Maschio alfa

 

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Mi stiracchio nel letto e infine mi decido ad alzarmi. Sono quasi le undici, ma ieri sera ho fatto tardi alla serata del Madnight.

Ho appena finito di pisciare quando il cellulare squilla. Guardo il display. Norman. Pigio il tasto.

- Ciao Norman, vecchia troia, come va?

- Bene, fottuto maiale.

Questo scambio di gentilezze è normale tra di noi: ci diverte prenderci per il culo a vicenda, qualche volta anche andando sul pesante.

Norman prosegue:

- Hai visto il video di Willbear su PornStyle?

Willbear è un altro attore porno, uno che va per la maggiore.

- E perché cazzo dovrei guardare i video di Willbear?

- In primo luogo perché così impari qualche cosa.

- Stronzo.

- E in secondo luogo perché ti ha citato, due volte.

- Mi ha citato? E che cazzo dice?

- Guardatelo. O ti scoccia che la sua intervista risulti più cliccata delle tue? Puoi sempre cliccare su Non mi piace.

Norman ride.

- Se me lo dici tu, mi risparmio la fatica e

Norman non mi lascia finire.

- Non ti dico un bel nulla, fottuto maiale. Guardatelo tu. Un bacione.

- Fanculo.

- Se vieni tu, volentieri.

Ridiamo e ci salutiamo.

Adesso però Norman mi ha messo la pulce nell’orecchio e devo proprio vedere che cazzo dice Willbear su di me. Non mi risulta che abbia mai sparlato dei colleghi e mi scoccerebbe se avesse deciso di incominciare proprio da me. Abbiamo girato insieme un solo film, per cui non è che lo conosca molto, ma sembra uno simpatico. Non se la tira, anche se ha un grande successo. Sono un po’ invidioso di lui, lo ammetto, ma me la cavo bene anch’io, per cui non mi preoccupo.

 

Su Pornstyle trovo subito il video con l’intervista che Willbear ha rilasciato ieri sera: è uno dei più cliccati. E va bene, questa volta mi tocca favorire la concorrenza. Clicco e incomincio a sentire. Niente di particolare. L’intervistatore (un bel maschietto che sembra avere un culo fantastico – purtroppo è vestito, per cui non posso dirlo con sicurezza) pone a Willbear domande sulla sua carriera. Lui è molto spigliato nel rispondere, ma, come prevedevo, non se la tira. Di me non si parla, ma l’intervista è lunga.

Infine arriva la domanda:

- Tra i tanti attori con cui hai girato scene hard, ce n’è uno che ti piace davvero?

- Direi che mi sono piaciuti tutti e di solito anche parecchio. Ma se intendi uno che considero davvero extra, uno con cui scoperei a tutte le ore del giorno e della notte, allora senz’altro Seth Bullstone.

Seth Bullstone sono io (Seth è davvero il mio nome, il cognome è un altro, ma come nome d’arte il mio primo agente ha scelto Bullstone perché le parole “toro” e “pietra” sono evocative – non devo spiegare di che cosa, vero?). Rimango senza fiato. Fermo l’intervista e ritorno indietro. Mi risento questo pezzo. Cazzo! Non me l’aspettavo. Davvero gentile, Willbear.

Riascolto il pezzo una terza volta, poi mi viene in mente che Norman mi ha detto che Willbear mi ha citato due volte. Lascio che l’intervista vada avanti.

Siamo quasi alla fine e incomincio a pensare che Norman si sia sbagliato, quando arriva l’ultima domanda:

- Raccontaci ancora una cosa: hai un sogno nel cassetto, che vorresti realizzare?

- Metterlo in culo a Seth Bullstone. Mi piace un casino.

Commento, ad alta voce:

- Stronzo!

Non sono davvero incazzato. Non so neanch’io perché l’ho detto. Non me lo faccio mettere in culo, in nessun film, né quando lavoro come escort. Seth Bullstone è un maschio alfa, come è scritto nel mio sito. Nella realtà Seth Lancey se l’è preso in culo alcune volte, qualche anno fa, ma mai sul set o come escort.

Non mi aspettavo che Willbear dicesse una cosa del genere. Sono un po’ disorientato. Ma guarda ‘sto tizio se deve dire ‘ste cazzate. Mi viene da ridere.

Poi scorro i commenti. Ce n’è un fottio e dire che l’intervista l’hanno messa in rete solo ieri sera. 186 commenti.

Li scorro. Già al secondo c’è un “Willbear e Seth insieme, sìììììììììììììììììììììì!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”, ma è solo il primo di una lunghissima serie, che va da “Spacca il culo a Seth, Willbear” a “Seth, non puoi dire di no a Willbear”o “Fallo per tutti noi, Seth. Fallo, fallo, fallo, fallo!”. Li scorro e li leggo tutti. Ne conto centotrentadue di questo tipo (129 favorevoli all’iniziativa, tre contrari, una leggera sproporzione) e intanto mi accorgo che i commenti sono diventati oltre duecento.

Mi alzo, apro il frigo, mi verso un po’ di latte in una tazza, la metto nel micro-onde e intanto tiro fuori una scatola di biscotti. Sono frastornato. Questa faccenda mi spiazza, non mi era mai successo niente del genere.

 

Harold mi telefona alle due del pomeriggio: sa che sono capace di dormire fino a dopo l’una se ho fatto tardi il giorno prima e ovviamente la serata di ieri l’ha organizzata lui, essendo il mio agente.

- Dormito bene, angioletto rosso?

- Benone.

- Hai visto l’intervista, vero?

- Ovviamente.

Ovviamente me l’hanno già segnalata in quattro: Norman, Sam e Nick telefonandomi e Phil con un messaggio.

- E che ne dici?

- Che cazzo vuoi che ti dica?

- Che sei ben felice di girare un film in cui Willbear te lo mette in culo, questo voglio che tu mi dica. Sarebbe un successone.

