOLETANI Bufera di novembre
Non c’è stata nessuna
ispirazione esterna per il racconto in sé: amo andare in montagna ed ho immaginato
la vicenda. Il personaggio di Primo è ispirato ad una canzone di Francesco
Guccini (Il Caduto, da D’amore, di morte e altre sciocchezze).
Forse il protagonista è ispirato ad un mio vecchio amico, perso da tempo, che
divenne bancario, rimanendo sempre insoddisfatto del suo lavoro. L’episodio
centrale è ispirato a un brano del romanzo di Sgorlon, Il trono di legno,
letto trent’anni fa, ma di questo non mi resi assolutamente conto al momento
di scrivere il racconto, ma solo anni dopo. Ca’ de luce
Il racconto nasce dall’esigenza
di continuare e in qualche modo concludere le vicende di due personaggi del
romanzo L’angelo sterminatore:
Edward e Bruce. Già mentre scrivevo il romanzo, i due mi avevano fatto capire
che con loro non me la sarei cavata facilmente, per cui ho dovuto
accontentarli. Non ci sono state fonti di ispirazione esterne per la vicenda. Caccia grossa
Il tema della caccia all’uomo
ritorna in diversi dei miei racconti, tra cui alcuni che non sono presenti
sul sito. Questo testo non ha una fonte d’ispirazione precisa, ma in qualche
modo risente di influenze diverse, dai resoconti di ciò che avveniva in paesi
come la Rhodesia (a cui è chiaramente ispirato il paese immaginario di questa
storia) a letture di scrittori africani. Cacciatore di
taglie (il)
Conosco uno statunitense di
nome Daniel, autore di un racconto nero, Chest to Chest Belly
to Belly, che mi ha suggerito una scena
inserita in Cibo per avvoltoi e una
nel gioco La taglia. A lui è
ispirato il personaggio di Dan in Il
diavolo custode (e anche il protagonista di Cadaveri non più freschi). Dan ha una passione per i western e
qui gli ho assegnato, con il nome di Douglas, il ruolo del cacciatore di
taglie. Le vicende del racconto non hanno origine in qualche lettura o film
in particolare, ma in generale nei libri e nei film western con cui sono
venuto in contatto. Cactus in culo (un)
Nessuna origine precisa per
questo racconto, in cui sono confluiti ricordi e fantasie diverse (la legione
straniera, i forti nel deserto, le sfide di lotta). È nato da un’immagine
iniziale (il forte nel deserto con una guarnigione del tutto isolata, in cui
viene meno ogni freno inibitorio), senza avere nessuna meta. Poi è venuta
l’idea dell’omicidio del comandante e il tutto ha preso forma. All’origine di questo
racconto c’è la storia di un autore statunitense, che scrive molto bene, ma
non finisce mai i testi che incomincia. L’ultima che ho avuto modo di vedere
si apriva con un fuorilegge ucciso da un cacciatore di taglie: da questa
scena iniziale, a cui mi sono ispirato, si è sviluppato Cadaveri non più freschi, che è farina del mio sacco. Il
personaggio di Mike, lo sceriffo, deriva dal racconto di un altro scrittore
statunitense, Yagov Sangria. Il racconto mi è stato
ispirato dal romanzo Au revoir là-haut, di Pierre Lemaitre.
Nel libro è narrata la storia di due soldati, uno dei quali, sfigurato in
guerra, si fa credere morto con l’aiuto dell’altro. Oltre all’idea del
soldato che viene creduto morto, ho anche ripreso in parte il personaggio del
padre, ricco banchiere. L’ispirazione è venuta da I libri di Jakub, della scrittrice polacca premio Nobel Olga Tokarczuk. La lettura del libro mi ha fatto venire in mente questa storia ambientata in parte in Polonia, in parte dell’Impero Ottomano (come il romanzo). Qualche dettaglio mi è stato ispirato dal bel film Il caftano blu, della regista marocchina Maryam Touzani. Nessuna fonte
d’ispirazione specifica per questo racconto, tranne la scena iniziale, a cui
ho assistito personalmente. Il resto è tutta invenzione. Camera segreta (la): v. OMAGGIO A CAMILLERI Camicia rossa (la)
Questo racconto siciliano
nasce dall’idea di un romanzo, i cui protagonisti sarebbero stati uno dei
Mille e un volontario siciliano. In mezzo avrebbe dovuto esserci anche
Garibaldi, disponibile a qualche peccatuccio con qualcuno dei suoi volontari.
Una mezza idea mai concretizzata. Il romanzo non venne scritto (nemmeno una
riga), ma le letture di autori siciliani mi ispirarono questo racconto. Le
singole situazioni descritte non hanno una fonte di ispirazione specifica. Capitano (il)
L’idea originaria era
quella di scrivere un racconto saccheggiando i romanzi di Jane Austen, come avevo già fatto con Boccaccio, Camilleri e
Verga, ma l’idea non si è realizzata. La storia ha preso un’altra direzione e
dei romanzi di Austen è rimasta l’ambientazione e
qualche dettaglio, che rimanda soprattutto a Persuasione. Carriera di un pornodivo (la)
L’idea mi venne molto
tempo fa, ma era chiaramente una storia assurda, per cui la mollai dopo aver
scritto una pagina. Ci sono però idee alquanto tenaci, che non si lasciano
accantonare facilmente. Approfittando di un momento in cui ero distratto e
più disponibile, il soggetto si ripresentò e finii per cedere su tutta la
linea. Questa storia non ha debiti nei confronti di altri autori e non saprei
dire come sia nata. Casa di Muenzaka (la)
Il
Giappone mi ha sempre affascinato. Questo racconto non ha nessun debito
preciso per quel che riguarda la vicenda, ma l’atmosfera del Giappone di fine
Ottocento è quella di alcuni autori giapponesi di quel periodo, come Tayama Katai e Mori Ogai (da cui il protagonista ha preso nome). Cascina (la)
Il racconto non ha un’origine
precisa. La scena nella soffitta mi è stata suggerita da un bel romanzo dello
scrittore mozambicano Mia Couto. Nel groviglio di interessi legati
all’eredità vi è qualche eco dei romanzi di Balzac, che a me piacciono molto
(e che la mia editor detesta, per cui questo racconto non le è piaciuto per
niente). Caserma (la)
Nessuna particolare fonte
di ispirazione per questo racconto, che riprende temi presenti in altri. Caso facile facile (un)
Questa
prima inchiesta dell’ispettore Ferraris è nata dopo il romanzo, per
presentare il personaggio. Non c’è nessuna fonte di ispirazione specifica per
questo racconto, che prende spunto da una serie di problemi presenti a Torino
(e in tante altre città). Castello in fiamme
L’unico racconto scritto a
due mani è nato da una richiesta di Stefano. Dopo alcuni scambi di mail, mi
mandò la prima parte del racconto, dicendomi che gli sarebbe piaciuto molto
che io lo completassi, preferibilmente con un lieto fine. Accettai la
proposta e in questo modo insolito venne fuori un racconto in cui lo stacco
tra le due parti è molto netto, ma mi sembrava giusto che così fosse. Cavalleria rusticana ovvero la vera storia di Turiddu
ed Alfio La lettura di Cavalleria
rusticana risale ai tempi del liceo, ma qualche tempo fa ebbi modo di
vedere l’opera. Mi venne l’idea di scrivere un testo a partire da Verga,
servendomi di sue frasi. Saccheggiai abbondantemente I malavoglia, Mastro
Don Gesualdo e le novelle (da Novelle Rusticane a Vita dei
campi), per cui direi che almeno il 75% del racconto è costituito da
frasi di Verga. Cercai di cucirle insieme, con un filo quasi trasparente. Il
risultato è questo racconto, da non prendere troppo sul serio. Incapace di
vedere i miei limiti ci riprovai, con i due racconti dedicati a Camilleri (Il picciotto di Parma e La camera segreta) e poi, senza più
freni inibitori, con Boccaccio (Decameron,
Giornata XI, novella 1). Cernunnos: v. Miti di Cernunnos (i) Il racconto trae
ispirazione da Belly to Belly and Chest to Chest, apparso sul sito Greasetank
(chiuso da tempo) a firma di Necrobear: vi si narra
di due cacciatori di taglie che vengono uccisi dall’uomo che vogliono
catturare, English Paul, in una città chiamata Boca Caliente. Il racconto mi
piacque molto, soprattutto per il legame esistente tra i due cacciatori di
taglie, e immaginai un’altra storia che si svolgeva nella stessa città. Per
illustrarla sono partito da una delle immagini che accompagnavano la storia. CICLO DELLA GUERRIGLIA
Quando avevo qualche anno
in meno di adesso, le guerriglie in America latina erano molto diffuse (e
alquanto idealizzate). Di antiche letture e dibattiti qualche cosa
dev’essersi sedimentato nel tempo, se ne sono venuti fuori a distanza di anni
questi racconti. Ho lasciato nel vago il paese e gli anni, non volendo fare
riferimento a una realtà precisa. Nessun debito particolare,
anche se il viaggio di un prigioniero e dell’uomo che lo scorta è un tema che
ha dato vita a innumerevoli film e racconti. Questo racconto è nato come
terzo, ma la vicenda narrata è cronologicamente la prima. Anche in questo caso,
nessuna origine particolare, ma un tema, quello della missione disperata da
compiere, che ritorna tantissime volte nella narrativa e nel cinema. Notturno è stato il primo dei racconti
del ciclo a essere completato e nelle varie fasi di elaborazione ha
acquistato un carattere sempre più nero, notturno, appunto. L’origine di questo
racconto si perde nella notte dei tempi: è senza dubbio uno dei più antichi
come ideazione, anche se poi è stato realizzato solo in tempi recenti, quando
la nascita degli altri due racconti del ciclo mi ha spinto a riprendere il
frammento scritto e a completarlo. Non c’è nessun debito particolare nei
confronti di altri testi. IV - Manifestazione non autorizzata Non avevo nessuna
intenzione di scrivere un quarto racconto del ciclo. Ma i racconti prendono
le loro decisioni, del tutto indifferenti ai loro (presunti) autori. Così è
nata questa storia, in cui convergono spunti che spaziano dall’Argentina al
Nicaragua fino alla Diaz. CINQUANTA E UNA
NOTTE
L’idea di questa raccolta
di racconti mi è venuta leggendo le Cento
e una notte. Si tratta di una raccolta che ha la stessa cornice narrativa
delle Mille e una notte (con poche
differenze), ma contiene storie differenti, a parte due, ed è nata in un’area
diversa. Per le singole storie mi sono ispirato alle miniature indiane, persiane,
ottomane e ad altre immagini che ho trovato e che ho modificato, per creare
una narrazione che fosse sempre arricchita di immagini. Colpo grosso (un)
Questo racconto ha
un’origine particolare. Ai tempi in cui avevo una pagina su MySpace, avevo stabilito rapporti con diverse persone.
