Cadaveri non più freschi

 

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Jimmy ferma il cavallo dove la gola si allarga. Affrontare il deserto sotto questo sole a picco sarebbe una follia. Meglio fermarsi qualche ora, aspettando all’ombra degli ultimi alberi che il caldo sia meno soffocante. Ha cinquanta miglia di roccia e sabbia davanti e non sarà una passeggiata. Non ha nessuna voglia di arrostire, ma dietro di lui c’è quel figlio di puttana di Hunter Dave: un fottuto cacciatore di taglie che ne ha già ammazzati almeno venti e Jimmy non ha nessuna voglia di essere il ventunesimo. Jimmy è rapido a sparare e non avrebbe paura di un duello con Dave, ma quello non affronta mica i fuorilegge a viso aperto, gli spara alla schiena o gli tende un’imboscata, Butcher Brent lo ha addirittura fatto saltare in aria con l’esplosivo.

Jimmy è sceso di cavallo e il suo sguardo percorre il fianco della montagna di fronte a lui. Hunter Dave potrebbe essere nascosto in un qualunque punto. Jimmy alza le spalle. Cazzate. Hunter Dave è parecchie miglia indietro, posto che sia davvero sulle sue tracce: magari è riuscito a seminarlo prima di prendere questa gola che dalle Badlands conduce verso il confine del Messico.

Jimmy lega il cavallo a una roccia, prende la borraccia e si mette a sedere contro la parete, dove c’è un po’ di ombra. Beve due sorsi. Non di più: deve bastare fino a Boca Caliente. Posa la borraccia. È in una situazione di merda. L’assalto alla banca di Santa Magdalena è stato un disastro, Tom e Ignacio sono morti, lui è riuscito a scappare, ma l’hanno riconosciuto. E adesso ha dietro al culo il peggior bastardo tra tutti i bastardi, Hunter Dave. Ben lieto di guadagnarsi la taglia che pesa sulla testa di Jimmy, per quei quattro omicidi e le varie rapine. Merda!

Il dolore violento al petto e lo sparo arrivano insieme. Jimmy sgrana gli occhi, incredulo, vorrebbe prendere le pistole, ma le forze gli mancano. Un secondo colpo al cuore lo fa scivolare disteso ai piedi della parete. Il mondo svanisce in fretta. Jimmy contrae ancora un po’ la mano, due volte, poi rimane immobile.

 

Hunter Dave abbandona il suo nascondiglio e scende verso il cadavere di Jimmy lo Sciacallo. Tiene il fucile puntato e non perde di mira un attimo quel figlio di puttana. Sa benissimo che è una precauzione superflua, perché Dave non sbaglia un colpo: già il primo che ha sparato ha centrato il bersaglio, ma la prudenza non è mai troppa.

Come tutti, Jimmy si aspettava un inseguimento e invece il cacciatore era davanti alla preda e l’attendeva al varco. Era certo che lo Sciacallo si sarebbe fermato prima di attraversare il deserto, mettendosi dal lato in ombra, naturalmente. In ogni caso, anche se avesse deciso di proseguire, Dave lo avrebbe centrato: ha un’ottima mira.

Dave ha raggiunto il cadavere e lo guarda. Jimmy è morto, come le sue quattro vittime. Un figlio di puttana in meno su questa Terra, dove i figli di puttana sono talmente tanti… Una volta Dave sarebbe stato contento di averne eliminato un altro, ma in questo momento non gliene fotte un cazzo. Neanche della taglia. Dave non è diventato cacciatore di taglie per sete di denaro o per gusto per l’avventura.

Il ricordo ritorna a un giorno di vent’anni prima, in cui non era a casa sua, ma in un ranch vicino, dai Davidson. Rivede come fosse allora la colonna di fumo nero che aveva visto levarsi improvvisamente e che il vento impetuoso della pianura deviava verso ponente. Aveva capito subito che era il ranch della sua famiglia che bruciava. Dave chiude gli occhi. Gli sembra di sentire sotto di sé il cavallo che quel giorno continuava a spronare, sperando che fosse solo un incidente, che il fienile avesse preso fuoco per l’errore di qualcuno. Ma sapeva che non era così. E poi, impresso per sempre nella sua mente, lo spettacolo che si presentò ai suoi occhi. Suo padre vicino al pozzo, due pallottole nella schiena. Suo fratello sulla soglia di casa, colpito al petto. Il fienile e la stalla che bruciavano, la casa minacciata dalle fiamme. L’inutile corsa dentro casa, sperando che almeno qualcuno fosse rimasto vivo. I corpi straziati di sua madre e di sua sorella. Il fratellino in una pozza di sangue. Tutti morti, uccisi dalla banda di Regan. Dave rabbrividisce e si passa una mano sulla fronte. Vent’anni sono passati.

Li ha ammazzati tutti e otto, quelli della banda di Regan, come cani rabbiosi, anche se si erano divisi, anche se gli ci sono voluti quattro anni per scovare Regan e sforacchiarlo, un po’ per volta, perché non voleva che morisse in fretta.

E poi è andato avanti, a fare il giustiziere, a eliminare un po’ di figli di puttana dalla faccia della terra. Ci provava gusto, ci ha provato gusto per anni, ad ammazzarli. Li sceglieva con cura e quelli che individuava come sue prede, potevano fare che comprarsi la cassa da morto. Non selezionava le sue vittime in base al denaro che potevano fruttare, anche se molti pensavano che lo facesse, perché spesso si metteva sulle tracce di quelli che avevano la taglia più forte. Lui sceglieva i bastardi peggiori, che magari avevano pure una bella taglia, ma dei soldi non gliene fregava un cazzo. Ne aveva accumulati talmente tanti che non sapeva che farsene.

