9 -
Il Rosso e il Nero L’incontro
avviene il giovedì sera. È il primo della serata, perché Harry non ha mai
combattuto: se ci sono lottatori nuovi, si affrontano sempre nel primo incontro,
quelli successivi sono riservati ai lottatori esperti. Nel
pomeriggio Greg ha ancora allenato Harry e gli ha dato una serie di
istruzioni: l’incontro deve essere convincente. Harry
si dà da fare, anche se l’idea di fare male a Greg lo disturba. Qualche colpo
ben assestato da parte di Greg gli ricorda che non stanno giocando e Harry
reagisce. Il combattimento si fa più vivace. Harry è forte, ma Greg ha
un’esperienza di gran lunga superiore e conosce perfettamente i punti deboli
di Harry. Quando
infine Greg decide che può concludere l’incontro senza deludere il pubblico,
colpisce Harry, mandandolo a terra. Il giovane potrebbe rialzarsi e cercare
di lottare ancora, ma non ha senso. Quando l’arbitro ha decretato la vittoria
di Greg, è Greg stesso ad aiutare Harry a rialzarsi, porgendogli la mano. -
Tutto bene, Harry? Harry
sorride, anche se è un po’ intontito. -
Sì, come dice il mio maestro, sono solo pugni. Greg
ride. A
Greg si avvicina Ernest Becker. - È
stato un piacere vederla combattere, Wheelsand. Un
incontro vero con un avversario forte, non una schermaglia come avviene con
me. Greg
risponde: -
Non si sottovaluti, lord Becker. Lei è diventato davvero bravo. Greg
lo pensa davvero: Becker sarebbe sicuramente in grado di battere Harry.
Darebbe del filo da torcere anche a lui, Greg ne è sicuro. -
Non ci credo, anche se devo dire che ho avuto un ottimo maestro. Greg
ride. Questo è Ernest Becker, sempre pronto a fare un complimento sincero,
sempre cordiale. Intanto
Harry è stato raggiunto da Ronaldson, che come al
solito ha il viso coperto, e da Bart. -
Rosso, ne approfitto per presentarti il Nero. Harry
sorride e tende una mano a Bart, mentre dice: - Mi
chiamo Harry. - Io
sono Bart. Istintivamente
Harry prova simpatia per questo maschio forte. Ronaldson
dice: -
Voi due vi affronterete presto. Di questo parleremo in altro momento, ma è
utile che incominciate a fare conoscenza. A
Harry non sfugge che Ronaldson, mentre parla con
loro, sembra guardare con attenzione Greg e lord Becker, che chiacchierano
cordialmente. Ha paura che Greg si lasci sfuggire qualche cosa? Ma che cosa
potrebbe dire Greg di compromettente? Harry non è in grado di dare una
risposta: non conosce Ronaldson e non sa quasi
nulla degli affari di cui si occupa. Due
giorni dopo, Ronaldson manda a chiamare Harry.
Nella stanza c’è già Bart, il Nero. - Vi
ho chiamati perché, come vi ho anticipato, organizzerò un incontro tra voi
due. Il Rosso contro il Nero. Come alla roulette. Rien ne va plus. Ronaldson ride, poi si rivolge a Bart: -
Nero, tu sei molto più esperto, quindi so che vincerai l’incontro. Ma non
devi fare male al Rosso. Non voglio che abbia grossi lividi o ferite. Bart
si chiede se Harry lavori al bordello di Ronaldson.
Sa benissimo che molti spettatori cercano di scopare con i lottatori e
probabilmente Ronaldson conta di soddisfare le loro
richieste, facendosi pagare adeguatamente. Ronaldson prosegue: - Vi
allenerete un po’ insieme. Così avrete modo di studiarvi, di capire come
muovervi e di prepararvi all’incontro. Tu, Harry, alternerai le lezioni di
Greg con l’allenamento insieme al Nero. Bart
e Harry incominciano subito. A Harry è immediatamente chiaro che Bart è molto
più forte di lui, ma nota che il Nero non approfitta della sua superiorità.
Ogni tanto Bart gli dà qualche consiglio: non di rado gli fa le stesse
osservazioni di Greg. Con
lui Harry si trova bene, anche se deve sempre incassare. Una volta che riesce
a colpire Bart bene, questi gli fa i complimenti. A
Bart Harry piace, parecchio. È un bell’uomo e gli sembra che abbia un buon
carattere. Bart tende a litigare in fretta con gli altri, ma con Harry non
succede. Dopo
la lotta Bart e Harry si lavano. Bart chiede: -
Come mai sei finito in questo giro di merda, Harry? Harry
guarda Bart. Scuote il capo. Sorride e risponde: -
Potrei farti la stessa domanda, Bart. - Io
in questa merda ci sono nato e vissuto. Ho cercato di uscirne, ce l’avevo
anche fatta, ma grazie a un bastardo di nobile ci sono ricaduto dentro. Ma tu
non ci sei nato. Non ti sei mai venduto. -
Per un bastardo di nobile? Non mi dire che si tratta di lord Bentham. - Bentham? So chi è, l’ho visto due anni fa, mi pare, dai Parry. No, quello che mi ha ricacciato nella merda è Shaffield. - Shaffield non lo conosco. Quanto a Bentham,
è per colpa sua che ho perso il lavoro e sono qui. -
Tutti e due fottuti da un nobile. Ma io l’ho fottuto, davvero. Harry
aggrotta la fronte. -
Che cosa intendi dire? Bart
esita un attimo, ma di Harry si fida. - Quel
bastardo voleva che mi spogliassi, voleva vedermi nudo. Di sicuro voleva
farsi scopare da me. Ma io non ne avevo nessuna intenzione. Dopo anni di una
vita di merda, avevo trovato lavoro come stalliere, mi davo da fare e i miei
padroni erano soddisfatti di me, insomma, magari non era come vivere in un
castello, ma me la cavavo. Poi è arrivato quello schifoso di Shaffield. Mi ha visto nella scuderia, a torso nudo.