- Non se ne parla neanche. E sono già impegnato con la Hardmen, lo sai benissimo: la settimana prossima giriamo Il massaggiatore.

Harold ride.

- Sono proprio loro quelli che mi hanno chiesto di girare questo nuovo film. Dicono che Il massaggiatore può aspettare. L’intervista di Willbear è stata una bomba. Ha 1200 commenti su PornStyle.

- 1200? Cazzo!

In realtà non dovrei stupirmi: ne aveva oltre 600 l’ultima volta che ho guardato. Stanno crescendo a un ritmo esponenziale.

- Praticamente un plebiscito. Saresti l’unico a non volerlo.

Proprio l’unico no, ma dalla scorsa che ho dato, credo che siamo proprio in pochi.

- Peccato che il culo di cui si parla sia il mio.

- Motivo di più per farlo, visto che sarai tu a essere pagato e quei 1200 e fischia a pagare.

- Harold, ascoltami. Sei stato tu a dirmi che era bene che mi costruissi un ruolo di maschio alfa, sempre attivo, e altre cazzate del genere. Adesso Willbear l’ha sparata grossa e tutti sono lì ad aspettare che io mi faccia inculare. Ha senso che distruggiamo il mio personaggio per una cazzata di Willbear?

Harold ribatte subito: non è uno che rimane facilmente a corto di argomenti.

- Tutti i maschi alfa sono tali a tempo determinato. La gente si aspetta che prima o poi qualcuno glielo metta in culo. Il fatto che siano sempre attivi aumenta il desiderio di vederli inculare. E nel tuo caso è l’occasione perfetta. Non sminuisce neanche il tuo personaggio, perché Willbear è extra.

Sono scazzato, questa faccenda mi sta dando sui nervi.

- Senti Harold, lascia perdere, per favore. Ne parliamo in un altro momento.

- Va bene. Passi domani da me? Ti aspetto alle undici. Bisogna battere il ferro finché è caldo.

Lo manderei a stendere volentieri, anche se è un amico.

- Senti, Harold…

Mi interrompe:

- Che cos’hai scritto su Twitter?

- Su Twitter?

- Cazzo, Seth! Su Twitter stanno impazzendo e su Facebook pure. In pratica è un referendum. Ti dico io che cosa inviare.

- Con il cazzo!

- No, il cazzo lo usi per i film, per twittare usiamo l’unica testa disponibile, la mia, la tua è una testa di cazzo.

- Grazie!

Mi viene da ridere e questo smorza un po’ l’incazzatura.

- Vediamo: “Willbear è un vero maschio e mi piace un casino, ma non faccio promesse.” Sì, va bene così, suscita la curiosità, li teniamo tutti in sospeso. Diventerà virale.

- Senti, Harold…

- Tesoro mio, scrivilo subito. Ti aspetto domani alle undici. Hai capito bene: “Willbear è un vero maschio e mi piace un casino, ma non faccio promesse.”

- Ho capito! Però…

- Bacione, angioletto rosso.

Harold riattacca. Io sbotto:

- Stronzo!

È una situazione assurda. Rimango un momento a guardare il cellulare, poi mi decido.

È il caso di mandare la frase che mi ha suggerito Harold? In effetti non mi impegna a nulla. Però mi scoccia. Opto per: “Willbear è un vero maschio e mi piace un casino – questo posso scriverlo, lui l’ha detto di me -, ma col cazzo che mi impegno a fare qualche cosa”.

Twitto e mi siedo a riflettere. Dare via il culo non è un problema. Di solito non mi entusiasma, ma con l’uomo giusto si può benissimo fare: se è un maschio in gamba e forte, che sa come muoversi, mi piace pure. E di certo Willbear è l’uomo giusto. Credo proprio che mi piacerebbe.

È che mi sembra assurdo distruggere il personaggio che abbiamo creato solo perché Willbear ha detto una cazzata nell’intervista. Domani cercherò di far ragionare Harold.

All’ora di cena la lista dei commenti all’intervista di Willbear sembra l’elenco telefonico di una città di media grandezza, su Facebook la mia pagina ha guadagnato 200 Mi piace e il mio twit devono averlo ricevuto anche gli aborigeni australiani e l’imperatore del Giappone. Saranno cazzi acidi far cambiare idea a Harold, questo è evidente.

Per fortuna questa sera non ho clienti: non avrei proprio voglia di sentirmi chiedere se me lo farò mettere in culo da Willbear, come hanno fatto alcuni amici nel pomeriggio.

Evito di collegarmi in serata e spengo pure il cellulare. Fanculo tutto il mondo. Vado a letto presto, da bravo bambino, ma prima di addormentarmi ripenso all’intervista di Willbear. È stato proprio stronzo. Ma è anche un tale maschio…

Finisce che me lo sogno, ovviamente, me lo sogno che cerca di mettermelo in culo e io gli dico che non si può, che c’è troppa gente che ci guarda, 1200 persone. Lui ride e risponde che ormai sono 100.000 e che ci vedranno tutti.

 

Quando mi alzo accendo subito il computer. Scopro che hanno aperto una pagina su Facebook: “Seth e Will insieme”. Ha svariate centinaia di iscritti. Qualcuno ha anche messo in rete fotomontaggi di me e Willbear che facciamo quanto richiesto da Willbear. Non sono eccezionali come fotomontaggi, ma sono riportati su metà dei blog gay che conosco.

Ma questi non hanno un cazzo da fare, che sono tutti a farsi i cazzi altrui? Ho i coglioni in giostra, anche se ho una vagonata di nuovi Mi piace su Facebook. Sicuramente ho acquisito notorietà e questo è positivo per il mio lavoro. Aumenterò le tariffe.

Mi chiedo che cosa devo fare. Ha un senso ostinarmi a dire di no?

 

Alle undici mi presento da Harold, che è nel suo ufficio.

- Benvenuto angioletto rosso.

