Risveglio A Giovanna Mi sveglio rincoglionito.
Succede sempre così, quando bevo troppo. Non è che mi ubriachi spesso, ma
quando il vino è buono, alzo un po’ il gomito, lo ammetto. Il risultato è che
il mattino dopo mi ci vuole un po’ perché il mondo si metta a fuoco. Oggi ho
pure un peso sullo stomaco. Già, perché ieri oltre a bere troppo, ho anche
mangiato parecchio. E d’altronde, al matrimonio di tua figlia, vuoi fare solo
qualche assaggino? Con quel che mi è costato il pranzo di nozze… Però mi sembra di avere un
sasso sullo stomaco. Devo avere proprio esagerato. Ho aperto gli occhi un
attimo, ma li ho subito richiusi. Troppa luce: ieri sera non mi sono
ricordato di chiudere le imposte. Ma che ora è? Sarà tardissimo. E chi cazzo
se ne frega? È domenica e ormai sono solo. Luisa s’è sposata e in casa non è
rimasto nessuno. Già la casa era grande prima, quando eravamo in due. Adesso
che lei se n'è andata, mi chiedo davvero che me ne farò di tutto questo
spazio. Riapro un attimo gli
occhi. Così va meglio. Un po’ di cerchio alla testa, ma poca roba. Ma il peso
sullo stomaco, che… Cazzo! Cazzo!! Cazzo!!! Ho davvero un peso sullo
stomaco: la testa di uno, sdraiato sul mio letto. Un uomo. Ma che mi è
successo? Eravamo tutti e due ubriachi e l’ho ospitato a dormire? E chi cazzo
è questo tizio? Sollevo un po’ la testa.
Cazzo! Lo conosco (il che dovrebbe tranquillizzarmi: almeno non ho in casa
uno sconosciuto): è Libero, il fratello dello sposo, di mio genero. Certo che
c’è da ridere. Ma come cazzo è finito nel mio letto? E ha pure preso la mia
pancia per un cuscino. Dorme tranquillo. Che buffa! Che fosse
troppo ubriaco per tornare a casa? L’ho ospitato per quello? Mi sembra che Libero
parlasse di un problema con la casa, che non gli hanno rinnovato il contratto
di affitto. Aveva trovato un altro appartamento, ma all'ultimo minuto è nato
un problema e non se n'è fatto niente. Deve traslocare tra non molto e non sa
dove andare. Ma non doveva mica traslocare ieri. Non posso certo averlo
ospitato per quello. Non è che gli ho detto che poteva stabilirsi da me e ha
deciso di provare il letto? In questo caso dovevamo essere ubriachi tutti e
due. Di letti liberi ce ne sono altri due nella casa e di certo non lo
ospiterei in camera mia. E poi, perché mai dovrei ospitarlo? No, è assurdo,
non potevo essere così ubriaco. Libero è simpatico, ma insomma... Sia quel che sia, siamo
finiti a dormire tutti e due nudi nel mio letto. Un po’ imbarazzante, ma non
ho il pigiama, non lo uso mai in estate e siamo a giugno. E anche lui direi
che è nudo, per quel che posso vedere: il lenzuolo gli copre la metà
inferiore del corpo. Questa poi! Prima o poi lo
dovrò svegliare. Se non altro perché devo pisciare. Con quello che ho bevuto ieri… Che ore sono? Volto la testa verso il
comodino. Sono le 11 e 30 e… Cazzo! Cazzo!! Cazzo!!! Che cosa c’è sul comodino?
Lo so benissimo che cosa c’è, ma vorrei sbagliarmi. È un preservativo. Cazzo!
Un preservativo usato. Cazzo!! Allora, cerchiamo di
ragionare con calma. Sono a letto con uno sconosciuto. Proprio sconosciuto
no, so chi è, è il fratello di mio genero, l’ho visto qualche volta prima del
matrimonio. Il fratello maggiore, non sposato. Dieci anni in più di Ettore,
mi pare. Quindi quasi quaranta. Simpatico, intelligente, esperto di
informatica, celibe, amante dei viaggi: questo è più o meno tutto quello che
so di lui. Non so come siamo finiti nello stesso letto. O piuttosto come lui
sia finito nel mio letto, perché di questo si tratta. Fin qui, ci possono
essere un sacco di spiegazioni. Ma il preservativo usato? Cerchiamo di ordinare le
idee. Ieri ho mangiato e bevuto in abbondanza, poi gli sposi sono partiti e… e…? E che cazzo è successo
dopo? Qualcuno mi ha detto che forse era meglio che io non guidassi, che
poteva accompagnarmi a casa con la mia auto. Era Libero? Poi è nebbia completa.