Tra queste vi era Filippo (Dado). Poi lui incominciò a frequentare meno MySpace e più tardi io chiusi la mia pagina. Un anno dopo
essere uscito da MySpace, gli mandai gli auguri di
compleanno, con una battuta sul fatto che certamente era diventato vecchio e
grasso. Come risposta Filippo mi mandò la foto che ho inserito sotto il
titolo. Replicai che mi avrebbe potuto ispirare un racconto di mala. Dopo uno
scambio di mail, in cui la vicenda prese forma a grandi linee, nacque questo
racconto. Come si combina
un matrimonio
Il racconto ha un’origine
molto insolita. Stavo scrivendo un romanzo (Mauro, sul sito di Francesco Neri) costituito da sei racconti che
tracciano la vita di un uomo. Il quarto racconto è un canone inverso, con una
storia d’amore che finisce, narrata dal punto di vista di un personaggio, e
l’inizio della stessa storia raccontato dal punto di vista dell’altro. In una
fase iniziale, l’idea era quella di non dare mai voce al protagonista del
romanzo, lasciando che fossero sempre altri a raccontare la sua vita. Per
questo quarto racconto però la faccenda non funzionava: non poteva esserci
sempre un testimone esterno, era una forzatura. Allora eliminai i primi due
pezzi che avevo scritto dal punto di vista di altri personaggi e completai il
racconto servendomi del protagonista. Però mi spiaceva buttare via la parte
che avevo scritto, che mi sembrava divertente, e così ne feci l’inizio di un
racconto: questo. Complicato? Il racconto non lo è. Corda al collo (una)
Cadaveri non più freschi si conclude
lasciando il povero Ben da solo. La mia editor protestò, per cui decisi di
trovargli una compagnia: di per sé la faccenda era semplice, ma perché ne
venisse fuori una storia dovetti aggiungere qualche altro ingrediente. Il
risultato è Una corda al collo. L’idea venne dalla
fotografia che accompagna il racconto: mi suggerì un personaggio, quello del
capufficio, e mi immaginai una relazione tra quest’uomo e un impiegato alle
sue dipendenze. Incominciai a scrivere, ma la storia era troppo ovvia, per
cui le impressi un cambio di direzione, per renderla più interessante. Si tratta di un vecchio
racconto, uno dei primi che ho scritto. Nel testo ci sono tracce della
Liguria di Biamonti (l’autore di Vento largo
e altri bei romanzi), ma ci sono soprattutto ricordi personali: è, per una parte
almeno, un racconto autobiografico. Dopo la produzione del
romanzo Cerro del Diablo, con Viste rimase per un certo tempo un rapporto
di amicizia, per cui una volta decisi di regalargli una falsa biografia, che
spiegasse l’origine dei suoi disegni. Presi dal suo sito alcune immagini e ci
imbastii una storia inverosimile, ma tutta all’interno dell’universo creato
da Viste. Gliela diedi da leggere e lui apportò alcune correzioni e scrisse
una premessa. Il primo spunto per questo
racconto venne dal romanzo di Chamoiseau, L’esclave vieil homme et le molosse. Scrissi qualche pagina, con la violenza su
un giovane schiavo, ma poi il racconto si bloccò. Lo ripresi parecchio tempo
dopo, creando i personaggi di Maurice e Kamau e
inserendo anche i protagonisti del romanzo La promessa. Daddy
Che origine ha questo
racconto? Non lo so. Il tema di fondo, che si svela solo alla fine, mi venne
suggerito anni fa, ma non me la sentivo di affrontarlo. Però l’idea di
frullava in testa e alla fine ha trovato questa realizzazione. Ho ripreso il
protagonista di La doccia, perché
secondo me era il personaggio giusto. Decameron,
giornata XI, novella 1
Dopo Camilleri (Il picciotto di Parma e La camera segreta) e Verga (Cavalleria rusticana ovvero la vera storia
di Turiddu ed Alfio), dato che il lupo perde il pelo ma non il vizio, mi
misi terza volta a saccheggiare frasi e interi brani di storie altrui. Questa
volta, privo di qualunque senso del pudore, scelsi come vittima Boccaccio. Una rilettura del
Decameron mi spinse a questa follia: presi brani da diverse novelle e soprattutta da una, che corrisponde al primo terzo di
questo testo. Cucii questi elementi cercando di usare un filo appena visibile
e ne ricavai una novella in cui finalmente anche l’amore tra uomini ha un
certo spazio, senza essere criticato. Qualcuno potrebbe pensare che mi sono
preso troppa libertà con un gigante della letteratura, ma mi sembrava giusto
rimediare a una lacuna del Decameron… Demoni di Velikie Sorocintsy (i)
Tra le opere di Gogol vi è una raccolta di racconti, intitolata Mirgorod, di cui fa parte il celebre Taras Bul’ba. In
questa raccolta è inserito anche il racconto Vij.
È la storia di un seminarista che chiede ospitalità per la notte in una
fattoria. Qui viene assalito da una strega, ma riesce a colpirla a morte.
Qualche tempo dopo viene chiamato a recitare le preghiere funebri per tre
notti e scopre che la morta è la strega che ha ucciso. Durante le veglie la
morta e numerosi demoni lo assalgono, ma per due notti il seminarista riesce a
salvarsi. La terza notte però, di fronte al mostro che dà il nome al
racconto, muore. Dal racconto di Gogol ho ripreso la veglia funebre in tre notti, con il
cadavere che si alza, la bara che si solleva da terra e i demoni. Perciò il
racconto è dedicato a Gogol (tanto è morto, non può
prendersela), il protagonista si chiama Nikolaj e nel titolo c’è il nome del
paese in cui nacque Gogol. Diavolo custode (il)
Non c’è una storia letta o
vista all’origine di questo racconto, ma solo alcuni stimoli molto parziali:
una bella foto di Ari the Amazing (artista di cui trovate diverse immagini
sul Web), in cui lo si vede in acqua; il personaggio di Dan creato da Daniel
Richards e fotografato da un artista olandese; la mia vecchia passione per i
western. Diversivo (il)
Sull’origine di questo
racconto, vedi le informazioni su La
scuderia. Nello sviluppo della storia ritornano film, fumetti e libri letti
da ragazzo, quando il western era un genere ancora in auge. Qualche debito
particolare nei confronti dei fumetti che hanno per protagonista Blueberry, di Charlier e Giraud. Doccia (la)
Da dove viene questa idea?
Non saprei indicare un’origine precisa. Mi venne in mente e allora
incominciai a scrivere il racconto, che si sviluppò senza darmi troppi
problemi, in un tempo ridotto. Domande pericolose
L’idea la devo a uno dei
lettori dei miei racconti, che mi propose di scrivere insieme una storia,
centrata sul rapporto tra uno studente e il suo insegnante. Accettai la
proposta, ma c’era troppa diversità nei nostri modi di scrivere, per cui
l’idea non venne realizzata. Ripresi però la parte che avevo scritto e
continuai il racconto, sviluppandolo a due voci. Ringrazio Fausto per lo
stimolo che mi ha fornito. Doppio gioco
Nessuna origine precisa
per questo racconto, in cui confluiscono letture e film sui briganti. Il tema
di fondo nasce da vecchie fantasie che per lungo tempo non sono state
scritte. Si tratta di uno dei primi
racconti che ho scritto, quando avevo ancora intenzioni serie. Risente dei
ricordi di un viaggio in India, della lettura di alcuni romanzi, tra cui
quelli di Kipling e quelli di un altro scrittore (chi ha letto il racconto sa
di quale autore si tratta, qui è meglio non svelare nulla), ma senza nessun
debito specifico. A diversi anni di distanza ho ripreso il racconto, ho
descritto ciò che nell’originale era solo accennato e lo servo,
opportunamente decorato, ai lettori. Due grandi attori: v. IL PIACERE DI
UCCIDERE Nessuna fonte di
ispirazione precisa per la vicenda. Il tema del duello proviene dai tanti
racconti ottocenteschi letti e la parte introduttiva, in un salotto, si
ispira ai testi di Maupassant che spesso presentano una cornice di questo
tipo. La città di Kessin è un’invenzione di Fontane
(Effi Briest). Non so rintracciare
l’origine di questo racconto, decisamente più sanguinoso di quelli che di
solito pubblico in questo sito. Probabilmente si sono mescolate vecchie letture
e vecchi film: sui briganti esistono infiniti libri e film, sui bambini
scambiati pure. Non ho però in mente un libro o un film preciso che abbia
ispirato la vicenda. Escort
L’ispirazione per il racconto
mi è venuta guardando il sito di Luca Borromeo, a cui ho di recente dedicato
una galleria. Lo sviluppo della storia non ha nessuna fonte di ispirazione
particolare. Diciamo che a questo punto Luca dovrebbe come minimo offrirmi un
incontro ;-) Esecuzione (l’)
È un vecchio racconto,
nato molto prima di Doppio gioco (e
del tutto indipendentemente), senza nessuno stimolo particolare. Appartiene
alle mie fantasie nere, ma mi sembrava potesse essere riproposto come seguito
e conclusione di Doppio gioco. Esplorazioni
Il racconto è l’ennesima
variazione sul tema della lotta, in cui è in palio il dominio sessuale (vedi I lottatori, Lezioni di lotta, ma anche Una
giornata di merda e La bestia e
il romanzo L’angelo sterminatore).