Harold mi chiama sempre così: angioletto rosso. Dice che sono a tre strati: da fuori sembro un angelo, ma è solo una scorza superficiale. Sotto l’apparenza angelica, si nasconde un diavolo tentatore. E in fondo in fondo, dove non arriva nessuno, sono davvero un angioletto indifeso, in attesa di qualcuno che mi scopra e mi prenda sotto la sua ala protettiva. A me sembra una cazzata, ma lascio che dica.

- Eccomi qui, Harold.

- Non devo darti i dati aggiornati sul plebiscito in corso, vero?

- Non è necessario.

Più o meno sono informato. So che è davvero un mezzo plebiscito. Aggiungo:

- Le solite cazzate della rete, passerà in una settimana.

- No, se parte la notizia che tu e Willbear girerete un film insieme. In questo caso per il prossimo mese non si parlerà d’altro: tutti cercheranno di capire che cosa succede nel film. Si tratta di tenerli sulla corda fino a che il film non esce e credo che batterà ogni record di vendite, tuo e di Willbear. Abbiamo in mano un asso.

- E per quell’asso mandiamo a monte tutto il gioco che abbiamo fatto fino a ora.

Harold alza la mano per bloccarmi.

- Non ricominciamo con quelle menate sul maschio alfa. Se hai un asso vincente in mano, non lo butti via, lo utilizzi, anche se ti tocca cambiare gioco. E questo è il migliore asso che ci poteva capitare.

- Sarà.

Dalla mia faccia dev’essere evidente che non sono entusiasta.

- Senti, angioletto rosso, ma hai un’idea di quanti maschi farebbero salti di gioia alla sola idea che Willbear li infilzi? Ci sa fare.

- Può girare un film con tutti quei maschi ansiosi di farsi infilzare da lui.

- Peccato che lui voglia te. E che i gay di mezzo mondo vogliano vedere questa scena con te e lui, non con altri.

- Solo perché…

Non continuo la frase. Ci rinuncio, ci ho già rinunciato questa mattina, quando mi sono reso conto della situazione. Dico:

- E va bene…

Harold scuote la testa, sorridendo:

- Angioletto rosso, sapevo che avresti capito. Però… però…

- Cazzo c’è?

- Però adesso mi fai un bel sorriso e mi dici che sotto sotto non vedi l’ora di gustare la magnifica mazza di Willbear.

Guardo Harold, con una smorfia. Poi dico:

- Parliamo di soldi. Quanto mi offrono per il film del secolo?

- Un’offerta non l’hanno ancora fatta, ma ti assicuro che gli chiedo almeno tre volte quello che avresti guadagnato con Il massaggiatore, magari anche di più.

Questo non sarebbe male, devo riconoscerlo. Harold aggiunge:

- Suppongo che tu frema dalla voglia di conoscere la storia.

- Mi si legge in faccia, no?

- Diciamo che lo nascondi bene.

In effetti non ho nessuna voglia di ascoltare la storia. Non ho ancora accettato l’idea. Devo riconoscere che Harold ha probabilmente ragione su tutta la linea, ma mi dà fastidio, più che altro perché mi ci hanno trascinato per i capelli. Osservo:

- Non mi dirai che c’è già la storia.

Non che i copioni dei film della Hardmen siano dei capolavori artistici e poi più che copioni sono canovacci, però che ne abbiamo già preparato uno mi sembra strano. La faccenda è esplosa solo ieri.

- Certo che c’è. Il film si intitola L’infedele. Tu, Willbear e Paul Greco. Tu e Willbear fottete Paul Greco, l’uno a insaputa dell’altro. Un giorno però Paul fa confusione e dà a tutti e due appuntamento alla stessa ora. Vi ritrovate in tre. Ve la prendete con Paul, lo fottete tutti e due e poi lo sbattete fuori. A quel punto però nasce una sfida tra voi due. Lottate, tu sei sul punto di battere Willbear, ma improvvisamente nel corpo a corpo il desiderio ha il sopravvento, tu cedi e… succede ciò che desiderano migliaia di gay.

Storco la bocca.

- Ci penserò.

- Certo: hai tutto il tempo. Credo che avrò il contratto da firmare per domani, puoi passare di nuovo alle undici, ma te lo confermo. Intanto oggi twitta che sei in trattative per un film in cui c’è anche Willbear, senza sbilanciarti oltre. Credo che i vostri fan impazziranno.

Apro la bocca, ma poi ci rinuncio: non ne vale la pena.

 

Torno a casa e poi vado in palestra. È Gary, uno degli istruttori, ad accennare all’intervista: è gay e, come tutti i gay degli USA (e non solo, temo), ormai è perfettamente informato.

- Hai visto l’intervista, vero, Seth?

- Certo, Gary.

Se mi chiede se me lo farò mettere in culo da Willbear, giuro che lo ammazzo.

Gary fa un sorrisetto scemo (di solito non lo trovo scemo, ma oggi ha la faccia del perfetto ebete) e mi chiede:

- E tu, che intenzioni hai?

E poi ridacchia. Io mi guardo intorno alla ricerca di qualche strumento per uccidere. Un bel peso calato con sufficiente forza dovrebbe andare bene per spaccargli il cranio e mandarlo all’altro mondo. Oppure potrei prendere la corda e strangolarlo. Infilargli l’asta del bilanciere in culo finché non è tutta dentro potrebbe essere un’alternativa interessante. Non dimentichiamo che potrei affogarlo in piscina.

In attesa di scegliere, devo pur rispondere.

- Cazzo, Gary, non è che do via il culo a uno, solo perché quello ha detto in rete che lo vuole.

- Sì, va bene, Seth. Ma quello è Willbear.

Conto fino a dieci, ma non basta. Allora provo con venti, poi con trenta. Infine cerco di sorridere e dico:

- Adesso mi allenerei. Magari prova a chiedere a qualcuno degli altri qui se è interessato a dar via il culo a Willbear.

- Ma lui vuole te.

Lo ammazzo, giuro che lo ammazzo.

