14. Le piume del todi verde

 

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Martin è preoccupato. Adam e Thomas non sono tornati. Li ha attesi tutto il mattino. La cerimonia si è svolta nella notte, come sempre. Adesso è pomeriggio: dovrebbero essere di ritorno già da un po’. La volta scorsa Adam è tornato presto. Il cielo si è coperto, ma non piove. Sulla collina dove si è svolto il rito, le nuvole sono nere come la pece. Che ne è di Adam e Thomas? Potrebbero aver bisogno di aiuto, potrebbero essere… Martin preferisce non pensare. Teme che sia successo qualche cosa. Correvano entrambi un rischio mortale, ma Martin sperava che il loro legame fosse più forte della minaccia che incombeva su di loro.

Martin decide di avviarsi verso la collina. Sale a cavallo e si dirige verso la radura da cui parte il sentiero. Incomincia a piovere. Man mano che procede, il vento diventa più forte e la pioggia più intensa. Quando è vicino alla radura, incomincia a temere che stia arrivando un uragano. In questo caso sono tutti in pericolo: Adam e Thomas, se sono ancora vivi, e Martin stesso.

Quando Martin raggiunge la radura, vede gli abiti di Adam e Thomas per terra, ai piedi di un albero. Fa per scendere da cavallo, ma davanti a lui compare un’ombra. Ha l’aspetto del myal, ma il corpo non è opaco: Martin può intravedere ciò che c’è dietro.

Il myal alza la mano, in un segno inequivocabile. Martin si ferma. Vorrebbe chiedere, ma sa che l’ombra non parlerà. Martin volta il cavallo e ritorna verso la fattoria. La pioggia diviene meno intensa. Martin si volta a guardare se anche sulla collina le nubi sono meno scure, ma là il cielo è di un nero di morte. Martin rabbrividisce.

 

L’uragano che ha imperversato per molte ore sulla collina si è dissolto. L’acqua scende fitta e lava i due cadaveri stesi nella radura, portando via il sangue.

La pioggia rallenta, ormai è solo un’acquerugiola.

I due corpi stesi a terra non hanno più segni di ferite o mutilazioni: ora appaiono intatti. Sul petto di uno c’è una croce, sull’altro cinque, ma la pioggerella le sta lavando via.

Nella notte le nuvole si diradano.

 

Martin dorme pochissimo. Si sveglia prima dell’alba. Se Adam e Thomas non torneranno, nel pomeriggio salirà sulla collina. Vuole almeno dare loro sepoltura.

Il mattino i primi raggi del sole illuminano i due corpi nella radura. Sono immobili, ma il torace di entrambi si abbassa e si solleva in una respirazione regolare.

Nel sonno Thomas muove la mano destra e Adam la sinistra. Le loro dita si incontrano e si intrecciano, saldamente, senza che i due uomini si destino.

Oltre un’ora passa. Il sole splende sui due corpi stesi uno a fianco dell’altro. Entrambi sembrano ancora dormire. Un picchio batte con il becco contro un tronco vicino. Uno dei due uomini apre gli occhi e si muove leggermente. Il movimento sveglia anche l’altro.

Thomas guarda Adam e gli sorride.

Sempre tenendosi per mano, si mettono seduti.

- Ce l’abbiamo fatta. Siamo vivi tutti e due. Io… non ricordo quasi nulla. Ho l’impressione…

Thomas si rabbuia.

- … qualche cosa di orribile, ma non ho un ricordo preciso.

- Neanch’io, ma ho la stessa sensazione, di… non ha importanza. Sei vivo, siamo vivi entrambi.

- Sì, grazie alla tua ostinazione.

- E nonostante la tua testardaggine.

Thomas guarda Adam. Sorride.

- Hai qualche cosa di verde nei capelli.

Thomas allunga la mano, ma Adam gli dice:

- Ce l’hai anche tu. Non lo togliere. È… è una piuma. Più d’una. E ce n’è anche una rossa.

- Sì, anche tu hai delle piume verdi e una rossa. Che strano. Chiederemo a Goldberg se sa che cosa significa.

Senza alzarsi Thomas si avvicina ad Adam e lo bacia con delicatezza sulla bocca.

Adam ricambia il bacio, poi si stacca.

Thomas chiede, sorridendo:

- Non hai voglia di…?

Adam ride:

- Sono mesi che non scopiamo, Thomas, e non c’è nulla che desideri di più in questo momento, ma questo è un luogo sacro e forse… preferisco che ci spostiamo.

- Si, hai ragione. Torniamo dove abbiamo lasciato gli abiti. Sperando di ritrovarli. Non vorrei andare in giro così.

- Sei bellissimo, Thomas. Vorrei vederti sempre così.

Thomas bacia ancora Adam, poi si alza.

- Dev’essere da quella parte, no?

- Sì.