Fonte di ispirazione sono i filmati di Naked Kombat. Esplorazioni: v. GIROTONDO
VIENNESE Estate
Mi capita spesso di
affrontare una tematica in due racconti che sviluppo in contemporanea. Estate nasce insieme a Xander e la
tematica è quella del rapporto padre/figlio. I due racconti hanno preso
strade del tutto diverse: quello ottocentesco si è mosso con una maggiore
libertà; questo si è evoluto nella direzione di un racconto di iniziazione. Estate alla
fattoria
Un altro racconto di
un’iniziazione, al sesso e all’amore, in estate (periodo che ritorna spesso
in questo tipo di racconti, lascio ai lettori curiosi la formulazione di ipotesi
per spiegarlo). Vi si ritrovano temi trattati più volte, in racconti come Estate, Questione di pelo, Corso
estivo. Faccia da
coglione
Il racconto è ispirato a
Nick Pulos, a cui ho dedicato anche una galleria.
L’omicidio di cui si parla prende spunto da un caso di cronaca di parecchi
anni fa. Come può nascere un
racconto dedicato al fado? Da un viaggio in Portogallo e dall’ascolto di
questa musica, ovviamente. Faggot
L’idea del racconto nasce
da alcune fotografie di InkedKenny, che ho anche
utilizzato per illustrare il racconto. Il personaggio ripreso, l’attore porno
e performer Robert Ridgway, mi ha ispirato una storia
che non ha niente a che vedere con lui. Falcone di
Federigo (il)
A chiedermi
questo racconto, che riprende il titolo e parte dell’intreccio della novella
del Boccaccio, è stato Galeazzo. Mi sono servito di alcuni suoi suggerimenti
e ho sviluppato l’idea a modo mio, rinunciando ad usare un linguaggio
trecentesco, perché l’esperimento precedente (Decameron, giornata XI, novella 1) aveva messo in
difficoltà alcuni lettori.
Fantasie serali
Mi è capitato
di seguire un corso estivo di lingue, in un altro Paese, e di qui nasce
l’idea di questo raccontino.
Fantasmi
Per chi conosce Maupassant,
che mi ha ispirato anche altri racconti, non è difficile capire da dove nasce
Fantasmi: il racconto di riferimento è L’Horla.
Come sempre lo sviluppo è diverso, ma il debito è consistente e il nome del
protagonista, Guy, e la scelta dei luoghi sono
piccoli omaggi al grande scrittore francese. Fenicio (il)
Nessuna fonte di
ispirazione precisa per questo racconto storico, in cui diversi elementi
rimandano ai miti di Cernunnos e altri ad alcuni
riti dei Celti. Festa di Natale
L’idea di questo racconto
e le linee essenziali del suo sviluppo non sono mie: sono una fantasia di Max Thomas, a cui il racconto è giustamente dedicato. Fu
lui a propormi questa traccia, quando scrissi Arena (vedi anche Requiem
per un boss). Allora non sviluppai la storia, ma l’idea mi piaceva, per
cui decisi di proporre a tutti lettori il mio regalo di Natale a Max. Fine da topi (una): v. CICLO DELLA
GUERRIGLIA Fine del
comandante Caber (la)
Il racconto nasce da
alcune immagini di Dirk Caber,
attore del cinema porno gay americano. Caber recita
spesso in film sado/maso. Le fotografie mi hanno
suggerito una storia in cui un comandante viene catturato e umiliato dai
nemici. Il soldato Jesse Jackson è ispirato al compagno di Caber. Fluitazione
I rudi boscaioli fanno
parte dell’immaginario di molti gay, ma non c’è nessuna precisa fonte di
ispirazione per questo racconto. Foto di animali
Questo racconto non ha
nessuna origine particolare. Visitai effettivamente i parchi canadesi diversi
anni fa, ma l’idea della storia non germogliò allora. Mi venne invece in
tempi recenti, in un periodo in cui scrivevo testi più impegnativi e avevo
perciò voglia di qualche cosa di molto leggero, un racconto sorridente, senza
drammi e senza azione. Insomma: un gelato al limone. Frontiere
Come è nato Frontiere? Sarebbe bello saperlo. È
uno di quei racconti che uno si trova in testa un mattino. Si incomincia a
scrivere ed il racconto va avanti per conto proprio fino alla fine: niente
ripensamenti, dubbi, improvvisi cambi di direzione, interruzioni che durano
mesi o anni. Meraviglia o schifezza, questi racconti sono come sono ed io non
saprei proprio spiegare come l’idea è germogliata ed è cresciuta fino ad
assumere la forma attuale. Fuggiasco (il)
La fuga è un tema che
ritorna in alcuni dei miei racconti. Questo è nato dalla lettura del romanzo La ferrovia sotterranea, di Colson Whitehead. Sul tema avevo letto anche altri testi
e così ho deciso di scrivere un racconto, in cui compare anche Patrick, del
romanzo La maledizione. Gabbia (la)
Una vaga fonte di
ispirazione per questo racconto, scritto qualche anno fa, sono stati alcuni
romanzi e racconti di Willa Cather. Ma la storia
dei due personaggi è basata su situazioni vissute o viste da vicino, più che
su romanzi o film. Galleria assira (la)
L’idea di questo racconto
mi venne leggendo Ritratto di signora di James e infatti i due
protagonisti assomigliano per alcuni aspetti ai due uomini innamorati di
Isabel Archer, la signora del titolo: Lord Warburton, ricco e bello, reduce da un viaggio in
Oriente, mi ha ispirato Gerald; William riprende alcuni tratti di Ralph Touchett, il cugino della protagonista, malato e
destinato a morire nel romanzo. Gheorghe
Il racconto è ispirato al
film La terra di Dio (God’s Own Country)
del regista Francis Lee, che racconta l’incontro tra un lavoratore stagionale
romeno e il figlio del proprietario della fattoria. Il giovane rumeno, di
nome Gheorghe, è interpretato dall’attore Alec Secareanu: il nome e il cognome dati al personaggio del
racconto riprendono quindi quelli dell’attore e del personaggio del film. Lo
sviluppo della storia è però alquanto diverso. Giampiero
In questo racconto
confluiscono diversi ricordi della mia infanzia (più che della mia
adolescenza), soprattutto per quello che riguarda l’ambientazione del racconto. Giardino (il)
Nel racconto c’è qualche
eco del romanzo L’ultima battaglia del
capitano Ni’mat, opera dello scrittore egiziano
Mohamed Leftah. La lettura del romanzo mi ha ispirato il racconto e per
questo ho dato a un personaggio il nome dello scrittore. Giornata d’autunno
È un racconto con una
storia abbastanza lunga. Prima venne Postazione indifendibile, in cui si mescolavano reminescenze di un libro sulla guerra in Mozambico e di
un romanzo, La nave arenata, di
Alvaro Marques. Un breve racconto con una gestazione difficile, che mi portò
a scrivere due finali diversi. Alcuni anni dopo decisi di riprendere la
stessa situazione e di scrivere un secondo racconto, ambientato però in un
altro periodo, in un altro paese e con personaggi un po’ diversi: come ho già
avuto modo di dire, mi piace molto giocare con alcuni elementi e combinarli
in modi differenti. Nacque così Giornata
d’autunno. Questo racconto ebbe ben tre finali. Giornata di merda (una)
Esisteva un sito chiamato Gay
Male Hanging su cui apparvero, in un inglese
alquanto sgrammaticato, le avventure di Dusty e
Tex, due giustizieri: erano opera di un autore che si firma Badbiker. In una di queste storie i due eliminano un
ladro di bestiame, un certo Dexter. Il personaggio
di Dexter mi piacque molto e prima immaginai una
storia nera che avveniva subito dopo l’impiccagione di Dexter
e aveva come protagonista un personaggio da me inventato, poi scrissi invece
una storia con uno sviluppo del tutto diverso, in cui comparivano Dexter e il mio personaggio: è il racconto attuale. GIROTONDO VIENNESE La
storia del girotondo viennese è molto complicata. Nasce come un singolo
racconto o forse romanzo, ispirato alle figure di due grandi pittori viennesi
di fine Ottocento/inizio Novecento: Gustav Klimt e Egon Schiele (i nomi sono
rimasti a due personaggi della storia, i cognomi sono stati cambiati). Il
racconto giocava sui rapporti tra tre figure maschili (Gustav, Egon e
Michael), in cui entravano in gioco alcuni ritratti e la lettura di un testo
teatrale (Giuda, di cui rimane solo
una traccia nel quinto racconto). Nella scena iniziale Egon si trovava alla
mostra dov’era riuscito a far esporre un suo quadro. La scena è rimasta, ma
si trova oggi nel quinto racconto (a pag.136): questo dà un’idea di come il
testo è andato cambiando. Il personaggio di Ruggero avrebbe dovuto sbloccare
la situazione. In realtà è andato per conto suo. Il racconto è diventato un
romanzo, poi si è definitivamente scisso in sette racconti legati dalla
riapparizione di molti personaggi. Il titolo fa riferimento al testo teatrale
di Schnitzler, Girotondo. Anche lì
ci sono personaggi che ritornano in scene diverse, ma con uno schema fisso.
Le sette storie del ciclo hanno tutta una serie di elementi comuni, in un
continuo gioco di rinvii. I – Il ladro
Non
ci sono fonti di ispirazione particolari per questa storia, in cui ritornano
alcuni temi frequenti nei miei racconti (il bagno nel fiume, la lotta, il
massaggio). II –
Esplorazioni
Il
racconto riprende il tema della lotta, presente in molti racconti, tra cui
quello che ha lo stesso titolo e che è ugualmente incentrato sulla scoperta
dei propri limiti. III – Nettuno e
il tritone Interludio
veneziano
L’idea
di questo racconto viene dalle memorie di John Addington
Symonds (trdotte in
italiano con il titolo Voglie diverse):
l’incontro tra Michael e Alvise ricalca quello tra Addington
e il gondoliere Angelo. IV – Il mercante
di sogni
Il
racconto non ha nessuna fonte di ispirazione particolare. V – Ritratti del
conte Walser
Questo
breve romanzo è il nucleo originario da cui ha avuto origine tutto il ciclo.
