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   Un sogno realizzato         Bart si accende un sigaro
  e incomincia a fumare. Dà un’occhiata al cavallo di Fred Bolgard,
  che porta in sella il cadavere del suo padrone. Quel bastardo ha già incominciato
  a puzzare, ma ormai sono quasi due giorni che è morto e sotto il sole
  dell’Arizona… merda! Almeno il sigaro copre un po’ il fetore.  Anche Bart non ha un buon
  odore e lo sa benissimo: sono due settimane che cavalca in aree desertiche,
  senza potersi lavare. Bart vorrebbe essere già
  arrivato a Redstone, per poter consegnare il cadavere del fuorilegge e farsi
  un bel bagno. Invece si è dovuto fermare, per far riposare i cavalli. Tra
  un’ora potrà riprendere il viaggio e in serata sarà in città. Chiamare
  Redstone città è un po’ troppo, forse, ma in quest’area poco popolata un
  paesone con tre saloon, un bordello e uno sceriffo può già essere considerato
  una città. Bart fuma e riflette. Da
  qualche tempo si sta ponendo domande sul suo futuro. Sta pensando di mollare,
  è stufo di fare il cacciatore di taglie, stufo di una vita avventurosa, ma
  sempre a rischio, stufo di ammazzare figli di puttana. Ha messo da parte un
  bel gruzzolo e sta accarezzando il sogno di acquistare un ranch in un’area
  più tranquilla, meno arida e meno calda, magari in California. A
  trentaquattro anni può lasciare la vita che ha sempre condotto e
  incominciarne un’altra. La voce che risuona alle
  sue spalle lo inchioda. È solo una frase, ma più che sufficiente per
  cancellare ogni sogno di vita futura. - Sei fottuto, Bart
  Kinley. Sto per ucciderti e voglio che prima di crepare tu lo sappia. Non ci sarà un’altra vita.
  La sua sta per finire. Bart potrebbe gettarsi a terra mentre estrae la
  pistola, ma il suo assassino è molto vicino e prima che Bart possa fare un
  movimento, lo ucciderà. Merda! Bart apre bocca, anche se
  sa che non servirà niente, ma prima che abbia il tempo di dire una parola, lo
  sparo risuona. Bart si stupisce di non
  provare dolore. Il tonfo alle sue spalle lo spinge a voltarsi. L’uomo che lo
  minacciava è a terra, la faccia nella polvere, in testa un foro, da cui cola
  un po’ di sangue. Un altro uomo sta
  avvicinandosi, mentre ripone la pistola. Deve avere trent’anni o poco meno.
  Ha un viso allegro e cordiale, dai tratti regolari, incorniciato dai capelli
  biondi e da una barba più scura, quasi rossiccia. Ha due occhi chiari, che
  fissano Bart, e un bel sorriso. - Stava per spararti. Bart annuisce. - Sì. Grazie per avermi
  salvato. Se non ci fossi stato tu, a quest’ora sarei un cadavere. Poi Bart guarda il morto
  steso a terra e aggiunge: - È Steve Bolgard. Voleva vendicare il fratello. Pensavo che fosse
  a cento miglia di qui. Deve avermi seguito. - Lui ha seguito te ed io
  ho seguito lui. Era un po’ che cercavo i due fratelli. - Sei anche tu un cacciatore
  di taglie? Non è una vera domanda: se
  un tizio segue due dei peggiori banditi del West, dev’essere un cacciatore di
  taglie o un aspirante suicida. Se il tizio ammazza il bandito superstite, la
  seconda ipotesi va scartata. - Sì, mi chiamo Rob
  Creston. Mentre lo dice, Rob si
  apre i pantaloni, ne estrae il cazzo e incomincia a pisciare sulla testa del
  morto. Bart è sorpreso. Non è la
  prima volta che gli succede di vedere qualcuno pisciare sul cadavere di un
  uomo che ha ammazzato, ma quelle due o tre volte che gli è capitato, era in
  un gruppo di uomini che si conoscevano tutti. Non sa bene che cosa dire, per
  cui si presenta: - Io sono Bart Kinley. - Lo so, sei famoso. Uno
  dei migliori cacciatori di taglie degli States.
  Sono contento di averti salvato la pelle. Sei sempre stato il mio modello. Questa poi! Bart è
  stupefatto. Non gli è mai passato per la testa di poter essere un modello per
  qualcuno. - Il tuo modello? - Sentivo raccontare le
  tue imprese e volevo diventare come te. - Non è una gran bella
  vita. - A me piace. Mentre pronuncia queste
  parole, Rob fa scendere le ultime gocce e si rimette il cazzo nei pantaloni.
