12. Londra

 

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Thomas avanza in chiesa, dando il braccio a sua sorella. Margaret è raggiante, anche se è un po’ preoccupata per suo fratello: da quando è tornato dai Caraibi, Thomas appare molto stanco, è anche dimagrito. Margaret teme che si sia ammalato, ma Thomas dice che è solo la fatica del viaggio. In effetti un viaggio fino alla Giamaica è impegnativo, Margaret ha sentito parlare di tutti i disagi che i passeggeri devono affrontare. Ma Thomas è un uomo forte e abituato a combattere.

Margaret è sicura che le condizioni di Thomas miglioreranno in fretta, adesso che è a Londra. Per il momento suo fratello non intende riprendere servizio nell’esercito. Deciderà poi.

Margaret e Albert partiranno in viaggio domani mattina. Ernest andrà a Cambridge e Thomas rimarrà nella grande casa che grazie a lui non è stato necessario vendere. Margaret stringe il braccio del fratello, grata per tutto quello che Thomas ha fatto per loro.

 

La giornata è finita. Thomas non si regge più in piedi, ma è riuscito a nascondere le sue condizioni fino all’ultimo. A casa si affloscia su una poltrona. Non sarebbe in grado di raggiungere la camera da letto. Ha bisogno di riposarsi.

- Sei molto stanco, Thomas. Sei sicuro di stare bene?

Thomas guarda il fratello. Non vuole che si preoccupi.

- Sì, Ernest, questo viaggio di ritorno è stato un incubo. Mare sempre mosso, una cabina… l’aria era irrespirabile. Ho mangiato male. Un disastro. Ho solo bisogno di riprendermi.

- Forse il matrimonio poteva essere rinviato, visto che tu avevi dovuto ritardare la partenza dalla Giamaica.

- No, meglio così. Tu avresti dovuto venire via da Cambridge per le nozze.

- Cambridge non è mica nei Caraibi.

- Va’ a dormire, Ernest. Domani mattina ti devi alzare presto.

- Sei tu ad avere bisogno di sonno più di me. Hai fatto tanto per noi, ma adesso prenditi il riposo di cui hai bisogno.

Ernest augura la buonanotte e sale in camera. Thomas rimane sulla poltrona. Cercherebbe di dormire qui, perché non se la sente di salire le scale, ma sa che nella notte le sue urla sveglierebbero Ernest. Rimane seduto un’ora, poi, con fatica, raggiunge la sua camera. Per fortuna domani Ernest va all’università.

 

*

 

Gli articoli di Adam Woolwich sulle piantagioni della Giamaica e sul traffico di schiavi hanno avuto un grande successo. Il direttore gli ha chiesto di raccontare dettagliatamente le sue avventure e Adam ha appena finito di pubblicare a puntate sul Times una cronaca del suo viaggio, che ha destato molto entusiasmo. Il giornalista ha subito due tentativi di omicidio e un sequestro di persona: davvero ce n’è più che a sufficienza per incuriosire i lettori. Adam è l’eroe del giorno, insieme a Thomas, di cui Adam ha fatto uno splendido ritratto. Ma il tenente Hardy non frequenta la società e molti, Adam compreso, sono convinti che sia ancora in America.

Adam è spesso invitato ai ricevimenti in casa di Thomas Barnes e in altre occasioni, perché tutti vogliono conoscerlo. Adam non ama particolarmente la vita mondana, ma sa che Barnes ci tiene a esibirlo: è ottima pubblicità per il giornale. Adam è contento che i suoi articoli siano stati apprezzati, anche se non è interessato alla notorietà.

Adam non è sereno. Thomas sarebbe dovuto tornare poche settimane dopo di lui e invece sono passati due mesi e Adam non ha ricevuto nessuna notizia. Perché Thomas non è ancora rientrato? Perché non gli ha scritto nemmeno una riga?

Adam è a un ricevimento da Barnes e la conversazione ruota, come spesso avviene, intorno alle avventura di Adam e di Thomas nei Caraibi.