Klimt e Schiele sono stati gli ispiratori, come ho scritto sopra, ma poi la
storia è andata per conto suo. Il tema dell’artista povero e misconosciuto
deriva da diversi romanzi dell’Ottocento. VI – Azazel
Nessuna
fonte specifica di informazione per questo romanzo che in parte riprende un
tema già trattato in Caduto al fronte.
Il personaggio di Hans è ispirato a Yuri Marmestein,
a cui ho dedicato anche una galleria. VII – Ritratto d’attore
Anche
per questo racconto, nessuna fonte d’ispirazione particolare. Gita scolastica
Chi non ha mai partecipato
a una gita scolastica ai tempi della scuola superiore? Ricordi lontani nel tempo
si sono sommati a esperienze più recenti. Il racconto era pronto da tempo, ma
una gita scolastica finita tragicamente mi ha spinto a rinviare la
pubblicazione. Globirene impudiche (le)
Le globirene
impudiche ha un’origine
particolare, per cui posso dire che è il testo è solo in parte mio. La trama
mi fu suggerita parecchio tempo fa da Hinotori, che
prese spunto da un racconto di Mitchell Baybrook.
La storia ci ha messo un po’ di tempo a germogliare, ma adesso la piantina è
spuntata, è cresciuta ed eccola qui! Anche se la situazione iniziale e
l’Azazel li ha inventati qualcun altro, le globirene
sono farina del mio sacco! Grizzly (il)
L’idea centrale di questo
racconto viene da un racconto apparso sul sito Greasetank,
Cop’s Story, di Badbiker,
in cui un poliziotto si fa uccidere da un motociclista incontrato per strada.
Gli sviluppi successivi della storia sono del tutto inventati. Guardia dei sogni (la): v. POKER
In fuga: v. NOVE
RACCONTI NAPOLETANI
Inverno di Rocco (l’)
Il racconto nacque dalla
visione di un bel film, Il vento fa il
suo giro. Di lì proviene il personaggio del pastore che si trasferisce in
un’altra valle e vi affitta una casa ed i pascoli. Lo sviluppo della mia
storia è del tutto diverso, ma qualche elemento secondario proviene dal film
(in particolare la presenza di un adulto con problemi mentali). L’idea di questo racconto
africano probabilmente mi è venuta leggendo del traffico di minori in alcuni
paesi africani. La prima parte del racconto è nata senza problemi, poi c’è
stata una lunga pausa, prima che lo riprendessi e lo completassi. Ispettore paga il conto (l’)
L’idea del racconto viene
da alcune tavole a fumetti di Logan, visibili nel suo sito (v. Links): ho
inserito una di queste tavole nel racconto. Logan ne ha poi creato una
versione (incompleta) a colori, inserita nel suo blog, che aggiunge alcuni
elementi, ma ormai la storia era stata scritta. Korzuchin: v. IL PIACERE DI UCCIDERE Josquin
Nessuna origine precisa
per questo racconto, che di sicuro è stato ispirato dalle numerose letture di
libri di storia del Medioevo. Ladro (il): v. GIROTONDO
VIENNESE Lampo
Lampo nasce da una conversazione su Messenger.
Un amico mi descrisse una sua fantasia, che forma l’ossatura di questo
racconto. Io mi limitai a rivestire le ossa di carne e pelle, rispettando
tutte le indicazioni. Mi dichiaro solo parzialmente responsabile. Come Partita a poker e La
guardia dei sogni, il racconto è ispirato a un filmato di Men at Play, di cui ho inserito due fotogrammi. Il tema della lotta
ritorna spesso nei miei racconti (v. subito sotto I lottatori). Alcuni immagini del sito Naked
Kombat mi hanno fornito lo spunto per questo
racconto, che non ha altre fonti di ispirazione. Lottatori (i)
Ho sempre trovato il tema
della lotta tra uomini affascinante e la scena in cui i due protagonisti
maschili di Donne in amore si affrontano nudi rimane per me una delle
più cariche di erotismo che abbia mai visto (e infatti me ne sono servito in
un racconto, La bestia). A spingermi a ritornare sul tema e a scrivere
questo racconto è stato lo scoprire qualche tempo fa su Internet il sito di Naked Kombat: ho ritrovato la
mia vecchia fantasia di una lotta in cui la posta in gioco è di tipo sessuale
(idea già sviluppata in Una giornata di merda e in un altro racconto
che non ho mai completato). Ho pensato di ambientare il racconto in Turchia,
vista la tradizione dei lottatori di Edirne. Manifestazione non
autorizzata: v. CICLO DELLA GUERRIGLIA Maschio alfa
Non saprei dire che
origine ha questo racconto. Il protagonista è ispirato a Seth Fornea, che si vede nelle immagini, mentre Willbear potrebbe essere Parker Williams. Mercante di sogni (il): v.
GIROTONDO
VIENNESE Mercenario (il)
Non saprei individuare
nessuna origine per questo racconto, che riprende alcuni temi già presenti in
diversi altri miei racconti. Messenger: v. NOVE
RACCONTI NAPOLETANI Missione a Occidente
Nessuna fonte specifica
per questo racconto lungo o romanzo, che ovviamente risente della lettura di
Tolkien (risalente a tanti anni fa). Per alcune scene e personaggi mi sono
ispirato ad alcune fotografie trovate su Internet, che ho poi utilizzato per
le immagini. Missione ad Abu HadarL’unico elemento che ha
un’ispirazione esterna è il personaggio di Lucien, che fisicamente (ma non
per gli altri aspetti) ricorda un personaggio di Hergé,
in un fumetto di Tintin (Tintin au Pays de l’Or Noir).
Il personaggio mi era piaciuto e mi venne in mente una storia, tutta
diversa, ambientata, come l’avventura di Tintin, in un paese arabo negli anni
’50. Miti di Cernunnos
(i)
I miti mi hanno sempre
affascinato e mi è talvolta capitato di immaginarne, senza però mai arrivare
a scriverne uno. Finché un giorno, guardando il sito di Dchoii
Doodles, ho visto la sua immagine del dio Cernunnos. Non ne sapevo nulla (ma nessuno ne sa nulla,
di fatto: il suo nome è citato in alcune iscrizioni e la sua immagine compare
in rilievi, ma non ci sono miti relativi alla sua figura). Ho così deciso di
inventare una serie di miti legati a questo dio. In essi si mescolano
elementi tratti da miti greci, celtici, mesopotamici: tutto plausibile, in
quanto i Celti erano presenti in un’area molto vasta, per cui vennero
sicuramente a contatto con i miti di popoli molto diversi. Nel Viaggio chi
conosce il mondo greco classico troverà echi del mito di Crono e Zeus, di
Ercole e di Orfeo, ma ci sono anche tracce di miti celtici (oltre a Cernunnos, anche la figura del serpente rimanda all’area
celtica). Nel ciclo dell’Isola
ritornano elementi di diversi miti della creazione e nel secondo episodio c’è
una traccia dell’episodio di Eurialo e Niso, dall’Eneide. Il sacrificio e la
trasformazione della vittima si ispirano a diversi miti greci. Nel ciclo di Doche si mescolano elementi storici (l’uso di
decapitare i vinti e di esporne la testa come trofeo di guerra; quello di
uccidere ritualmente il re divenuto anziano) e altri provenienti sia dalla
mitologia celtica (in particolare la morte di Iliach
è tratta, in modo piuttosto fedele, da un episodio del ciclo di leggende di Cuchulainn) e dai miti greci. Nel ciclo delle Morti credo che i riferimenti ad alcuni miti greci
(la nascita di Atena dalla testa di Zeus, la discesa agli Inferi di Orfeo per
liberare Euridice) siano piuttosto evidenti. Il mostruoso uccello Azu è invece tratto da un mito mesopotamico, meno noto;
anche nella discesa agli Inferi di Doche e Cernunnos ci sono diverse reminescenze
di miti sumerici. Tir
Na Nog ha
un’origine complessa. Per pubblicare Cernunnos in
volume avevo deciso di aggiungere due episodi: uno che nella risistemazione
del sito è stato direttamente inserito nel secondo ciclo e uno ambientato
alla fine del ciclo e che corrisponde alle attuali prima e terza parte di Tir Na Nog.