Dobbiamo essere arrivati a casa e magari l’ho invitato a dormire qui. Sì, a
dormire! E il preservativo? Cazzo! Non è possibile. Quando
avevo vent’anni qualche cosa ho fatto con altri ragazzi. Niente di
particolare. Un po’ di sperimentazione, chiamiamola così. Poi più nulla.
Qualche volta mi è anche venuta la voglia di provare di nuovo, è vero, però
non l’ho mai fatto. Sì, giro ogni tanto su qualche sito gay, d'accordo mi
faccio anche qualche sega quando guardo un filmino porno con due maschi
arrapati. Va bene, va bene, l'idea mi tenta, ma non ho mai fatto niente.
Niente? Mai niente? E il preservativo? No, non è proprio possibile, ci dev'essere un'altra spiegazione. Ma come può essere
finito qui questo fottuto preservativo? Mi sporgo per guardarlo
meglio. Non c’è dubbio. È un preservativo usato. E…
oh cazzo! Cazzo!! Cazzo!!! Ce n’è un altro per terra. Cazzo!!!! C’era qualcun altro? Mi
hanno accompagnato in due a casa, magari uno con la mia auto e l’altro
guidava la sua, per poi portare a casa Libero. Hanno scopato, l’altro se n’è
andato perché Libero era troppo assonnato e io mi sono messo a letto senza
rendermi conto di niente. È andata così. Una spiegazione perfettamente
convincente. Come quelli che, beccati con l’arma del delitto ancora in tasca,
con sopra le loro impronte digitali, dicono che l’hanno trovata per strada e
che l’hanno presa per evitare che qualche bambino si facesse male. - Cazzo! Questa volta l’ho detto ad
alta voce, senza rendermene conto, e al suono della mia voce segue un
movimento di Libero, che deve essersi svegliato. Apre gli occhi si
stiracchia, si volta verso di me, mi sorride e mi dice: - Buon mattino, Roberto! Speravo che strabuzzasse
gli occhi e dicesse qualche cosa del tipo: “Che ci faccio qui?”, ma sembra
perfettamente a suo agio. - Buon mattino, Libero. E adesso? Gli chiedo come
mai è qui e che cosa abbiamo fatto ieri sera? Faccio finta di niente, come se
fosse la cosa più naturale del mondo svegliarsi con uno sconosciuto nudo nel
letto (e due preservativi usati)? Forse è meglio far finta di niente e
chiudere con quello che è successo ieri sera. Abbiamo bevuto troppo, abbiamo
fatto cose di cui ci ricordiamo poco e ora lui se ne può andare. Avrei fatto
meglio a far sparire i preservativi prima che lui si svegliasse, ma quello a
terra non posso raggiungerlo senza spostare la sua testa. Libero si stiracchia un
po’, poi sorride e, guardandomi con la testa rovesciata all’indietro, mi
chiede: - Facciamo il bis di ieri
sera? Oh, cazzo!!!!! Non so bene che dire. Non
so che cosa abbiamo fatto, anche se ormai mi sono fatto qualche idea (lo
ammetto: non occorre essere un genio per farsi un’idea). Cerco di guadagnare
tempo. Ridacchio e dico: - Mi sa che ieri sera ero
completamente ubriaco. - Solo un po’ alticcio.
Devo dire che mi chiedevo se ce l’avresti fatta. Temevo che non ti si
drizzasse. Ma invece sei andato alla grande. Dovrei sentirmi
orgoglioso, suppongo, e forse un po’ lo sono (forse ha ragione la mia
ex-moglie quando dice che per quanto riguarda il loro cazzo, tutti gli uomini
sono teste di cazzo). Ma sono anche spiazzato. Non so bene che dire e la mia
replica non è il massimo dell’intelligenza: - Sì? Mi fa piacere. - Anche a me ha fatto
piacere, ma il culo mi fa ancora un po’ male. Libero ride. Ha una bella
risata, allegra. Dunque gliel’ho messo in
culo io. L’idea mi solleva un po’. Avrei potuto magari…
ma no, che cosa mi passa per la testa? Anche ubriaco, non mi vedo proprio… La domanda di Libero
interrompe i miei pensieri: - A te non fa male? Caaazzooooooooooo!!!!!! Bofonchio: - N…no. - Si vede che sono più
delicato. Non è possibile. È tutto
uno scherzo. Libero prosegue: - Tu eri piuttosto
irruente. Ma già in auto, mi hai messo la mano sulla patta, senza neanche
chiedere. - Io? No…
ti sbagli. Libero ride di nuovo. - Non mi sbaglio. Io ti
stavo riportando a casa, senza avere nessuna intenzione…
anche se devo dire che mi sei piaciuto un casino dalla prima volta che ti ho
visto. Non è possibile. È un
sogno, sicuramente è un sogno, da cui mi risveglierò tra poco. Libero continua,
sorridente: - E tu…
zac… mi metti una mano sulla patta. Poco ci è
mancato che non frenassi per tempo al semaforo. Non ti avrei fatto così diretto… Neanch’io mi sarei fatto così “diretto”. E
neppure indiretto. Mi chiedo se non mi sta prendendo per il culo. - Eri proprio impaziente.