Percorrono un tratto di sentiero. La luce del sole lo illumina e anche nei tratti in cui la vegetazione è più fitta, i raggi filtrano tra le foglie. Tutt’intorno sentono uccelli cantare e ogni tanto ne vedono: un oriolo giallo e nero si sporge da un ramo tra i rossi frutti di un albero; una parula con le piume di un azzurro intenso saltella sull’erba davanti a loro.

Infine arrivano dove hanno lasciato i loro abiti. Adam si china per raccoglierli, ma Thomas lo afferra da dietro.

- Qui non è più terreno sacro, no?

Adam non lo sa, ma questo corpo che ora lo stringe cancella ogni altro pensiero. Thomas lo abbraccia e le sue mani lo accarezzano, scorrendo sul viso, sul collo, sul torace, sul ventre e indugiando sul cazzo che già si tende. Adam si abbandona completamente a questa stretta, al desiderio che si sveglia impetuoso.

Thomas lo guida a stendersi sulla schiena. Gli allarga le gambe e si inginocchia. Solleva uno dopo l’altro i piedi di Adam e se li mette sulle spalle. Poi si sputa sulle dita, inumidisce bene l’apertura e lentamente entra dentro Adam.

Adam guarda Thomas e sorride, mentre un’ondata di piacere lo avvolge. Thomas lo sta prendendo, il suo cazzo lo sta penetrando, dopo mesi in cui non hanno più avuto rapporti. Adam chiude gli occhi, sopraffatto dalle sensazioni intensissime che prova.

- Ti amo, Thomas.

- Anch’io ti amo, Adam.

Thomas spinge il cazzo fino in fondo, poi si ritrae, in un movimento continuo. Adam geme di piacere. Thomas gli accarezza il viso, gli mette due dita tra le labbra e Adam morde leggermente.

Il movimento prosegue a lungo. Il cazzo di Adam si tende e il piacere diventa sempre più forte. Infine Thomas spinge con più forza e il suo seme si rovescia nelle viscere di Adam, che viene con un grido.

Thomas esce da lui, si toglie le gambe dalle spalle, le posa a terra e si stende su Adam Lo guarda negli occhi e, quasi senza pensarci, recita:

- Sei la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l’oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro.

Adam si sente le lacrime agli occhi.

- Romeo e Giulietta?

Thomas ride e dice:

- No, un sonetto.

- Non riuscirò mai a indovinare.

Rimangono ancora un momento così, poi Thomas osserva:

- È meglio che andiamo. Martin si preoccuperà.

 

Scendono alla fattoria dei Norton.

Martin è seduto su una roccia all’inizio della traccia da cui arrivano Thomas e Adam. Appena li vede arrivare, si alza in piedi.

- Grazie a Dio. Non sapevo più che cosa pensare!

- Mi spiace che tu ti sia preoccupato per noi, Martin.

- Ieri pomeriggio, durante la tempesta, ho cercato di risalire il fiume, ma mi è apparso il myal e mi ha fatto segno di fermarmi.

- Ieri pomeriggio? Ma… ieri pomeriggio siamo saliti per la cerimonia.

Martin scuote la testa.

- No. È stato il giorno prima. Oggi è giovedì.

Thomas e Adam si guardano, stupiti: hanno passato sulla collina due notti e un giorno intero, senza rendersene conto.

Martin osserva:

- Mi basta guardarvi in faccia per vedere che tutto è andato bene.

- In che senso?

- Siete sereni. I demoni che la tormentavano se ne sono andati, Hardy.

- Sì, non so come. Non ho ricordi precisi di nulla.

Adam interviene:

- Anch’io. Ricordo di aver visto delle figure intorno a me nel buio, ma poi… non lo so, tutto è svanito.

- Meglio così.

- Perché è meglio così?

- Perché credo che entrambi abbiate affrontato una prova estremamente dolorosa. L’avete superata, grazie all’amore che vi unisce. Ero sicuro che ce l’avreste fatta.

È la prima volta che Martin fa riferimento al loro sentimento. Thomas e Adam non si sono mai scambiati gesti o parole d’affetto davanti ad altri, ma Martin ha capito.

Martin osserva i capelli di Adam e quelli di Thomas.

- Avete tutti e due le piume verdi del todi. E anche una rossa!

- Le abbiamo notate. Ci chiedevamo se avessero qualche significato.

- Non le avete messe voi, vero? Ve le siete ritrovate, vero?

- Sì, è così.

Martin sorride.

Adam osserva:

- Mi avevi detto che il todi verde è l’uccello della vita.

- Sì, è così, le piume verdi sono un simbolo della vita. La maledizione che pesava su di voi è stata cancellata.

Thomas chiede:

- E la piuma rossa?

Martin sorride.

- Te l’avevo raccontato, Adam. Il talismano più potente.

- È un segno d’amore, no?

- Sì, l’amore che dà la vita.

 

 

 

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