Voleva che mi spogliassi. E dato che mi sono rifiutato, mi ha fatto
licenziare da lord Parry, dicendogli che l’avevo
offeso. Bart
non racconta di aver stuprato Shaffield. Se Harry
gli chiederà spiegazioni della frase “Ma io l’ho fottuto, davvero”,
racconterà anche questo. Harry
scoppia a ridere. Bart lo guarda, stupito e leggermente irritato. Chiede: -
Perché ridi? Nel
suo tono di voce trapela il fastidio che prova. -
Scusa. Non c’è niente da ridere, lo so bene. È che anch’io ho perso il posto
per una faccenda del genere, solo che io non mi sono tirato indietro. Bentham voleva farselo mettere in culo e io ho accettato,
per evitare guai, magari che mi licenziassero, come è successo a te. Anche
perché mi avrebbe dato qualche cosa, lo ammetto. - Ma
se hai fatto quello che lui voleva, allora perché sei stato licenziato? - Mentre… mi davo da fare, è arrivato lord Tumblestone, il mio padrone. E quel figlio di puttana di Bentham ha detto che io l’avevo violentato. Bart
scuote la testa. Freme di rabbia. L’episodio è l’ennesima conferma di ciò che
Bart ha sempre pensato: i nobili sono tutti luridi figli di puttana. Harry
prosegue: - Tumblestone voleva farmi ammazzare. L’avrebbe fatto. Per
fortuna sono riuscito a scappare. Mi hanno cercato con i cani. Se mi avessero
trovato, ero finito: a un irlandese puoi fare quello che vuoi. Mi avrebbe
fatto picchiare a morte. - E
così sei venuto a Londra. -
Sì, mio zio viveva qui. Era l’unico parente che mi era rimasto. Ma ho
scoperto che mio zio si era appena trasferito negli Stati Uniti. Harry
scuote la testa e aggiunge: - Io
non lo sapevo, ma mio zio era il proprietario del bordello. Però, prima che
io arrivassi, l’aveva ceduto a Ronaldson ed era
partito. Così mi sono ritrovato a Londra senza un penny. -
Tutti e due nella merda grazie a un nobile infoiato. -
Esatto. - Io
li odio tutti. -
Sì, sono uno peggio dell’altro. Se ne salvano pochi. Becker, da quel che mi
dicono. -
Chi è? -
Quello biondo con la barba, che viene agli incontri, a viso scoperto. -
Quello biondo, hai detto? -
Sì, lui. Greg, il mio allenatore, lo conosce. È lui che gli dà lezioni di lotta.
Dice che è un’ottima persona, che è generoso e sempre pronto ad aiutare chi
ne ha bisogno. Bart
storce la bocca. -
Figurati. Un nobile! Non credo che sia migliore degli altri. È un pezzo di
merda anche lui. Harry
non insiste. Si fida del giudizio di Greg, ma non conosce direttamente lord
Becker: non ha motivo per difenderlo davanti a Bart. Su
richiesta di Ronaldson, Greg assiste a uno dei loro
allenamenti. Non è contento che Harry debba affrontare il Nero, ma Ronaldson gli ha detto che il Nero non farà male a Harry.