Faccio le mie due ore di pessimo umore, evitando Gary come la peste. Sono contento quando se ne va e rispondo appena al suo saluto.

 

In serata ho un cliente. Ci vediamo in un albergo dove ha affittato la camera. È un albergo elegante, dove mi è già capitato di lavorare.

Il cliente, Freddy, è uno che viene a San Diego tre o quattro volte l’anno e in quelle occasioni chiede di me. Non è più giovane, ma non è niente male. Gli piaccio parecchio e ogni volta mi dice che vorrebbe poter venire a San Diego più spesso, ma sta a Baltimora e l’azienda lo manda a Los Angeles solo ogni tre o quattro mesi. Ogni volta lui fa in modo di arrivare fino a San Diego per scopare con me. Mi ha anche chiesto di potermi vedere ogni tanto con la webcam: si è pure offerto di pagarmi. Gli ho detto di lasciar perdere il pagamento e ogni tanto mi mostro, gratis. Non mi dispiace per niente: sono piuttosto esibizionista.

Freddy, come la maggior parte dei clienti, non ci tiene a sperimentare variazioni sul tema, per cui so benissimo come mi devo muovere. Lui mi vuole piuttosto rude, ma senza esagerare (ci sono quelli che vogliono farsi menare o insultare pesantemente): ci vuole il giusto equilibrio di brutalità e tenerezza.

Perciò quando lo raggiungo in camera entro senza bussare (lui ha lasciato la porta aperta, come sempre, e io la chiudo dopo essere entrato) e dico:

- Eccoti qui, vecchio porco. Avevo giusto bisogno di pisciare.

Lui sorride. È felice che io sia arrivato e non lo nasconde. Annuisce e dice:

- Ai tuoi ordini.

Si avvicina a me, si inginocchia e apre la bocca. Io tiro fuori il cazzo e incomincio a pisciare. Gli piscio in bocca, senza bagnargli i vestiti: ci sono quelli a cui piace farsi bagnare tutti, ma Freddy vuole soltanto bere il mio piscio. Conoscendo i suoi gusti, ho bevuto in abbondanza prima di venire qui, per cui vado avanti un bel pezzo, lasciandogli prendere fiato ogni tanto.

Quando ho finito, lui incomincia a succhiarmi il cazzo. Devo riconoscerlo: a differenza di tanti clienti, è uno che ci sa fare con la bocca. Avvolge, lecca, succhia, accarezza con la lingua, mettendoci la giusta energia. Il risultato è quello scontato. Lui si stacca, guarda l’asta di ferro che ha davanti e sorride.

A questo punto, seguendo il copione, lo afferro per i capelli e lo forzo ad alzarsi. Gli faccio un po’ male, come vuole lui, ma poco: è solo una scena.

- Adesso te lo prendi in culo, porco.

Lo volto, lo spingo in modo che si appoggi al muro, gli passo una mano davanti e gli calo i pantaloni. Lui ansima. Prendo dalla tasca il preservativo, me lo infilo e avvicino la cappella al buco del suo culo.

Non è male, come culo, anche se non è il massimo per i miei gusti: mi piacciono più di tutto i culi muscolosi degli uomini della mia età che vanno in palestra, meglio se un po’ pelosi, tipo Willbear, per intenderci – cazzo! anche in questo momento mi viene in mente lui!

Il culo di Freddy è largo, con una peluria scura per me eccessiva, ma non è male fotterlo. Entro con delicatezza, ma poi spingo deciso, perché so che è quello che vuole. Lui sussulta.

- Godi, eh, porco?

E incomincio la cavalcata. Lui accompagna il movimento a stantuffo del mio cazzo, muovendo il culo avanti e indietro, in modo da venirmi incontro ogni volta. In questo modo più volte il mio cazzo esce dal suo culo e io lo infilo di nuovo dentro con un’unica spinta decisa, facendolo sussultare.

Le mie mani gli martoriano il culo, stringendo forte. A un certo punto lo pizzico deciso: so che vuole che gli rimanga un livido dei nostri incontri.

Poi lo sento gemere, sempre più forte. E allora premo a fondo e lo schiaccio contro il muro.

Dopo esco da lui, che si volta. Gli leggo in faccia che è felice. Come sempre, incomincia a spogliarmi e mi avvolge ancora il cazzo con la bocca. Poi io mi stendo sul letto. Ce l’ho ancora duro: non sono venuto.

Lui si spoglia, senza perdermi di vista un secondo, poi si siede sul letto, sul mio ventre. Mi afferra il cazzo e lentamente si impala su di me. Chiude gli occhi, assaporando un piacere che dev’essere senza limiti, a giudicare dalla sua espressione beata.

Dopo un buon momento, prende a muoversi, sollevando il culo e abbassandolo, finché io non sento l’ondata del piacere travolgermi.

Freddy sorride, in estasi, e si stende di fianco a me.

- Cazzo, Seth, vorrei vivere qua e scopare con te un giorno sì e uno no.

- Grazie, ma che faresti nel giorno in cui non scopi con me?

- Prenderei le vitamine per il round successivo.

Rido. Freddy è simpatico. Lui mi sorride, guardandomi adorante. Mi chiedo se non sia un po’ innamorato di me. Non sarebbe il primo.

- Senti, volevo chiederti una cosa.

Non è che vuole propormi di andare a vivere con lui o cose del genere? Mi è già successo ed è terribilmente imbarazzante.

No, non è questo, per niente. La domanda è:

- Ma che intenzioni hai, per quella faccenda… - ridacchia – quella di Willbear.

Mi vedo già i titoli del telegiornale: “Pornoattore massacra cliente dopo una serata di sesso. Orrendo delitto, consumato con particolare ferocia.”

Alzo lo sguardo al soffitto. Conto fino a cinquanta e rispondo:

- Freddy, ma ti sembra il caso?

Non so che dire. Ci rinuncio.

Lui fraintende e risponde:

- Cazzo, Seth. A me piacerebbe un casino vederti. Quel film me lo comprerei e lo regalerei anche agli amici.