  Guarda Bart, ghigna e dice: - Non racconterò a nessuno
  che il mio idolo si è pisciato addosso. Bart si guarda i
  pantaloni: non se n’era accorto, ma Rob ha detto la verità. Dev’essere stato
  quando ha sentito lo sparo e ha pensato che il proiettile fosse destinato a
  lui. Rob aggiunge: - È capitato anche a me
  una volta, quando la mia pistola ha fatto cilecca ed ero sicuro che il
  bandito mi avrebbe ammazzato. Per fortuna al secondo tentativo il colpo è
  partito e sono qui a raccontarlo. Bart annuisce. Pensa che
  era già sporco e puzzolente prima, ma tutto sommato non gliene importa un
  cazzo. È vivo e questa è l’unica cosa che conta. Ripete: - Grazie per avermi
  salvato. Poi aggiunge: - Non so come
  ringraziarti. Rob sorride. Ha un bel
  sorriso. - Diciamo che per
  ringraziarmi potresti offrirmi due bicchieri al saloon e una scopata al
  bordello. Che ne dici? Ti sembra troppo? Anche Bart sorride. Il suo
  non è un gran bel sorriso, ma Bart non è un bell’uomo. - Credo che la mia pelle
  valga di più. Per me almeno. Non sei esoso. - Bene. Possiamo
  riprendere il cammino? Redstone non è lontana. - Devo lasciar riposare i
  cavalli ancora un po’. Se vuoi avviarti… - No. Ti aspetto. Ho
  voglia di parlare un po’ con te. E poi voglio essere sicuro che tu non te ne
  vada senza pagare quanto mi hai promesso. Bart ride. Dove cazzo
  potrebbe andare, se non a Redstone? Raggiungere un’altra cittadina lo
  costringerebbe a trascorrere almeno un’altra notte con un morto puzzolente. Si siedono. Rob gli chiede
  come mai è diventato cacciatore di taglie. Bart spiega: - Mi piaceva l’avventura e
  non avevo voglia di lavorare nel ranch dei miei. Mi sembrava una vita troppo
  tranquilla. Rob pone domande: vuole
  sapere tutto. Bart racconta. Rob lo ascolta attento. Poi è Bart a chiedere.  - E tu, come mai hai
  deciso di diventare cacciatore di taglie? - I miei genitori
  parteciparono alla corsa all’oro in California. Mio padre sapeva sparare bene
  ed io e i miei due fratelli imparammo presto. Era necessario per
  sopravvivere, da quelle parti. Quando mio padre decise che aveva ricavato
  abbastanza, acquistò un ranch in California, più a nord, ma a me non piaceva
  l’idea di lavorare in un ranch. Così decisi di diventare cacciatore di
  taglie. Bart sorride. Gli sembra
  di ritrovare in Rob un se stesso più giovane. Chiacchierano a lungo e
  quando infine Bart ritiene di aver lasciato riposare i cavalli abbastanza a
  lungo, risalgono in sella e partono. Lo sceriffo è ben felice
  di vedere arrivare i fratelli Bolgard stecchiti:
  due figli di puttana in meno. Dopo aver consegnato i corpi al becchino, che
  si affretta a chiudere nella bara il cadavere più stagionato, Bart e Rob si
  dirigono al saloon.  Rob chiede una camera per
  due. Bart non dice niente. Viaggia sempre da solo e di solito preferisce non
  dividere la camera con nessuno, ma gli è capitato più volte di doverlo fare,
  perché non c’erano alternative. Non gli spiace dividere la camera con Rob:
  anche se si sono incontrati soltanto poche ora fa, gli sembra di conoscerlo
  bene.   Ordinano un bagno e la
  vasca viene preparata in uno stanzino destinato a quell’uso. - Incomincia tu, Bart. - Sei sicuro? Posso
  aspettare. - Puzzi più di me.  Bart ride e si dirige allo
  stanzino, dove il ragazzo ha portato i secchi di acqua calda e fredda e ha
  riempito la tinozza. Rob segue Bart, che si
  stupisce un po’: pensava che Rob rimanesse in camera ad aspettare che lui
  avesse finito. Non gli sembra il caso di dire nulla, per cui tace.  Bart si spoglia
  completamente. Rob lo guarda. Quando Bart si cala i mutandoni, a Rob sfugge
  un “Cazzo!” e Bart sorride: sa di essere piuttosto dotato e nell’esclamazione
  di Rob legge un apprezzamento che non gli dispiace. Bart si lava con cura. Gli
  piace lavarsi, anche se non gli capita di farlo così spesso come vorrebbe.  - Al ranch dove vivono i
  miei c’è molta acqua. Dalla primavera all’autunno ci bagnavamo quasi ogni
  giorno. In Arizona mi sembra di puzzare sempre come un caprone. - Già, qui di acqua non ce
  n’è mai molta. Ma quando trovo una pozza, mi faccio anch’io volentieri un
  bagno. Quando Bart ha finito, si
  alza e dice: - Ora a te. Rob si spoglia in fretta,
  continuando a chiacchierare: non sembra pensare che Bart possa voler tornare
  in camera. Bart lo osserva. Rob è un bell’uomo, con un corpo muscoloso e
  snello, ben proporzionato, e un gran bel culo. A Bart i culi come quello di
  Rob piacciono parecchio, ma non dice nulla, Si limita ad asciugarsi,
  nascondendo la mezza erezione. Poi mangiano un boccone
  nel saloon. Rob beve due bicchieri di whisky, non di più. Bart si accontenta
  di uno. Quando hanno bevuto, Rob dice: - Allora, andiamo a
  puttane? - Certo. Così saldo il mio
  debito. Il bordello di Madame
  Joséphine è il migliore della città. È anche il peggiore: non ce n’è un
  altro. Rob dice alla tenutaria: - Ne vogliamo una in due.
