3 – Sempre più in alto

 

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In società Adrien si muove con sicurezza sempre maggiore. George nota che il giovane ama essere al centro dell’attenzione. Questo comporta alcuni rischi, ma Adrien ormai sa sostenere con abilità la sua parte. Le serate a teatro, all’opera, ai concerti si susseguono. Adrien non ama la musica colta, ma sa che deve apparire informato e presta attenzione alla musica e soprattutto ai commenti degli altri.

Una sera al teatro Drury Lane, George, guardandosi intorno, nota che in un altro palco è entrato lord Ernest Becker.

- Adrien, guarda quel signore biondo, nel palco accanto a quello di lady Freewell.

Quello che George gli ha segnalato non è uomo da passare inosservato: i capelli biondi, la barba anch’essa bionda, ma di una sfumatura più scura, gli occhi chiari (forse grigi, forse azzurri: difficile dire alla distanza a cui si trova Adrien), i lineamenti regolari, l’alta statura, il fisico atletico, tutto lo impone all’attenzione. Una bellezza perfetta, che la cicatrice sulla fronte non spezza, ma esalta.

- Bello ed elegante.

George annuisce.

- Sì, bellissimo e davvero elegante, di un’eleganza non ricercata, ma naturale. È un uomo che non bada a quello che si mette, ma d’istinto sceglie sempre l’abito adatto, il dettaglio giusto: una dote molto rara, a un tale livello vorrei dire unica. Ma non è questo che voglio farti notare. Osserva il movimento nel palco in cui si trova. A fine serata ne parleremo.

Come sempre Adrien esegue il compito con cura: sa che gli insegnamenti di lord Bentham sono sempre utili. Sia durante lo spettacolo, sia negli intervalli, fa in modo di tenere sotto controllo lord Becker, anche quando conversa con coloro che passano nel palco o quando, nell’intervallo, passano a salutare conoscenti comuni.

Quando lo spettacolo si è concluso e, dopo aver salutato le conoscenze, sono nella carrozza che li riporta al palazzo, George chiede.

- Allora, che cosa hai notato?

- Ma… se devo dire… non ho notato proprio niente. Non è entrato nessuno e lui non ha mai lasciato il palco. È rimasto seduto tutto il tempo, scambiando due parole con il signore che lo accompagnava.

- Esatto. Lord Ernest Becker è un perfetto esempio di come un nobile possa farsi escludere dalla società dei suoi pari e non solo: anche molti borghesi lo evitano.

- Che cosa ha fatto? L’uomo con cui era…

- L’uomo con cui era è insignificante, è un avvocato. Non è il suo amante. Nessuno gli ha mai attribuito un legame sentimentale. Il problema è un altro. Lord Becker ha servito nell’esercito e pare che abbia dimostrato un grande valore, ma poi si è congedato, pochi anni fa. È tornato in patria e ha incominciato a frequentare certi ambienti… Ha partecipato alla stesura di quell’infame Carta del popolo, lui, un nobile! Insieme a operai, artigiani, sindacalisti e qualche avvocato da quattro soldi, come quello al cui fianco sedeva. Diritti per i lavoratori, istruzione per tutti, potere al popolo. Un Becker, conte di Letchworth, una delle grandi casate inglesi!

- Mi sembrano idee assurde, ma perché me lo hai indicato? Io di certo non mi interesso a queste cose.

George sa benissimo che Adrien vuole arrivare in alto, entrare a far parte della società che conta, non demolire l’organizzazione sociale esistente.

- Per farti capire le conseguenze di un comportamento sbagliato. Nell’alta società molti gli hanno chiuso le porte, per quanto la sua sia una famiglia illustre. Non è un caso se non lo hai mai visto nei salotti in cui siamo stati. Ci sono limiti che non si possono superare e lui non ne ha mai tenuto conto.

George scuote la testa.

- E temo che non gliene importi nulla. Non è mai stato molto interessato a frequentare l’alta società. Ma anche da ragazzo ha dato segni di squilibrio mentale, come tutta la sua famiglia, tranne il padre: che cosa non ha dovuto subire quel pover’uomo! Quella cicatrice…

George fa un gesto con la mano, come a dire che è inutile parlarne. Conclude:

- Anche un nobile può ritrovarsi a essere escluso, se non rispetta le regole della società di cui fa parte.

 

Tre sere dopo l’arrivo del tagliacarte, Anthony Shaffield vede Adrien in uno dei salotti che entrambi frequentano e si avvicina, in un momento in cui Bentham è impegnato in un altro gruppo. Adrien finge di essere nervoso.

- Non riesco più a vederti, Adrien. Quando vieni da me?

Adrien sorride, guardandosi intorno. Mormora:

- Mi ha fatto una scenata terribile. Sospetta. Possiamo vederci un mattino? Mi è più facile uscire da solo.

- Certo. Domani?

- No, lunedì. Prima non è possibile.

Anthony freme, ma non può fare niente. Deve riuscire a sbloccare la situazione: non è possibile continuare così. Ad Anthony pesa dover mendicare un incontro. È abituato ad ottenere rapidamente ciò che vuole. Con Adrien si trova in una situazione per lui del tutto inusuale.

 

Il lunedì infine arriva. Adrien si presenta molto presto, ma il giorno prima ha avvisato Anthony che sarebbe arrivato a un’ora in cui Anthony solitamente è ancora a letto.

Anthony Shaffield lo accoglie in biblioteca. Lo abbraccia e lo bacia, poi si stacca e lo guarda, scuotendo la testa:

- Dieci giorni! Mi è sembrato di impazzire!

- Non sono libero, Anthony, e lo sai bene. Per fortuna lord Bentham è rientrato tardissimo ieri sera e non si alzerà prima di due ore. La mia passeggiata mattutina non lo inquieta.

