QUARANTOTTESIMA
NOTTE Nel
tardo pomeriggio il re tornò nella torre. E il mattino seguente Masoud riprese a narrare. Poco dopo arrivarono venti
uomini. Dieci sembravano guerrieri, armati di lancia, e dieci non aveva armi
e i tratti del loro viso li facevano apparire creature quasi demoniache.
Costoro entrarono nella tenda e trascinarono fuori Hamza.
Il guerriero si dibatteva, ma erano in molti a tenerlo, legato con corde, e
Nadir poteva vedere che le loro unghie erano conficcate nella carne di Hamza e la laceravano, facendo scorre il sangue. Un uomo che sembrava il
capo diede un ordine e muovendosi tutti insieme, i dieci guerrieri
affondarono le loro lance nel corpo di Hamza. Hamza lanciò un grido. I servitori lasciarono il
guerriero, che cadde al suolo. I guerrieri allora estrassero le loro lance e
le immersero nuovamente nella carne, due volte, finché il corpo di Hamza rimase immobile. Nadir pianse amaramente,
anche se sapeva che Hamza sarebbe tornato in vita. Allora Cielo sereno scese
al galoppo e riportò Nadir al suo accampamento. Anno dopo anno, Nadir
tornava ai monti in autunno. Ogni volta amava Hamza
e lo vedeva morire, trafitto da pugnali o da frecce, soffocato da una corda,
morso da un serpente. E poi per undici lunghi
mesi Nadir viveva in castità e solo i sogni ardenti in cui tornava Hamza scioglievano la tensione che il desiderio creava
dentro di lui. Il corpo di Nadir
cambiava: il giovane diventava un adulto vigoroso, la cui forza destava
l’ammirazione di tutti e il desiderio di molti. Nella palestra di lotta,
gli schiavi sussurravano tra di loro, ammirati, vedendo la virilità del
giovane principe. - Di anno in anno, il
principe diventa un uomo sempre più forte. - Ha un corpo vigoroso
come un’antica quercia. - Ed è un maschio
glorioso. Molti uomini non nascosero
il loro desiderio, ma Nadir rimase sempre fedele a colui che amava. Mai egli
conobbe altro uomo. Il fratello si sposò e
generò tre figli. Nadir non aveva moglie. Quando compì trent’anni, il padre
lo chiamò a sé. - Figlio mio, è ora che tu
ti sposi. Scegli tra le fanciulle del regno quella che preferisci. Nessuna ti
dirà di no. Oppure, se lo desideri, manderò un inviato negli altri regni,
affinché egli scopra qual è la più bella tra le figlie di re: la chiederò in
sposa per te. Nadir era sempre stato un
figlio obbediente e rispettoso, ma alle parole del padre il suo viso si fece
cupo come il cielo quando una tempesta si avvicina. - Perché mi parli di darmi
una moglie, padre? Non è quanto io desidero. - Figlio, sono ormai
anziano, e tu prenderai un giorno il mio posto. Vorrei vederti sposato. - Solo il Signore sa qual
è l’ora della morte fissata per ognuno di noi. Io spero che tu viva ancora a
lungo, padre. Ma ti prego, non parlare più di sposarmi. Mio fratello ha tre
figli, che potranno regnare e assicurare la tua discendenza. - Figlio, non voglio
impormi. Se preferisci i giovani maschi, permettimi per questo giorno di
regalarti i più belli tra i miei schiavi. Sceglili tu stesso, in base ai tuoi
desideri. Io vorrei renderti felice e altro non chiedo. Il re, vedendo Nadir così
forte e virile, non sospettava certo che egli si offrisse a un altro maschio. - Ti ringrazio per il tuo
affetto, padre, ma non mi offrire nulla. Vivo bene così come sono. Niente mi
manca. Ti ringrazio per le tue premure. Il re si rassegnò. Il decimo autunno giunse.
Ancora una volta Nadir ritrovò Hamza e fu felice.
Si era mantenuto fedele all’uomo che amava e mai aveva toccato un altro
maschio o una donna. - Quest’anno sarai
liberato dalla maledizione, Hamza? - Sì, la mia morte sarà
l’ultima. - E potremo poi amarci
liberamente e rimanere insieme? - Sì, ma non posso dirti nulla
ora. Dopo una settimana, per
l’ultima volta Nadir salì sul cavallo di Hamza. Si
chinò verso di lui e si baciarono ancora appassionatamente. Poi il cavallo partì. Dall’alto Nadir vide un
intero esercito arrivare. Hamza fu catturato,
spogliato dei suoi abiti e legato. Un elefante ne schiacciò il corpo. Nadir
sapeva che Hamza sarebbe ritornato in vita, ma
sentì un’angoscia profonda stringergli il cuore in una morsa. Cielo sereno portò Nadir
al suo accampamento, come aveva fatto per altre nove volte. Nadir si chiese
se Hamza sarebbe giunto, per cui non diede ordine
di tornare in città. Hamza non apparve. Perciò il giorno dopo Nadir
risalì a cavallo e tornò al luogo dove sorgeva l’accampamento di Hamza, ma non vi era più la tenda e ne rimanevano appena alcune
tracce sul terreno. Per una settimana intera
Nadir rimase sui monti cercando Hamza, poi, il
cuore greve, tornò in città. Per
il re era giunta l’ora di lasciare la torre ed egli baciò ed abbracciò Masoud, poi se ne andò. |
||||||||||||||||