  E vogliamo starci almeno un’ora. Madame Joséphine non è
  sorpresa: ogni tanto succede che due uomini vogliano divertirsi con la stessa
  puttana. Sa benissimo che ad alcuni uomini piace guardare un altro uomo che
  scopa o essere guardati mentre scopano.  Bart invece è alquanto
  stupito e guarda Rob: non si aspettava la sua richiesta. Si dice che ‘sto
  tizio è davvero strano, ma l’idea di scopare davanti a lui e di vederlo
  scopare non gli spiace. Rob è belloccio e a Bart i maschi piacciono. Madame Joséphine propone
  due donne. Bart lascia che sia Rob a scegliere. Rob opta per Anne, una
  brunetta molto carina. Bart paga ed entrano nella
  stanza.  Ora però Bart è un po’ in
  imbarazzo. Non gli è mai capitato di scopare in due una donna (o un uomo). Rob si spoglia e si dà da
  fare. Joséphine sembra apprezzare l’energia del suo cliente, anche se non si
  può mai sapere quanto sia sincero l’entusiasmo di una donna che viene pagata. A Bart viene duro in
  fretta: la scena è quanto mai stuzzicante e sono almeno quattro settimane che
  non scopa. Quando infine Rob conclude
  e si ritira, Bart è perfettamente pronto. Anne guarda Bart, sembra
  quasi spaventata. - Vacci piano. - Sta’ tranquilla, non
  sono una bestia. Interviene Rob - Non sei una bestia, no,
  ma hai un cazzo da cavallo. Bart ride. Non gli spiace
  sentirsi dire che è alquanto dotato. Si muove con la dovuta
  cautela e Anne sembra apprezzare alquanto. Quando i due clienti stanno
  uscendo, dice: - Venite ancora a
  trovarmi.  Tornano al saloon molto
  tardi. Si spogliano e si stendono. Sprofondano tutti e due nel sonno in
  fretta. Il mattino dopo Bart si
  sveglia. Rob è seduto sull’unica sedia della camera, nudo, e lo guarda.
  Sorride e dice: - Allora, ti va bene se
  cacciamo insieme? Bart non si aspettava la
  proposta e il modo in cui è stata fatta lo sorprende: il giorno prima non c’è
  stato nessun accenno al mettersi insieme per cacciare i banditi. Rob è
  davvero un tipo strano. Bart lo guarda, nudo e sorridente
  sulla sedia. Sorride anche lui. - Perché no? * Bart si accende un sigaro
  e incomincia a fumare. Quel fottuto figlio di puttana di Bill Grimes non è lontano. Domani in giornata lo
  raggiungeranno: il cavallo del bandito non può reggere ancora a lungo. Rob è seduto a terra. Bart
  lo guarda. Sono passati tre mesi da quando si sono incontrati e hanno
  iniziato a cacciare insieme. Bart ha accantonato i suoi progetti di comprarsi
  un ranch in California e cambiare vita: per Rob l’esistenza che conducono è
  ancora un sogno che si realizza, un’avventura continua. Bart ha deciso che
  preferisce rischiare con Rob piuttosto che vivere da solo. Rinuncia al suo
  sogno, ma stare con Rob è più importante. Ogni tanto Bart si chiede
  che cosa prova per Rob. Sono amici, certo, ma Bart prova anche una forte
  attrazione fisica. Non ha mai detto niente, ma ogni volta che vanno a
  puttane, ne prendono una insieme. Non sono andati spesso al bordello, non ne
  hanno avuto molte occasioni. Vedere Rob scopare gli piace, parecchio. - Domani lo fottiamo. E
  finalmente torniamo in città. Ho voglia di scopare. - Ci vorranno almeno due
  giorni per tornare in città. Dovrai tenerti la voglia di scopare per un po’. - Merda! Il giorno dopo seguono le
  tracce, muovendosi con cautela. Bill Grimes sa di
  essere inseguito e sicuramente intende vendere cara la sua pelle, che in
  effetti ha un certo valore: la taglia sulla sua testa è consistente. Quando le tracce conducono
  a una gola o a un passaggio tra due colline, uno di loro due sale fino a un
  punto in cui può controllare che Bill Grimes non si
  sia appostato per fare il cacciatore invece della preda. In effetti è proprio così:
  Bart lo scorge seminascosto dietro a un masso su una parete rocciosa. Smonta
  da cavallo. Grimes non l’ha visto, la sua
  attenzione si concentra sulla gola di cui controlla l’ingresso. Bart sale sulla parete
  opposta, meno scoscesa, badando a non farsi scorgere. S’infila tra alcuni
  massi e quando riemerge può scorgere Bill Grimes
  che adesso si sporge per vedere se qualcuno arriva, in bilico sull’abisso. Bart ha un’ottima mira,
  qualità senza la quale un cacciatore di taglie non ha molte possibilità di
  sopravvivere a lungo. Spara un unico colpo. Bill Grimes
  si avvita su se stesso e cade nella gola: un salto di una ventina di metri.