La prima venne scritta, la seconda no. Più tardi da un viaggio in Irlanda
nacque l’episodio di Bres, che però rimase senza
una conclusione. Unendo i due frammenti, venne fuori un racconto che aveva
bisogno solo della conclusione. Il mondo dei miti è
affascinante ed io ci avevo già provato con Cernunnos:
in quel caso avevo una grande libertà, in quanto sul dio celtico Cernunnos le nostre conoscenze sono quasi nulle. Orione
compare invece in alcuni miti greci, solo in parte conservati. Essi narrano
la vita e la morte di questo semidio, ma forniscono versioni diverse e, come
quasi sempre avviene con il mito greco, non conciliabili. Ho scelto una serie
di situazioni accennate o sviluppate nei diversi miti su Orione e ho
costruito questa storia, che solo nel finale si discosta completamente dalla
tradizione greca. Loran pubblicò tempo fa il
bel disegno che accompagna il racconto: esso mi spinse a riprendere il mito e
a elaborarlo, dandogli un finale diverso da quello della tradizione. Morte del re (la): v. NOVE
RACCONTI NAPOLETANI Nessuna fonte
d’ispirazione precisa per questo racconto, ma la scelta di fare di Dampier un ebreo è probabilmente legata al fatto che
quando ho scritto il testo stavo leggendo un libro sull’antisemitismo in
Europa. Nel gorgo: v. IL PIACERE
DI UCCIDERE Qualche tempo fa, mi
avevano richiesto uno o due racconti bear per un’antologia. Mi misi al lavoro
e preparai due racconti western, in cui compare, ad alcuni anni di distanza,
lo stesso personaggio: Nella scuderia e Il diversivo. Nella scuderia è una rielaborazione di
vecchie fantasie, di cui si trova traccia anche in Cerro del Diablo (la prima
scena di amore tra Diego e Ramón si svolge proprio
in una scuderia). Il personaggio di Patrick ha alcuni elementi di uno dei due
protagonisti di Il tricheco e il delfino. I due racconti si sarebbero
dovuti rivolgere a un pubblico diverso dai frequentatori del sito, per cui
non ebbi scrupolo a rielaborare temi già sviluppati. La mia gentile editor mi stramaledì, dicendomi che l’avevo fatta piangere, che il
racconto era troppo triste e altre cose di questo genere, per cui mandai per
l’antologia solo Il diversivo, insieme a un racconto precedente, Uomini
e lupi. L’antologia non si fece (almeno suppongo: non ebbi più nessuna
notizia, nemmeno una risposta alle mie mail da parte della casa editrice, che
non era la Zoe). Il racconto ha un debito
ben preciso, che non sarà sfuggito ai lettori del bel romanzo di Anna Banti, Noi
credevamo. Anche se per le immagini mi sono servito di scene del film, il
racconto è ispirato al libro, assai diverso dalla pellicola di Martone. La
prigionia del protagonista e la sua condizione temporanea di cecità sono
direttamente tratti dalle pagine del libro della Banti,
ma lo sviluppo è ovviamente del tutto diverso. Nettuno e il tritone: v. GIROTONDO VIENNESE Il racconto è stato suggerito
dalla lettura dei testi di Balzac e Maupassant e dal romanzo (non disponibile
sul sito) Undici vite, undici morti
o Le undici morti di Philippe Cabrera.
Vi ritornano situazioni e temi già trattati più volte. Notturno: v. CICLO DELLA
GUERRIGLIA NOVE RACCONTI NAPOLETANI Stranissima la storia di
questo ciclo di racconti. Ne avevo in mente uno, che corrisponde all’attuale
quarto (più un pezzo), ma poi mi sono chiesto come si incontravano i due
personaggi che all’inizio della storia già formavano una coppia. Ne è nato
l’attuale terzo racconto, mentre dal finale del quarto sono nati i primi
nuclei del sesto e del nono. Però, però… prima che cosa c’era? Da questa
domanda è germogliato l’attuale secondo racconto. Intanto il salto temporale
tra il quarto e il sesto mi sembrava eccessivo, così è nato il quinto. E poi
ho deciso di tornare ancora indietro ed ecco il primo. Infine, una storia che
in parte è a sé ha dato vita al settimo. Per la pubblicazione in volume è
stato aggiunto un nuovo racconto, che è diventato l’ottavo. Non mi era mai
successo niente del genere, ma questi racconti volevano nascere e come dirgli
di no? I - Un bravo ragazzo
Penultimo nato
(terzultimo, considerando anche Il
Serpente) della serie, tra molte difficoltà: nessuno dei tre protagonisti
conosce l’esistenza degli altri e non possono incontrarsi qui, perché il loro
incontro avverrà tra il terzo e il quarto racconto. Eppure questa avventura
milanese, in cui i protagonisti giocavano in trasferta, ha preteso di essere
scritta. Il personaggio di Mauro è quello che i lettori hanno già conosciuto
in Come si combina un matrimonio e Daddy e a cui
poi è stato dedicato il romanzo che porta il suo nome. II - Recita a Scampia
Nel secondo racconto i tre
protagonisti del ciclo vivono ancora vite del tutto separate, ma Fabrizio ha
modo di vedere gli altri due. Nel racconto si trovano echi di Gomorra
(Saviano è citato nell’ultimo racconto) e la recita a Scampia è ispirata al
bel film dei Taviani, Cesare deve
morire. III - In fuga
L’idea di una messa in
scena di Edoardo II viene dal film
di Jarman e da uno spettacolo che aveva per
protagonista l’attore Antonio Latella. Nei links
c’è il rinvio al sito di Chris Lopez e sono ovviamente suoi i due disegni
visibili nelle immagini. IV - Un ottimo attore
Era il racconto
originario, quello da cui sono nati tutti gli altri. Non saprei individuare
un’origine precisa per questa storia. V - Messenger
L’idea mi è venuta
dall’esperienza (molto limitata) con Messenger. Ho pensato che si sarebbe
potuto costruire un intero racconto basato solo su chat. Poi però mi è
sembrato che il risultato sarebbe stato pesante e ho preferito utilizzare
soltanto alcune conversazioni su Messenger. Il parco del Valentino è luogo di
incontri notturni (e di qualche delitto), per cui mi sembrava il posto adatto
(ritorna anche nel secondo romanzo dell’ispettore Ferraris) per la scena che
vi si svolge. VI - La morte del re
Come ho scritto sopra, la
messa in scena dell’Edoardo II di Marlowe è ispirata a uno spettacolo
realizzato nella stagione alcuni anni fa da Antonio Latella con il Teatro
Stabile dell’Umbria, di notevole impatto. Nel racconto confluiscono diverse
vecchie fantasie, che non hanno un’origine specifica. VII - Il teatro chiude
Ultimo nato della serie,
in origine pensavo di tenerlo per la raccolta in volume, ma dato che avevo in
testa un nono racconto (Il Serpente),
questo viene inserito al suo posto. Il personaggio di Alex mi è stato
ispirato, per l’aspetto fisico, dall’attore porno Alex Marte. VIII – Il Serpente
Il tema della lotta ritorna
più volte nei racconti, come anche quello di una sfida mortale. Inserendo
questi elementi nella serie, è nata questa storia, che, come la precedente, è
un po’ a parte. È apparsa prima in volume e poi sul sito. IX - Resa dei conti
L’ultimo racconto ha un
nucleo molto antico: la scena della sauna risale a una fantasia nera di molti
anni fa. L’inizio di questa parte è stato utilizzato per il concorso degli
incipit (e scelto dall’autore del secondo racconto pubblicato). Il
personaggio di Bruno Cammarota viene da Un colpo grosso (e ricompare nel
romanzo Mauro). Nudo maschile sdraiato
L’idea venne dalla lettura
di un libro di Adrien Goetz, La dormeuse de Naples, al centro del
quale c’è un quadro dipinto da Ingres. Nel primo
episodio, Ingres è a Napoli e dipinge la tela che
dà il titolo al libro. Il quadro poi scompare, ma successivamente sembra
essere in mano a un nero con cui Ingres ha avuto un
rapporto a Parigi. Un pittore francese a Napoli, un quadro che scompare e un
nero che ha un rapporto con un pittore sono i tre elementi che hanno ispirato
il mio racconto. Nudo maschile sdraiato
infatti doveva essere un racconto di normale lunghezza: così avevo pensato e
in quanto autore avevo l’erronea impressione di avere il coltello dalla parte
del manico. Il racconto, che non a caso chiamo familiarmente “il fetente”,
aveva altre idee e ha incominciato a crescere, nonostante le mie minacce di
mandarlo nel Cestino con un clic. La colpa è forse di Napoli: un precedente
racconto napoletano diede vita a un ciclo di nove racconti, questo è
cresciuto fin quasi a diventare un romanzo. Non scriverò mai più racconti
napoletani. Officina (l’)
Un primo stimolo venne da
un bel film turco, C’era una volta in
Anatolia: di lì provengono le figure del commissario e dei due fratelli
coinvolti in un caso (nel film si tratta di un omicidio). E poi il racconto
si è sviluppato come voleva lui… OMAGGIO A CAMILLERI
I - Il picciotto di Parma
Ho letto alcuni romanzi e
racconti di Camilleri e mi ha colpito soprattutto la sua capacità di giocare
con la lingua, inserendo nell’italiano termini e costruzioni del dialetto
siciliano. Non avevo mai pensato di scrivere un racconto che avesse come
protagonista il commissario Montalbano, ma Galeazzo, leggendo nei Lavori
in corso che preparavo un racconto intitolato Salvo (divenuto poi La
palestra di boxe), pensò al personaggio di Camilleri e mi scrisse
entusiasta. Non volendo deluderlo e non avendo assolutamente coscienza dei
miei limiti, mi lanciai nell’impresa. Saccheggiai i romanzi e i racconti di
Camilleri, per rubare parole, frasi, interi paragrafi. Ne venne fuori questo
buffo omaggio all’autore (spero solo che nessuno glielo vada a dire). Il caso che Montalbano
affronta non ha nessun riferimento preciso a inchieste del commissario o ad
altri gialli. II - La camera segreta
Anche in questo caso,
nessuna fonte di ispirazione particolare. Diciamo che dopo aver messo in
scena il commissario che ha una relazione con un giovane, volevo vederlo
coinvolto anche a livello emotivo, in un rapporto più profondo: in questo
racconto l’aspetto sentimentale è molto importante. L’orca è ispirata a un racconto di Francisco Coloane, Il
costruttore del faro, che fa parte della raccolta Terra del fuoco. Il debito è piuttosto consistente: nel testo di Coloane c’è un giovane che viene inviato in un’isola dove
una squadra costruisce un faro; c’è il capocantiere con la moglie; c’è un
uomo che finisce in acqua e si spoglia per far asciugare gli abiti. Ma i miei
personaggi hanno caratteristiche diverse e la storia si sviluppa in
tutt’altro modo. Ordine per Roccanova (un)
Il racconto nasce dalla
lettura del libro di Questi, Uomini e
comandanti. Di lì viene l’idea del partigiano che cerca un rifugio per la
notte e di quello che viene fucilato dai compagni. Per il resto, il racconto
segue uno sviluppo del tutto diverso. Ottimo attore (un): v. NOVE
RACCONTI NAPOLETANI Palestra di boxe (la)
Uno di quei casi in cui il racconto
parte in una direzione e finisce in un’altra. Avevo immaginato tra i due
personaggi un rapporto con una componente sado-maso (non molto forte), ma il
personaggio di Salvo mi ha preso la mano e mi sono reso conto che dovevo
correggere il tiro. Ho eliminato le prime due pagine del racconto ed ho
lasciato che andasse per la sua strada.