Mi sei saltato addosso già nell’ingresso… - Dai, figurati…
Non farei mai una cosa del genere. - Non la faresti mai, ma
l’hai fatta… E in camera mi avresti preso senza
darmi il tempo di spogliarmi. E senza neanche il preservativo. - Dovevo essere proprio
ubriaco. - Be’, spero che adesso
che hai smaltito la sbornia, tu non abbia cambiato gusti. Ieri sera sei stato
davvero superlativo. Sarà che mi piacciono i maiali… Libero ride ancora. Vorrei
dirgli che è ora di piantarla con questa storia, ma non è una storia: ci sono
due preservativi usati. E allora? Che cazzo faccio? Intanto potrei dirgli che
ho bisogno di pisciare, così lui almeno si toglie dalla mia pancia. E una
volta che siamo alzati tutti e due, magari troviamo un altro argomento di
conversazione. - Senti, Libero, adesso
devo pisciare. Se ti alzi… - Sì, devo pisciare
anch’io. Libero mi guarda, sorride,
poi si alza e dice: - Dai, andiamo. Si dirige al cesso e io lo
seguo, confuso. Si mette davanti alla tazza e incomincia a pisciare,
sorridendomi. Io mi avvicino e, senza capire bene che cosa sto facendo (in
questo momento non capisco bene neanche dove sono e chi sono, figuriamoci rendermi
conto di quello che faccio), lo imito. Ne avevo proprio bisogno e per un
momento mi concentro solo sulla sensazione piacevole della vescica che si
svuota. Mentre il getto scende, guardo il cazzo di Libero. È corto, ma
voluminoso. Mi fa uno strano effetto. Me lo ha davvero messo... faccio fatica
a formulare il pensiero chiaramente. Me lo ha davvero messo in culo? Quando abbiamo finito,
Libero si avvicina a me, mi appoggia una mano dietro la schiena, mi avvicina
e mi bacia sulle labbra. È la prima volta che un uomo mi bacia (non so se
Libero l'ha fatto ieri sera, mi rifiuto di considerare quello che è successo
ieri sera, ieri sera è un buco nero e basta): anche da ragazzi, quelle volte
che giocavamo, andavamo subito al sodo. È un bacio leggero. Poi
Libero si stacca, mi sorride, mi abbraccia e mi bacia di nuovo. Questa volta
la sua lingua si spinge tra le mie labbra. Sono frastornato e non oppongo
resistenza. Devo ammettere che è piacevole, molto piacevole. Ed è anche
piacevole stringere il corpo di Libero tra le mie braccia, perché sì, lo sto
stringendo, gli sto pizzicando il culo, con forza. Ci baciamo a più riprese
ed è proprio bello. - Dai, andiamo a letto:
voglio vedere come sei da sobrio. Libero mi prende per mano,
come se fossi un bambino piccolo, e mi riporta in camera da letto. Lo seguo imbambolato.