  Rob, che controlla la gola nascosto tra gli alberi, lo vede cadere e lancia
  un grido di gioia. Quando Bart scende, Rob è
  vicino al cadavere. - Dobbiamo trovare il suo
  cavallo. Non può essere lontano, Il cavallo è necessario
  per trasportare il cadavere. Non ci mettono molto a scoprire dove Grimes l’ha nascosto. Bart guarda il sole. - Non manca molto al
  tramonto. Inutile mettersi per strada ora. Oltre la gola c’è una pozza
  d’acqua. Che ne diresti di farci un bagno e fermarci lì per la notte? - Mi sembra una bella
  idea. La pozza è uno specchio
  d’acqua di un azzurro intenso, addossato a una parete verticale di roccia. Si spogliano e
  s’immergono. L’acqua è fresca e dopo la calura della giornata, rimanere a
  mollo è bellissimo. Sguazzano a lungo, finché il sole quasi tramonta. Quando
  escono Rob dice:  - Ho voglia di scopare. Di
  puttane non ce ne sono a meno di cinquanta miglia. Ci facciamo una sega? Bart lo guarda, senza
  parole. Che Rob non abbia il senso del pudore, Bart ha già avuto modo di
  capirlo, ma Rob ha il potere di sorprenderlo, anche se sono tre mesi che
  vivono gomito a gomito.  Rob sorride, si siede
  appoggiando la schiena contro una roccia e incomincia ad accarezzarsi il
  cazzo. Con un cenno della testa indica a Bart una roccia davanti a lui. Bart si siede, scuote la
  testa, ancora incredulo, non saprebbe dire se per la proposta di Rob o per
  averla di fatto accettata. Rob procede piano, senza
  fretta, e Bart prende lo stesso ritmo. E’ piacevole farsi una sega così, come
  se fossero due ragazzi, ridendo e facendo battute.   * Bart si accende un sigaro
  e incomincia a fumare. Sono sei mesi che caccia
  con Rob. Hanno fatto fuori sette fuorilegge e incassato altrettante taglie.
  Bart non ha mai tenuto un ritmo così serrato. Era abituato a fermarsi per un
  po’ dopo aver incassato una taglia: il riposo non fa male. Ma Rob vuole ripartire
  subito e Bart si adegua. Sta bene con Rob, gli
  piace parlare con lui, scherzare, ridere, confidarsi. Gli piace anche scopare
  una puttana o farsi una sega insieme a Rob. Il pensiero ha un effetto
  prevedibile: Bart ha il cazzo duro. Si dà del coglione e cerca di pensare ad
  altro, ad esempio alla caccia in cui sono impegnati.  Sono sulle tracce di Louis
  Gavin, uno dei peggiori figli di puttana della regione. Non che gli altri che
  Bart e Rob hanno eliminato fossero migliori: ognuno di loro aveva almeno un
  omicidio sul groppone, più spesso due o tre. Louis Gavin ha ucciso quattro
  uomini e sette ragazzi, dopo averli violentati: gli piace fottere un maschio
  e dopo averlo stuprato, lo uccide. La taglia sulla sua testa è andata
  aumentando e adesso è una bella somma. Rob si avvicina. - Riprendiamo? Bart lo guarda. La battuta
  gli viene alle labbra e la formula, senza pensarci: - Sei così impaziente di
  scoprire cosa si prova a prenderselo in culo? Rob ride. - Stronzo! Guarda che
  potrebbe inculare te. - Preferisce i ragazzi. Io
  sono troppo vecchio. - Il fabbro che ha ucciso
  a Breenville aveva cinquant’anni. E Gavin ha
  stuprato anche lui, - Secondo me preferirebbe
  te. - Se ha buon gusto, di
  sicuro. Ridono tutti e due. Louis Gavin sa benissimo
  di avere alle calcagna due che vogliono fargli la pelle, Quel figlio di
  puttana di Bartholomew Kinley è considerato il
  miglior cacciatore di taglie della regione e adesso s’è messo con
  quell’altro, quel Robert Creston. Merda. A Louis piacerebbe fotterli tutti e
  due, fottergli la vita e il culo e magari anche la bocca, ma ritiene più
  prudente tenersi alla larga da quei due figli di puttana, Il problema è che i due
  figli di puttana non si tengono alla larga da lui, per niente: si avvicinano
  sempre di più, fino a che, sui monti del Falco, vicino alle cascatelle che
  forma il torrente, avviene l’incontro. Bart e Rob non sono tipi da perdersi
  in lunghe chiacchiere e giri di parole: dicono direttamente quello che hanno
  da dire. Anche Louis cerca di dire qualche cosa, ma Rob e Bart lo dicono
  meglio e più in fretta, per cui Louis si ritrova due pallottole in petto. E’ ancora vivo quando i
  due amici lo raggiungono.  - Bastardi… schifosi
  bastardi.. Spero che crepiate presto… fottuti bastardi… Merda! Bart e Rob non si
  scompongono. Bart punta la pistola alla testa di Louis: sicuramente il
  fuorilegge non arriverebbe vivo alla città più vicina ed è inutile lasciarlo
  contorcersi. Rob interviene: - Aspetta. Bart abbassa il braccio
  con la pistola e guarda l’amico, aspettando una spiegazione. - Adesso gli facciamo
  sentire quello che si prova a essere stuprati. Che ne dici, Bart? Rob si china su Louis, gli
  slaccia la cintura e gli abbassa i pantaloni. Louis lo guarda, allibito, poi
  grida: - No, bastardi! No!