In giro non c’è nessuna arma. Potrei soffocarlo con un cuscino.

 

La telefonata mi arriva la mattina dopo: è Harold. Penso che mi voglia confermare l’appuntamento. Io ho i coglioni in giostra: la faccenda ieri sera è stato il colpo di grazia. Vorrei spaccare la faccia a Willbear, Harold e a tutti quelli che mi chiedono se mi farò inculare da WillBear, cioè in pratica a tutti quelli che conosco.

- Ciao, angioletto rosso.

- Cazzo c’è?

- Come siamo di buon umore…

Grugnisco qualche cosa di indistinto. Harold prosegue:

- Quando ti dirò la cifra che il tuo bravissimo agente ha spuntato alla Hardmen, sono sicuro che ti tornerà il sorriso.

- Cazzo è?

Harold non si scoraggia e mi dice la cifra (eccellente, lo riconosco, ma io mi limito a grugnire di nuovo), poi prosegue:

- C’è solo una questione da risolvere.

- Cazzo è?

- Ti hanno mai detto che hai una conversazione molto variata? Per la cifra che guadagnerai potresti anche fare lo sforzo di formulare una frase.

- Va bene. Che cazzo di problema c’è?

- Willbear è irreperibile per il momento. La Hardmen non riesce a contattarlo. Dobbiamo aspettare un momento per il contratto. So che ti dispiace un casino…

- Ma certo!

- …ma ce la faremo.

Harold saluta e riattacca. Io urlo, guardando il telefono:

- Fanculo!

Sono incazzato, ce l’ho con Willbear, per quello che ha detto; con Harold e con la Hardmen, che hanno subito raccolto l’idea; con gli amici, che mi chiedono se non sono felice all’idea di essere desiderato da un supermaschio come Willbear; con i clienti, che si fanno i cazzi miei; con i fan, che vogliono vedermi inculare da Willbear; con il mondo, per un’infinità di ottimi motivi, e con me stesso.

 

Nel tardo pomeriggio Harold mi telefona mentre sono al supermercato. Ha una voce da funerale. Mi preoccupo: anche se questa faccenda mi ha fatto incazzare, sono affezionato a Harold, che è un buon agente e anche un amico.

- Che ti è successo, Harold?

- Pare che Willbear non voglia girare il film.

- Cazzo!

- Già! Cazzo, cazzo, cazzo! Un’occasione d’oro andata in fumo. Comunque per Il massaggiatore chiederò un aumento della tua quota. Questa faccenda ha fatto schizzare verso l’alto le tue quotazioni.

Come al solito, Harold è già proiettato verso il futuro. Io devo ancora metabolizzare il no di Willbear: mi ha del tutto spiazzato, lasciandomi senza parole. Non tanto perché non gireremo il film, ma perché mi rendo conto che mi spiace. Un’ora fa non avevo nessuna voglia di farlo e adesso mi dispiace pensare che non lo gireremo. Merda! Sono completamente rincoglionito.

Harold aggiunge:

- Non ti sbilanciare, né su Twitter, né su Facebook. Non è detto che non riescano a far cambiare idea a Willbear. Ci stanno provando.

- Va bene, farò come mi dici.

- Sono contento di vedere che hai capito come gira. Anche se fuori tempo massimo.

Harold è incazzato. Io ironizzo:

- L’hai detto tu, sono una testa di cazzo.

- Già. Spero di ritelefonarti per annunciare un cambiamento.

Dopo che ci siamo salutati, finisco la spesa e torno a casa. Evito di pensare alla faccenda finché non ho sistemato tutto e sono seduto sul divano.

Il film non si gira. Willbear non me lo metterà in culo. Il mio ruolo di maschio alfa non cambierà. Era quello che volevo, no? Non ne sono più così sicuro. Mi stavo abituando all’idea.

La telefonata successiva arriva dieci minuti dopo. È sempre Harold. Vedendo il nome sul display, mi dico che forse Willbear ha cambiato idea.

- Novità?

- Non quella che vorrei, ma in ogni caso una buona notizia: vogliono farti un’intervista, domani, da mettere su PornStyle.

Mi chiedo se l’intervistatore sarà lo stesso che faceva le domande a Willbear e che deve avere un bel culo. Harold prosegue:

- Va da sé che ti chiederà dell’intervista di Willbear.

- Già, va da sé.

A questo punto i coglioni riprendono a girarmi. Va da sé, certo che va da sé, è la prima cosa che mi hanno chiesto più o meno tutti quelli che ho incontrato o sentito oggi e ieri. Tra un po’ me lo chiederà anche mia madre, la prima volta che le telefono: “Seth, tesoro, le amiche me lo chiedono, ma davvero pensi di fartelo mettere… sì, in quel posto, da… come si chiama… quel… Willbear?”.

- Tu dirai che l’intervista ti ha fatto piacere, che Willbear è un maschio fantastico, ma che non intendi impegnarti a nulla, per il momento. Insomma, più o meno quello che hai scritto su Twitter. Aggiungi che non ti spiacerebbe girare un altro film con lui.

- Va bene.

Harold è un panzer e procede, ignorando il mio scarso entusiasmo (per non dire la mia sorda resistenza):

- Magari con un po’ più di entusiasmo, eh, angioletto rosso?

Va bene, ho di nuovo i coglioni in giostra. Pare che la mia vita giri tutta intorno al dilemma: Willbear me lo metterà in culo o no?

 

In effetti l’intervista arriva lì. Prima parliamo di me, della mia carriera. Io faccio anche un po’ di corte all’intervistatore, che si chiama Brett ed è lo stesso che ha intervistato Willbear. È davvero un bel ragazzo e ci sta. Probabilmente questa sera me lo porto a letto. L’idea mi solletica e mi accorgo che rispondo con brio. Ci sono momenti in cui ridiamo tutti e due. Di sicuro quelli che vedranno l’intervista si faranno qualche idea su ciò che faremo dopo

E poi naturalmente si arriva al momento in cui si parla di Willbear.