Ora però qualche cosa si è rotto. Dave fissa il cadavere di Jimmy e non prova nessuna soddisfazione. Sì, ha eliminato uno stronzo schifoso e questa è una buona cosa. Ha guadagnato altro denaro, ma che cazzo se ne fa? Dave guarda Jimmy, che doveva avere venticinque anni. Dave ne ha quaranta e ormai c’è ben poco in comune tra lui ed il ragazzo ventenne che vide la strage della sua famiglia e decise di vendicare i suoi.

Dave ne ha abbastanza di questa vita, ma non riesce a immaginarne un’altra. A tratti pensa che potrebbe comprarsi un po’ di terra e mettere su un ranch. Forse sarebbe una buona idea. Non qui, più a nord.

Dave si riscuote. Prende il cadavere e lo carica sul cavallo. Lo lega bene perché non cada. Ci vorranno due giorni di marcia per arrivare a Deepsource. Merda! Due giorni con questo caldo fottuto e il cadavere che puzzerà. Non è la prima volta che gli capita.

Dave prende il cavallo dello Sciacallo per la briglia e si dirige verso il posto dove ha nascosto il suo. Lega alla sua sella le redini della cavalcatura di Jimmy e ripercorre la lunga gola attraverso cui è arrivata la sua vittima.

 

Ben fa la barba al suo cliente quando vede passare Dave Hunter. Ha un secondo cavallo su cui c’è un cadavere, quello dello Sciacallo. Dave gli fa un cenno di saluto.

Ben sorride. Era sicuro che Dave ce l’avrebbe fatta. È contento di vedere il suo amico, che dopo aver parlato con lo sceriffo verrà da lui. Quando è a Deepsource, Dave si ferma da Ben, per lasciare il cadavere - il barbiere è anche il becchino -, prendersi un bel bagno, farsi tagliare barba e capelli e dedicarsi ad alcune altre attività che non è il caso di specificare - sono reato in questo stato, come nella maggior parte degli USA. Basti dire che al solo pensiero a Ben viene duro. Dave gli piace un casino: il barbiere ha un debole per gli uomini grossi e pelosi e se sono anche ben dotati - e Dave lo è - è proprio il massimo. Ben pregusta la notte che lo aspetta e vorrebbe che il sole fosse già tramontato. 

Riprende a radere il cliente, mentre commenta la notizia:

- Dave Hunter ha fatto fuori lo Sciacallo. Un’altra taglia.

Il cliente ridacchia:

- A quel figlio di puttana non sfugge nessuno. Avrai lavoro da fare questa sera, Ben.

- Direi proprio di sì. Il solito cadavere vecchio di tre giorni. Mi ammorberà la casa.

 

Lo sceriffo Mike Grosseisen è nel suo ufficio, i piedi appoggiati sulla scrivania. Quando Dave entra, lo guarda e sorride.

- Anche questo me lo hai portato morto, vero?

Dave annuisce.

- Sai benissimo che trasportarli vivi è solo un casino. Meglio farli fuori subito.

Mike annuisce. Gli rompe un po’, a lui piace impiccare i fuorilegge, vederli scalciare fino a che una macchia umida appare sui pantaloni e rimangono immobili: lo chiamano “Hanging Sheriff” per questo. Ma avere Dave nelle vicinanze è comodo: i fuorilegge tendono a tenersi alla larga.

- Va bene, adesso vengo a vedere.

Mike si alza. Avvicinandosi a Dave, sente l’odore: come al solito Dave puzza come un caprone, ma dopo giorni a cavalcare sotto il sole è normale. All’odore di sudore si aggiunge anche quello di cadavere. Ed in effetti quando Mike esce sulla soglia, storce subito il naso: la puzza gli toglie il fiato.

- Cazzo, Dave, passi che mi togli sempre il gusto di vederli scalciare, ma almeno potresti portarmi cadaveri un po’ più freschi, invece di lasciarli frollare.

Dave ride.

- Mike, dalle gole delle Badlands a qui ci vogliono due giorni. E questo fottuto sole sembra intenzionato a fondere anche le pistole.

Mike si avvicina. Solleva il viso di Jimmy e lo osserva bene. Non ci sono dubbi.

- OK, Dave, ti sei guadagnato anche questa taglia, ma toglimi questa merda dalla vista. Portalo dal becchino.

Rientra in ufficio, ma sulla soglia si volta e dice:

- E prima di passare a intascare quanto ti spetta, fatti almeno un bagno.

Dave ride e annuisce. Mike aggiunge:

- Quando torni, ti dico una cosa.

Il sorriso svanisce dalla faccia di Dave. Conosce Mike e intuisce che se non gliela vuole dire subito, quella cosa, è perché non è niente di buono.

- Fa’ che dirmela adesso.

Mike alza le spalle. Sa come Dave la prenderà, per cui preferirebbe rimandare.

- Può aspettare fino a domani mattina.

- Fuori il rospo, Mike.

Mike allarga le braccia. Tanto vale parlarne subito, così si toglie il dente.

- E va bene. Dicono che Chris Martens sia dalle parti di Silver Road.

Dave guarda fisso lo sceriffo.

- Non mi interessa, Mike. Non mi metto a caccia di Chris Martens.

- La taglia è grossa, Dave.

- Non me ne fotte un cazzo. Chiaro? C’è già Black Stephen che gli dà la caccia.

Mike annuisce. Sospettava che quella sarebbe stata la risposta.

- Va bene, va bene.