  Fottuti bastardi! Louis non ha la forza per
  opporsi e si ritrova senza pantaloni e senza mutande. Rob lo volta sulla
  pancia con un calcio. - Bastardi! Fottuti
  bastardi. Rob ride e risponde: - Sai che cosa mi piace di
  te, Gavin? Hai una conversazione molto variata. Rob si spoglia in fretta.
  Bart non ha detto nulla, gli sembra che non riuscirebbe a parlare. Non si
  aspettava la proposta di Rob, che ha il potere di sorprenderlo sempre. Rob si stende su Louis,
  gli divarica le natiche con le mani e lo incula con una spinta decisa. Bart
  lo guarda. Gli viene duro in fretta. Quando Rob viene, Bart
  prende il suo posto, senza pensarci. Non sa bene che cosa sta facendo. Si
  dice che è fuori di testa, del tutto fuori di testa. A un certo punto, mentre
  fotte Gavin pensa al culo di Rob. Quando Bart ha finito, Rob
  spara un colpo in testa a Gavin.  * Bart si accende un sigaro
  e incomincia a fumare. - Devo andare, Rob.
  Sospendiamo la caccia. Sono tre settimane che
  stanno dietro a Matt Broadchess, detto il Puma, un bandito che ha già ucciso
  tre cacciatori di taglie e due sceriffi, oltre a un numero imprecisato di
  altri uomini. Ma Richard Boswell, un vecchio amico
  di Bart, lo ha raggiunto e gli ha chiesto di aiutarlo: è stato minacciato dai
  suoi vicini, che vogliono impadronirsi del suo ranch. L’amico è sicuro che la
  fama di Bart sarà sufficiente a tenere a bada i suoi vicini. Rob annuisce. Chiede: - Hai bisogno che venga
  con te? - No, me la cavo benissimo
  da solo. Non sono assassini, da quel che ho capito. Sono dei prepotenti che
  pensano di potersi prendere quello che vogliono. - Allora continuo nella
  caccia al Puma. Siamo sulle sue tracce. Non voglio perderlo. Bart ha l’impressione che
  gli abbiano dato un pugno nello stomaco. L’idea che Rob possa affrontare il
  Puma da solo gli toglie il fiato. Non vuole che Rob rischi la pelle da solo.,
  Se dovesse morire,,, il Puma ha già ucciso tre cacciatori di taglie… - Rob, aspetta che
  ritorni. Riprendiamo la caccia insieme. Non ci sfuggirà. - E’ quasi un mese che gli
  stiamo dietro. Abbiamo fatto una fatica bestiale a non perdere le sue tracce.
  No, non ci rinuncio. Tu vai in California. Bart scuote la testa.