Non c’è nessuna fonte di
ispirazione specifica per la vicenda narrata.
Palo (il)
Il racconto prende di peso i
due protagonisti da una serie di fumetti di Dermaut
e Bardet, intitolata I sentieri di Malefosse. La vicenda non ha nulla a che fare con le
storie narrate nei fumetti, ma i due personaggi, la loro professione di
soldati di ventura e il loro aspetto fisico provengono di lì. La vicenda è
inventata di sana pianta, ma la situazione presentata è comune nei romanzi
d’avventura. Parcheggio (il)
Parcheggio
Michelino era il titolo
originario di questo racconto, che ha un’origine ben precisa: una serie di
brevi interviste apparse, credo, su uno degli inserti di Repubblica, in cui alcuni uomini e donne parlavano di loro
esperienze sessuali particolari. Un uomo raccontava di suoi incontri al
parcheggio Michelino di Bologna. Mi venne l’idea di un racconto, che
sviluppai diversi anni fa, per poi accantonarlo: non mi sembrava molto adatto
al sito, per i motivi che i lettori abituali capiranno leggendolo. Il
racconto riprende la testimonianza dell’intervistato, ma poi si sviluppa in
un’altra direzione. Il parcheggio Michelino esiste ancora, ma è diventato un
megaparcheggio a più piani, per cui nel titolo e nel racconto ho eliminato
ogni riferimento preciso al luogo. Partita a poker: v. POKER
Da dove viene questo racconto?
Non saprei proprio dire. Il tema dl rapporto padre/figlio è un tema che ho
sfiorato in alcune altre occasioni, ma il nucleo centrale della storia è un
altro, che non ha un’origine precisa. Non c’è molto da dire su questo
racconto, se non che si è sviluppato per fasi, a distanza di anni.
All’origine c’è un vecchio racconto, uno dei primi che scrissi. Riprendeva
(molto alla lontana) alcuni elementi di due racconti di Balzac e non aveva
una tematica omosessuale. Qualche anno dopo lo trasformai, senza però
completarlo: il testo si fermava al momento della confessione (che era il
titolo originario). Infine lo ripresi e conclusi. Partita mortale: v. IL PIACERE
DI UCCIDERE Nella genesi di questo
racconto si mescolano tre elementi diversi: uno spunto fornito dalla mia
impareggiabile editor; la lettura di The
Sea-Wolf di Jack London
(da cui ho preso, almeno in parte, il personaggio del capitano) e la storia
dell’esplorazione del passaggio a Nord-Ovest, dalla spedizione di Hudson
(abbandonato dai suoi uomini su una scialuppa, a morire nel Grande Nord) a
quella, citata nel racconto, di Franklin (i cui componenti morirono tutti). IL PIACERE DI UCCIDERE
I - Korzuchin
Un agente segreto
impiegato in una missione mortale: si tratta di un tema vecchissimo edinfatti il nucleo originario di questo racconto risale
ai tempi in cui circolavano i primi film di 007, tratti dai romanzi di
Fleming. In particolare la vicenda si ispirava a Goldfinger,
in cui James Bond deve uccidere un uomo pericoloso. Dal nucleo originario
alla stesura passano decenni e l’agente prende caratteristiche del tutto
diverse, mentre la storia si arricchisce e si complica. Ne viene fuori un
agente dei giorni nostri, un po’ insolito. II - Partita mortale
Il personaggio di Herman
ritorna in una nuova avventura, in parte ispirata a un racconto, intitolato Steel,
letto su Internet: la relazione tra Steel e il capo riprende, almeno in
parte, quel testo. L’intervento di Herman e tutta la parte che lo riguarda
non hanno invece una fonte di ispirazione precisa. La scena del bagno turco
prende spunto dalle fotografie di un film le cui immagini sono state
utilizzate per costruire lo sfondo della pagina. III – Lo sceicco di Abu Hadar
Unendo Herman, Rod e Abu Hadar (sessant’anni
dopo), ecco venir fuori il terzo racconto del ciclo che vede protagonisti i
due agenti segreti. Nessuna influenza precisa, ma di certo qualche reminescenza di quel che si legge dei servizi segreti e
delle loro azioni per eliminare nemici veri o presunti. IV – Il traditore
Alla fine del racconto
precedente Herman e Rod ricevevano una convocazione
urgente alla sede dei servizi. Partendo di lì ho sviluppato questa nuova
avventura che non ha debiti particolari. V – Wadistan
Herman e Rod vanno avanti per la loro strada, in viaggio tra vari
paesi per far fuori criminali di ogni tipo. Nessuna fonte di ispirazione
precisa per questa storia, che, come lascia intendere il finale, prosegue.
L’episodio dell’uomo legato e incappucciato sbranato dai leoni è tratto da un
romanzo di Salgari (o attribuito a lui). Per il resto, ci sono echi di tanti
romanzi e film di spionaggio. VI – Due grandi attori
Wadistan lasciava in sospeso il rapporto tra i
due agenti e Colton e apriva la porta a un seguito
anche per quanto riguardava l’intervento in Asia centrale: di lì nasce Due grandi attori. Di fatto è la
continuazione del racconto precedente, con cui forma un unico romanzo. VII – Nel gorgo
Scrivendo Due grandi attori, proposi a Max Thomas di inserirlo come personaggio nel racconto
(avrebbe fatto una brutta fine, d’accordo, ma non si può avere tutto dalla
vita). Max, che ha molta fantasia, mi propose un
personaggio, il Mastino, che era molto interessante, ma che in quel racconto
non era al suo posto. Perciò inserii in Due
grandi attori il personaggio di Massimo Gargiulo,
nipote del Mastino, e tenni il Mastino per questo racconto di Herman e Rod. Come al solito, per eventuali critiche rivolgersi a
Max. Un giorno decisi di
provare a scrivere tre racconti centrati sugli stessi elementi: un ispettore
o commissario; un poliziotto; una relazione (o la possibilità o il desiderio
di una relazione) tra i due; una richiesta di trasferimento; un pericolo
mortale. Ogni racconto avrebbe avuto un taglio diverso: un racconto erotico e
d’avventura, uno sentimentale e uno di violenza e morte. Il racconto “rosa”
venne fuori senza problemi ed è Una richiesta di trasferimento. Il
racconto “nero” (Un picciotto beneducato) fu presto concluso, anche se
poi venne tolto dal sito per la sua carica di violenza. Il racconto di sesso
e avventura incominciò a crescere, a crescere, fino a che divenne evidente
che non sarebbe mai stato un racconto: diventò un romanzo, Ispettore
Ferraris. Punto e a capo (edito dalla Zoe), in cui il sesso si perse per
strada (quasi completamente). Non è detto che prima o poi non decida di
completare la trilogia con un racconto… Picciotto di Parma (il):
v. OMAGGIO A CAMILLERI Pietra angolare (la)
La pietra angolare prende spunto da La distruzione, un breve testo dello scrittore polacco Piotr (da cui il nome di uno dei protagonisti) Szewc: unico elemento comune è la presenza di due
poliziotti, uno dei quali ha rapporti con una prostituta, che fanno la ronda
notturna in una cittadina polacca. Di lì si è sviluppata una fantasia del
tutto autonoma. Plenilunio
Il tema degli uomini-lupo
era stato sviluppato nel racconto Uomini
e lupi (nella sezione Ottocento). Lo scultore/falegname, che crea con le
sue mani, è un personaggio che mi affascina (appare nei racconti Frontiere e La statua). Fonti di ispirazione esterne non ci sono. POKER
I - Partita a poker
A suggerirmi la storia furono
alcune immagine tratte dal film porno Unauthorized Entry,
di Men at Play. Ho usato due di queste immagini per
illustrare il racconto. II - La guardia dei sogni
Ben era intenzionato a
svanire nel nulla, ma Jarrett era ben deciso a dire la sua: non è il tipo da
lasciarsi prendere per il naso. Così è nato questo racconto, che incomincia
due mesi prima e finisce una notte dopo l’altro. III - Attore non protagonista
Anche in questo caso è
stato un filmato di Men at Play, Gambler, a
suggerirmi il soggetto della storia. Mi è venuta l’idea di riprendere in
altri due racconti la partita a poker come momento cruciale della vicenda: un
poker è costituito da quattro carte uguali per valore e diverse per seme.
Prima è nato il racconto successivo, ma poi mi sono reso conto che mancava un
pezzo e ho completato il poker. IV - Al Genji Club
L’idea del racconto è
venuta dal film Gambler.
