SECONDA NOTTE

 

Verso sera, il re raggiunse la torre. Salì la scala e arrivò davanti alla porta. Controllò il sigillo e vide che era intatto. Lo spezzò ed entrò. Masoud lo attendeva, seduto su un tappeto. Il comandante si alzò e si inchinò. Salirono di nuovo in cima alla torre.

Il desiderio del re si accese.

- Inginocchiati davanti a me, Masoud.

Masoud obbedì. Il re si calò i pantaloni e con un gesto indicò il suo membro che si ergeva vigoroso. Masoud lo accolse nella sua bocca e a lungo le sue labbra e la sua lingua lo accarezzarono, finché il re conobbe il piacere e verso il suo seme nella bocca del comandante delle guardie.

Bevvero e mangiarono insieme, poi si addormentarono e all’alba si destarono entrambi.

- Ora, Masoud, raccontami che cosa successe al giovane.

- Certo, mio signore.

 

Il giovane Abaan giaceva a terra, privo di sensi, quando lungo la strada passò un mercante di panni, diretto in città con un carico di merci. Egli aveva viaggiato diverse ore nel pomeriggio precedente, per essere vicino alle porte della città all’alba e poter entrare non appena le porte fossero state aperte: era infatti giorno di mercato e molta gente si sarebbe recata in città. L’uomo, che si chiamava Kamal, vide il corpo steso a terra e si avvicinò. Pensò che il giovane fosse morto, ma lo sentì gemere. Lo raccolse e lo avvolse in una delle sue stoffe, pensando: “Non posso certo abbandonare al suo destino questo giovane che soffre e ha il corpo piagato.” Kamal appoggiò il giovane sulle stoffe ed entrò in città. Avrebbe voluto raggiungere subito il mercato, ma si fermò presso una locanda e chiese se qualcuno conosceva il giovane e se questi aveva una famiglia a cui rivolgersi.

Il locandiere guardò il giovane, che delirava, e disse:

- Questi è Abaan ibn Abdul-Kareem. Egli è povero e non ha famiglia, né nessuno che possa ospitarlo. So che spesso dorme per strada.

- Locandiere, puoi ospitarlo per questa giornata, mentre io sarò al mercato a vendere le stoffe, e chiamare un medico che si occupi delle sue ferite?

Kamal aveva fretta: se fosse giunto tardi al mercato non avrebbe più trovato un buon posto e non sarebbe riuscito a vendere le sue merci.

- Mercante, questa è una locanda e non posso dare una camera a chi non può pagare. Lasciami una pezza di stoffa per la camera e una per il medico e mi occuperò io di Abaan.

Kamal diede le due pezze di stoffa e il locandiere fece portare il giovane in una stanza e chiamare il medico.

- Locandiere, io sarò al mercato. Passerò più tardi per avere notizie.

Kamal raggiunse il mercato e trovò un posto dove vendere la sua merce. Fu fortunato, perché alcune donne si fermarono al suo banco e, vedendo che le stoffe erano belle e il prezzo giusto, ne comprarono molte. Altre donne si avvicinarono, vedendo tanta gente che comprava, e a metà giornata Kamal aveva già venduto tutto.

Assai contento egli tornò alla locanda, pensando di fermarvisi per mangiare e poi tornare a casa.

Quando entrò, il locandiere gli disse:

- Il medico vuole parlarvi.

Kamal passò a vedere il giovane, che delirava, poi si diresse dal medico. Questi lo accolse, dicendogli:

- Il giovane Abaan sta molto male. La sua pelle è bruciata e di certo egli morirà.

- Non c’è modo di salvarlo?

- Sì: bisognerebbe cospargere la sua pelle di un unguento, che guarirebbe le piaghe.

- E allora perché questo non è stato fatto?

- Per preparare l’unguento è necessario raccogliere i fiori di una pianta che cresce alle pendici dei monti del Demone Rosso e nessuno osa recarsi in quelle terre infestate da creature diaboliche.

Kamal chinò il capo.

- Non c’è altro modo di salvare il giovane?