Mike si volta e scompare nel suo ufficio. Se lo aspettava, dovrà far ricorso alle cattive. Mike sghignazza e chiama il suo vice. Eddy arriva dalla stanza interna. È a torso nudo e lo sguardo di Mike indugia volentieri sul torace coperto da un rigoglioso pelame biondo e sulle braccia possenti.

- Sì, capo?

- Eddy, questa sera abbiamo da fare un’incursione.

Eddy aggrotta la fronte.

- Di che tipo?

- Dobbiamo sorprendere in flagrante due froci. Sai che la legge prevede il carcere.

Eddy appare ancora più perplesso e Mike scoppia a ridere. Le norme prevedono davvero il carcere per chi si dedica alla sodomia, ma nessuno si sogna di applicare la legge in queste cittadine di frontiera dove ci sono dieci uomini per ogni donna e se decidessero di farlo, Eddy e Mike dovrebbero arrestarsi a vicenda, dato che tutte le notti scopano insieme.

 

Nella grande tinozza che Ben ha riempito di acqua calda, Dave sta come un pascià. Si è lavato tutto, con l’aiuto di Ben, e ora rimane nell’acqua insaponata a godersi quella pacchia. Ben sta chiedendosi se entrare anche lui nell’acqua, perché è impaziente e Dave sembra deciso a rimanerci per sempre. Poi decide di ricorrere a un’altra tattica: si spoglia completamente e si mette davanti alla tinozza.

Dave sorride al suo amico, ma non sembra intenzionato a uscire. Allora Ben, che non riesce più a reggere l’attesa, prende un secchio d’acqua fredda, l’ultimo rimasto, e lo rovescia addosso a Dave. L’acqua, tirata su dal pozzo mezz’ora fa, è ancora quasi gelida. Dave è abituato a sopportare il freddo e il caldo, ma il messaggio è chiaro, per cui bestemmia rumorosamente e si alza dalla tinozza. Poi, senza asciugarsi si lancia su Ben che tenta una (poco convinta) fuga verso il letto.

Dave lo afferra e ora sono avvinghiati, Ben nella morsa di ferro delle braccia di Dave, contro il culo quello spiedo rigido e caldo che tra poco sentirà nelle viscere e una meravigliosa sensazione di piacere che lo invade.

Dave lo forza a muoversi fino al letto, poi lo molla e gli preme con una mano sulla schiena. Ben assume la posizione richiesta: torace sul letto, gambe ben divaricate, con i piedi che poggiano a terra. Sente le mani di Dave che gli stringono le chiappe, poi l’arnese preme contro il buco e una pressione crescente lo spinge dentro, fino all’elsa.

Ben si dice che il cazzo di Dave in culo è una delle cose più belle che esistano al mondo, di sicuro la più bella che gli è mai capitato di provare. Dave lavora con energia, spingendo in avanti, fino in fondo, e poi arretrando, fino a che lo spiedo esce del tutto.

Il secondo ingresso è più deciso, ma l’apertura ha già avuto modo di abituarsi, per cui il dolore è trascurabile. Ben geme:

- Ancora!

Sente che Dave ridacchia. Lo sperone affonda nella carne, tanto che a Ben sembra che gli arrivi nello stomaco, poi si ritrae completamente, abbandonando la guaina che lo avvolgeva. Il nuovo ingresso è molto deciso e questa volta il gemito di Ben è più forte, ma è davvero grandioso sentire questo magnifico cazzo in culo!

 

Mike e il suo vice sono alla porta. Non è difficile forzare la serratura: Ben fa il barbiere e il becchino, non ha tesori da nascondere, la sua porta si apre facilmente. Mike tende l’orecchio: sente Ben dire parole sconce e Dave grugnire. A Mike viene duro a sentire questa bella sinfonia, ma adesso deve occuparsi di altro. I due sono troppo infoiati per sentire i rumori alla porta d’ingresso, finché questa non si spalanca e i rappresentanti della legge irrompono nella stanza.

- Bene, finocchi. Vi abbiamo beccato in flagrante sodomia. Un anno di carcere.

Dave si volta a guardare Mike, incredulo.

- Ma che cazzo dici, stronzo? Proprio tu, con quell’altro lì…

- Bada a quello che dici, Dave. In questo stato la sodomia è un reato e noi ti abbiamo beccato. Vi farete tutti e due un anno di carcere, più la multa…

Mike si interrompe. Dave non è scemo e di sicuro ha già capito. E infatti il cacciatore di taglie lo guarda con odio e gli sibila:

- Chris Martens, vero, stronzo?

Mike annuisce.

- Sì, direi che se mi porti il cadavere di Martens o, ancora meglio, me lo porti vivo, potremmo dimenticarci di quello che abbiamo visto.

- Va bene, stronzo. Hai vinto tu. Ora però togliti dai coglioni e lasciami finire il lavoro.

Senza aspettare una risposta Dave volta la testa e riprende il movimento avanti e indietro del suo grosso culo peloso. Mike lo guarda e gli viene duro. Avrebbe voglia di unirsi ai due, magari per una bella cosa a quattro, ma dopo questa incursione non è possibile, per cui si rivolge a Eddy e gli dice:

- Va bene, andiamo.

Eddy annuisce. Mike gli legge in faccia che la scena gli ha fatto lo stesso effetto che ha fatto a lui. Fuori, al buio, gli mette una mano sulla patta e stringe il cazzo tra le dita. Attraverso la stoffa dei pantaloni ne avverte il calore e la consistenza.

- Muoviamoci, questa sera me lo metti in culo.