- Seth, non ti chiedo se hai visto l’intervista di Willbear, perché di sicuro non te la sei lasciata sfuggire.

Cerco di conservare il sorriso di prima e dico:

- Diciamo che me l’hanno segnalata… non più di un centinaio di amici e fan.

Brett prosegue:

- Qual è stata la tua reazione, a caldo?

- Quando Willbear ha detto che scoperebbe con me a qualsiasi ora del giorno e della notte, beh…

- Sì?

- Ho pensato che, facendo sempre tardi la sera, amo poltrire a letto il mattino e se Willbear mi svegliasse alle sette per scopare, mi sa che non ingraneremmo.

Ridiamo tutti e due. Poi Brett chiede:

- E ad altre ore del giorno… e della notte?

Sorrido:

- Willbear è un grande. Mi piace un casino. Gli direi di prendere il numero e mettersi in coda.

Ridiamo di nuovo, ma intanto mi chiedo se ho fatto bene a dirlo: potrebbe suonare offensivo e non è il caso. Perciò riprendo:

- Scherzi a parte, non credo proprio che lo farei aspettare. Probabilmente neanche il mattino presto… se riesco a svegliarmi per arrivare fino alla porta per aprirgli.

Vorrei che la faccenda si concludesse lì, ma non mi faccio soverchie illusioni. E infatti Brett prosegue:

- Seth, tutti sanno che tu sei un maschio alfa. Ma Willbear ha espresso un suo desiderio… Che ne dici della sua idea?

- Me l’hanno chiesto in molti, ma, come ho scritto su Twitter, non prendo impegni. Vedremo.

- A questo proposito, si parla di un film. È vero?

- Un progetto c’è, ma non so se si farà. Un film con Willbear, lo girerei volentieri, comunque.

Incomincio di nuovo a stufarmi, ma mi sforzo di continuare a sorridere. Harold sarà contento di me. Brett insiste ancora un po’, ma io evito di sbilanciarmi.

Infine l’intervista si conclude.

Brett mi chiede:

- Posso offrirti un aperitivo?

- Perché no, mi sembra una buona idea.

Il resto si svolge come da copione. Andiamo a casa sua: un bell’appartamentino, minuscolo, ma accogliente. Appena entrati ci baciamo, poi incominciamo a spogliarci a vicenda, continuando a baciarci. A un certo punto lui si stacca e dice:

- Cazzo, Seth, l’ho sempre desiderato. Tu e Willbear siete i miei idoli.

Non avesse citato Willbear, sarebbe stato meglio, ma passo oltre.

- Non ti avrei certo detto di no, ci fossimo incontrati prima.

Lui mi bacia ancora e dice:

- L’intervista è stata un’ottima idea.

Ora siamo tutti e due nudi. Lui tira fuori dalla tasca della giacca un preservativo e si inginocchia davanti a me. I baci e gli abbracci hanno sortito il loro effetto e il mio cazzo ha alzato la testa. Lui lo contempla, poi, come preso da un impulso irresistibile, lo prende in bocca. Si dà da fare con grande energia e mi rendo conto che rischio di venire. Gli metto una mano sulla testa e lo fermo: voglio gustare il suo culo.

- Che ne dici di metterti sul letto e allargare le gambe?

Lui sorride e si stende, ma sulla schiena. Quando mi avvicino, solleva le gambe. Io me le metto sulle spalle e lo guardo. È proprio carino e ha davvero un bel culetto. Mi infilo il preservativo e do inizio alla spedizione.

Mi piace guardarlo in faccia mentre accoglie il cazzo (con una certa fatica: gli piace, ma gli fa anche male – ogni tanto mi succede, le dimensioni sono ragguardevoli e non tutti sono abituati ad armi di grosso calibro). Procedo con cautela e poi le mie incursioni diventano via via più rapide e intense.

A un certo punto lui mi dice:

- Esci prima di venire.

Lo assecondo. Lui allora toglie il preservativo e mi afferra il cazzo. Io gli prendo il suo. Ci facciamo una sega a vicenda, finché entrambi veniamo. Il seme gli si sparge sul ventre e sul torace. Lui lo raccoglie con la mano e se lo sparge addosso. È felice.

Poi ci facciamo tutti e due la doccia.

Mentre ci rivestiamo, lui mi dice:

- Senti, Seth, adesso me lo puoi dire. Ma te lo farai mettere in culo da Willbear?

Questa volta lo strozzo, qui e ora, poi col telefonino faccio un filmato del cadavere e lo metto su Youtube, con il titolo: “Così finiscono coloro che chiedono a Seth Bullstone se si farà inculare da Willbear”.

 

Torno a casa con i coglioni in giostra, tanto per cambiare. Forse dovrei ritirarmi in un eremo o trasferirmi in un altro continente, anche se con Internet e i telefonini, dove cazzo può andare uno senza che lo trovino in dieci minuti? Immagino già la scena: dopo giorni e giorni di cammino, tra tormente di neve e passaggi su ponti tibetani sospesi sopra abissi, busso a un monastero in Tibet. Il lama portinaio mi apre e subito mi chiede: “Seth, te lo falai mettele in culo da Willbeal?”

 

Il telefono squilla verso le tre. È Harold. Purché non mi parli di Willbear, perché lo strozzo.

E infatti Harold incomincia:

- Willbear vuole parlarti.

Mi viene voglia di riattaccare, ma rispondo:

- Cazzo vuole?

- Non lo so, ma vuole parlarti. Quindi io adesso gli do il tuo numero di telefono. Volevo solo avvisarti di questo.

- Fa’ quel che cazzo vuoi.

- Quindi preparati a rispondere.

- Cazzo!

- Sapevo che saresti stato ben felice di parlare con Willbear, però, per favore, quando gli parli, fa’ uno sforzo e fingi di essere in grado di formulare due frasi sensate. Magari riusciamo a farlo, L’infedele. Sarebbe il migliore affare della tua carriera, lo sai, vero?