  Rinuncerebbe ad aiutare Richard, ma ha con lui un vecchio debito e non vuole
  sottrarsi quando l’amico gli chiede per la prima volta un aiuto. - Rob, ti prego… Rob scuote la testa. - Non ti preoccupare per
  me, Bart. Me la cavo. Mettiamoci d’accordo su come possiamo ritrovarci. * Bart si accende un sigaro
  e incomincia a fumare. E’ passato quasi un mese
  da quando lui e Rob si sono separati. Bart si siede all’ombra di un albero,
  in cima alla collina. Fa il solido caldo fottuto dell’Arizona a fine agosto,
  anche se i nuvoloni neri a occidente fanno sperare nel refrigerio di un po’
  di pioggia. Dalla sua posizione Bart può vedere un ampio tratto della pianura
  ai suoi piedi. Rob non dovrebbe tardare. Bart sperava di trovarlo già al
  luogo del loro appuntamento, ma l’amico non è ancora arrivato. Ha voglia di ritrovarlo,
  Rob non è solo il suo compagno di avventure: è un amico, un fratello.  Fortunatamente Rob è
  riuscito a uccidere il Puma e ha intascato la taglia. Bart è stato molto
  sollevato quando ha sentito la notizia. Quando è rientrato in Arizona, si è
  recato subito a Riverside, dove avevano stabilito di lasciare notizie di sé
  dal proprietario di un saloon, loro amico. Rob era già passato e aveva
  lasciato detto quando e dove si sarebbero potuti ritrovare. Il posto fissato
  è lontano dai centri abitati e Bart non ha capito perché Rob non l’ha
  aspettato in città, visto che ormai aveva ucciso il Puma.  Ora, seduto sotto
  l’albero, Bart fuma il suo sigaro, impaziente. Se Rob non arriva, non
  potranno raggiungere Goldriver prima di notte e
  dovranno dormire all’aperto. L’hanno fatto infinite volte, di per sé non è
  certo un problema, ma se si scatena il diluvio che quei nuvoloni sembrano
  promettere, dovranno trovare dove ripararsi.  Non è solo quello a
  renderlo impaziente. No, non è certamente quello. Bart ha voglia di ritrovare
  Rob. Il mese che hanno trascorso separati è stato lunghissimo, Bart non ne
  poteva più. Non è mai stato legato a nessuno come è legato a Rob. Ha voglia
  di rivedere Rob, di abbracciarlo, ma quel lazzarone non arriva. Perché cazzo
  tarda tanto? Sono quasi due anni che
  cacciano insieme e non si erano mai separati prima della richiesta di
  Richard. Infine Bart vede una
  nuvola di polvere lungo la pista. Qualcuno arriva: dev’essere Rob. In effetti
  si tratta proprio dell’amico. Bart è felice. Rob dirige il suo cavallo
  lungo il pendio della collinetta, fino a raggiungere la cima. Smonta e
  abbraccia Bart. È bellissimo stare l’uno nelle braccia dell’altro e ci
  mettono un buon momento prima di staccarsi. - Felice di vederti,
  vecchio orso. - Ed io sono felice di
  vedere te. Temevo che il Puma ti azzannasse, quando ti sei messo sulle sue
  tracce da solo. Bart ha l’impressione che
  sul viso di Rob sia passata un’ombra. Non chiede: non vuole forzare l’amico e
  sa che comunque Rob gli racconterà tutto. Prosegue: - Meglio che saliamo a
  cavallo e andiamo. Dubito che arriveremo a Goldriver
  prima del temporale e di sicuro non prima di notte. - Sì, andiamo. Il mio
  cavallo è stanco, non voglio forzarlo, ma possiamo cercare di arrivare alla
  valle del Coyote. Lì ci sono ripari. - Perfetto. Salgono a cavallo e
  raggiungono la pista. Procedono affiancati.  - Com’è andata, Bart, con
  il tuo amico e i suoi vicini? - Problema risolto. Non è
  stato difficile. - La tua fama li ha
  spaventati? - Credo di sì. Gli ho
  parlato chiaramente e credo che se ne staranno tranquilli, almeno fino a che
  non gli arriva la notizia della mia morte. Bart ride. Rob risponde: - Spero che crepino prima
  loro. Poi aggiunge: - Sai essere convincente. Nuovamente Bart ride e
  appoggia la sinistra su una delle due pistole. - Ho buoni argomenti. Ridono entrambi, poi Bart
  chiede: - E tu? Sei riuscito a
  eliminare uno dei peggiori bastardi del West, fantastico! Rob annuisce, ma sul suo
  viso c’è di nuovo una contrazione. - Sì. Ce l’ho fatta. Bart ha colto l’esitazione
  di Rob. - Se non hai voglia di
  raccontarmi, non importa. - Se non ho voglia? Cazzo,
  Bart, sei l’unico al mondo a cui posso raccontarlo e non vedevo l’ora di
  parlartene. Anche se non è facile. - A me puoi dire tutto, lo
  sai. - Sì. C’è un momento di
  silenzio, poi Rob incomincia a raccontare. - Ci eravamo lasciati da
  una settimana. Io seguivo le tracce del Puma, ma non era facile ed ero
  convinto che lui mi avesse distanziato. Un giorno, verso sera, faceva un