- No, io posso lenire il suo dolore e tenerlo in vita fino a che la luna sarà piena, ma se non avrò le piante per quella notte, la morte lo ghermirà.

Affranto, Kamal tornò alla locanda. Raggiunse la camera dove il giovane delirava e si inginocchiò al suo fianco. Il giovane gemeva, con le palpebre abbassate. Ma, forse sentendo Kamal vicino a sé, apri gli occhi e lo fissò.

- Aiutami, ti prego, aiutami!

Poi il giovane chiuse gli occhi e riprese a lamentarsi.

Kamal rimase a lungo in silenzio, poi si alzò e uscì. Tornò dal medico e disse:

- Medico, spiegami come posso raggiungere i monti del Demone Rosso.

Il medico lo guardò a lungo, poi annuì. Gli spiegò la strada che doveva percorrere e gli descrisse i fiori che servivano per preparare l’unguento.

- Ma bada, mercante, molti sono partiti per quelle montagne, ma pochi hanno fatto ritorno.

- Il Signore avrà pietà di me e del giovane.

Allora il medico gli diede una borsa per raccogliere i fiori.

Kamal pagò il medico perché assistesse il malato e pagò al locandiere la camera per dieci giorni: tanto mancava alla luna piena.

- Se non sarò tornato entro dieci giorni, il giovane morirà e la tua camera sarà libera.

Kamal lasciò il suo carro in città e salì a cavallo. Cavalcò per quattro giorni, finché raggiunse le pendici dei monti del Demone Rosso. Qui incontrò alcuni uomini che conducevano al pascolo i cavalli del re. Egli chiese loro dove poteva trovare i fiori che cercava. Essi cercarono invano di convincerlo a rinunciare alla sua impresa. Poiché Kamal si mostrava ostinato, gli diedero alcune indicazioni, ma in cuor loro erano certi che andasse alla morte.

 

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Lasciò il cavallo presso l’ultima casa e salì lungo il sentiero che attraversava un bosco. Qui lo colse la notte ed egli si stese a dormire. Il mattino seguente riprese il sentiero, guardando intorno a sé, sempre sperando di vedere i fiori. C’erano molte piante, ma esse avevano fiori gialli, bianchi, azzurri, viola, blu, rosa e non rossi, come quelli che il mercante cercava.

Salì ancora, senza mai smettere di cercare, ma le ore passavano e della pianta che cercava sembrava non esserci traccia.

Era ormai giunta la sera e il mercante disperava di riuscire nella sua impresa, quando improvvisamente vide i fiori rossi che servivano per preparare l’unguento. In quel momento però si levò un vento impetuoso, che fece cadere Kamal a terra. Accanto a lui apparve un demone, rosso come le fiamme, che per capelli e barba aveva lance di fuoco e un grande membro. Il demone gridò, con una voce che fece tremare Kamal:

- Chi sei tu, che hai osato venire fino qui a sfidarmi?

Kamal si sentì perduto. Si gettò a terra e, senza osare alzare lo sguardo, disse:

- Non è mia intenzione sfidare te, possente Demone Rosso. Cerco questi fiori per guarire un giovane che è in punto di morte.

Il demone guardò Kamal e, vedendo che era un uomo bello di aspetto, gli disse:

- Se vuoi che ti lasci portare via questi fiori, devi offrirti a me.

Kamal guardò atterrito il demone, il cui membro possente già si ergeva verso il cielo. Egli sapeva bene che nessun uomo sopravvive quando un demone lo penetra.

 

Il re ascoltava con attenzione, ma ormai il cielo impallidiva e il gong risuonò lontano. Masoud sorrise e disse:

- Il mattino è giunto, mio re. Per te è tempo di dare udienza, per me di morire.

Il re non disse nulla. Masoud si vestì.

Il re era curioso di sapere che cosa sarebbe successo al mercante. Perciò disse:

- Ti dono un altro giorno di vita in ringraziamento della tua storia. Quando scenderà la notte, tornerò e mi racconterai che cosa succede al mercante.

Detto questo il re si preparò e, dati ai servitori e al boia gli ordini, se ne andò apponendo sulla porta della stanza il suo sigillo.

 

 

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