- Fanculo.

- A presto, angioletto rosso.

Il bello di Harold è che quando ha deciso una cosa, neanche una bomba atomica gli farebbe cambiare idea. Se in questo momento avessi un’atomica tra le mani, credo che di San Diego non rimarrebbe molto…

 

Il telefono squilla dopo pochi minuti. Non conosco il numero. Sarà Willbear?

- Pronto.

- Ciao Seth, sono Will, Willbear.

- Ciao.

E adesso? Mi chiederà se me lo faccio mettere in culo da lui? È l’unico da cui la domanda non sarebbe un ficcare il naso negli affari altrui (ma un sondare il terreno per ficcare il cazzo in un culo altrui, in questo caso il mio).

- Scusa se ti rompo, ma avrei bisogno di parlarti del film e di tutta questa faccenda. E di scusarmi.

L’idea che voglia scusarsi mi stupisce, ma ha un effetto magico: sento che la rabbia evapora. Rimane solo un po’ d’irritazione, per cui non gli dico che non è il caso di scusarsi, ma gli rispondo cortesemente:

- Va bene, parliamone pure.

- Preferirei farlo di persona, se non ti spiace. A casa mia o a casa tua o in un bar.

Di uscire non ho molta voglia, per cui gli dico:

- Passa di qua, se ti va.

- Certo. Dove abiti?

Gli do l’indirizzo.

- Va bene se arrivo tra mezz’ora? O preferisci più tardi?

- No, va benissimo. A tra poco.

Mezz’ora è più che sufficiente per rimettere un po’ in ordine. Non che ci sia questo gran disordine, ma preferisco sistemare tutto. Rifaccio anche il letto e mentre metto a posto il lenzuolo, mi chiedo se per caso non userò questo letto con Willbear. L’idea mi solletica e mi turba. Decido di cambiare le lenzuola. Lo faccio, ma quando ho finito, mi dico che sono proprio un coglione. Però mi faccio anche la doccia. E mentre mi lavo bene le ascelle e il culo, rido della mia idiozia.

 

Willbear arriva puntuale.

Entra, mi sorride e mi tende la mano.

- Ciao, Seth. Grazie per aver accettato di parlarmi.

Sorrido.

- Ci mancherebbe che mi rifiutassi di parlarti, Willbear.

- Solo Will. Avresti potuto farlo. Io al tuo posto mi sarei incazzato.

- Confesso che la faccenda mi ha dato un po’ fastidio, più che altro per la curiosità che ha suscitato, ma niente di grave.

Ora che lui è qui davanti a me, mi sorride e mi chiede scusa, in effetti non mi sembra niente di grave, mi dico che me la sono presa per nulla.

Ci sediamo e Will incomincia:

- Non avevo pensato di dire quello che ho detto. Non l’avevo pensato prima, intendo. Quando Brett, l’intervistatore, mi ha posto quella domanda sugli attori con cui ho girato, ho detto la verità, ma non credo che su quello ci sia qualche problema.

- No, figurati. Ti ringrazio. Mi ha fatto piacere.

Will sorride. E io incomincio a chiedermi perché cazzo ho fatto tante storie. Che cosa è successo di così tremendo? Sarebbe proprio così terribile farsi scopare da questo maschio superlativo? Non me la sentirei di sostenerlo.

- Poi… lo confesso, aver detto che mi piacevi molto… mi ha fatto uno strano effetto, mi ha reso euforico… insomma, ero sicuro che avresti saputo dell’intervista e che forse avremmo avuto occasione di parlarne…

Will scuote la testa, poi prosegue:

- Sono stato un cazzone, lo so. Alla domanda finale ho risposto in quel modo, è la verità, ma non era proprio il caso che lo dicessi, così, in un’intervista. L’ho realizzato dopo e quando ho visto il puttanaio che avevo scatenato e ho ricevuto la proposta della Hardmen… cazzo! Mi sono detto che con te avevo fatto una figura di merda.

- Ma no, non è così drammatico. Solo… sono rimasto un po’ spiazzato.

Adesso mi sembra davvero che stia esagerando. Ieri gli avrei spaccato volentieri la faccia e adesso mi pare che non abbia fatto niente di male. Forse dovrei darmi una regolata.

- E poi, insomma, L’infedele, tutti che aspettano solo… no, non era questo che avevo in mente, Seth.

Sorrido, perché non ho capito dove voglia arrivare e non so che cosa dire. Lui prosegue:

- Seth, non ho intenzione di girare questo film, non è quello che volevo, no.

Lo guardo e di nuovo non trovo che cosa dire. Mi limito a chiedergli:

- Quindi… hai proprio rinunciato all’idea, definitivamente?

- Ho detto di no e che in ogni caso volevo prima parlare con te.

Annuisco. Non sono sicuro di aver capito. Gli chiedo:

- Ma hai già deciso di non girarlo, hai detto.

Will si morde un labbro, poi dice:

- Senti, Seth, possiamo lasciare quel cazzo di film da parte un momento?

- Va bene, Will.

Non ho capito dove vuole arrivare.

C’è un momento di silenzio, poi Will riprende:

- Seth, mi piaci un casino, è vero, non me lo rimangio. Mi piaci fisicamente, moltissimo. E mi piace quel poco che conosco di te.

È una bella dichiarazione e mi fa piacere sentirmelo dire.

- Anche tu mi piaci molto, Will. Ma credo che tu piaccia a tutti i gay.

Will alza le spalle:

- Fa parte del nostro lavoro, cercare di piacere a tutti i gay, no? Ma qui non si tratta di lavoro. E non si tratta di tutti i gay, ma di uno solo, quello che davvero mi piace, un certo Seth Bullstone.

Will sorride e ogni velleità di resistenza (se mai ci fosse stata) svanisce. E perché mai dovrei cercare di resistere a uno come lui? Sorrido e gli dico:

- A quell’uno piaci un casino, te l’ha già detto e di certo la prima volta che ti avvicini, non si tirerà indietro.