  caldo infernale, ho deciso di farmi un bagno. C’è una pozza d’acqua nella
  gola di Weddock. Arrivo lì, mi spoglio e mi getto
  in acqua. Era una meraviglia. Bart tace. Sa ascoltare e
  non è il momento di fare commenti.  - A un certo punto però
  vedo sulla riva Matt Broadchess che mi punta la pistola addosso. - Merda! A Bart vengono i sudori
  freddi al pensiero di ciò che sarebbe potuto accadere, anche se Rob è davanti
  a lui, sano e salvo. Rob esita, poi prosegue: - Mi sono detto che era
  finita. Mi sono dato del coglione per essermi immerso senza pensare…. Ma che
  cosa avrei potuto pensare? Broadchess doveva essere a miglia di distanza. Bart ascolta, in silenzio. - Lui mi intima di uscire
  dall’acqua e io obbedisco. Mi chiedo se saltargli addosso, ma significava
  solo crepare un po’ prima. Non avevo fretta. Lui mi fa stendere a terra,
  pancia in giù. Si mette a cavalcioni su di me e mi lega le mani dietro la
  schiena. Non capivo che cosa volesse fare. Me lo fa capire lui. Mi dice: “Non
  so chi tu sia e non me ne fotte un cazzo di saperlo, ma hai un bel culo e io
  ho voglia di fottere.” Bart mormora: - Merda! - Se me lo avesse detto
  prima, gli sarei saltato addosso: preferivo che mi ammazzasse. Poteva
  fottermi da morto. Ma ormai avevo le mani legate dietro la schiena. Che cazzo
  potevo fare? Bart annuisce. Rob
  prosegue: - Lui si spoglia. Ha un
  grosso cazzo, non grosso come il tuo, Bart, ma grosso. Mi dico che mi farà un
  male bestiale, ma non posso farci niente. Lui sparge un po’ di saliva… be’,
  non devo raccontarti tutti i dettagli. Me lo mette in culo e incomincia a
  fottermi.  - Merda! - Sì, merda, ma… mi ha
  fatto male, parecchio, ma poi… sentirlo dentro di me… Bart, non so che cosa
  penserai di me… - Che cosa vuoi dirmi,
  Rob? - Che a un certo punto
  quel cazzo che mi riempiva il culo… Merda, Bart!  Bart sorride, un sorriso
  affettuoso. - Se mi stai dicendo che
  ti è piaciuto, posso solo dirti che sono contento che non sia stato troppo
  brutto. Rob sorride. - Sì, Bart, è vero, mi è
  piaciuto, nonostante il male, e quando quel bastardo mi è venuto in culo, ce
  l’avevo duro.  - Meglio così. - Lo stronzo si alza e si va
  a lavare. Era convinto che non potessi fare niente, con le mani legate dietro
  la schiena. È stato un coglione. Anche con le mani legate dietro la schiena
  non è stato difficile prendere la sua pistola, che aveva lasciato lì vicino,
  e sparargli tre colpi. Avresti dovuto vedere la sua faccia! - Immagino. - Liberarmi le mani è
  stato più complicato. Ho preso il mio coltello, ho infilato il manico tra le
  rocce e sono riuscito a tagliare le corde. Poi mi sono avvicinato a
  Broadchess, che agonizzava. Gli ho pisciato in faccia e poi… Rob ghigna, imitato da
  Bart, che gli chiede: - E poi? L’hai fottuto? - Sì, ma non con il cazzo.
  Con la pistola. Gliel’ho infilata in culo e ho sparato tre colpi. Così gli ho
  reso il favore. - Cazzo! - Questo è tutto, Bart.  Bart annuisce. - Mi spiace per questa
  brutta esperienza. Meno male che sei riuscito a ucciderlo prima che lui
  uccidesse te. E meno male che non è stato così terribile. - No, non lo è stato. Bart guarda il cielo. - Temo che invece noi
  stiamo per prenderci una bella lavata. Non che non ne abbia bisogno: sono tre
  giorni che cavalco e non ho certo un buon odore… Rob ride. - Verissimo. Ma posso dire
  lo stesso di me. La pioggia incomincia a
  scendere. Prima è una pioggerella leggera, poco più che umidità nell’aria, ma
  mi trasforma in fretta in un vero diluvio. - Merda! Ci vuole quasi
  un’ora per arrivare alle grotte di Lewston. - Ci sono altre
  possibilità? - No. - Va bene, ci laveremo. Quando infine raggiungono
  la valla di Lewston sono fradici. Conoscono la zona, dove ci sono parecchie
  grotte, usate per ripararsi da chi attraversa quest’area poco popolata. Bart
  si dirige a una che ha usato più volte, dove possono trovare riparo anche i
  cavalli.  - Di solito c’è anche
  della legna. Se riusciamo ad accendere un fuoco, abbiamo qualche possibilità
  di non beccarci una polmonite. - Sarebbe una buona cosa. Raggiungono la grotta.
  Smontano ed entrano, guardinghi: le grotte sono usate per ripararsi da tante
  persone e la possibilità di fare qualche brutto incontro è sempre presente.  Non c’è nessuno, ma, come
  Bart sperava, c’è della legna. Bart accende il fuoco, mentre Rob si occupa
  dei cavalli. - Spogliamoci, Rob, e
  mettiamo ad asciugare i vestiti. Bart si spoglia in fretta.