Una giovane donna chiede:

- Il tenente Hardy è davvero l’eroe che lei ha descritto?

- Certo! Anche in India si era distinto in diverse imprese. Credo di non aver mai conosciuto nessuno che unisca coraggio e intelligenza nella sua misura.

Adam sorride, ma, come sempre quando parla di Thomas, avverte la sofferenza che la lontananza di Thomas provoca in lui.

La donna chiede:

- Il tenente è ancora alla Giamaica, no?

Adam sta per rispondere di sì, ma un ufficiale interviene:

- No, l’ho visto l’altro giorno. So che è rientrato da oltre un mese. La settimana scorsa si è sposata la sorella.

Adam ha l’impressione di aver ricevuto una bastonata. Non riesce a dissimulare il suo sconcerto, ma la signora non bada a lui: sta chiedendo all’ufficiale la sua opinione su Thomas. Adam sente appena la risposta:

- Lo conosco poco, ma, come dice il signor Woolwich, in India si era distinto in diverse azioni. Un uomo coraggioso e generoso.

Adam si allontana dal gruppo e poi si congeda da Barnes, accampando una scusa. Esce in strada. È buio e Adam cammina. Non sa bene dove sta andando. Thomas è tornato oltre un mese fa. Thomas non si è fatto vivo. Thomas…

Adam si ferma. Potrebbe recarsi ora a casa di Thomas. Non ce la fa ad aspettare fino a domani. È tardi però, molto tardi. Non può presentarsi a quest’ora. Thomas è tornato oltre un mese fa, anche se lui l’ha scoperto solo ora.

Adam si dirige verso casa propria. Gli sembra che faccia freddo.

Adam si mette a letto, ma non riesce a dormire. Thomas è tornato da oltre un mese, ma Adam l’ha scoperto solo oggi. Perché Thomas non l’ha cercato? Oltre un mese! Come è possibile?

L’indomani mattina Adam bussa alla porta della casa di Thomas molto presto, ma non è in grado di attendere ancora.

Il servitore lo fa entrare e gli dice che avviserà il padrone.

Thomas arriva quasi subito. È tanto smagrito da essere quasi irriconoscibile. È anche molto pallido: di sicuro non sta bene.

- Thomas! Stai male? Gli incubi non sono scomparsi?

Adam fa due passi verso di lui. Thomas rimane fermo, impassibile.

- Non sto bene, sono molto stanco.

È l’espressione del viso di Thomas a fermare Adam. Non c’è traccia di un sorriso. Thomas non è contento di vederlo. Si direbbe quasi che…

- Thomas, sei tornato da… Perché non ti sei fatto vivo?

Thomas scuote la testa. Non dice nulla. Lo fissa, immobile.

- Thomas…

- È meglio che tu te ne vada, Adam. Non tornare, Adam.

Adam arretra. Guarda ancora Thomas, poi corre fuori. Si allontana in fretta dalla casa, come se temesse di essere inseguito. Non raggiunge il giornale, non se la sente. Torna a casa. Per strada si rende conto di aver incominciato a piangere.

Nei giorni successivi Adam si sente sempre peggio. Thomas gli ha detto di non ritornare e Adam cerca di soffocare il desiderio di vederlo ancora, di parlargli, di ottenere una spiegazione. Persino al giornale ci sono momenti in cui gli salgono le lacrime agli occhi e fa fatica a ricacciarle indietro. Il direttore si rende conto che Adam non sta bene e gli chiede se vuole prendersi un po’ di riposo, ma Adam ha l’impressione che senza il suo lavoro impazzirebbe.

Infine Adam non è più in grado di reggere. Thomas gli deve una spiegazione, almeno quello.

Adam ritorna a casa di Thomas, ma sulla porta il servitore gli dice che il tenente Hardy non è in casa. Adam sospetta che l’uomo menta, ma non dice nulla. Due giorni dopo si apposta nei pressi della casa e vede Thomas rientrare. Aspetta venti minuti, poi va a bussare. Il servitore gli dice:

- Mi spiace, il tenente Hardy è fuori casa.

