TERZA NOTTE Verso
sera, il re raggiunse la torre. Ruppe il sigillo e Masoud
si alzò e si inchinò davanti a lui. Vedendolo,
il desiderio si accese nel re e, dopo che furono saliti sulla torre, il re ordinò
a Masoud di spogliarsi e di stendersi sui cuscini.
Il comandante si tolse gli abiti e il re ammirò la bellezza perfetta
dell’uomo. Poi Masoud si stese e il re accarezzò i
fianchi che egli aveva preso per primo. Il desiderio aveva teso la sua verga
e il re possedette il corpo che gli si offriva. A lungo lo accarezzò e lo
baciò, finché il suo desiderio si saziò. Poi bevvero e mangiarono e infine si
misero a dormire. Al
mattino il re chiese: -
Come prosegue la storia? Masoud
rispose: -
Così, mio sovrano: Il mercante Kamal disse: - Se tu mi prenderai, per
me sarà la morte. Come farò a portare i fiori al medico che cura il giovane?
Il mio sacrificio sarà vano. Il Demone Rosso fu colpito
dalle parole di Kamal e gli rispose: - Ti prometto che farò
avere oggi stesso i fiori al medico. Ma tu mi rimarrai qui e quando tornerò,
ti prenderò. Kamal tremava, ma era
risoluto a salvare il giovane, anche a costo della vita. - Così sia. - Raccogli i fiori. Kamal raccolse dieci fiori
rossi e li mise nella borsa che aveva portato con sé. Disse al Demone Rosso
chi era il medico che curava il giovane e qual era la città. Il Demone lo
condusse in una radura, dove vi erano cuscini e bevande. - Aspettami qui. Il Demone si trasformò in
un’aquila e volò via, tenendo la borsa nel becco. Kamal rimase solo e
pensieroso, mentre la notte scendeva. Tra sé diceva: “La morte mi attende.
Cercare di fuggire sarebbe ignobile, poiché ho promesso di rimanere qui.
Debbo rassegnarmi al mio destino.” Kamal pregò brevemente,
poi bevve e attese. L’aquila arrivò alla casa
del medico, entrò dalla finestra aperta e posò sul tavolo la borsa con i
fiori rossi. Poi aprì le ali e volò via. Kamal vide l’aquila
tornare. Appena toccò terra, essa riprese le sembianze del demone. - Stenditi sul cuscino,
Kamal. Kamal obbedì. Chiuse gli
occhi e sentì premere contro i propri fianchi il membro vigoroso del demone,
come un palo preparato per trafiggere colui che è stato condannato a morte. Quando
esso entrò dentro di lui, Kamal sentì il dolore della carne lacerata e gli
parve di svenire, ma provò nello stesso tempo un piacere fortissimo. Il
Demone cavalcò a lungo e in Kamal piacere e dolore si mescolavano. Quando infine
il seme si sparse dentro di lui, Kamal gridò e perse i sensi, ma il Demone
Rosso, grazie ai suoi poteri, impedì alla sua anima di lasciare il corpo e
gli rese la vita che fuggiva. Intanto il medico, che
aveva sentito un rumore, era entrato nella stanza e aveva visto la borsa che
aveva dato al mercante. - Che significa questo? Aprì la borsa e vide i
fiori. Pensò: “Questa è opera di uno spirito, forse dello stesso Demone Rosso.” Prese i fiori, preparò
l’unguento e si recò alla locanda. Abaan gemeva e
delirava. Il medico cosparse il corpo del giovane con l’unguento e i lamenti
si calmarono. Il giovane sprofondò nel sonno e il giorno seguente si ridestò
guarito. Vide il medico che era al suo capezzale e gli chiese: - Sei tu che mi hai
guarito? - Sì, ma non sono io che
ti ho procurato la medicina necessaria. È stato un mercante, lo stesso che ha
pagato perché tu venissi alloggiato qui, che Dio abbia pietà della sua anima. - Perché dici questo,
medico? È forse morto? - Credo che lo sia, perché
non è tornato dalla sua spedizione. Il giovane chiese spiegazioni
e il medico raccontò tutto ciò che sapeva. Abaan si
stupì nel sentire che questo mercante aveva fatto tanto per lui, rischiando
la sua stessa vita. - Pensi che il Demone lo
abbia ucciso? - Temo che così sia
avvenuto. E se invece egli è ancora vivo, di certo è prigioniero. - Partirò per cercare di
liberarlo. - Bada, troverai anche tu
la morte. - Sarà quel che il Signore
vorrà, ma di certo non posso pensare che egli sia prigioniero per avermi
salvato. Il medico cercò di
dissuadere il giovane, ma poiché questi si ostinava, gli spiegò come poteva
raggiungere i monti del Demone Rosso. Diede ad Abaan
una piccola somma, affinché questi potesse comprarsi un abito e procurarsi da
mangiare nel viaggio e lo salutò, certo in cuor suo che il giovane avrebbe
trovato la morte. Il
re seguiva la storia con vivo piacere, ma la luce del mattino e il gong
annunciarono la fine della notte. Masoud sorrise e
disse: -
Il mattino è giunto, mio re. Il
re voleva sapere come proseguiva la storia, perciò disse: -
Ti dono un altro giorno di vita in ringraziamento della tua storia. Quando
scenderà la notte, tornerò e mi racconterai che cosa succede al giovane. Detto
questo il re si preparò e, dati gli ordini ai servitori e al boia, se ne andò
apponendo sulla porta della stanza il suo sigillo. |
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