  Rob guarda il corpo massiccio e peloso che emerge dagli abiti, le braccia
  robuste, le spalle larghe, il ventre sporgente, il grosso cazzo. Si ferma,
  confuso. Ha la gola secca. Deglutisce. Bart lo vede immobile e
  gli dice: - Muoviti, Rob, se ti
  tieni quegli abiti addosso, rischi davvero una polmonite. Rob annuisce e finisce di
  spogliarsi. Come sempre quando lo vede nudo, Bart ne ammira il corpo, snello
  ed elegante. Osserva la peluria sul petto e sul ventre, meno fitta della
  foresta che Bart si porta addosso. Sorride e dice: - Quando ti vedo così,
  capisco perché Broadchess ha deciso di fotterti. Rob lo guarda. È
  chiaramente confuso. Bart se ne rende conto. - Che cosa succede, Rob? Rob scuote la testa. Poi
  sorride e dice: - Cazzo, Bart!  Bart lo guarda,
  un’espressione interrogativa in viso. - Hai un cazzo da cavallo. Bart ride all’affermazione
  di Rob, che per lui è un complimento e comunque solletica il suo amor
  proprio. - Come se tu non l’avessi
  mai visto, Rob! Mi hai visto nudo infinite volte. Me l’hai anche visto duro,
  quando abbiamo scopato con qualche puttana o quella volta che abbiamo
  inculato Gavin. O quando ci facciamo una sega. Rob annuisce. - Sì, Dan. Ma… prima non
  me l’ero mai preso in culo. Bart lo guarda,
  sconcertato, poi sorride, un sorriso malizioso. - Prima non pensavi che un
  giorno questo bel cazzo… Mentre parla, Bart se lo
  accarezza un po’. - …potesse entrarti in
  culo? Rob s’irrigidisce.  - L’unico che me l’ha
  messo in culo è crepato, Bart. Con la canna di una pistola in culo. Bart aggrotta la fronte. - Non volevo offenderti,
  Rob. Ho frainteso le tue parole. Rob china la testa. - No, non hai frainteso,
  Bart. Ma… Bart si siede vicino al
  fuoco e sorride a Rob. Lo guarda un buon momento, poi dice, con una voce in
  cui non c’è più traccia di malizia. - Rob, sei l’uomo a cui
  tengo di più al mondo. Per me sei un fratello. Quando hai deciso di
  affrontare il Puma da solo, visto che io dovevo rinunciare all’inseguimento,
  mi sono sentito morire. Ho vissuto malissimo fino a che ho saputo che l’avevi
  ucciso. Sei un bel maschio, non avevo mai pensato alla possibilità di scopare
  con te, ma quando ne hai parlato… ma non è questo il problema. Non voglio
  dire o fare nulla che possa infastidirti, per cui lasciamo perdere
  l’argomento. Rob lo guarda, poi fissa
  il grosso cazzo di Bart, che è mezzo duro. Ghigna e dice: - Non sono sicuro che il
  tuo cazzo voglia lasciar perdere l’argomento. Bart sorride. - Il mio cazzo è una testa
  di cazzo e fa quello che vuole. Io non prendo ordini da lui. Ma… Bart ghigna e fa un cenno
  con il capo al cazzo di Rob, che sta tendendosi, poi conclude:  - Mi sembra che anche il
  tuo non sia tanto tranquillo. Il sorriso di Rob
  svanisce. C’è un momento di silenzio. Bart vorrebbe parlare, ma confusamente
  avverte che non è il momento, che Rob deve fare i conti con se stesso. Rob guarda fuori, la pioggia
  che scende torrenziale, poi volta la testa verso Bart e dice, serio: - Ti piace il mio culo? Ti
  piacerebbe fottermi? Bart risponde, altrettanto
  serio. - Sì, mi piace molto.
  Credo che sarebbe la migliore scopata della mia vita. Il tono di Rob è di sfida: - Anche se ti costasse sei
  proiettili in culo? - È un prezzo alto, ma
  credo che sarei disposto a pagarlo, sì, credo che varrebbe la pena di morire.
  C’è invece un altro prezzo che non vorrei pagare. - E sarebbe? - La tua amicizia, Rob.
  Non potrei fare nulla che ti allontanasse da me. Rob lo guarda, in
  silenzio. Poi chiude gli occhi. Li riapre e dice: - Vale lo stesso per me,
  Bart. Non posso offrirmi a te, pensando che poi mi disprezzerai. - Disprezzarti, Rob? Mai!
  Disprezzarti perché mi regali il paradiso? Che cazzata! - Come fai a sapere che è
  il paradiso? Bart china la testa, poi
  la rialza e fissa Rob negli occhi. - Perché credo di averlo
  sempre desiderato. Rob non abbassa lo
  sguardo. - Anch’io. * Bart si accende un sigaro e
  incomincia a fumare. Guarda il ranch nella vallata, immerso nella luce del
  tramonto. È esattamente come lo ha sempre desiderato: non troppo grande, in
  un posto dove l’acqua non manca, la vegetazione è abbondante, il caldo estivo
  non è soffocante e l’inverno porta un manto di neve. Un piccolo paradiso che
  due uomini possono gestire da soli. C’è un unico elemento che
  è diverso dai sogni che aveva due anni fa: l’uomo che sta lavandosi
  all’abbeveratoio, al termine di una giornata di lavoro. Ma quell’uomo è il
  più bel sogno che Bart abbia mai fatto.  .  2025  |