Non si tratta di un incontro truccato, perché a vincere sarà il più forte ed
è difficile che chi conosce entrambi punti su Harry. Ma non è neanche un vero
incontro. Greg
non è a proprio agio con il Nero, perché non sa se sarà ostile come l’unica
volta che si sono parlati. Decide che è meglio far finta che non sia successo
niente. Anche Bart dev’essere dello stesso parere, perché non fa nessun
riferimento al loro primo incontro e non si dimostra maldisposto nei
confronti di Greg. In
breve, quando a entrambi è chiaro che ciò che è successo in passato è
irrilevante, il clima diventa meno teso. Bart non è una bestia brutale come a
Greg era parso al loro primo incontro. È soltanto un uomo incazzato con il
mondo e probabilmente ha anche i suoi buoni motivi per esserlo. Greg
dà alcuni consigli anche al Nero, che li accetta e ringrazia. Harry allora
scherza: -
Così non va mica bene, Greg: questo mi mena e tu lo aiuti pure! Presto
tra loro tre si instaura una relazione amichevole e si trovano spesso a
scherzare. Gli incontri diventano una piccola parentesi di cameratismo e
allegria in giornate che per nessuno dei tre sono leggere. Harry
si lamenta: -
Però la lotta non è fatta per me. Non c’è gusto a prenderle sempre. Greg
ride. -
Presto sarai in grado di battere i tuoi avversari. Non tutti. Non certo uno
come lui. Per quello ci vorrà più tempo. -
Neanche se gli mettiamo un po’ di oppio nella birra prima dell’incontro? - Tu
dici? È un’idea. Bart
ride. È la prima volta che Greg e Harry lo vedono ridere. Ma in effetti Bart
non ride spesso: non ne ha molti motivi. -
Non bevo mai prima di un incontro. Harry
scuote la testa sconsolato e dice: -
Sarà meglio che mi cerchi un altro lavoro. Tutti
e tre vorrebbero trovarsi un altro lavoro, ma non è facile. Se Bart e Harry
cercassero lavoro in base alle loro competenze, dovrebbero dire presso chi
hanno lavorato negli ultimi anni e le loro referenze sarebbero controllate:
di certo nessuno sarebbe disposto ad assumere uno stalliere licenziato per
aver insultato un marchese o un whipper sorpreso mentre tentava di violentare
un conte. Greg non ha ancora recuperato pienamente la funzionalità del
braccio e della mano e forse una certa rigidità rimarrà per sempre. Un
pomeriggio, poco prima del termine dell’allenamento, arriva lo Scozzese e
dice a Harry che Ronaldson gli vuole parlare. Harry
si dà una pulita e si riveste. Greg e Bart rimangono da soli. - Mi
fai tirare ancora qualche colpo, Greg? -
Certo, Bart. Proseguono
ancora un buon momento. Quando smettono, passano nel locale che usano come
spogliatoio. Bart dice: -
Sei bravo a dare lezioni, Greg. Harry ha imparato un sacco di cose. E anche i
consigli che mi dai, sono sempre azzeccati. Greg
capisce benissimo il senso delle parole di Bart: indirettamente gli chiede
scusa per il modo ostile con cui l’ha trattato quando si sono incontrati la
prima volta. Bart non è il tipo da scusarsi direttamente: non ama riconoscere
i propri torti. Ma la frase gentile mira a quello. Greg
sorride. -
Sei davvero in gamba, Bart. Uno dei migliori pugili che abbia mai visto. Intanto
si sono spogliati. Si guardano. Il sorriso di Greg scompare. Bart fa un passo
avanti. Ora sono vicinissimi. - Greg… Greg
annuisce, senza dire niente. Bart
gli mette le mani sui fianchi. Lo attira a sé, lo volta. I loro corpi
aderiscono. Greg sente contro il culo il cazzo di Bart che si irrigidisce e
cresce. Greg chiude gli occhi. Una
mano di Bart passa davanti, scivola sul petto e sul ventre e scende ad
accarezzargli il cazzo e i coglioni. Greg sente il desiderio dilatarsi. Bart
spinge Greg ad appoggiarsi con il petto sulla panca. Gli sputa sul solco e
sparge la saliva in modo da inumidire bene l’apertura, poi si inumidisce la
cappella e si stende su di lui. Greg
sente il cazzo premere e poi entrare. Fa male: Bart è molto dotato, Greg non
scopa spesso e non sono in molti ad averlo preso. Eppure, nonostante il
dolore, la sensazione di questo cazzo che entra e prende possesso del suo
culo è bellissima. Bart si muove piano, spingendo lentamente. Poi si ferma.
Greg assapora il momento, la presenza del cazzo di Bart dentro di lui, che
gli dilata le viscere, che lo riempie. Gli piace sentirsi preda di quest’uomo
forte, di un lottatore che lo sconfigge. Bart
incomincia a muoversi lentamente e intanto la sua mano gioca con il cazzo di
Greg, lo stuzzica, lo accarezza, lo stringe, a tratti scende ai coglioni, li
strizza un poco. La bocca di Bart morde l’orecchio di Greg. Cazzo! È
bellissimo. È parecchio che Greg non scopa e questa scopata è davvero
favolosa. Bart
accelera il ritmo. Il dolore cresce, ma il piacere è ancora più forte. E le
mani di Bart, queste mani sono puttane che prendono e si danno senza remore.
