QUARTA NOTTE

 

Verso sera, il re raggiunse la torre. Ruppe il sigillo e Masoud si alzò e si inchinò davanti a lui.

Vedendolo, il desiderio si accese nel re e, dopo che furono saliti sulla terrazza della torre, egli si congiunse a lui, due volte, prima prendendone i fianchi vigorosi e poi spargendo il suo seme nella bocca del comandante.

E dopo le bevande e il cibo e il sonno ristoratore, Masoud riprese a narrare.

- Così prosegue la storia:

 

Abaan non possedeva un cavallo, per cui si avviò a piedi. Lungo la strada si fermava per la notte nelle locande che trovava o, quando non vi era nessuno che potesse ospitarlo, dormiva all’aperto, poiché era primavera e le notti non erano fredde.

Un giorno, in tarda mattinata, giunse infine in vista dei monti del Demone Rosso. Li vide tanto alti, che lo sguardo si perdeva e si chiese che cosa fare. Non poteva certo pensare di combattere contro il Demone.

Abaan proseguì nel cammino finché non arrivò ai piedi dei monti. Essendo ormai notte, cercò un luogo dove dormire. Tante volte aveva dormito all’aperto, ma così vicino ai monti lo prese il timore. Si guardò intorno e vide non lontano una piccola luce che brillava. Tra sé disse: “Ecco qualcuno che forse potrà ospitarmi e darmi qualche consiglio.”

Avvicinandosi, vide che c’era una piccola capanna isolata, di fronte alla quale un uomo molto anziano aveva acceso un fuoco: si trattava di certo di un eremita, che aveva scelto di vivere lontano dal mondo. Quando fu giunto davanti a lui, ad Abaan parve che gli si fermasse il cuore, perché l’uomo assomigliava a suo padre come una goccia d’acqua. Lo stupore gli impedì di parlare ed egli rimase muto a guardare l’eremita.

 

 

- Siediti, Abaan, e non ti stupire. Io non sono tuo padre, ma ho assunto la sua forma per incontrarti.

Abaan non si sedette, ma si prostrò davanti a lui e chiese:

- Chi sei tu?

- Sono lo spirito di un peccatore. Per espiare le mie colpe, devo aiutare un uomo dal cuore puro E il tuo cuore è puro, Abaan. Perciò ti insegnerò come colpire il Demone rosso e liberare colui che ha rischiato la sua vita per salvarti.

Abaan rispose, rimanendo prostrato a terra.

- Ti ringrazio. Non merito il tuo aiuto, ma se mi permetterai di liberare colui che mi ha salvato, ti sarò per sempre grato.

- Mettiti a sedere Abaan, e ti dirò che cosa devi fare.

Abaan obbedì.

- Ogni giorno il Demone Rosso lascia la sua dimora quando il sole è alto in cielo e vi fa ritorno quando il sole si abbassa a occidente. Tu ti muoverai soltanto quando sarà partito e raggiungerai il suo palazzo, che si trova nel cuore della montagna. Io ti indicherò la strada. Quando sarai giunto, troverai l’uomo che ti ha salvato e insieme a lui preparerai quanto occorre per vincere il Demone Rosso, liberando questi monti dalla sua tirannia.

L’eremita spiegò ad Abaan tutto quello che doveva fare e gli diede tre oggetti: uno specchio, un diamante e un drappo nero.

Abaan dormì nella capanna dell’eremita. Il mattino dopo mangiò un pasto frugale e si avviò lungo il sentiero che gli era stato indicato. Esso costeggiava dirupi profondi e se Abaan avesse messo un piede in fallo, sarebbe andato incontro alla morte. Il giovane tremava, ma andava avanti facendosi forza. Il sentiero entrò in un bosco, dove non risuonava canto d’uccello. L’unico rumore era quello del torrente che vi scorreva. Dopo aver a lungo camminato tra gli alberi, Abaan giunse davanti a una parete d’oro. In alto vi era un ampio cerchio e intorno a esso una fascia decorata. Abaan sapeva che il cerchio era la porta del palazzo del Demone Rosso, ma essa si apriva solo quando il Demone giungeva in volo.