Ma la storia non mi convinceva, per cui ho deciso di creare un altro racconto
(Attore non protagonista) che si
collocava prima di questo. Così il poker era completo. Porcorso fuori percorso (un)
Non c’è nessun testo o
personaggio all’origine di questo scherzo, nato di getto: uno di quei casi in
cui il racconto cresce e si sviluppa da sé, senza richiedere all’autore
nessun intervento (a parte la rilettura finale). Prede e
cacciatori
Il Medioevo è un periodo
che trovo affascinante e stimola la mia fantasia. Il tema della caccia
all’uomo, centrale in questo racconto, appare spesso nella storia e della
letteratura dell’epoca (e sull’epoca), ma non c’è un episodio particolare che
mi abbia ispirato la storia. Anche personaggi e situazioni non nascono da una
specifica lettura o da un film, come talvolta mi accade. Quando è apparso per
la prima volta, il racconto si intitolava Cacciatori e prede. Ma i
protagonisti sono le prede, perciò… Progetto individuale (un)
L’idea di questo racconto
nasce da un incontro con due persone reali, in un contesto molto simile a
quello che viene descritto. Questo mi spinge a essere ancora più reticente
del solito nel fornire informazioni, anche se di certo nessuno di coloro che
frequentano questo sito ha mai avuto modo di incontrare gli uomini di cui
parlo (se poi riceverò una mail da uno di loro, sarà un’interessante
smentita). Questione di pelo
Qualcuno noterà qualche
somiglianza con Corso estivo: il
tema in effetti è lo stesso e la cornice è simile. Rispetto all’altro
racconto, in questo ci sono meno elementi autobiografici. Non c’è nessuna
fonte precisa di ispirazione, a parte un dettaglio che non vale la pena di
citare. Rapimento
Qualche stimolo per questo
racconto è venuto dal libro che García Marquez ha dedicato ad alcuni
sequestri avvenuti in Colombia. Alla materia del racconto hanno contribuito
anche alcuni articoli letti in passato. Ho incominciato il racconto, che ha
preso a crescere ben oltre la misura abituale: il personaggio di Pablo aveva
la sua storia da raccontare e ho dovuto accontentarlo. Recita a Scampia: v. NOVE RACCONTI
NAPOLETANI Regalo di
compleanno (il)
Il racconto è stato
costruito a partire da un’idea di Monica, tutta giocata sul mio nome e sulla
possibilità, trattandosi di un nome abbastanza comune, di un equivoco di
persona. L’idea mi è parsa buona (e come potrebbe essere altrimenti,
trattandosi della mia super-editor?) e l’ho sviluppata. Relitto (il)
Uno di quei racconti che nascono
da soli e crescono finché vogliono (io l’avrei voluto più breve, avevo tante
cose da fare e pochissimo tempo, ma Pedro ha deciso altrimenti). Il naufragio
dell’isola del Giglio ha fornito uno stimolo, ma è stato il personaggio di
Pedro a decidere dove portare il racconto. Questo racconto ha un’origine
molto particolare. Dopo la pubblicazione di Arena, Max
Thomas mi scrisse dicendo che avevo centrato un’altra delle sue fantasie
preferite e che ormai gliene restavano proprio poche: questo commento è
riportato nel Forum. Max Thomas non è un lettore
qualunque: si è guadagnato il titolo di mio lettore preferito per i suoi
commenti (anche se adesso deve fare attenzione: altri insidiano la sua
posizione…). Perciò gli chiesi quali erano queste fantasie e Max Thomas me ne propose tre. Una di queste, relativa a
un boss ed uno sbirro, mi colpì e dissi che avrei scritto qualche cosa. Max Thomas allora mi rispose che teneva molto a quella
fantasia, per cui dovevo inserire un sacco di elementi: nomi di personaggi,
nazionalità, tipi di rapporti, situazioni e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, il classico caso in cui uno offre un dito e gli prendono la mano, il
polso, il braccio e magari anche un pezzo di spalla… ;-) Come risultato finale il
racconto si può dire opera di due autori, per cui ci divideremo equamente
meriti e demeriti: tutte le critiche vanno indirizzate a Max
Thomas e le lodi a me… Resa dei conti: v. NOVE
RACCONTI NAPOLETANI Richiesta di trasferimento (una) Come ho scritto sopra (v. Un picciotto beneducato), questo
racconto nasce da una piccola sfida (con me stesso) scrivere tre racconti
centrati sugli stessi elementi (un ispettore o commissario; un poliziotto;
una relazione (o la possibilità o il desiderio di una relazione) tra i due;
una richiesta di trasferimento; un pericolo mortale), impostandoli però in
modo del tutto diverso: un racconto erotico e d’avventura, uno sentimentale e
uno di violenza e morte. Il racconto “rosa” venne fuori senza problemi ed è
questo, Una richiesta di trasferimento. Il racconto “nero” (Un
picciotto beneducato) fu presto concluso. Il racconto di sesso e
avventura finì per diventare un romanzo, Ispettore Ferraris. Punto e a
capo (edito dalla Zoe), in cui il sesso si perse per strada (quasi
completamente). Rinnegato e lo
schiavo (il)
La vicenda narrata in questo
racconto ha un’origine ben precisa: il romanzo di Massimo Carlotto,
Cristiani di Allah. È un libro che mi è piaciuto e che racconta una
storia di amore tra due uomini (caso ben raro, in Italia, almeno). Ovviamente
la storia è tragica (non pretendiamo troppo), ma ha risvegliato la mia
fantasia ed ha portato alla nascita di questo racconto. Come omaggio a Carlotto, ho inserito il nome del protagonista del
romanzo nel mio racconto: è il comandante dello sciabecco che cattura Ben. Il
racconto è il regalo di compleanno per la mia editor. Risveglio
La situazione iniziale di
questo racconto è un’idea proposta da Max Thomas.
Lo sviluppo e la conclusione sono farina del mio sacco. Ritorno a Karanük
L’episodio dello stupro di
una coppia in Turchia è reale e mi fu raccontato da un collega della vittima.
Il resto della vicenda è pura invenzione, ma riprende temi che ritornano più
volte in alcuni miei racconti. Ritratti del conte Walser
– v. GIROTONDO VIENNESE Ritratto d’attore - v. GIROTONDO
VIENNESE Sceicco di Abu Hadar (lo): v. IL PIACERE DI UCCIDERE Saga di Gullbjorn, figlio di Olaf Le vicende di questo racconto sono ispirate ad alcune antiche saghe islandesi, pubblicate dalla casa editrice Einaudi in un volume della collana “I millenni”. Di lì vengono alcune situazioni, che ho ripreso, e anche il linguaggio si ispira a quello delle saghe. Samohrab
Il racconto non ha nessuna
fonte d’ispirazione particolare. Alcuni elementi (e personaggi) sono tratti
da altri racconti fantasy che sono stati appena abbozzati e che forse un
giorno saranno scritti. Sergente (il)
Questo racconto è nato da
una chat con un amico statunitense. Ne esistono due versioni: quella più
vicina alla fantasia originale non è presente in questo sito; qui ho invece
inserito un’altra versione, con un finale completamente diverso, che io
personalmente preferisco. Sindrome di Stoccolma Il racconto mi è stato
ispirato da una serie di articoli sul narcotraffico in Messico. Non ci sono
invece riferimenti letterari. Il racconto nasce da una
delle mie fantasie “nere”, centrata su due fratelli nobili e due pirati
giustiziati dai Turchi. Ho ripreso alcune situazioni di quella fantasia,
dando alla storia uno sviluppo del tutto diverso. L’occupazione prussiana della
Francia ricorre in diversi racconti di Maupassant, come il celebre La Mère Sauvage. L’idea di
questa storia mi è venuta a partire da quelle letture e soprattutto dal
romanzo Suite française, della Némirovsky, in cui un ufficiale tedesco si stabilisce
nella casa di una famiglia francese. Consiglio ai lettori il romanzo, uno dei
migliori letti in questi ultimi anni. Spazzolino lo fornisce la Qantas
(lo)
Si tratta di un racconto molto
vecchio, scritto prima di tutti i romanzi e destinato, in origine, a non
avere altro lettore che l’autore. Quando la redazione de I sogni nel
cassetto mi chiese una raccolta di racconti (che apparve con il titolo Rosa,
Rosso & Neri e poi fu eliminata), lo rividi e lo acclusi, perché
unito agli altri creava una mescolanza di toni che mi piaceva. Lo spunto di
questo racconto non mi è stato fornito da una lettura o da un film. È una
creazione originale, il che significa semplicemente che non sono in grado di
individuare gli elementi che hanno contribuito alla nascita ed allo sviluppo
di questa fantasia. L’unica influenza che ricordo è quella, molto vaga, di
alcuni romanzi di Sepùlveda, in particolare Il
mondo alla fine del mondo. Sposo di Iemanjá (lo)
Il racconto ha un’origine
abbastanza complessa. Il primo stimolo mi venne dal romanzo di Amado, Mar Morto:
di lì l’idea di scrivere una storia di uomini che navigano e affrontano i
pericoli del mare lungo la costa del Brasile. Anche la divinità del titolo è
quella marina a cui si rivolgono i personaggi del romanzo. All’interno di
questa storia ho però inserito un rito vudu tipico di Haiti (libertà
letteraria), perché mi sembrava che stesse bene. Il primo rapporto del
protagonista è ispirato invece a un episodio del romanzo I palazzi lontani, di Abilio Estévez,
(di lui consiglio il bellissimo Tuo è
il regno). Non posso individuare
un’origine precisa per questa storia, che potrebbe rivelarsi la prima di un
ciclo oppure non avere seguito. Le avventure di Eliah
e Abraham nel West, appena accennate, sono in parte ispirate dal romanzo-ricostruzione
storica Revenant di Michael Punke. Il racconto è stato
scritto subito dopo il ciclo Girotondo
viennese e ne riprende alcuni temi: l’artista, il modello, le sedute di posa.
La stesura iniziò dopo la lettura di Casa
Howard, di Forster, con cui è in debito per l’ambientazione. I personaggi
di Gerald e Rupert provengono dal film Donne
in amore, di Ken Russel,
tratto dal romanzo di Lawrence. Strategie nacque su richiesta della mia
(ex-)editor. Monica voleva un racconto da unire a un romanzo che aveva
scritto e intendeva pubblicare. Desiderava una storia come Un adulterio o più d’uno, per cui
scrissi Strategie, che ne riprende
in parte la tematica. Il progetto del libro non andò in porto, per cui il
racconto appare qui, sempre dedicato a lei. Sulla sabbia
Tempo fa il Volpe e il
Neri proposero un piccolo concorso di incipit: c’erano dieci incipit e i lettori
che volevano partecipare dovevano scrivere una storia a partire da
quell’incipit (i racconti sono nella sezione Ospiti). Il Volpe ed io ci
impegnammo a scrivere un racconto a partire ognuno da un incipit dell’altro.