Greg geme, due volte. Bart spinge più forte, il dolore cresce ancora, ma il
piacere esplode. Il seme schizza in avanti. Le spinte di Bart squassano Greg,
il dolore è forte. Quando infine Bart viene, Greg sente che il cazzo perde
consistenza e volume. La sensazione ritorna piacevole, ma il culo fa male,
parecchio. -
Tutto bene, Greg? -
Sì, Bart. Credo che avrò male al culo per una settimana almeno. Ma valeva la
pena. Bart
gli accarezza la testa, poi si stacca e si alza. Anche
Greg si alza, con una smorfia di dolore. - Ti
ho fatto proprio tanto male? Bart
è preoccupato: Greg e Harry sono le uniche due persone con cui si trova bene,
quelli che può considerare amici. Gli spiace aver fatto male a Greg. -
No, non ti preoccupare. Va bene così. I tuoi pugni sono senz’altro peggio. Bart
sorride. Si puliscono e si rivestono. L’incontro
tra il Rosso e il Nero si svolge dopo una settimana di allenamento. Come
prevedibile, Bart batte Harry, ma quest’ultimo riesce a tenerlo a bada per un
po’: di più non può pretendere. Il pubblico è soddisfatto: il Nero ormai sta
diventando uno dei beniamini degli spettatori e per tutti coloro che amano
vedere due bei maschi affrontarsi, un incontro tra il Nero e il Rosso è una
gioia per gli occhi. Dopo
l’incontro Ronaldson convoca Harry e Bart. - Direi
che i primi incontri sono andati bene. Adesso siete conosciuti nel giro e
apprezzati. Harry
e Bart ringraziano. Sanno entrambi che Ronaldson
non li ha chiamati per far loro i complimenti, per cui aspettano di sapere
che cosa gli verrà proposto o, per essere più esatti, ordinato. - Io
apro un altro locale, vicino a Lisson Grove, dove ci saranno incontri di pugilato e di lotta,
ma si farà anche altro. Ronaldson ride. Non spiega che cos’altro si
farà, ma Bart e Harry non fanno fatica ad immaginarlo, visto che Ronaldson dirige un bordello. -
Gli incontri in questo locale si svolgeranno con le poche regole che
conoscete, ma c’è anche altro. La cosa più importante è che i lottatori
saranno nudi. Harry
guarda Ronaldson stupito. -
Nudi? -
Sì, nudi come nell’antica Grecia: tutti gli atleti gareggiavano nudi. Gli
spettatori saranno in maggioranza uomini che hanno voglia di vedere due
maschi lottare nudi. Alcuni dei lottatori saranno disponibili anche ad altro,
dopo la lotta, ma questo per il momento non lo chiedo a voi. Però mi
piacerebbe che lottaste anche voi e in quel locale si lotterà nudi. Harry
e Bart si guardano, incerti. Ronaldson insiste: - Se
siete disponibili a lottare nudi, riceverete il doppio del compenso. A voi
per il momento non verrà richiesto altro. Tenete conto che gli altri incontri
non dureranno più a lungo: quelle lotte mi servivano solo per preparare il
terreno per il nuovo locale. Bart guarda Harry. Harry annuisce. Non gli piace molto l’idea, ma ha
bisogno di soldi. E preferisce non dire di no a Ronaldson:
dipende in tutto da lui. Se lo sbattesse fuori, Harry si ritroverebbe in
mezzo a una strada, senza un lavoro e senza un posto dove dormire. In ogni
caso, se l’altro locale verrà abbandonato, non ci sarà più la possibilità di
guadagnare con la lotta. Se lottando nudo guadagnerà un po’ di più, magari
riuscirà a mettere da parte qualche cosa e gli sarà più facile affrontare il
momento in cui Ronaldson gli dirà che se vuole
rimanere al bordello deve prostituirsi. A Harry non è sfuggito che per due
volte Ronaldson ha detto che “per il momento” non
chiede loro di essere disponibili ad avere rapporti. Significa che ha
intenzione di chiederglielo, prima o poi. E Harry teme che questo avverrà
presto. Harry
dice: -
Per me va bene. Ronaldson si rivolge a Bart. - E
per te, Nero? Bart
non è contento dell’idea, per niente. Non gli importa certo di spogliarsi:
non ha nessun senso del pudore. Ma l’idea di esibirsi nudo per il piacere dei
soliti nobili e ricchi borghesi di merda lo manda in bestia. Probabilmente,
se Harry non avesse acconsentito, Bart direbbe di no. Di fronte al sì di
Harry, Bart esita. Gli spiace separarsi da Harry, che considera un amico, e
non ha molte possibilità di trovare un altro lavoro. - Va
bene. Ronaldson sorride. -
Bene, sono contento che abbiate accettato. Non ve ne pentirete. Adesso vi
lascio. Ronaldson saluta ed esce. Bart
lo guarda uscire, poi scuote la testa e ride, ma è una risata amara, di
rabbia. - E
io che ho perso il posto per non essermi spogliato. Adesso mi troverò a combattere
nudo per i solito ricchi maiali. Magari ci sarà anche quel porco bastardo di Shaffield. -
Non fa piacere neanche a me, Bart. Devo trovare un altro lavoro. Ci ho
provato, ma pagano sempre pochissimo e le condizioni sono pessime: io non ho
nessuna competenza, posso solo fare lavori di fatica. - E
io sono riuscito a farmi sbattere fuori da tutti i posti in cui ho lavorato. - Il
che fa pensare che i padroni saranno anche dei bastardi, ma tu devi averci
messo del tuo. Bart
ride. Sa benissimo che Harry sta dicendo la verità. -
Temo che tu abbia ragione. Pochi
giorni dopo Ronaldson porta Harry e Bart nel posto
in cui si svolgeranno gli incontri, vicino a Lisson
Grove, in un’area ancora poco edificata a ovest di
Regent’s Park. Sembra essere un vecchio magazzino, come quello in cui si
allenano, ma di dimensioni molto più ampie. La sala in cui si terranno i
combattimenti è nei sotterranei. Si percorre un corridoio, si scende la scala
e si entra direttamente nel locale, su cui si affacciano diverse altre
piccole stanze: serviranno come spogliatoi e per “incontri ravvicinati”, come
li definisce Ronaldson. All’inaugurazione
del locale a Bart e Harry spetta l’incontro di apertura. Ronaldson
ha deciso che questi due magnifici maschi stimoleranno l’appetito degli
spettatori, che potranno poi saziarsi con i protagonisti degli incontri
successivi. Gli
spettatori sono tutti mascherati: nessuno ha voglia di farsi vedere in faccia
in un posto in cui i lottatori combattono nudi e poi si scopa. Bart
e Harry si affrontano in un incontro di pugilato: è la seconda volta che si
trovano a lottare uno contro l’altro. Harry sta migliorando e questa volta dà
filo da torcere a Bart, ma il Nero è molto più esperto e come la volta
precedente l’incontro finisce con Harry a terra. Bart
aiuta Harry a rialzarsi. L’incontro
successivo è di lotta. Ad affrontarsi sono lo Scozzese e il Sergente, che
lavorano entrambi al bordello: altri due bei maschi, forti e virili, più
grezzo il Sergente, più elegante lo Scozzese. Spade informa che dopo
l’incontro saranno entrambi a disposizione degli spettatori. Nella
lotta i due avversari vengono spesso in contatto e finiscono a terra
avvinghiati. Nessuno
dei due è esperto, ma sono due maschi vigorosi e il loro incontro suscita
l’entusiasmo degli spettatori. Mentre lottano stretti a terra, al Sergente
viene duro. Anche lo Scozzese ha una mezza erezione. Da un punto di vista
sportivo non è certo una lotta di alto livello, ma il pubblico è entusiasta e
li incita. Intanto
Harry e Bart sono passati nello stanzino che serve loro come spogliatoio.