Anche Will sorride e mi tende un braccio. Io mi alzo, gli prendo la mano e lui mi attira a sé. Mi metto sul divano, seduto sulle sue ginocchia e incominciamo a baciarci.

Will ha una grande tecnica, questo lo sapevo già, ma non è solo quello. Le sensazioni che mi trasmettono le sue mani che scorrono lungo la mia schiena, le sue labbra e la sua lingua, che giocherellano con le mie, tutto questo va oltre la tecnica.

Ci baciamo a lungo, nessuno dei due sembra avere fretta, anche se il mio cazzo è ormai perfettamente pronto all’uso e il suo pure, a giudicare dalla protuberanza nei suoi jeans. È Will a farmi stendere sul divano. Lui si mette su di me e ci baciamo di nuovo, ma questa volta i nostri baci sono molto più ardenti e le nostre mani sembrano impazienti, si infilano sotto le maglie, cercando le fibbie delle cinture. In breve ci ritroviamo tutti e due con la camicia aperta e i pantaloni abbassati, in un groviglio di corpi, baci, carezze, morsi.

- Mi piaci un casino, Seth.

L’ha già detto nell’intervista e l’ha ripetuto poco fa, ma mi fa piacere sentirmelo dire un’altra volta.

- Anche tu mi piaci moltissimo, Will.

Anche questo l’ho già detto, ma mi sembra che la ripetizione non spiaccia a Will. Ci baciamo ancora, poi, ci sciogliamo e finiamo di spogliarci. È bello, Will, bellissimo. Un maschio favoloso.

- Ci trasferiamo in camera?

Will mi segue, ma quando entriamo, sale sul letto e si stende a pancia in giù, gambe larghe. A me manca il fiato. Willbear, il maschio più maschio che esista sul mercato, il maschio alfa per eccellenza, mi sta offrendo il suo culo.

Sorrido e, mentre prendo dal cassetto l’occorrente, dico:

- Credevo che volessi fare il contrario.

- Anche il contrario, ma nell’intervista ho espresso uno solo dei miei due desideri.

Certo, lui è un maschio alfa, non poteva dire pubblicamente che gli sarebbe piaciuto prenderselo in culo da me.

Will aggiunge:

- Mettici un po’ di lubrificante, se ne hai. Non lo faccio da anni.

Anche questo mi piace, ma mi turba. Dopo essere stato ossessionato per giorni e giorni dalla domanda se mi sarei fatto inculare da Willbear, adesso sospetto che quello che stiamo facendo non sia solo una scopata senza domani.

Guardo Will. Ammiro il culo davanti a me. Mi piace un casino. Mi piace la peluria bionda che lo ricopre, mi piacciono le natiche forti e piene, muscolose. Il culo ideale, per me.

Chino la testa e mordo, con forza, poi delicatamente. Passo la lingua sul solco. Accarezzo con le mani. La lingua percorre la colonna vertebrale dalla base al collo e poi ritorna in basso, scivolando nel solco e premendo contro l’apertura.

Dal cassetto prendo il lubrificante e lo spargo all’esterno, poi infilo un dito. Sento che la carne oppone resistenza: Will non è abituato a prenderselo in culo. Ma vuole che lo faccia io. Vuole me. Gli piaccio un casino. Anche lui mi piace un casino.

Lubrifico in abbondanza e, dopo essermi infilato il preservativo, spargo la crema anche sulla cappella. Poi mi stendo su di lui, gli passo la lingua sul collo, lo bacio, gli mordicchio l’orecchio ed esercito un po’ di pressione sul buco. Lo bacio ancora, poi gli mordo con forza una spalla ed entro. Lui sussulta. È splendido sentire la carne che cede con fatica.

- Seth!

- Will!

Mi sono venute alle labbra parole assurde, che ho ricacciato indietro: stavo per dirgli che lo amavo. Lo conosco appena, che cazzo mi passa per la testa? Ma questa scopata è grandiosa, questo corpo che ora mi appartiene, questo culo che ora sto fottendo… mi sembra di essere ubriaco.

Ci do dentro, dando fondo a tutte le mie risorse. Voglio che per Will questa scopata sia grandiosa, come lo è per me. Voglio che se la ricordi per tutta la vita. Le mie mani, la mia bocca e il mio cazzo lavorano e io sento il piacere salire dentro di me, riempirmi tutto, stringermi, strizzarmi i coglioni e infine riversarsi fuori. Gemo e anche Will emette un suono sordo, una specie di grugnito.

- Seth! Cazzo, Seth!

- Will!

Rimaniamo stesi uno a fianco dell’altro, le nostre mani strette.

- C’è una cosa che voglio chiederti, Seth.

Va bene, adesso mi sentirò porre la domanda che mi hanno posto almeno in cento in questi giorni. Ma questa volta va bene, questa volta non mi verrà voglia di strozzare nessuno.

Will chiede, ma la domanda non è quella che mi aspettavo:

- Vorrei che ci mettessimo insieme, io e te. Che ne dici?

Rimango un momento senza fiato. Certo, quanto Will ha detto nell’intervista andava in questa direzione. Ma poi c’è stato il finale, più tutte le cazzate su Facebook e PornStyle e anch’io ho pensato solo più all’ultima parte dell’intervista.

Non sto con nessuno, da diversi mesi ormai, da quando io e Al ci siamo lasciati (da quando lui ha lasciato me, per essere esatti, ma non è stato un dramma: non funzionava, me ne rendevo conto anch’io). Ma l’idea di stare con Willbear mi piace, moltissimo. Sì, lo voglio, lo voglio. Voglio lui, mi rendo conto di essere già un po’ innamorato.

- Sì Will, è quello che desidero.

E dopo che ci siamo baciati, mi giro, in modo da offrirgli il culo, perché so che lo vuole, anche se non ha posto la domanda. Lo amo anche per questo.

 

2014

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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