- Andiamo di là. Non voglio perdere neanche un minuto.

Adrien lo bacia, come in uno slancio di passione, poi annuisce e ride. Passano entrambi nella camera da letto.

- Spogliami, Adrien.

Adrien esegue, sorridendo, finché il marchese è nudo davanti a lui, poi lo guarda come se lo contemplasse. Anthony marchese di Shaffield è ancora un bell’uomo, ma i segni del tempo sono ben visibili e non sfuggono al giovane: sul viso ci sono diverse rughe, il corpo è appesantito, la pelle ha perso elasticità. Il profumo di cui il marchese fa uso copre solo in parte un odore poco gradevole: il marchese, come molti uomini del suo tempo, anche tra le classi superiori, non si lava molto spesso.

Lord Anthony non è certo l’uomo con cui Adrien sceglierebbe di avere un rapporto, ma è un protettore ricco e potente, un utile strumento di cui servirsi.

E allora Adrien passa la mano sulla pelle di Anthony e mormora:

- Quanto mi sei mancato! Ci sono stati giorni…

Anthony è felice di sentirsi dire che anche Adrien ha patito la sua mancanza. Anthony lo bacia con impeto, poi gli toglie gli abiti, impaziente. I suoi gesti febbrili tradiscono il suo desiderio.

Quando Adrien è nudo, Anthony lo contempla un momento, immobile, poi gli prende la mano e lo porta nella camera da letto. Lo fa stendere supino sul lenzuolo, a gambe aperte. Si inginocchia davanti a lui e gli accarezza l’uccello, che acquista rapidamente volume e consistenza. Quando è duro, Anthony si china e prende in bocca la cappella. La inumidisce bene con la saliva, poi si sposta, mettendosi in ginocchio sopra Adrien, con una gamba a destra e una a sinistra. Prende il mano il cazzo del giovane, con due dita si inumidisce l’apertura e lentamente si abbassa, finché la cappella preme contro il buco del culo.

Anthony geme e scende ancora, impalandosi lentamente. È doloroso, ma è splendido.

Infine Anthony arriva a sedersi sul ventre di Adrien, l’uccello vigoroso piantato dentro di lui.

Anthony passa le mani sul petto di Adrien, lo accarezza, poi prende a sollevare e abbassare il culo.

Anthony sente il piacere crescere. Il cazzo gli si tende. Adrien lo prende in mano e lo accarezza con delicatezza, finché Anthony non lo ferma e allontana la mano: non vuole venire subito, vuole godere ancora di questo robusto palo che gli riempie il culo.

Anthony continua a muoversi, poi, quando infine sente che non può più reggere, prende la mano di Adrien e la guida al suo cazzo. Basta una carezza e Anthony viene, con un gemito che è quasi un grido. Il seme schizza in alto e si spande sul petto del giovane.

Anthony chiude gli occhi.

Poi, lentamente, si solleva e lascia che il cazzo di Adrien esca dal suo culo. Lo prende in mano. Gli piace sentirlo caldo, duro, grosso. Lo stringe e incomincia a muovere la mano. Poco dopo Adrien viene. Il suo seme si mescola a quello di Anthony, che con un dito traccia cerchi sul ventre e sul torace del giovane.

- Sei bellissimo, Adrien.

- Anche tu, Anthony.

Rimangono ancora a letto, impegnati nei loro giochi. Ora sono soltanto carezze e baci, strette e sorrisi. Adrien potrebbe fermarsi, ma preferisce evitare di prolungare un contatto che per lui non è piacevole. A un certo punto dice:

- Devo andare, ora.

A malincuore Anthony si stacca e lascia che Adrien si rivesta. Quando Adrien è sul punto di congedarsi, dice:

- Riusciamo a vederci così poco!

Adrien gli sorride.

- Spiace anche a me. Adesso è così, lo sai.

Anthony lo guarda e dice:

- Adrien, voglio avere un tuo ritratto. Non un dipinto, che richiederebbe troppe sedute, mi basta un disegno.

Adrien ride.

- Un mio ritratto? E perché mai?

- Perché così quando ti fai desiderare troppo, posso sempre guardarlo.

Adrien finge di essere dispiaciuto:

- Sai che non posso muovermi liberamente. Bentham mi ha detto di girare alla larga da te.

- Una di queste mattine ti accompagno dal pittore. Mandami un biglietto per farmi sapere quando.

- Va bene.

Adrien sorride all’idea di essere ritratto. Non gli è mai successo e non gli spiace per niente. Lancia ancora un’occhiata all’uomo disteso sul letto, che lo guarda sorridendo. Adrien si bacia due dita e con un gesto invia il bacio ad Anthony. Poi esce, contento di non dover rimanere più a lungo con quest’uomo che non desta nessun desiderio in lui.

 

La sera Adrien e George vanno dai Moryson. Sono una famiglia nobile, di antica origine.  Lord e lady Moryson si atteggiano a mecenati degli artisti e riuniscono una compagnia molto eterogenea, che comprende pittori, scultori, musicisti e scrittori. È uno di quegli ambienti in cui si riunisce una società che George Bentham disprezza, ma a cui ogni tanto si mescola volentieri: definisce queste serate “un piatto non raffinato, ma con sapori forti, che a volte non spiacciono”. E deve riconoscere che quando si parla di arte, la conversazione è di alto livello: i Moryson e i loro ospiti sono davvero competenti.

Poco dopo essere entrato Adrien vede lord Becker, l’uomo che George gli ha indicato una sera a teatro. È la prima volta che ha modo di incontrarlo. Sta discutendo animatamente con un uomo e una donna. Adrien si avvicina e, fingendo di seguire la conversazione, lo osserva.