Poi Eddy e Mike si dirigono verso l’ufficio. Mike ridacchia, ripensando al giochetto che ha fatto a Dave. Ha giocato sporco, ma bisogna che qualcuno faccia fuori Martens, quel figlio di puttana del senatore Owen sta rendendo a tutti la vita impossibile.

 

Dave cavalca verso Silver Road. È incazzato nero. Avrebbe volentieri sparato allo sceriffo e al suo vice, ma non avrebbe risolto il problema: ne avrebbe solo creato un altro. Mike è un figlio di buona donna e vuole sbarazzarsi di Martens, per cui ha escogitato quel lurido scherzetto. Dave si dice che quando torna con il cadavere di Martens, allo sceriffo spacca lui il culo. Con una pistola carica.

Dave si ferma. Tira fuori un sigaro e se lo accende. Si guarda intorno. Sta perdendo tempo e non è concentrato su quello che deve fare. Pessima cosa. Potrebbe sparire per sempre, andarsene da un’altra parte, di denaro ne ha quanto ne vuole. Ma Mike sarebbe capace di prendersela con Ben. Merda!

Dave preme con gli stivali sui fianchi del cavallo, che riprende a muoversi. Deve ammazzare Martens, c’è poco da fare. Ma perché deve farlo lui, che non ne ha nessuna intenzione, e non può farlo qualche altro cacciatore di taglie? La risposta potrebbe essere che Martens ne ha già ammazzati tre di cacciatori di taglie che gli stavano alle calcagna. Martens è una preda grossa, perché ha ucciso il figlio del senatore Owen e la taglia che ha sulla testa fa gola a molti. A molti, ma non a Dave. Perché Dave sa benissimo, come lo sanno tutti, che Martens ha ammazzato il giovane Owen solo per difendersi, che quell’altro figlio di puttana voleva ucciderlo a tradimento, ma ci è rimasto secco. Se Owen padre non fosse senatore, Martens sarebbe stato prosciolto da qualsiasi giuria, ma invece oggi è uno degli uomini più ricercati degli USA, in continua fuga. Una fuga che si concluderà solo con la sua morte. Black Stephen gli sta dando la caccia da un anno. Almeno lo facesse fuori lui. A Dave ripugna l’idea di ammazzare uno che ha sempre sparato solo per difendere la pelle. Ma Mike non gli lascia nessuna scelta.

 

Chris Martens è arrivato in cima al pendio che scende alla cascata. È la terza volta che ci ritorna, in dieci giorni. Prima o poi ci arriverà qualcuno di quelli che gli stanno dietro, Black Stephen o Hunter Dave. Per lui è lo stesso, che lo fotta uno o l’altro. Ormai ne ha pieni i coglioni di continuare a scappare. Ci sarebbe il Messico, naturalmente, là è difficile che lo vengano a cercare. Ma per fare che? Lui sa allevare bestiame e coltivare campi. Certo, sa anche sparare e molto bene. Spara in fretta. Ma di fare il pistolero, di mettersi al servizio di qualche capobanda o di un proprietario terriero messicano, Chris Martens non ha nessuna voglia. È stufo di ammazzare per difendersi. Ha voglia di finire.

E la cascata è il posto giusto, perché lì c’è acqua e sicuramente si apposteranno nelle vicinanze. Chris si guarda intorno. Ha una vista d’aquila e non gli sfugge nulla. Nemmeno il fucile puntato su di lui. Una piccola contrazione allo stomaco. Tra poco. Il suo viaggio finisce tra poco. Potrebbe buttarsi a terra, nascondersi dietro a un masso. Magari riuscirebbe a uccidere quel tipo, ma a che servirebbe? Dopo di lui ne verrebbe un altro. Chris scende, lentamente, verso la cascata. Ora sta dando la schiena a quel tipo, è un bersaglio facile e sicuro. Ferma ancora un attimo il cavallo, come se volesse guardarsi intorno un’ultima volta. È teso. Pochi attimi di vita. Trent’anni, va bene, può morire ora.

L’uomo non spara. Vuole prenderlo vivo? Perché possano impiccarlo? L’idea non piace a Chris, preferisce morire qui e ora, in questa conca, una gemma verde incastonata in un deserto di roccia rossa. Sprona il cavallo e scende fino allo specchio d’acqua ai piedi della cascata. Lo guarda, attendendo il colpo alla schiena. È una bella visione, quella che ha davanti: l’acqua, limpida e di un azzurro intenso, vicino alla parete rocciosa ha sfumature rossastre.

Chris incomincia a spogliarsi, con gesti lenti. Presto rimane nudo. Perché quello stronzo non gli spara ora?

Entra in acqua, si immerge completamente, gusta la beatitudine della frescura sulla pelle riarsa. La polvere che si è accumulata in questi giorni scivola via e Chris si sente in paradiso. Tra poco finirà all’inferno, ma questi ultimi momenti di vita sono belli, cazzo! Nuota a lungo nello specchio d’acqua, poi decide che è ora di uscire. Il tizio non si fa vivo. Chris esce e si volge verso il punto in cui ha visto il fucile. Che cazzo aspetta, quello stronzo?

Nulla, non spara. E allora Chris alza lo sguardo, fino a che fissa direttamente il fucile che ancora lo tiene sotto tiro. Non abbassa gli occhi. Mormora:

- Sparami, stronzo.

 

Non è possibile. Chris Martens non può essere vissuto per due anni scappando a sceriffi e cacciatori di taglie che lo volevano fare secco, se si è comportato sempre in modo così idiota. Dave non sa che cosa pensare. Quello non si è nemmeno guardato intorno, in un posto che è chiaramente pericoloso. Si è pure spogliato. E qui altri pensieri turbano la testa di Dave. Perché Chris è un bell’uomo, più magro di Dave, ma forte e muscoloso, anche lui piuttosto villoso. Il tipo di uomo che piace a Dave.