 

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Seguendo le istruzioni ricevute, Abaan prese il drappo nero e lo avvolse intorno a sé, coprendo anche il capo. Gli parve di essere allora sollevato in volo e solo quando nuovamente sentì il suolo sotto i piedi, si tolse il drappo e si guardò intorno.

Era giunto in un palazzo luminoso, in cui le pareti delle stanze avevano incrostazioni d’oro e d’argento e i pavimenti di marmo erano ricoperti da ricchi tappeti. Alle pareti pendevano preziosi tendaggi di seta, finemente ricamati. Il vasellame era d’oro e di cristallo e i mobili delle essenze più pregiate, con intarsi di avorio e di ebano. Muovendosi per il palazzo, Abaan vide giardini ricchi di vegetazione, in cui cresceva ogni albero da frutto, uccelli che cantavano sui rami, fontane da cui sgorgava acqua, aiuole colme di fiori. Ma gli alberi producevano frutti d’oro e di rubino, l’acqua delle fontane usciva mista a diamanti, gli uccelli avevano occhi di smeraldo e i fiori avevano petali d’oro e di perle.

Mai Abaan aveva veduto niente di simile e di certo neanche i palazzi dei ricchi sovrani dovevano essere così belli.

Il palazzo sembrava disabitato. Abaan attraversò molte stanze e ognuna gli apparve più bella e ricca della precedente. Vi erano sale per banchetti, con tavole imbandite, in cui si trovava ogni prelibatezza.

Giunse infine in una stanza dove un uomo giaceva su un letto, nudo: era Kamal, il mercante che gli aveva salvato la vita. Abaan lo guardò e il desiderio si accese in lui. Si chinò sull’uomo che dormiva e gli accarezzò il volto.

Kamal si destò dal sonno e si stupì di vedere Abaan.

- Tu sei il giovane ferito. Che fai qui? Non sai che è la dimora del Demone Rosso? Egli ti ucciderà. Fuggi, finché sei in tempo.

- Sono venuto a salvarti, come tu hai salvato me.

- E come potresti salvarmi? Fuggi e non rischiare la tua vita!

- Uno spirito benevolo mi ha rivelato come fare.

Abaan si sedette sul letto e raccontò tutto ciò che l’eremita gli aveva detto, ma il desiderio di Kamal lo tormentava. Egli però non rivelò ciò che ardeva nel suo cuore.

Mentre attendevano il ritorno del Demone, Kamal chiese ad Abaan in che modo il suo corpo era stato ustionato. Abaan narrò del suo incontro con la jinnyya.

- Perché non hai accettato il suo invito? Avresti avuto ricchezze e grande piacere, poiché dicono che i jinn sono maestri nell’arte di amare.

Abaan chinò il capo, vergognandosi. Il corpo nudo di Kamal destava in lui il desiderio, ma egli non osava dire nulla.

- Non desideravo ciò che ella mi proponeva.

- Eppure dicono che le jinnyya siano bellissime.

Abaan arrossì. Non osava dire ciò che aveva nel cuore, per cui chiese a Kamal come il Demone l’avesse catturato. Kamal raccontò l’accaduto e il desiderio si accese ancora più forte in Abaan. Kamal concluse:

- E ogni notte mi prende tre volte, ma i suoi poteri mi ridanno la vita che il suo amplesso spegnerebbe.

- Questo subisci per avermi salvato!

- Abaan, mentirei se ti dicessi che non provo piacere. Anche se il suo membro è talmente possente che mi squarcia le viscere, io spargo il mio seme. Ma certo nulla desidero più della libertà e sarei ben felice di liberarmi del Demone Rosso.

E mentre diceva questa parole si alzò il vento, che penetrò nella stanza: il Demone era in arrivo.

 

Ancora una volta la luce del sole e il suono del gong interruppero il racconto e il re, dopo aver fatto portare l’occorrente, appose il sigillo e se ne andò.

 

 

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