È davvero un bell’uomo, come di rado Adrien ha avuto modo di vederne nella sua vita. Non gli spiacerebbe scopare con un uomo così. Lord Shaffield potrebbe ancora essere considerato un bell’uomo, ma ha quasi tre volte i suoi anni e non ha un buon odore. George Bentham ha un fascino notevole, in quanto uomo di mondo che sa muoversi da padrone nell’alta società. Ma Adrien non scoperebbe né con l’uno, né con l’altro, se non gli servisse a raggiungere i suoi obiettivi. Con Ernest Becker il discorso è del tutto diverso. Gli piacerebbe possedere questo bel maschio. Forse gli piacerebbe anche darsi a lui: non ama essere posseduto, perché si è venduto troppe volte, a uomini che disprezzava e che a volte lo disgustavano. Ma a Ernest Becker si darebbe volentieri, sì, senza dubbio.

Adrien si mette vicino a lui. Ernest Becker non si è messo un profumo, ma non c’è nessun cattivo odore da coprire.

Ascoltando la conversazione, Adrien si rende conto che le due persone con cui Becker sta parlando sono pittori. Adrien è stupito: non pensava che esistessero donne pittrici.

Becker pone domande e fa osservazioni a cui i due artisti rispondono. La conversazione procede a ritmo serrato e anche se tutti e tre a tratti scherzano e sorridono, è evidente che sono molto presi dalla discussione. Adrien non è in grado di valutare se Becker ha competenze artistiche, ma l’attenzione con cui i suoi interlocutori ascoltano ciò che dice e l’impeto con cui rispondono gli danno l’impressione che sia davvero esperto.

A un certo punto Becker sorride e dice all’uomo, che si chiama Higgins:

- Mi trovo d’accordo con ciò che dice su come rendere la figura umana. Direi che potrei farmi un ritratto da lei.

Il pittore lo guarda e il suo viso si illumina, mentre risponde:

- Lo farei davvero con piacere. Lei è un bellissimo soggetto.

Se Adrien non avesse conosciuto la miseria, non noterebbe nulla di particolare nel tono del pittore, ma Adrien sa che cosa vuol dire non sapere come procurarsi da mangiare e non gli sfugge che la mezza proposta di Becker ha suscitato una speranza in Higgins. Il pittore dev’essere un morto di fame e l’idea di poter ritrarre un nobile, in grado di pagarlo bene, deve allettarlo alquanto. Istintivamente Adrien disprezza quest’uomo che non ha saputo farsi strada nella vita.

Becker ride. Ha una magnifica risata, luminosa, calda. Risponde:

- Se è così, un bel quadro che mi tramandi ai posteri mi sembra una bella idea. Mettiamoci d’accordo su quando. Viene lei da me o preferisce che venga io nel suo studio?

Higgins è chiaramente felice della proposta. Non parla di pagamento. Pare che Becker sia alquanto generoso.

- Se per lei è lo stesso, le consiglierei di venire nel mio studio. Non devo trasportare la tela o lasciarla in qualche angolo di casa sua, a ingombrare, tra una seduta e l’altra.

Adrien si stacca e passa da un gruppo a un altro, ma spesso fa in modo di rimanere vicino a Becker. Durante la serata parla poco: si rende perfettamente conto che in questo ambiente le sue lacune culturali sono troppo forti per permettergli di intervenire senza apparire incompetente. Qui le persone non sono valutate per la loro origine o la loro ricchezza, ma per le loro doti artistiche o per la loro conoscenza dell’arte. Adrien non è un artista e non ha mai avuto modo di occuparsi di arte.

Alla fine della serata, nella carrozza in cui rientrano a casa, George mette in guardia Adrien:

- Adrien, tieniti lontano da Becker. Te l’ho detto: è un paria. Lo trovi dai Moryson, da qualche famiglia che è imparentata con i Becker, magari i Parry lo riceverebbero anche, è pur sempre un conte, ma nella società che conta uno come lui non entra, nonostante il suo titolo.

Adrien è infastidito dal richiamo, anche se sa che Bentham ha ragione: gli sembra di essere una marionetta a cui non è permesso muoversi autonomamente. Annuisce e si giustifica:

- Certo, lo so. Dai Moryson non mi sembrava il caso di farmi tanti problemi. Ho visto che non si bada molto alla forma. Non gli ho mai parlato direttamente. Ho fatto qualche cosa che non va?

- No, non hai fatto niente di sbagliato, la gente che frequenta i Moryson non si pone tanti problemi. Ma se Becker si mostrasse cordiale con te incontrandoti una sera a teatro o all’opera, ti troveresti in una situazione alquanto imbarazzante. Le buone maniere ti imporrebbero di rispondergli cortesemente, ma essere visto in un colloquio cordiale con Ernest Becker non è consigliabile.

- Capisco, farò attenzione.

Ma George non si ferma. In qualche modo ha colto l’interesse di Adrien per Becker e vuole metterlo in guardia:

- Ernest Becker è pazzo. E non è solo per le sue idee, che lo dico. Quella cicatrice è il risultato di un tentativo di suicidio, che la famiglia cercò di nascondere. Anche sua madre e suo fratello si uccisero. Te l’ho detto, in quella famiglia erano tutti malati. Solo il padre era normale, ma morì presto.