Ma Dave non vuole considerare questi aspetti. Ignora deliberatamente il proprio cazzo teso, che preme contro il suolo, e cerca di concentrarsi su quello che deve fare.

Che cosa deve fare lo sa benissimo: sparare. Fare secco Martens. È mezz’ora che lo tiene sotto tiro, ma non gli riesce di sparare.

E adesso Martens lo sta guardando. Dave scommetterebbe la testa che lo ha visto subito. Sta solo aspettando il colpo.

E allora Dave si alza ed esce dal suo nascondiglio, senza abbassare un secondo l’arma. Scende lentamente, badando a tenere sotto tiro l’uomo nudo che lo aspetta alla pozza, le braccia conserte, guardandolo indifferente.

Ora sono a dieci passi di distanza. Dave si ferma e si chiede che cazzo è sceso a fare. Perché se era difficile sparargli prima, ora che lo vede in faccia, è impossibile. E adesso? Possono passare a fare conversazione?

Dave non è scemo, ha capito benissimo che l’uomo davanti a lui è stufo della vita che fa, come lo è Dave della propria. Ma anche questa non è una motivazione sufficiente per uccidere un uomo. Che cazzo può fare, adesso?

Sono immobili e muti, uno di fronte all’altro, il cacciatore di taglie vestito e armato ed il bandito nudo ed inerme. Come fossero vittime di qualche stregoneria indiana.

- Sparami, stronzo.

Le parole spezzano l’incanto. Dave annuisce e butta il fucile a terra, sotto lo sguardo allibito di Chris. Poi dice:

- Fa un caldo fottuto, mi faccio anch’io un bagno.

Si spoglia, fottendosene alla grande se il cazzo è ancora mezzo teso e Martens lo può vedere. Entra in acqua, senza preoccuparsi di quello che farà Martens. Perché gli ha letto negli occhi che quest’uomo non gli sparerà mai.

Dave sguazza nell’acqua come se non esistesse altro al mondo, come se sulla riva non ci fosse un uomo che ha già ucciso tre cacciatori di taglie. Si immerge, nuota, si gode il fresco. Ogni tanto lancia un’occhiata verso riva. Martens lo sta guardando. Ha davvero un bel corpo e mentre lo pensa, Dave si accorge che gli sta di nuovo diventando duro.

Si direbbe che vedere Dave nudo stia facendo un effetto simile a Martens.

Potrebbe essere interessante, un buon modo per uscire dall’impasse. Dopo la scopata, magari troverebbero le parole.

Dave incomincia a uscire dall’acqua. Martens si china. Per un attimo Dave si chiede se non intenda prendere il fucile e sparargli. Ma il fuorilegge ha preso dalla tasca della sua giacca due sigari e gliene porge uno. Non sorride. A Dave invece un sorriso sfugge. Prende il sigaro e lascia che Martens lo accenda.

Hanno tutti e due il cazzo mezzo duro, ma fanno finta di niente.

 

Questa poi è incredibile! Si stanno fumando un sigaro. Sembra che non parlino. Fumano e basta. ‘Sti due froci devono essere d’accordo. Ma adesso è ora di intervenire.

Black Stephen avanza rapido, una pistola per mano. I due si accorgono di lui quando è troppo tardi. Stephen vede che entrambi cercano le loro armi con gli occhi, ma se uno di loro prova a chinarsi per raccogliere la pistola o il fucile, è un uomo morto.

- Alzate le mani, finocchi!

Martens obbedisce. Dave lo guarda senza muoversi. Stephen ridacchia. Quando ha visto Dave Hunter e Martens, ha temuto di essere arrivato tardi. Ha pensato di far fuori Dave dopo che questi aveva eliminato Martens, così poteva dire che Martens aveva ammazzato Dave e lui lo aveva ucciso. Ma Dave non sembra intenzionato a far secco Martens, così il lavoro tocca a lui. E la taglia pure.

- Alza le mani anche tu, Dave.

- Che cazzo vuoi da me, Stephen? Non c’è una taglia su di me.

Stephen ride. Dave Hunter gli è sempre stato sul culo, si è guadagnato tante di quelle taglie da vivere di rendita e continua a cacciare, invece di lasciare il posto agli altri. Stephen è ben contento di farlo fuori.

- No, in effetti non vali un cazzo, Dave. Per cui ti faccio secco senza neanche guadagnarci.

Dave lo guarda. Ha capito, benissimo. Non è scemo.

Stephen tende il braccio destro, mirando alla faccia di Dave. Vuole vedere un bel buco rosso aprirglisi sopra il naso. Martens lo ammazzerà dopo.

Stephen ghigna e preme il grilletto, ma in quell’istante Martens, rapidissimo, salta su Dave e lo spinge di lato. A essere colpito non è il cacciatore di taglie, ma il fuorilegge: Stephen vede il sangue sgorgare dalla tempia di Martens, che cade al suolo.

Dave è rotolato per terra e rotola ancora, cercando di allontanarsi e sfuggire a Stephen, ma il grassone non ha nessuna possibilità. Stephen punta entrambe le pistole: adesso farà fuori anche quest’altro finocchio.

Il dolore che gli esplode nel cervello non ha un senso, Stephen non riesce a capire. Tutto diventa buio di colpo, mentre un altro sparo risuona. Stephen è già morto prima che il suo corpo cada al suolo.