Sentono le chiacchiere degli spettatori, prima che incominci l’incontro tra
lo Scozzese e il Sergente, ma non ci badano. Bart chiede: -
Tutto bene, Harry? Non ti ho colpito troppo forte? Harry
scuote la testa. È ancora un po’ intontito, ma ormai ci è abituato. -
No, no, figurati. Va bene. Finirai per cambiarmi i connotati, ma va bene. Bart
guarda Harry, che sorride. -
Sarebbe davvero un peccato cambiarti i connotati, Harry. Le
parole successive gli vengono alle labbra senza che abbia il tempo di
pensare: -
Sei bello, Harry. Harry
guarda Bart. - Mi
piaci molto, Bart. È la
verità: Bart lo attrae molto, a livello fisico, soprattutto. Bart
fa un passo avanti. Ora sono a una spanna uno dall’altro. Il desiderio si
accende in entrambi e i loro corpi lo tradiscono. Non
è il posto adatto. Nello stanzone accanto c’è gente. Ma Bart spinge Harry
contro la porta. Ora i loro corpi aderiscono. Il desiderio brucia. Bart bacia
Harry sul collo, gli morde una spalla, poi lo bacia sulla bocca e infine
spinge la sua lingua tra i denti di Harry, che l’accoglie. Le
mani di Bart percorrono il corpo di Harry, decise, brutali. Quelle di Harry
stringono il culo di Bart. - Lo
vuoi, Harry? Harry
annuisce, spaventato, confuso, eccitato. Bart
lo bacia ancora sulla bocca poi lo gira. Harry si appoggia contro la porta.
Sente le voci di quelli che parlano nel locale attiguo, il segnale
dell’inizio del combattimento, le urla di incitamento, sempre più forti.
Sente la mano di Bart che scorre tra le cosce, un dito che preme contro
l’apertura segreta. Harry chiude gli occhi. Il desiderio lo stordisce, è più
forte di tutto, anche della paura. Nessuno ha mai posseduto Harry. Il
dito scivola dentro, a fatica. A Harry sfugge un gemito, leggero. Bart
toglie il dito, si sputa sulla mano e sparge un po’ di saliva intorno al
buco. Spinge nuovamente il dito dentro. Harry sussulta e chiude gli occhi. Ancora
due volte Bart inumidisce il dito e prepara l’apertura, poi si sputa sulla
mano e bagna la cappella. Harry
sente il cazzo di Bart che poggia sul suo culo. Bart arretra leggermente, con
la mano dirige il cazzo verso l’apertura, preme e lentamente entra. Harry
sente il cazzo di Bart farsi strada dentro di lui. È una sensazione dolorosa,
eppure piacevole. Harry non saprebbe dire quanto è dolore e quanto è piacere,
l’uno e l’altro sono forti. Geme, cercando di non farlo troppo forte, perché
oltre la porta può sentire le voci della gente. Harry
è confuso. Bart
spinge, muovendosi prima con molta cautela e poi più deciso. Il dolore
aumenta, ma anche il piacere. È bello sentire il cazzo di Bart che gli scava
il culo, è bello. Harry geme di nuovo. Bart procede a lungo. Nell’altra
stanza le voci diventano sempre più forti, poi si spengono, l’incontro è
finito, qualcuno ha vinto, qualcuno ha perso, qualcuno ora si apparterà con
uno dei lottatori per scopare, in una delle altre stanze. Ma è tutto lontano,
lontanissimo, come se avvenisse in un’altra città. La voce di Spade, il vice
di Ronaldson, risuona subito oltre la porta: sta
raggiungendo un altro dei locali, probabilmente quello adiacente. Spade dice
a un cliente: -
Vedrà, è una meraviglia. Ma
questa voce che risuona subito oltre la porta sembra venire dal fondo di un
abisso. Bart
ora spinge più forte, il dolore cresce. Harry trattiene a fatica un gemito. Harry
sente la scarica. Chiude gli occhi. Bart
gli passa le braccia intorno alla vita e lo gira, appoggiandosi con la
schiena contro la porta. La sua mano afferra il cazzo di Harry, senza
delicatezza. Harry
sussulta. Chiude gli occhi, lascia che la mano lavori, mentre il cazzo gli si
tende. In culo sente ancora la massa calda, meno rigida e meno grande, ora,
ed è una sensazione piacevole. Harry
sente il piacere crescere. Geme, questa volta più forte. Bart gli mette
l’altra mano davanti alla bocca. Harry gli morde un dito. Harry
sente il piacere esplodere, mentre il seme schizza in alto. Chiude
gli occhi e si abbandona su Bart. Mormora: -
Cazzo, Bart! Ci
vuole un buon momento perché si stacchino. Si lavano e si asciugano. Non
dicono nulla. Solo
quando sono vestiti, Bart chiede: -
Tutto bene, Harry? -
Sì, tutto bene. - Mi
sembri un po’ scosso. - No… in realtà sì. Bart, nessuno…
nessuno mi aveva mai preso. Bart
è disorientato. Non sospettava che per Harry fosse stata la prima volta,