Quando siamo di nuovo in camera, mi dico che non va bene, devo reagire, devo
darmi una mossa. Devo cercare di spiegargli la situazione. Ieri sera ero
ubriaco, ma adesso sono sobrio e non è proprio possibile. Libero mi abbraccia e mi
bacia di nuovo. I nostri corpi aderiscono e le sue mani si posano sul mio
culo. Stringono forte, come io ho fatto prima con lui. Dovrei dirgli che non
deve farlo, che dobbiamo tutti e due dimenticare quello che abbiamo fatto ieri
sera e separarci adesso, ma sto bene tra queste braccia, mi piace la carezza
di queste mani che ora scivolano sulle natiche, poi una ritorna e passa lungo
il solco. Un dito indugia sul buco, preme un po'. - Libero, io... Vorrei dirgli che non l'ho
mai fatto, ma non ha molto senso, visto che a quanto pare l'ho fatto con lui
ieri sera. Vorrei dirgli che non voglio più farlo, ma anche questo non ha
molto senso, perché quella testa di cazzo del mio cazzo ha alzato la testa ed
è tutto baldanzoso, mentre il mio culo non oppone resistenza a quelle dita
che stuzzicano, premendo e poi ritraendosi, finché un dito sfacciato si
infila dentro, facendomi sussultare. - Cazzo! Libero sorride e dice: - No, questo è solo il mio
medio, il cazzo lo mettiamo dopo. Lo guardo, cerco di
sorridere. Dire che sono confuso è insufficiente. Il mio cervello è avvolto
in una nebbia da Bassa Padana, ma il mio cazzo e il mio culo sembrano sapere
che cosa vogliono. Io ho paura, sì, ho davvero un po' paura, ma in fondo l'ho
fatto ieri sera, no? Libero mi spinge sul
letto, si stende su di me e ci abbracciamo e baciamo di nuovo. È bello
sentire il calore della sua pelle, il peso del suo corpo, la pressione del
suo cazzo ormai rigido contro il mio ventre. La sua lingua ha perso
ogni ritegno e si spinge nella mia bocca, poi nell'orecchio, lungo il collo.
Poi lui si sposta e mi mordicchia un capezzolo, poi l'altro, dopo incomincia
a succhiarli come se fosse un bebè che vuole il latte. E poi la sua lingua
accarezza l'ombelico e scende fino al cazzo. Lo prende in bocca. - Cazzo! Cazzo! È bellissimo sentire le
sue labbra sulla cappella, poi la lingua che scivola dalla cappella fino
all'asta, mentre le dita accarezzano i coglioni, passano dietro, una indugia
sul buco del culo, l'altra stuzzica l'area dietro ai coglioni. - Cazzo! Mi rendo conto che la mia
conversazione è poco variata, ma Libero non sembra porsi problemi, d'altronde
ha la bocca piena e non può parlare. Mi ha di nuovo preso in bocca la
cappella e ora sta succhiando avidamente. - Cazzo! Libero si stacca, sorride
e dice: - Se sei impaziente,
passiamo subito al cazzo. E dicendolo mi volta sulla
pancia. Non oppongo resistenza, perché il suo movimento è troppo rapido e le
mie idee sono troppo confuse. Volto un po' la testa per guardarlo. Ha il
cazzo duro, ora, non lungo, ma molto voluminoso. Penso che me lo metterà in
culo e mi dico che non è possibile, ma lo ha fatto ieri sera e il culo non mi
fa male. Libero si china su di me e
incomincia a percorrere il solco con la lingua, più e più volte, alternando il
movimento a piccoli morsi. Qualche volta i morsi non sono tanto piccoli e io
gemo. Libero si stacca e prende
dalla tasca interna della sua giacca due preservativi. - Mettimelo tu, dai. Me ne porge uno e io apro
la bustina. Mi chiedo che cazzo sto facendo, ma mi tiro su e gli infilo il
preservativo sulla cappella, poi lo srotolo. Lui mi bacia, mi forza a
stendermi (in realtà mi guida soltanto: non oppongo resistenza) e si stende
su di me. Mi dico ancora che non è
possibile, che non può essere. Mi tendo. Ho paura. Non voglio. Libero mi
bacia sul collo, mi morde il lobo di un orecchio, mi stringe il culo con le
dita, assesta un morso feroce alla spalla e mi rendo conto che ha forzato
l'apertura. Si è fermato sulla soglia, ma la cappella è già dentro. Fa un po'
male, ma poco. È una sensazione strana, come se avessi bisogno di andare al
cesso. Lentamente Libero avanza. Mi sembra irreale sentire il suo cazzo che si
muove dentro di me. Fa un po' male, dà un po' fastidio. Eppure non vorrei che
uscisse. Mi piace, sì, mi piace, lo devo ammettere. Libero si ferma, mi bacia