 

Martens guarda Black Stephen cadere. Lo ha colpito due volte in fronte. Si era detto che non avrebbe ucciso mai più, ma era necessario, per salvare quest’uomo che ora lo guarda, stupefatto.

Dave Hunter è su di lui.

- Credevo che ti avesse ammazzato. Fammi vedere la ferita.

Martens sa di avere la faccia piena di sangue. Ha chiuso l’occhio sinistro quando ha sparato, perché il sangue lo accecava. Ma sa benissimo che non è niente di grave: un colpo di striscio. Dave si china su di lui e osserva la ferita. Poi prende uno straccio e lo bagna nel laghetto.

Pulisce con cura la ferita.

- Cazzo! Ti è andata bene. Poco più a destra e ci rimanevi secco. Ed è andata bene anche a me. Grazie: mi hai salvato la pelle.

Martens non risponde. Non sa che cosa dire.

Dave gli benda la ferita. Poi raccoglie il sigaro e si siede a fumarlo.

Anche Martens riprende il proprio. Rimangono in silenzio senza dirsi niente.

E adesso?

Martens guarda il grosso corpo seduto vicino al suo. Gli sembra di non aver mai avuto le idee tanto confuse. Il sigaro è buono. Quelli che stanno fumando sono gli ultimi due sigari che aveva.

È Dave a spezzare il silenzio:

- Certo che spari veloce, Chris.

- Dicono che anche tu tiri in fretta, Dave.

- Non come te, di sicuro.

Sono qui a farsi i complimenti, davanti ad un cadavere, di cui nessuno di loro ha voglia di occuparsi. Fumano ed il mondo può andare a farsi fottere.

- Tu sei stufo di fare questa vita, Chris.

Martens annuisce.

- E direi che è ora di concludere. Devo riportare il corpo di Chris Martens a Deepsource. Così nessuno più gli darà la caccia.

Martens non capisce. Dave intende ammazzarlo, dopo che lui gli ha salvato la vita? Dave non gli sembra il tipo. Ma ha capito che Chris non ha più voglia di vivere e in fondo se lo uccide, gli fa un favore. Chris annuisce.

- Lasciami solo finire il sigaro, Dave. Sarebbe un peccato sprecarlo così.

Dave sorride ed è un sorriso divertito. Si alza, prende il suo fucile e si avvicina al cadavere di Black Stephen.

Spara due colpi, al cuore. Poi sputa sul corpo e si rimette a sedere.

Martens si gratta il collo, perplesso.

- Era già morto, Dave.

Dave ridacchia.

- Davvero? Non me n’ero accorto.

Poi aggiunge, serio:

- Chris, ti ho ammazzato sparandoti al petto. La camicia mi serve bucata.

Chris si sta grattando la testa, sempre più dubbioso.

- Non sono sicuro di capirti.

- Adesso ti spiego.

 

Dave e Chris sono sdraiati sulle coperte. Non è ancora così freddo da avvolgersi, ma presto lo diventerà: le notti nel deserto sono fredde anche in estate. Il cadavere di Black Stephen è appeso a una roccia, per evitare che qualche coyote se lo sbrani. Dave guarda il cielo stellato. L’ha visto migliaia di volte in questi anni di vita vagabonda, eppure è uno spettacolo di cui non si stancherebbe mai, che lo riporta alla sua infanzia, al ranch della sua famiglia.

Parla quasi senza rendersene conto.

- Da piccolo passavo le ore a guardare le stelle, la notte.

- Anch’io amo guardare il cielo. Mi ha tenuto compagnia in questi due anni.

- Non è una bella vita, quella del bandito.

- Neppure quella del cacciatore di taglie. Eppure tu te la sei scelta.

Dave annuisce, anche se nel buio Chris lo intravede appena.

- Scelto? Forse.

- Che vuoi dire?

Dave non ne ha mai parlato a nessuno. Sono cazzi suoi. Ma di colpo si trova a narrare di quel giorno di settembre in cui la sua vita cambiò completamente, della sua famiglia sterminata, del ranch distrutto, del desiderio feroce di vendetta, che lo ha bruciato dentro per anni e che non ha lasciato niente.

Ora ha finito di raccontare e si chiede come sia stato possibile: questo sconosciuto al suo fianco ora sa di lui cose che Dave non ha mai detto a nessuno, neppure a un amico come Ben.

Chris non dice nulla. Ma la sua mano si è posata sulla destra di Dave e ora la stringe. Un gesto assurdo, che Dave non si aspettava. Nessuno gli ha mai offerto un conforto, a nessuno lo ha mai chiesto. Non ne ha mai avuto bisogno. Ma quella mano che stringe la sua gli fa piacere e allora Dave mette la sinistra sulla mano che stringe la sua. Chris la copre con l’altra mano ed entrambi ridono. Una risata leggera.

Le loro mani sciolgono quell’abbraccio. Chris gli augura la buona notte. Dave rimane a guardare i pensieri che scorrono nella sua testa.

 

Mike è disteso sul letto, sulla schiena. Ha le gambe sulle spalle di Eddy, che lo sta infilzando con il suo spiedo. Eddy lavora con grande lena e a ogni spinta la sua arma affonda nel culo di Mike, spingendosi più avanti. Lo sceriffo ansima, travolto dal piacere. Quelle spinte vigorose che gli sfondano il culo gli rimbombano nelle orecchie, come colpi violenti. Mike geme, un gemito di puro piacere, ma Eddy si ferma e solo ora Mike realizza che qualcuno sta battendo alla porta, al piano di sotto.

- Merda!