 

A casa Adrien riflette. Sa di essere attratto da Ernest Becker. Ma gli è chiaro che di questo non deve parlare con George Bentham. Se riuscirà ad avvicinare Becker, dovrà mentire al conte. Della sua relazione con lord Shaffield, George segue ogni passo, approvando le mosse di Adrien e suggerendone di nuove, con una totale mancanza di gelosia che ha un significato preciso: il conte non è innamorato di lui. Adrien sa benissimo di essere un giocattolo divertente con cui George Bentham si trastulla e di cui prima o poi si annoierà. I rapporti tra Adrien e il marchese di Shaffield fanno parte del gioco. Una relazione con Ernest Becker sarebbe una violazione delle regole. Eppure, nonostante questo, o forse anche per questo, Adrien è tentato. Adrien sa benissimo che rischia di mettere a repentaglio ciò che sta costruendo. Sta investendo tutte le sue energie con l’obiettivo di riuscire ad affermarsi e ha bisogno di lord Bentham. Ma la tutela del conte a tratti gli sembra un giogo pesante. Lord Anthony Shaffield è un vecchio che gli interessa solo perché è ricco e potente. Ernest Becker… cazzo! Ernest Becker è splendido, è un’opera d’arte.

Adrien sa che è meglio prima consolidare la sua posizione, poi vedrà come muoversi. Ora una relazione con Becker lo esporrebbe a un doppio rischio: perdere l’appoggio di Bentham e essere escluso dalla società in cui è riuscito con fatica a inserirsi. Non può permettersi nessuna delle due cose. Ma in futuro, quando la sua posizione sarà consolidata, vedrà come muoversi.

 

Due giorni dopo Adrien torna da Anthony. Al ritratto non ha più pensato, ma quando si riveste per andarsene, Anthony torna alla carica:

- Voglio il tuo ritratto, Adrien, te l’ho detto. Conosco un pittore molto bravo, che sa disegnare bene.

Adrien osserva Anthony, perplesso.

- E che ritratto vorresti?

Anthony vorrebbe un nudo frontale: ne ha già fatti fare diversi di altri suoi amanti. Ma ha paura che Adrien dica di no: lui non è mica un operaio o un servitore, non è ai suoi ordini. E proprio per questo ad Anthony pare di desiderarlo molto di più di quanto abbia mai desiderato gli altri.

- Un mezzo busto. Naturalmente a torso nudo.

Adrien sorride.

- Va bene.

- Quando sei libero? Anche un mattino.

Adrien è sempre libero il mattino: la vita mondana si svolge tra il pomeriggio e la notte. Adrien però usa sempre Bentham come spauracchio.

- Non so. Bentham mi sta sempre addosso. Nei tuoi confronti è insofferente. Mi mette in guardia, dice che non devo fidarmi di te.

Anthony ha un sorriso di scherno. Risponde:

- Ha paura che ti porti via. Sa di non avere buone carte in mano.

Adrien non dice nulla, limitandosi a sorridere: non farebbe una bella figura mostrando disprezzo per chi lo ospita.

Anthony vorrebbe dirgli di lasciare Bentham e mettersi con lui, ma esita. Se Adrien lasciasse Bentham, Anthony dovrebbe ospitarlo presso di sé o affittargli un appartamento.

Accoglierlo nel proprio palazzo sarebbe una mossa azzardata, che certamente provocherebbe pettegolezzi. Che Adrien sia ospite di Bentham, appare naturale: il giovane non risiede a Londra e il conte lo ha invitato. Succede spesso che un nobile sia ospite di un altro, anche per periodi lunghi. Ma che senso avrebbe un suo trasferimento dal palazzo dei Bentham a quello degli Shaffield? Darebbe solo credito a chi adesso insinua che Adrien sia l’amante di Bentham e, qualora Adrien si stabilisse da Anthony, direbbe in giro che il giovane ha cambiato protettore. E poi Anthony è abituato alla propria libertà e, per quanto Adrien gli piaccia moltissimo, averlo nella propria abitazione condizionerebbe troppo la sua vita. 

L’unica soluzione rimane trovare qualche cosa in affitto, visto che Anthony, a differenza di Bentham, non possiede una villetta o un appartamento in cui ospitare un amante. Questa è l’ipotesi che sta prendendo in considerazione.

Anthony dice:

- Domani. Liberati domani mattina.

Adrien scuote la testa.

- No, domani non sarebbe possibile. Cercherò di fare giovedì.

 

Il giovedì Adrien esce dal palazzo di Bentham a un’ora in cui i nobili inglesi sono di solito a letto. Anthony lo attende in carrozza, a pochi isolati di distanza. Raggiungono lo studio del pittore.

- Il pittore mi conosce come Boldshire: preferisco non dare il mio nome. Rivolgiti a me chiamandomi sir Boldshire.

Adrien scopre che si tratta di Charles Higgins, che ha avuto modo di vedere dai Moryson. Non si sono parlati e Higgins non dà segni di averlo riconosciuto, ma forse finge soltanto.

Non c’è tempo da perdere. Fatte le presentazioni, Adrien si toglie la giacca e la camicia e rimane a torso nudo.

Higgins si mette al lavoro, mentre Anthony contempla il corpo del giovane e ogni tanto osserva il ritratto. Adrien non può muoversi. Guarda i quadri appesi alla parete e quelli appoggiati a terra. Si tratta di tele non incorniciate, in alcuni casi neppure ultimate.

Quando infine la seduta si è conclusa, Higgins mostra il disegno, che è davvero molto bello: Higgins ci sa fare; Ernest Becker non deve aver sbagliato affidandosi a lui per un ritratto. Adrien si guarda intorno: chissà se Higgins ha già incominciato a ritrarre lord Becker?

In un angolo dello studio che Adrien non poteva vedere dalla sua posizione, c’è un quadro di grandi dimensioni. Sulla tela è tracciato il disegno di una figura umana, appena abbozzato. Sembra… sì, dev’essere proprio Ernest Becker: è il ritratto che il conte ha deciso di farsi fare nella serata dai Moryson. È appena avviato: peccato!