ancora sul collo e mi sussurra: - Tutto bene? - Sì. Devo ammetterlo, è
delicato. E non mi dispiace. Per niente. O forse dovrei dire che mi piace,
proprio mi piace. È la prima volta (in realtà la seconda, ma di ieri sera non
ho memoria) e mi piace. Libero incomincia a
muoversi, spingendo il cazzo fino in fondo e poi ritraendosi. È bello; doloroso, ma bello. Mi sta
fottendo e mi piace. Sì, mi piace. È bellissimo sentire questo cazzo che mi
scava dentro, mentre le sue mani accarezzano, pizzicano, stringono e le sua
labbra baciano e i suoi denti mordono e la sua bocca sussurra parole sconce. - Ti piace un bel cazzo in
culo, eh?! Ti piace, troia! Dovrei dirgli che non può
parlarmi così, ma forse è un po' tardi per questo genere di replica. E allora
mi abbandono a questa massa di sensazioni che mi assalgono e mi travolgono
completamente. Dalle labbra mi sfugge di nuovo un: - Sì! Lo ripeto tre volte,
perché il piacere mi avvolge e le spinte con cui Libero mi squassa sono
magnifiche, anche se mi fanno male. Libero ha accelerato il
ritmo e ora viene dentro di me e si affloscia. Le sue dita mi accarezzano il
collo, la sua bocca mi bacia la nuca, poi rimaniamo tutti e due immobili per
un buon momento. Mi spiace quando Libero
esce da me e mi gira sulla schiena. Si stende di nuovo su di me e ci baciamo
più volte, mi mordicchia il mento e quando io cerco di farlo smettere
mettendo le mani in mezzo, mi morde le dita. Poi si stacca, prende la
seconda bustina con il preservativo e la apre. Guarda il mio cazzo, ormai
teso, e avvicina la bocca. Lo succhia con cura, poi infila il preservativo e
lo srotola. Mi sorride, si stende di fianco a me e allarga le gambe. Guardo il suo culo. È
bello, forte. Poso le mani sulle natiche e le divarico, per vedere il buco. - Inumidisci un po'. Mi fa
ancora male da ieri sera. Già, ieri. Mi spiace non
ricordare più niente. Sputo sull'apertura e la lubrifico un po'. Poi avvicino
il cazzo e lo guardo infilarsi dentro il culo. Scivola dentro senza
incontrare resistenza. Libero sospira. - Piano. Annuisco e mi fermo. Mi
ritraggo un po'. Poi avanzo di nuovo, fino a che il mio cazzo è tutto dentro
di lui. Sensazione splendida. Gli assesto un bel morso alla nuca. Poi mi do
da fare. Spingo e mi ritiro, in una trottata che diventa sempre più rapida.
Infine il piacere deborda e mi abbandono su di lui, appagato. Lo bacio sulla
nuca. Dopo qualche minuto mi
stacco e mi stendo di fianco a lui. Mi prende la mano e la stringe. - Com'è andata? Sorrido. - Benissimo. È stato
splendido. Anche Libero sorride. - Sono proprio contento.
Era chiaro che ne avevi voglia, ma non è detto che la prima volta uno sia
così soddisfatto. Rido e dico: - Non è la prima.
L'abbiamo fatto ieri sera, no? Anche se io non mi ricordo assolutamente
nulla. Libero si mordicchia un
labbro e guarda per aria, poi volta la testa verso di me e mi dice: - Non l'abbiamo fatto ieri
sera, Roberto. Rimango un attimo
interdetto. - Ma... che cosa... mi hai
detto... i preservativi... - Ieri sera eri troppo
ubriaco per renderti conto di quello che facevi. Ti ho accompagnato in bagno
a pisciare e ti ho spogliato per metterti a letto. Guardo Libero senza dire
nulla. Non capisco. Mi rifiuto di capire. - Avevo pensato di
metterti a letto e poi andarmene a casa. Solo che a vederti nudo, mi è
tornata la voglia. Ce l'avevo da tempo la voglia... mi piaci un casino,
Roberto. E anche tu ne avevi voglia, ne ero sicuro. Libero si interrompe. - Ma... non abbiamo...
voglio dire... io e te... i preservativi... avevi male al culo... Libero sorride e scuote la
testa. - Ho aperto due
profilattici, ci ho messo dentro qualche goccia d'acqua, ho anche preso un
po' di farina in cucina, da mettere nell'acqua, tanto ero sicuro che non
andavi mica a controllare. - Cosa? Coooooosa? Cazzo! - Ti ho messo davanti al
fatto compiuto. - Libero, sei... sei... Lui non mi lascia finire,
mi tappa la bocca baciandomi e quando si stacca mi dice: - ...bellissimo, lo so. Vorrei insultarlo, ma
scoppio a ridere e lo abbraccio. Lo bacio sulla bocca, ancora ridendo. - Te la faccio pagare,
questa. Lui ha un sorriso
malizioso. - E come? - Esattamente come pensi
tu. 2015 |