È notte, ormai, chi cazzo viene a rompergli i coglioni proprio mentre sta scopando?

Eddy lo guarda, allargando le braccia.

Lo scocciatore bussa di nuovo, deciso. Sembra che voglia buttare giù la porta.

- Merda!

Eddy si tira indietro e Mike sente con dispiacere il bel cazzo del vice lasciare il suo culo. Ma c’è poco da fare: Mike è lo sceriffo e non può fare finta di non esserci. E intanto il rompicoglioni ha ripreso a battere che tra un po’ sfonda la porta.

Mike si riveste in fretta, bestemmiando. Poi scende.

Anche Eddy si è rivestito, ma rimane indietro.

Mike spalanca la porta.

- E che cazzo c’è?

Il respiro quasi gli si blocca per la zaffata che arriva fino a lui: tanfo di sudore e di cadavere. Mike storce il naso. Davanti a lui c’è Dave Hunter. È lui a puzzare come un caprone.

La voce di Dave è chiaramente beffarda.

- Hai il sonno duro. O eri impegnato in altro…?

- Vaffanculo, Dave. Che cazzo vuoi?

Poi Mike realizza. Dave è tornato e se è venuto da lui devessere… Le parole di Dave completano il suo pensiero:

- Io ho fatto la mia parte, stronzo. Ma il cadavere non è più tanto fresco, per cui Ben dice che intende chiuderlo in una cassa subito. Quindi muovi il culo e vieni a vedere.

Mike sorride. Chris Martens morto! Cazzo, che colpo! Finalmente il senatore Owen finirà di rompere.

Si dirigono dal becchino, pochi isolati più in là.

Ben lo guarda, torvo.

- Meno male che sei arrivato. Muoviti a controllare, non si riesce a respirare.

Mike ghigna.

- Eh, quante storie! Non è il primo cadavere stagionato che ti porta Dave.

Ma appena entra nella stanza dove Ben sistema i cadaveri nelle casse, il fiato gli si blocca e lo stomaco gli si contorce. Il fetore è tale che gli viene da vomitare.

Deglutisce e si controlla. Prende la lanterna e si avvicina alla cassa, aperta.

Il cadavere è quello di Martens, non c’è dubbio. Una ferita alla tempia, malamente bendata, e due buchi al petto. La faccia è la sua. Dave ha fatto il suo compito. Ma la puzza è intollerabile. Ci sono anche due larve che si muovono vicino a una delle ferite.

Mike si sposta rapidamente. Non regge più. Ben lo guarda in faccia e gli dice:

- Non mi vomitare qui dentro!

Mike esce dalla casa, seguito da Dave. Reprime un conato di vomito.

- Ma perché puzza così tanto?

- Dalla cascata di Silver Creek a qui sono parecchi giorni.

- Ma non potevi portare quel figlio di puttana a Oldtrack, che è a due giorni di cammino? C’è uno sceriffo anche là!

La voce di Dave è beffarda:

- Eri tu che ci tenevi tanto a Martens…

- Stronzo!

- Comunque domani mi fai il foglio per la taglia.

- Va bene.

Mike bestemmia, ma è contento. La faccenda è chiusa.

 

Ben ha inchiodato la cassa con il cadavere di Black Stephen. L’odore era davvero nauseabondo. Chris si è tolto la camicia del morto ed è passato nella bottega del barbiere, che tanto a quest’ora è chiusa. Dave l’ha raggiunto. Parlano.

Ben prepara la tinozza con l’acqua calda nella camera. Ha cambiato anche il lenzuolo. Ben capisce in fretta e sa benissimo che questa notte non scoperà con Dave. Gli spiace: Dave è bravo a scopare e a Ben il cacciatore di taglie piace molto, sotto ogni aspetto, ma non è un dramma, non è innamorato di Dave. Mentre sicuramente tra Dave e Chris è nato qualche cosa. Ben ha l’impressione che non abbiano ancora scopato, ma prima o poi ci arriveranno ed allora, in onore di Dave, che è un suo amico, e di Chris, che ne ha passate di tutti i colori, Ben ha deciso di aiutare un po’ il destino.

Ben passa nella bottega, dove Chris e Dave stanno chiacchierando. Chris sta dicendo:

- Credevo di svenire, sopra quel cadavere. Non ho certo fatto fatica a fingermi morto.

- Era l’unico modo per garantirci che quello stronzo di Mike non rimanesse a lungo nella stanza.

Poi Dave si volge a Ben:

- Grazie, Ben, per quello che hai fatto.

Ben scuote la testa: sa benissimo che Dave si è messo alla caccia di Chris per lui, perché avrebbe potuto semplicemente sparire all’orizzonte e nella merda rimaneva solo lui, Ben.

- Vi ho preparato la tinozza con l’acqua calda ed il letto. Io dormo nella bottega, questa notte.

Dave lo guarda, apre la bocca per parlare, poi la chiude. Sorride e dice:

- Grazie, Ben, sei un amico.

Ben li guarda entrare nella stanza, con una punta di invidia e tanto affetto.

 

- Che bella idea. Ho proprio bisogno di un bagno. Ed anche tu, direi!

Gli ultimi due giorni sono stati un incubo, con il cadavere ormai in putrefazione. Ma così doveva essere, perché il piano funzionasse.

Chris si spoglia. È conscio dello sguardo di Dave su di sé. Sa che questa sera non si metteranno a dormire dopo aver parlato un po’, come le altre volte. Un po’? Hanno parlato per ore, ogni sera più a lungo. Sono anche stati molto zitti, ma era come se continuassero a parlarsi.