Anthony riaccompagna Adrien a casa. Quando la carrozza si ferma dove Adrien è salito, Anthony dice:

- Se penso che oggi ho rinunciato ad averti da me per poter aver il tuo ritratto.

Adrien ride. Come in un impeto di passione bacia Anthony, poi gli infila una mano nei pantaloni, davanti, e l’altra dietro.

- Ma… ma… cosa fai?

Anthony è sorpreso ma l’irruenza di Adrien, che gli disordina gli abiti, gli fa piacere: è una testimonianza del desiderio del giovane.

Adrien lo bacia ancora, infila la lingua nella sua bocca e intanto la destra ha afferrato il cazzo di Anthony e lo stringe vigorosamente e la sinistra scivola lungo il solco, finché un dito si infila nell’apertura. Anthony sussulta e chiude gli occhi. Adrien si muove senza delicatezza, gli fa male, ma il piacere è intenso. Anthony sente che il cazzo gli si tende, mentre il dito penetra più a fondo.

- Adrien!

Adrien gli tappa di nuovo la bocca con un bacio. Anthony si tende e il piacere esplode, mentre Adrien muove il dito, stimolando l’apertura.

Adrien ritira le mani.

- Devo scappare.

Ride e scende.

Anthony respira a fondo. Quando si è calmato, dice al cocchiere di muoversi. Intanto si rassetta. Adrien è giovane e irruente. È bello essere desiderato da uno come lui.

 

Pomeriggi e serate mondane, cene e spettacoli si susseguono a ritmo sempre più intenso: la vita sociale londinese è in pieno fervore. Adrien conosce ambienti diversi ed entra in contatto con molte delle famiglie che contano. Ogni volta George tiene sotto controllo i comportamenti di Adrien, senza darlo a vedere, ma il suo allievo si dimostra sempre all’altezza della situazione. Ci sono alcuni piccoli dettagli, imperfezioni che a George non sfuggono, ma che i più non notano di certo e che potrebbero comunque essere attribuiti a una scarsa esperienza di vita sociale: niente di strano in uno straniero, la cui famiglia è stata rovinata dalla rivoluzione.

Una sera George è invitato nuovamente dai Gray, da cui si riunisce una società molto selezionata. Adrien gli chiede:

- Perché non mi porti con te?

George sorride: il suo bel lupo è famelico.

- Perché è un ambiente troppo raffinato. Non sei ancora pronto per affrontare quella società.

- Che cosa mi manca?

- Ancora un po’ di esperienza, ma presto ti porterò. Incomincerò a preparare il terreno questa sera stessa.

 

Adrien lascia che Anthony lo attenda diversi giorni: ai biglietti che gli scrive il marchese risponde che Bentham lo tiene sotto controllo, perché è sospettoso, e che è diventato molto diffidente. Anthony freme. Deve decidersi ad affittare un appartamento per il giovane e liberarlo dalla tutela di Bentham.

Quando infine si rivedono, Adrien appare impetuoso, come se avesse sofferto per la separazione forzata. Lo abbraccia con foga e si dimostra impaziente. Passano subito in camera da letto. Adrien prende Anthony due volte.

Il marchese è al settimo cielo.

Più tardi, mentre sono stesi sul letto. Adrien chiede a Anthony del ritratto.

- L’ho messo in una cartellina, in un posto dove nessuno può vederlo.

- È solo un mezzo busto. Anche se qualcuno lo vedesse…

- Preferisco di no.

Adrien parla ancora del disegno: non gli spiacerebbe tornare da Higgins, per vedere se il ritratto di lord Becker procede e, muovendosi con cautela, sonda il terreno con il marchese.

- Sei prudente. Per questo non hai detto a Higgins di farmi un ritratto nudo in cui mi si vedesse tutto.

Anthony reprime un movimento di sorpresa.

- Lo faresti? Accetteresti?

- Se me lo chiedesse qualcun altro, no, di sicuro. Neanche per lord Bentham, no, non lo farei proprio. Ma…

- Ma?

- Ma per te sì.

Anthony crede facilmente alla menzogna, che solletica il suo amor proprio.

- Allora parlo subito con Higgins. Davvero non ti spiace?

- No, te l’ho detto, per te no. E poi mi piace posare. Nudo, però, solo perché è per te.

- Grazie, Adrien.

Anthony aggiunge, come casualmente:

- Però questa volta voglio vedere lo studio del pittore.

- Bisogna che tu abbia un po’ più di tempo.

Adrien annuisce.

- Vedrò come posso fare. Lord Bentham sospetta, anche se stiamo molto attenti e quando ci incontriamo in pubblico non ci parliamo più. È molto geloso di te. Non fa che mettermi in guardia, dirmi che non mi devo fidare, che sei…

Adrien ride e con completa la frase.

Anthony lo bacia. Adrien ricambia il bacio. Mentre si riveste pensa che oggi il marchese ha l’alito cattivo.

 

Pochi giorni dopo si rivedono per andare di nuovo dal pittore. Adrien posa per un nudo frontale, che Higgins disegna con maestria. Poi, su richiesta di Adrien, gli mostra alcuni quadri.

- E quello?

Adrien indica un grande quadro coperto da un telo: è sicuro che si tratti del ritratto di Becker, ma Higgins si limita a dire:

- Un lavoro non ancora completato. Preferisco non mostraglielo.

Nel viaggio di ritorno Anthony si chiede se Adrien farà come la volta precedente, ma Adrien si apre i pantaloni e tira fuori il cazzo. Anthony si china e lo prende in bocca, mentre Adrien gli accarezza i capelli. Ad Anthony piace il cazzo di Adrien, gli piace sentirlo vigoroso e caldo nella sua bocca. Lo lecca e lo succhia e infine il seme sgorga. Anthony lo inghiotte. Poco dopo la carrozza si ferma. Adrien si rassetta e scende.