anche se si è accorto che la carne cedeva a fatica. -
Non ti ho fatto male? -
No, beh, sì, solo un po’, ma va bene così. Quando
escono dal magazzino, Bart chiede: -
Vuoi che facciamo un pezzo di strada insieme? Harry
scuote la testa. -
No, Bart, ho bisogno di stare un momento da solo. Harry
si avvia a piedi. La strada da fare è molto lunga, ma Harry preferisce non
aspettare che anche gli altri abbiano finito: non vuole tornare con loro, in
carrozza. Non ha voglia di ascoltare i commenti sui clienti, le battute
oscene, le punzecchiature. Preferisce camminare in silenzio, da solo, anche
se il culo gli fa male. Ha bisogno di capire. Bart gli piace, molto. Lo
attrae. Lo ha fatto godere. Ma non c’è altro. Con lui Harry scambia
volentieri due chiacchiere, ma l’attrazione che prova è soltanto fisica. Harry
non ha mai amato, di questo è consapevole. Ha avuto alcuni amici, ma nessun
legame forte. Non litiga facilmente, a differenza di Bart, ma non si lega
spesso. Anche Bart per lui è un amico, un amico con cui ha scopato, che gli
ha fatto provare sensazioni nuove, ma solo un amico. Si trova bene con lui,
anche se non come con Greg. Di
colpo il pensiero di Greg lo turba. Greg Wheelsand.
Buono, cordiale, disponibile, paziente. Che
cosa penserebbe Greg di lui, se sapesse quello che ha fatto con Bart? Che
cosa gli piace? Harry non lo ha mai sentito parlare di donne, ma significa
poco. Greg
gli piace davvero. Harry si rende conto di essersi affezionato a lui. Quanto?
Harry si ferma. Fa freddo e dal Tamigi sale una nebbia spessa, che avvolge
tutte le cose, come la sera in cui è arrivato al bordello. Ma questa sera la
nebbia non gli appare minacciosa, anche se lo confonde. Harry ha
l’impressione di aver perso la strada. No, la via che sta percorrendo è
quella giusta. Greg.
Gli piace il sorriso di Greg. Ha un sorriso dolce. Harry guarda nella nebbia.
Gli sembra di avere anche nella testa della nebbia, che ora si sta diradando.
Al
termine di due ore di allenamento, Harry e Greg si siedono sulla panca, uno
di fianco all’altro, prima di lavarsi: devono riprendere fiato. Harry
chiede: - Tu
non sei mai stato sposato, Greg, vero? Non
è una vera domanda. Hanno parlato molto e Greg non ha mai detto di avere o di
avere avuto una moglie. Greg
ha una smorfia e ride, ma Harry ha l’impressione che sia un po’ in imbarazzo. -
No, te l’ho detto, mentre gli altri andavano a puttane, io preferivo lottare. Harry
annuisce. -
Ognuno ha i suoi gusti. -
Già. C’è
un momento di silenzio. Tra loro rimane qualche cosa di inespresso, a cui
nessuno dei due sembra intenzionato a dare forma. Harry dice ancora: - Io
non ho nessuna intenzione di sposarmi. - E
perché? Harry
alza le spalle. Ha paura di scoprirsi, ma vorrebbe che Greg si scoprisse. Ha
imparato abbastanza di lotta per sapere che se vuole che l’avversario si
scopra, deve in qualche modo indurlo a farlo, non basta desiderarlo. -
Non è che mi interessi molto. Greg
sembra esitare, poi dice: -
Neanche a me. C’è
di nuovo un silenzio. Greg si toglie i pantaloni. Harry fa altrettanto. Non
sa che cosa dire, ma gli sembra che il silenzio tra di loro stia diventando
più pesante. - Il
signor Ronaldson vorrebbe che io mi vendessi, ma
l’idea non mi piace. Greg
annuisce. -
Vendersi è brutto. Doverlo fare con qualcuno che non ti va è ancora peggio. Greg
tace. Di colpo è cosciente di aver detto più di quanto avrebbe voluto. -
Esatto. Insomma… Harry
non sa come continuare. Greg dice: -
Nel giro della lotta ci sono sempre degli spettatori che si avvicinano ai
lottatori, per portarsene a letto qualcuno. -
Sì, è capitato anche a me, ma non mi andava l’idea. -
No, certo, se non ti piace andare a letto con un uomo. Harry
fa fatica a parlare. Ora ha paura. -
Non è quello, è che… non con qualcuno che non so
neanche che faccia ha, solo perché paga. Di
nuovo tacciono tutti e due. Harry
chiede: - A
te è mai capitato? Forse
ha detto troppo. Cerca di attenuare. -
Voglio dire, che qualcuno degli spettatori ti chiedesse di… - Di
scopare? Sì, certo. Qualche volta. - E… l’hai mai fatto? La
domanda è troppo diretta, Harry se ne rende conto. Non avrebbe dovuto porla
così. Greg
guarda Harry. Risponde sinceramente: - Se
ne avevo voglia anch’io, sì. Potrei dire che non mi dispiaceva guadagnare una
moneta, ma la verità è che non mi dispiaceva neanche scopare. Harry