Quello che sta per avvenire lo desiderano entrambi, ma dopo quel giorno alla cascata, quando stavano per farlo, nessuno dei due ne ha più parlato. In questi giorni sono stati occupati a conoscersi, a creare qualche cosa che va molto oltre. Quello che faranno questa sera, non è davvero quello che avrebbero fatto alla cascata.

Chris è nudo e si mette a sedere nella grossa tinozza. Anche Dave si è spogliato e sulle sue intenzioni non possono esserci dubbi: il cazzo è teso in verticale, possente arma d’offesa.

Chris sorride, mentre sente che il suo corpo risponde rapidamente a ciò che vede, e dice:

- Lavati, maiale. Puzzi come un caprone, anzi: come un cadavere.

Dave ride.

- Senti chi parla! Sto aspettando che tu ti lavi, così poi ti levi dai coglioni. Ma mi sa che quando avrai finito, quell’acqua sarà lercia da far schifo. Cerca almeno di non pisciarci dentro.

Chris sorride.

- Magari ci stai anche tu, grassone.

E avvicina le ginocchia al petto, lasciando uno spazio al fondo della vasca.

Dave si infila dentro e una volta che è seduto spinge le gambe di Chris con i piedi.

- Ehi, ehi! C’ero prima io, qui…

- Mi hai invitato tu a entrare. Non mi dire che adesso ti tiri indietro!

- Sei tu che mi spingi indietro, brutto…

Chris non finisce la frase, perché Dave gli ha preso la testa e gliel’ha infilata sotto l’acqua, il cui livello, dopo l’ingresso del cacciatore di taglie, è alquanto salito.

Dave lo molla e dice:

- Lavati anche la testa, maiale.

Chris ride e gli spruzza l’acqua in faccia.

- E tu pure.

Giocano e si spruzzano, mentre si lavano. Intorno alla tinozza si crea una pozza d’acqua. Poi Dave si volta e Chris lo aiuta a lavarsi la schiena. Cambiano posizione e Dave ricambia il favore. Ma mentre gli passa il sapone lungo la schiena, lo attira a sé e ora i loro due corpi aderiscono, nell’acqua, ed il sapone sta lubrificando un’apertura che tra poco sarà utilizzata per un uso altamente improprio.

Chris chiude gli occhi, perché ora il desiderio è troppo forte. Mormora solo:

- Dave.

Vorrebbe aggiungere altro, ma il fiato gli manca.

Dave lo solleva leggermente, tra le braccia, con delicatezza, perché Chris risveglia in lui una dolcezza non meno forte del desiderio che ora guida i suoi gesti. Poi Dave fa scivolare il corpo di Chris sul suo, in modo che s’infili sull’asta tesa ad accoglierlo.

Chris geme e ripete il suo nome. Dave gli accarezza i capelli e gli bacia il collo, mentre le sensazioni che salgono dal suo sesso lo stordiscono. Dave morde la spalla di Chris, lo chiama, gli sussurra parole oscene, per gridargli un amore che non è capace di esprimere altrimenti. Chris sorride, sprofondando sul palo che sembra volergli squarciare le viscere. La stanza sembra svanire in una nebbia, mentre il piacere sale. Chris mormora parole, ma non sa che cosa sta dicendo. Ripete il nome di Dave, dice altre cose di cui forse si vergognerebbe se ne fosse conscio, mescola parole d’amore ad incitamenti a spaccargli il culo. E le mani di Dave percorrono il suo corpo, accarezzando, stringendo, facendogli male, facendolo impazzire di piacere, le braccia quasi lo soffocano in una stretta che toglie il fiato, la bocca lo morde e lo bacia ed entrambi sussurrano e urlano, gemono e grugniscono, in un delirio di piacere e di desiderio, in cui ogni remora è spazzata via e solo il desiderio li conduce.

Chris non sa che cosa Dave gli sta dicendo, ma le sue parole penetrano dentro di lui, come il cazzo che gli scava il culo, come le dita che ora Chris morde. E le mani di Chris scivolano sul culo di Dave, lo pizzicano, lo stuzzicano.

Dave si alza nella tinozza, sollevando il corpo di Chris, impalato sulla sua arma formidabile. Lo stringe ancora di più e Chris ha la sensazione di svenire, mentre Dave continua ad emettere suoni senza senso che gridano il suo amore ed il suo desiderio.

Dave allarga le gambe, per quanto glielo permette la tinozza, e china il corpo di Chris in avanti, tenendolo per i fianchi. E poi prende a spingere, con violenza avanti e indietro, mentre Chris geme. A Chris pare di sussurrare parole che sta gridando, mentre una mano di Dave gli afferra i coglioni e l’altra gli stringe il cazzo ed il desiderio diventa piacere, piacere che scorre inarrestabile, nelle viscere di Chris e nella mano di Dave, salendo sempre più in alto, fino a sciogliersi in un appagamento totale.

 

Dave fa fatica a stare in piedi. Non si rende conto di stringere tanto forte da far male a Chris, fino a che questi non gli allontana la mano. Allora volta l’uomo che ama e lo bacia sulla bocca, fino a che il respiro gli manca. Perché non si sono mai baciati, Dave non ha mai baciato un uomo, ma ora lo desidera e gli sembra che non ci sia niente di più bello che baciare Chris.

Poi si sciolgono, si asciugano e si stendono sul letto, dove riprendono i loro giochi. Non è una notte per il sonno, questa, per nessuno dei due.

 

Né per Ben, che attraverso la parete di legno non può fare a meno di sentire tutto e si consola con la mano sinistra (è mancino).

 

2010

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
            

 

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