 

In giornata George annuncia ad Adrien:

- Mercoledì ti porterò dai Gray.

Adrien è entusiasta: entrare in un salotto esclusivo è il coronamento delle sue ambizioni.

George è conscio che esiste un certo margine di rischio. Se Adrien si dimostrasse inadeguato a sostenere la parte ed emergessero dei dubbi, George si troverebbe oggetto di critiche per averlo introdotto in società. Alcuni mesi di apprendistato non sono sufficienti a trasformare un proletario in un nobile, ma l’origine francese dovrebbe permettere di nascondere la bassa estrazione sociale.

La serata di svolge senza problemi. Approfittando del ridotto numero di ospiti, George rimane quasi sempre vicino al giovane. Adrien, seguendo il consiglio del conte, non si sforza di brillare. Segue la conversazione comune, intervenendo sempre a proposito, e nulla di ciò che dice o fa appare fuori posto.

La prima serata in una cerchia molto esclusiva si conclude con un pieno successo.

 

Il giorno dopo Bentham dice:

- Adrien, è ora che cominciamo a pensare a sistemarti.

- Sistemarmi?

- Sì, devi raggiungere una posizione che ti permetta di essere autonomo. E questo significa una cosa sola.

- Cioè?

- Un matrimonio.

Adrien sa che la proposta di lord Bentham significa anche un’altra cosa: il suo protettore si è divertito a sufficienza e sta incominciando a perdere interesse per il suo giocattolo. Per Adrien non è un grande problema. Lord Anthony saprà prendere il suo posto, ma Adrien si rende conto che deve davvero trovare una sistemazione che lo renda autonomo.

- E con chi mi dovrei sposare?

- Potrebbe essere la figlia dei Parry.

Adrien non è entusiasta della proposta: ormai condivide il disprezzo di Bentham per i Parry. George intuisce e osserva:

- È già un obiettivo molto ambizioso per qualcuno che non ha mezzi. Non puoi pensare di mirare più in alto, Adrien. I Parry possono convincersi che discendi da una grande famiglia aristocratica e decidere di darti la figlia: loro mettono una fortuna, tu metti un nome antico e prestigioso. Ma all’interno di una cerchia più ristretta, nessuno darebbe la figlia a un giovane privo di mezzi. E soprattutto…

- Soprattutto?

- Indagherebbero a fondo sulla famiglia. E questo sai benissimo che conseguenze avrebbe.

Adrien annuisce. George insiste:

- Un matrimonio come questo metterebbe a tua disposizione un grande patrimonio. Uno strumento fondamentale per la vita che miri a condurre.

- Sì, capisco.

Adrien si rende conto che il conte ha ragione, anche se gli brucia.

 

Il giorno dopo Adrien è da Anthony, che gli chiede un terzo ritratto.

Adrien scoppia a ridere, rovesciando indietro la testa.

- Ancora un ritratto?! Tre, in pochissimi giorni. Ma che te ne fai?

Anthony sorride.

- Voglio un ritratto più… più audace, qualche cosa che ti faccia vergognare.

Adrien ride di nuovo.

- E io che mi fidavo di te! Invece sei un libertino impudente.

Anche Anthony ride:

- Per quello ci intendiamo così bene, io e te.

Questa volta Adrien posa nudo disteso su un letto: si mette prono, il culo un po’ sollevato, e con la mano sinistra stuzzica il cazzo che sporge tra le gambe. Higgins lo ritrae senza mostrarsi minimamente scandalizzato della posa lasciva. Dev’essere abituato a questo tipo di disegni. Adrien si dice che è un morto di fame disposto a tutto pur di guadagnare un piatto di minestra.

 

Poche sere dopo George e Adrien sono nuovamente invitati dai Gray. Il fatto che l’invito sia rivolto a entrambi è un segno molto positivo.

Prima di uscire, Adrien controlla con cura la propria immagine nello specchio. Ogni dettaglio è a posto. Adrien sorride. George Bentham è un buon maestro e ha saputo insegnargli come ci si veste e come ci si muove nell’alta società e ora Adrien si sente in grado di affrontare gli ambienti più esclusivi. George Bentham è stato un buon maestro, sì, ma Adrien è consapevole di essere stato un ottimo allievo.

Per ora Adrien viene invitato insieme al conte perché risulta essere suo ospite. Verrà un giorno in cui Adrien riceverà inviti diretti a lui in quanto persona, non in quanto ospite di Bentham.

Adrien si guarda ancora allo specchio, poi raggiunge Bentham.

 

Quando arrivano, la padrona di casa, lady Gray, li accoglie sorridendo. Dopo aver salutato George, si rivolge ad Adrien:

- E a lei, monsieur de Bellisle, farà piacere sapere che abbiamo qui la principessa di Cadignan, che ha accompagnato il figlio a Londra. Per noi è un onore avere come ospite la principessa. La sua è una delle famiglie più illustri di Francia, come di certo saprà.

Adrien sorride, nascondendo la sua preoccupazione. Appena la signora Gray si allontana, George sussurra:

- Tieniti lontano da lei il più possibile. Rimani molto sul vago per quanto riguarda la tua famiglia. Se avessi saputo… ma ormai è tardi. Di’ che i tuoi non ti parlavano mai della loro vita in Francia. Insomma: ne sai molto poco.

Adrien si rende conto che la presenza della principessa costituisce un problema. Di certo la nobildonna conosce perfettamente le famiglie nobili di Francia. A tavola la principessa, in quanto ospite più importante, è seduta di fianco al padrone di casa, a una certa distanza da Adrien.