annuisce. Guarda Greg. Dice: -
Anch’io l’ho fatto, in Irlanda, una volta sola. Per gli stessi motivi. Harry
sorride e aggiunge, con il cuore che gli batte forte: - Ma
credo che con te lo farei volentieri senza nessuna moneta. Anche
Greg sorride. - Se
avessi un sacco pieno di sterline, sarei felice di spenderle così. Greg
cela con un ghigno la sua emozione, poi si alza e si gira verso Harry, che
per un momento rimane seduto, incapace di muoversi. Quasi con fatica, anche
lui si alza. Greg
sorride e dice: -
Per baciarti devo alzarmi sulle punte. Anche
Harry sorride e abbassa la testa. Greg gli prende il viso tra le mani e lo
attira a sé. Lo bacia sulla bocca. Poi lo abbraccia. È
bello stare tra le braccia di Greg, stringerlo, sentire il calore del suo
corpo, l’odore intenso di sudore, l’umidità della pelle. È bello accogliere
la lingua di Greg tra le labbra, dentro la bocca e poi spingere la propria. È
bello sentire le mani di Greg accarezzare, stringere forte, scorrere sulla
pelle. Greg
chiede: -
Che cosa ti piace fare, Harry? Harry
sorride. Risponde, incerto: -
Credo tutto. - Posso… posso prenderti? Harry
annuisce. Greg
lo abbraccia e lo bacia ancora. Poi lo guida a mettersi a quattro zampe.
Inumidisce con cura l’apertura e poi si stende su Harry. Questa
volta l’ingresso è meno doloroso: Greg è meno dotato di Bart e per Harry non
è più la prima volta. Il piacere è più forte del dolore e le carezze di Greg
sono bellissime. Dopo
essere arrivato in fondo, Greg si ferma. Per un buon momento le sue mani
scorrono sul corpo di Harry, poi la destra scivola, afferra il cazzo e
incomincia ad accarezzare, stringere, stuzzicare. Lentamente
Greg incomincia a muoversi, ritirando il cazzo fin quasi a farlo uscire e poi
spingendolo di nuovo a fondo. Harry geme. Il piacere è forte e la mano che
stuzzica il suo cazzo lo moltiplica. Il
gioco va avanti a lungo. Greg gli mormora parole oscene nell’orecchio e Harry
ride, una risata che il piacere rende roca. E
infine i movimenti di Greg accelerano e anche la sua mano si muove più in
fretta. Harry geme più forte e il seme schizza. Poco dopo anche Greg viene. Greg
si stacca. Si alzano. Si baciano ancora, poi Greg chiede: -
Harry, non era la prima volta, vero? Harry
è stupito dalla domanda di Greg. -
No. Perché me lo chiedi? -
Perché sono entrato a fatica. Quasi come se… come
se non l’avessi mai fatto. Harry
china il capo. Poi lo rialza, sorride e dice: -
Non era la prima volta. Era la seconda. Greg
lo bacia di nuovo. Non sa che parole dire. Ma forse non servono parole. Greg
sa che ciò che prova per Harry non è solo attrazione fisica: è qualche cosa
che va oltre, molto oltre. Ma non se la sente di esprimere i suoi sentimenti,
non ora. Ci sarà tempo. Si limita ad abbracciare Harry, a tenerlo stretto. È
bello rimanere così. Harry
è pienamente appagato. È stato bello scopare con Bart, ma farlo con Greg è
completamente diverso. Bart è un amico, Greg è molto di più. Ma anche Harry
preferisce non dire ciò che prova: non sa come reagirebbe Greg. Per il
momento gli basta rimanere così, abbracciato a Greg. Anche se la stanza è
fredda, Harry sta bene, nudo tra le braccia di Greg. I loro corpi aderiscono,
le loro bocche si cercano e s’incontrano, i loro cazzi sono ancora turgidi,
le loro mani accarezzano e stringono. È
Greg a dire: - È
meglio che ci rivestiamo, altrimenti ci becchiamo un accidenti. Greg
guarda il corpo di Harry scomparire tra gli abiti. Sorride e dice: -
Sei la cosa più bella che mi sia capitata da molti anni, Harry. Harry
si ferma. Guarda Greg e sorride: -
Vale lo stesso anche per me, Greg. George
Bentham ha chiamato di nuovo Spade. George si è
trovato molto bene con lo Scozzese e lo ha fatto venire più volte nella
villetta, ma adesso vuole cambiare, per cui questa volta la scelta cade su un
altro. Dopo aver sentito la descrizione fornita da Spade, George opta per Cazzogrosso, che Spade però ha presentato come Ercole: sa
che lord Bentham è raffinato e non ama le
trivialità. Prima
di congedarsi, Spade dice: - Ne
approfitto per dirle che il signor Ronaldson ha
organizzato una serie di incontri di lotta e di pugilato in un nuovo locale. George
aggrotta la fronte, perplesso: non ha mai frequentato il giro delle lotte
clandestine e non capisce perché il proprietario di un bordello se ne occupi.