Feci la mia parte, ma mi sembrava che il racconto non dicesse nulla, per cui
non lo pubblicai. Poi decisi di inserirlo approfittando della
ristrutturazione del sito. Sull’orlo
Racconto iniziato molti anni
fa e poi lasciato in sospeso, ripreso soltanto quest’anno (2022). Il
matrimonio riparatore con un uomo che è convinto di essere il padre del
nascituro, ma non lo è, è un’idea presa da un film irlandese di parecchi anni
fa. Teatro chiude (il): v. NOVE
RACCONTI NAPOLETANI Tela del ragno (la)
La
tela del ragno è nato in
un momento in cui immaginavo storie piuttosto cupe. Nella versione originaria
la duchessa era stata uccisa da Granges, che poi
strangolava anche il detective durante il rapporto a tre. Ho poi ripreso il
racconto, creando una storia diversa. Non saprei indicare un’origine della
vicenda. Telamone (il)
Il telamone è un furto
vero e proprio, un po’ come le Globirene impudiche.
Solo che questa volta, invece di scopiazzare l’intero racconto, ne ho preso
solo una parte, quella dedicata a questo personaggio misterioso che passa le
giornate al bar. L’idea del personaggio e gli elementi di base della sua
storia sono di Giovanna, una mia lettrice, anche lei scrittrice: il racconto
le è giustamente dedicato. Come si fa con le auto rubate, a cui si cambia la
targa e magari si dà una mano di vernice, io ci ho messo un po’ di farina del
mio sacco e ne ho ricavato questa storia. I nomi dei due protagonisti sono un
omaggio al Federico che ha scritto Notturno
soleggiato e ad un caro amico che ama il mare. Terapia
Il racconto è ispirato
all’ultimo libro pubblicato da Oliver Sacks, In movimento, in cui il medico racconta la sua vita. Ci sono
alcuni riferimenti, brevi ma precisi, alle sue esperienze sessuali. Il
protagonista del racconto ha molti aspetti in comune con il dottor Sacks. Ho sempre amato il West:
quand’ero ragazzo era l’epoca d’oro del western e mi affascinava questo
ambiente di uomini rudi e liberi, che affrontavano avventure e pericoli di
ogni tipo. Nella trama di questo racconto c’è una reminescenza
dei fumetti di Blueberry: in una delle avventure,
il tenente cerca in Messico il tesoro dei confederati, ma deve fare i conti
con altri avventurieri interessati a trovarlo. I personaggi sono stati
ispirati da due immagini trovate su Internet: le ho inserite, modificandole,
nell’illustrazione del racconto. Il racconto è stato
ispirato da una tomba di Tarquinia dove sono state incise nel Medioevo alcune
scritte che fanno riferimento ad attività sessuali di templari. Di lì si è
sviluppata questa fantasia, abbastanza atipica nella mia produzione. Gerald
Becker e William Bronson provengono dal racconto La galleria assira e appaiono anche
nel romanzo Grand Tour. Il poeta Ishaq
ibn Husan è invece un
personaggio del racconto L’eretico,
del Ciclo d’Oltremare. L’idea di un autore che
incontra i suoi personaggi mi era venuta più volte in passato, ma non l’avevo
mai sviluppata. Non saprei dire come mi sia venuta, anche se certamente ci
sono racconti o romanzi in cui è stata sfruttata. Il doppio racconto western
è una variazione su temi che ho sviluppato in diversi testi. Traditore (il): v. IL PIACERE DI
UCCIDERE Tre volte: v. CICLO DELLA
GUERRIGLIA L’ambientazione del
racconto mi è stata suggerita dalla lettura di alcuni romanzi di Faulkner,
che rievocano la guerra di Secessione americana. Per la vicenda e i
personaggi non ho presente nessuna fonte di ispirazione specifica. Nessuna precisa fonte di
ispirazione per questo racconto, nato e cresciuto lentamente. Questa vicenda e i personaggi
non hanno un’ispirazione precisa, anche se diversi elementi sono stati
suggeriti da film visti, racconti e romanzi letti. L’idea di questo racconto
mi venne dal testo The Sculptor’s Funeral, di Willa Cather,
che fa parte della raccolta Youth and the Bright
Medusa. Il personaggio di Abraham è direttamente ispirato all’avvocato Jim Laird, presente in quel
racconto, mentre Steve deve qualche elemento (assai pochi in verità, a parte
l’essere un artista) allo scultore di cui si svolge il funerale. Anche
l’ambientazione deriva da quella del testo della Cather.
Il racconto è dedicato a un vecchio amico di MySpace,
perché fu una sua foto da dopo-sbornia a ispirarmi. Uomini e lupi
L’idea di questo racconto
mi venne leggendo Le seigneur des loups, di Maria Grazia
Grosso e Louis-Étienne Albrand, un racconto
inserito nella raccolta Contes alpins… autrement. Vi si
narra di un giovane cacciatore che adotta un cucciolo di lupo; la diffidenza
dei suoi compaesani si trasforma in paura e sospetto e il giovane è costretto
a lasciare il paese per evitare la morte. Ho anche avviato un secondo
racconto sugli uomini-lupo, ambientato ai giorni nostri in Abruzzo, ma non l’ho
mai concluso. Vecchio West
Il racconto nasce da
alcune immagini di Sioux City, a Gran Canaria: una città western ricostruita
una quarantina d’anni fa e utilizzata come set di film western e come
attrazione turistica, in cui si svolgono rapine in banca e impiccagioni. Di
qui l’idea iniziale di questa storia. Vega63
L’idea del racconto è
stata in parte suggerita dall’immagine che lo accompagna, un’elaborazione di
un’opera del Verdugo, un artista di cui apprezzo
alcune opere. Il racconto però è anche uno sviluppo del tema affrontato in Troppi cadaveri: la stessa azione, di
lotta contro alieni che invadono la Terra, viene proseguita su altri corpi
celesti. Vendetta (la)
Il racconto è ispirato dal
bel romanzo (in realtà la trascrizione di una narrazione orale) La lanterna delle peonie, di San’yūtei Enchō. Minamoto no Yoshitsune e Benkei sono due personaggi storici, che godono in
Giappone di una grande fama e sono protagonisti di innumerevoli racconti,
film, fumetti, videogiochi e rappresentazioni teatrali. Vento del Nord
Storia un po’ buffa,
quella dell’origine e degli sviluppi di questo racconto. L’idea mi venne
dalla lettura di un romanzo di Arturo e Carlota Pérez-Reverte, che si intitola Il capitano Alatriste. C’è una scena in
cui due stranieri vengono assaliti da due uomini (uno dei quali è il capitano
Alatriste), che li vogliono uccidere. Partendo da questa scena, ma modificando
alquanto la situazione originaria, incominciai a scrivere il racconto che
adesso si intitola Vento del Nord.
Mentre lo stava scrivendo e avevo già in mente tutto lo sviluppo, comprai e
lessi un secondo romanzo dedicato al personaggio del capitano Alatriste, Purezza
di sangue. In esso il padre e i fratelli di una monaca cercano di rapirla
da un convento, dove il confessore abusa delle monache. Chi ha letto il mio
racconto non si stupirà se dico che rimasi senza parole: io avevo già steso
buona parte della storia e Pérez-Reverte non poteva
certo avermi letto nella testa, se non altro perché lui il libro l’aveva
scritto prima di me. Eppure l’idea dello sviluppo mi era venuta senza
conoscere per nulla quel secondo romanzo di Alatriste.
Però nei romanzi del capitano Alatriste (almeno nei
due che ho letto) il protagonista va a letto solo con le donne. Almeno una
differenza c’è… Il soggetto di questo
racconto mi è stato ispirato da una raccolta di Alice Munro, Too Much Happiness, uscita anche in italiano (la consiglio
vivamente a chi non conosce ancora questa grandissima autrice canadese). Uno
dei racconti parla proprio di un falegname che va per i boschi a procurarsi
la legna per il suo lavoro e che a un certo punto cade in una buca e rischia
di morirvi. L’elaborazione del tema è del tutto personale, ma una citazione
dell’autrice nel mio racconto non poteva mancare. Wadistan: v. IL PIACERE DI UCCIDERE Questo racconto è ispirato a tre personaggi storici: i due scrittori Alexandre Dumas padre e figlio e il conte Olympe Aguado, uno dei padri della fotografia in Francia. Essendo tutti e tre morti e sepolti, mi sono divertito liberamente, attribuendo loro gusti e azioni che con ogni probabilità sono del tutto estranei alle loro vita. Però alcuni episodi marginali sono invece reali. |
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Le
immagini
Le immagini
che accompagnano queste pagine sono state prodotte a partire materiale diverso
presente su Internet (di solito nei siti citati nei Links) o altro materiale
fotografico. È un lavoro che faccio direttamente io. Mi piace molto quando
devo illustrare i racconti, dato che sono abbastanza libero di scegliere i
soggetti, mentre è molto più faticoso trovare tutte le immagini per un
romanzo, perché è più difficile reperire le immagini giuste, con i personaggi
che mi servono. Molto di rado
ho usato immagini altrui, citando la fonte. Due casi a
parte sono quelli del romanzo Cerro del Diablo, illustrato da Viste, e
del secondo ciclo di miti di Cernunnos, per cui devo ringraziare Loran. |
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L’editingOgni racconto o romanzo
nasce con un certo numero di errori, ripetizioni, frasi un po’ forzate e così
via: anche se tendo a essere piuttosto attento, qualche cosa mi sfugge
sempre. Per fortuna per lungo tempo c’è stato un editor, anzi, un’editor, la magnifica, insostituibile, fantastica,
eccezionale Monica. Era lei che si occupava di rileggere con attenzione
meticolosa tutti i miei scritti e di segnalarmi ciò che non andava. Poche
cose le sfuggivano (magari qualche volta a me sfuggiva una sua correzione,
per cui lei tendeva ad usare caratteri sempre più grandi). Poi l’editor si è
presa un lungo periodo di sosta, ma un ringraziamento pubblico è doveroso. Un ringraziamento va anche
a Giovanna, che in tempi più recenti ha letto in anteprima parecchi dei miei
racconti e i miei romanzi, segnalandomi alcune delle sempre numerose sviste. |