George è alquanto inquieto: sa benissimo che Adrien non è in grado di sostenere la parte del nobile francese, sia pure rovinato dalla rivoluzione, di fronte a una principessa parigina. Adrien cercherà di tenersi alla larga dalla nobildonna, ma è inevitabile che vengano a contatto dopo la cena, proprio perché Adrien risulta essere francese.

Dopo cena George si intrattiene con la principessa, che non parla inglese. Cerca di intrattenerla e quando la donna si mostra curiosa di conoscere il giovane francese, le spiega che in realtà Adrien non è mai stato in Francia e che il padre ha sempre preferito non parlare della sua vita nella terra natale. Nobiltà di provincia, che la rivoluzione ha spazzato via.

George non può comunque impedire che la principessa si avvicini ad Adrien. George rimane con loro, ma la padrona di casa lo prega di passare in un altro gruppo di ospiti, per dirimere una questione di galateo: lord Bentham è considerato un esperto e un giudice infallibile in tutto ciò che concerne il buon gusto e l’eleganza, nelle maniere come nell’abbigliamento. I suoi pareri sono sentenze a cui gli altri si inchinano.

A malincuore George si inserisce nel gruppo. Gli viene posta la questione, George dà il suo parere e lo motiva, qualcuno pone altre domande, si accende una breve discussione, George è ancora invitato a formulare altri giudizi e quando infine il piccolo dibattito ha termine, George nota che la principessa non sta più parlando con Adrien.

Nel corso della serata la principessa non si avvicina più al giovane.

Quando infine lasciano il palazzo dei Gray, George chiede:

- Com’è andata? La principessa di Cadignan sembrava alquanto dubbiosa.

Anche Adrien è impensierito.

- Ho cercato di rimanere molto sulle generali. Ho spiegato che della mia famiglia di origine so molto poco, perché mio padre non ha mai voluto parlarne, insomma, quello che mi avevi detto anche tu. Ma non mi sembrava convinta.

 

Il giorno dopo George riceve un invito.

- I Parry organizzano una delle loro serate. Questa volta mi toccherà andare.

- Ma perché vai da questi arricchiti che disprezzi? Che senso ha?

- Non posso dire di no ogni volta. Se mi nego nove volte e la decima accetto, loro lo considerano un grande onore. Se mi nego sempre, semplicemente non mi inviteranno più. Di per sé non sarebbe un grande problema, ma è una compagnia molto mista, che presenta diverse attrattive per me.

Tra le attrattive che la società dei Parry presenta, c’è anche quella di essere un buon terreno di caccia. E George sa benissimo che il suo rapporto con Adrien non è eterno. Con lui si è divertito, il giovane è un bravo stallone e soprattutto un ottimo allievo, ma ha perso il fascino della novità. 

Dopo un momento di silenzio, George aggiunge:

- E poi è ora che sondi un po’ il terreno. Voglio capire le intenzioni dei Parry per la loro figliola.

Adrien guarda George, poi sorride.

- Ritieni opportuno che venga anch’io?

- Non opportuno. Indispensabile.

Adrien non ha molta voglia di andare dai Parry: l’idea del matrimonio non lo entusiasma e si rende conto che la società che si riunisce dai Parry non è raffinata come quella che si è abituato a frequentare. Ma a Bentham non può dire di no e al suo futuro deve pensare. Comunque non gli spiace poter esibire il suo nuovo status.

- Allora ci sono.

 

Entrando nella residenza dei Parry, Adrien rimane colpito da quanto diversa gli appaia rispetto alla prima volta: allora la dimora gli era sembrata il massimo della ricchezza e della raffinatezza e gli ospiti la crema della società. Ora vede tutti i limiti del gusto dei padroni di casa, l’ostentazione di una ricchezza priva di ogni eleganza. E gli invitati sono una misera caricatura della vera nobiltà.

Dai Parry c’è anche Nigel Kellington, che ha introdotto Adrien dai Parry e quella stessa sera lo ha visto allontanarsi con Bentham.

Nigel è stato l’amante di Adrien per tre settimane, ma non era certo innamorato: Adrien è un buon toro da monta e questo è ciò che interessa a Nigel. Quella sera lo ha infastidito vedere il suo protetto andarsene salutandolo appena, ma non ha dato un peso eccessivo all’episodio. Il fatto che Adrien avesse fatto colpo sul conte di Bentham lo ha anzi divertito.

Nigel osserva come si muove Adrien. Appare altezzoso, come se fosse realmente un nobile di una famiglia illustre. Le circostanze in cui Nigel ha incontrato Adrien lasciano pochi dubbi sulla sua vera condizione sociale, anche se a Nigel Adrien aveva detto di discendere da una famiglia nobile finita in miseria.

Nigel si avvicina sorridendo. Adrien fa appena un cenno di saluto, come se Nigel fosse un vecchio domestico di famiglia il cui omaggio è scontato.

Nigel è irritato, ma non lo dà a vedere. Si allontana. In un gruppo sente dire:

- Il giovane Adrien de Bellisle ormai frequenta solo circoli molto esclusivi. È un onore averlo qui.

Nigel non dice nulla, anche se è infastidito: è stato lui a introdurre Adrien nella società dei Parry, per cui deve badare a ciò che dice.

 

Adrien non è a suo agio. Interviene molto poco: che senso ha brillare in una compagnia del genere? È degradante.

George parla un po’ con i padroni di casa, che sono sempre ben felici di ricevere le attenzioni di un nobile così illustre. George si muove con grande cautela. Lord Parry osserva:

- Che eleganza, il giovane Bellisle.