- Di
lotta e pugilato? -
Sì, due maschi superbi che lottano nudi. E poi c’è la possibilità di
incontrare uno dei lottatori da vicino oppure di assistere mentre avviene
l’incontro con qualcun altro. Gli spettatori indossano una maschera, così
nessuno può riconoscerli. George
ha capito benissimo il senso delle frasi: due maschi che lottano nudi, poi si
può scopare con uno dei due o anche solo guardarlo mentre scopa con qualcun
altro. L’idea di per sé non gli dispiacerebbe, ma l’ambiente dei giri
clandestini suscita la sua diffidenza. Se mai ci fosse un’irruzione della
polizia, se qualcuno lo vedesse magari mentre entra o mentre esce… Dopo quello che è successo, George non è disposto a
rischiare. -
Non credo, ma se decidessi che voglio andare, le chiederò le informazioni
necessarie. Spade
accenna un inchino, saluta e se ne va. Nei giorni
successivi Greg insegna la lotta a Harry: nel nuovo locale si fa più lotta
che pugilato, perché vedere due maschi nudi che si stringono e rotolano a
terra avvinghiati è senz’altro più stimolante per la maggioranza del
pubblico, anche se c’è chi preferisce vedere qualcuno dare e ricevere pugni. Il
primo giorno Greg gli mostra le prese più comuni e i modi per liberarsi. Ma
quando i loro corpi sono a contatto, il desiderio si accende in entrambi.
Greg afferra Harry da dietro, per spiegargli come deve fare per liberarsi, e
Harry sente contro il culo premere il cazzo di Greg, già duro. Harry ride e
osserva: -
Che cosa stai facendo, eh? Anche
Greg ride, una mano scende fino ai pantaloni di Harry e stringe attraverso la
stoffa il cazzo di Harry, ugualmente teso. - Ce
la fai ad aspettare? -
Farò uno sforzo, altrimenti non imparerò mai. La
lezione prosegue. Entrambi cercano di concentrarsi sui movimenti da eseguire
e sulle spiegazioni, tenendo a bada il desiderio. Concludono
con la lotta a terra. Greg spiega a Harry come bloccare l’avversario. Ora
Greg è a terra e Harry è su di lui. La posizione esaspera il desiderio. Greg
sente contro il culo il cazzo di Harry, duro, grosso. Harry preme contro il
culo di Greg. Dice: -
Cazzo, Greg! Non ce la faccio più. Greg
ride e risponde, con la voce arrochita dal desiderio: - Neanch’io, Harry. Prendimi. Harry sorride. Cala
i pantaloni di Greg e guarda il culo che gli si offre, stretto e forte,
accarezza la peluria scura che lo copre, preme con le mani sulle natiche e le
allarga. Osserva l’apertura. Sputa e sparge la saliva con cura. Greg geme.
Harry ripete l’operazione. Greg geme nuovamente. Harry
si abbassa i pantaloni. Si inumidisce la cappella e l’avvicina all’apertura. -
Greg! -
Fallo, Harry! Harry
appoggia la cappella. La sensazione di calore è bellissima. Harry spinge.
Greg geme. - Ti
faccio male? -
No, va benissimo così. Harry
spinge ancora. Il cazzo entra, penetra in profondità. Greg sente questo
bastone rovente che gli dilata le viscere, trasmettendogli una sensazione
fortissima. -
Harry! Sì, sì, sì! Harry
prende a spingere, per poi ritrarsi. Un continuo movimento avanti e indietro.
È bellissimo fottere questo culo, caldo e sodo, accarezzare Greg, baciarlo
sul collo, mordergli un orecchio. Greg chiude gli occhi, travolto dalle
sensazioni che gli trasmette il cazzo di Harry. Il
movimento di Harry si fa più rapido, il piacere cresce in entrambi, misto a
dolore per Greg. E
infine Harry viene, con una serie di spinte violente, che fanno sussultare
Greg. Harry emette un grido soffocato e anche Greg sente l’ondata del piacere
travolgerlo. Harry
si affloscia su Greg, tenendo una mano sulla sua testa. Le dita scompigliano
i capelli di Greg, li accarezzano. -
Greg, Greg, amore mio. La
parola gli è sfuggita. Greg
risponde: - Ti
amo, Harry. |
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