- Quando si discende da una grande famiglia, l’eleganza è una dote naturale. È un peccato che le sue condizioni economiche non siano all’altezza del suo rango. Ma rimedierà con un buon matrimonio.

- Lei dice?

- Sì, certo. Sono in molti che sarebbero ben felici di vedere entrare nella loro famiglia un Bellisle, imparentato con gli Orléans. C’è stata una proposta da parte… non posso dire il nome, non sarebbe corretto. Diciamo una ricca famiglia borghese, molto ricca. Ma non è pensabile, lei mi capisce: il giovane Bellisle è privo di mezzi, ma non può sposare una ragazza senza un titolo. Un uomo che può parlare alla pari con la principessa di Cadignan… non sposerà una duchessa, no, certo, ma una borghese! C’è un limite a tutto.

Lord Parry non sa chi sia la principessa di Cadignan. Lady Parry invece è sempre ben informata e interviene nella conversazione tra il marito e lord Bentham:

- Ho letto che la principessa è stata a Londra.

- Sì, siamo stati a cena dai Gray poche sere fa e la principessa si è intrattenuta a lungo con il giovane Bellisle.

George non teme di essere smentito: tra gli ospiti dei Gray nessun altro frequenta il salone dei Parry. E in ogni caso la principessa ha davvero parlato con Adrien.

George vede negli occhi di lady Parry una scintilla. Il salotto esclusivo dei Gray per lei è un miraggio. George è sicuro che la donna sta accarezzando l’idea di proporre la figlia: di certo ne parlerà con il marito. Il sasso è stato lanciato. George cambia argomento: sa che dopo averne discusso tra di loro, saranno i Parry stessi a riproporre il tema, se ritengono interessante l’idea di un matrimonio tra la ragazza e Adrien. Adesso non è il caso di insistere.

 

Adrien è sollevato quando se ne vanno. Non è l’ambiente per lui. Rivedere Nigel Kellington non è stato piacevole, per almeno due diversi motivi.

In primo luogo Nigel è l’unico a sapere che Adrien lavorava in un bordello a Manchester; non può raccontarlo senza rischiare di sputtanarsi, tanto più che è stato lui a introdurre Adrien dai Parry, ma conosce ciò che tutti dovrebbero ignorare. Se Adrien fosse meno giovane, se non disprezzasse profondamente Kellington, probabilmente si sarebbe mosso in modo del tutto diverso e avrebbe evitato di mostrare la sua avversione. Due parole cortesi, un ammiccamento, magari una vaga proposta di rivedersi, avrebbero fatto di Kellington un complice e non un nemico.

Il secondo motivo per cui Adrien non ha rivisto volentieri il suo primo amante londinese riguarda Kellington stesso, che Adrien giudica brutto, vecchio e volgare: al giovane non fa piacere ricordare di essersi dato a lui, di averlo trattato con deferenza, di essersi trovato a dipendere da lui. Non gli piace ricordare ciò che ha fatto con lui: pratiche che quando lavorava nel bordello erano abituali e che ora preferisce dimenticare.

 

Due giorni dopo George e Adrien rientrano a notte fonda da una serata mondana. In carrozza George è silenzioso: è chiaramente di cattivo umore.

- Qualche problema? Mi sembri irritato.

- Irritato no. Preoccupato, piuttosto. Ho saputo che i Gray hanno organizzato un’altra cena, che avrà luogo domani sera, ma io non sono stato invitato.

- E allora? Non inviteranno mica sempre le stesse persone.

- No, certo, ma quella di questa sera è una cena con molti commensali, a cui partecipano tutti coloro che frequentano abitualmente la casa. Il fatto che io sia stato escluso da una cena a cui sarei dovuto essere invitato, indica chiaramente che sospettano qualche cosa.

- È così grave? Hanno qualche dubbio per quella perfida donna della Cadignan. Ma è solo un dubbio. Non pensi che con il tempo svanirà?

George alza le spalle.

- Sì, dovrebbe essere così.

Con ogni probabilità i Gray e forse qualche altra famiglia eviteranno di invitare George finché Adrien si fermerà da lui, per non avere come ospite un uomo sulla cui origine nutrono dei dubbi. O magari arriverà qualche invito rivolto solo a lui e se George risponderà di non poter venire perché ha un ospite, l’invito non sarà esteso ad Adrien. Ma non c’è niente di sicuro, per cui queste voci non circoleranno troppo.

 

Nei giorni successivi Adrien si accorge che talvolta in una serata qualcuno evita di intrattenersi a lungo con lui, ma nessuno si dimostra poco cortese nei suoi confronti.

Una settimana dopo un nuovo invito dai Gray è rivolto solo a lord Bentham, anche se di sicuro i Gray sanno che Adrien è sempre suo ospite.

George decide di accettare: recandosi da solo, avrà modo di studiare la situazione.

L’accoglienza è molto cordiale e nel corso della serata, nessuno fa riferimento ad Adrien. George evita di affrontare l’argomento.

La situazione non sembra preoccupante. I Gray hanno dei dubbi e, essendo molto selettivi, preferiscono non invitare Adrien, ma queste perplessità rimangono all’interno di una cerchia ristretta. Se nessuno ritiene di dover mettere in guardia George, significa che ci sono solo dubbi, niente di preciso.

George ritorna a casa soddisfatto. Ormai però è ora di fare il passo successivo e concludere il gioco: Adrien deve sposarsi. Bisogna studiare bene come muoversi. La figlia dei Parry sarebbe una buona mossa: una grande fortuna che permetterebbe ad Adrien di imporsi tra la piccola aristocrazia, dove probabilmente nessuno penserebbe ad indagare sulle sue origini. Oppure una ragazza borghese, erede di un grande patrimonio.

 

 

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