 

Adam è davanti al bordello di Patrick. Pensa che l’ultima volta che ha bussato alla porta verde, illuminata dalla luce della lanterna, era un uomo sereno, che stava per partire per una missione rischiosa. Credeva di conoscere i pericoli a cui andava incontro. Idiota! Non aveva messo in conto il rischio più grande, ciò che oggi sta devastando la sua vita, questo amore senza speranza che non gli dà tregua.

Adam non sa perché sta andando al bordello di Patrick O’Brian. Non ha voglia di scopare, anche se sono mesi che non ha rapporti. Ma ormai c’è un unico maschio nei suoi pensieri: Thomas. E mentre bussa Adam si rende conto che Thomas è il motivo per cui va al bordello. Perché qui si sono visti per la prima volta, perché Patrick lo conosce.

Patrick coglie immediatamente che c’è qualche cosa che non va in Adam, ma non dice nulla. Lo spoglia e Adam lo lascia fare, apparentemente indifferente. Poi, quando sono entrambi nudi, Adam dice:

- Fammi male, Patrick.

Patrick guarda Adam stupito. Non è la richiesta in sé a lasciarlo perplesso: ci sono diversi clienti che amano provare dolore, a cui ad esempio piace farsi fustigare. Il bordello di Patrick offre anche questo: uno dei motivi del suo successo consiste proprio nella grande varietà dell’offerta. Qui ogni uomo può soddisfare le sue fantasie.

Ma Adam non ha mai avanzato richieste particolari. Adam è sempre stato un uomo sereno, per cui il sesso è solo gioia.

Con un altro cliente, Patrick non si porrebbe problemi: cercherebbe soltanto di capire che cosa l’uomo si aspetta da lui e poi lo soddisferebbe. Ma con Adam Patrick ha un rapporto diverso.

- Che ti succede, Adam?

Adam scuote la testa. Prova una tristezza sconfinata.

Patrick si corica sul letto e attira a sé Adam. Lo fa stendere su di sé e lo abbraccia.

- Non vuoi raccontarmi, Adam?

Nuovamente Adam si limita a scuotere il capo. Non dice nulla: ha l’impressione che se parlasse, si metterebbe a piangere. È Patrick a chiedere:

- Thomas, vero? Ti sei innamorato di lui?

Adam è esterrefatto.

- Ma come… come… come hai fatto… non lo sa nessuno… è stato Thomas a dirtelo?

- Non vedo Thomas da quella sera in cui tu l’hai incontrato per la prima volta.

- E allora?

- Ho letto i tuoi articoli, Adam. Chi non conosce i tuoi gusti e quelli di Thomas e non sa che vi eravate incrociati qui, probabilmente non ha notato niente. Ma per me che ti conosco è stato subito chiaro che ti eri innamorato. Da come hai descritto Thomas.

- Io… non pensavo. Non credo di aver scritto nulla che… Lui è così.

- Sì, lui è così. E tu sei innamorato di lui.

Adam non dice nulla. Gli sembra di non essere in grado di parlare del suo amore per Thomas. Ma è venuto da Patrick per Thomas, perché Patrick lo conosce, di questo è perfettamente consapevole.

Dopo un momento di silenzio, Adam chiede:

- Parlami di lui.

- Parlarti di Thomas Hardy…

- Lo conosci da tempo, no?

- Da sette anni.

- Vi siete conosciuti qui?

Patrick scuote la testa.

- No, in India. Thomas era tenente già allora. Aveva fatto carriera in fretta, perché aveva dimostrato di valere molto. Ma tanti lo invidiavano. Lui non aveva protezioni, non aveva un titolo: le promozioni concesse a quelli che provenivano da famiglie importanti erano scontate, ma nel suo caso se le era guadagnate. E questo ad alcuni dava fastidio.

- Ma è assurdo. Capirei il contrario.

- No, Adam. Se uno fa strada e tu no, ti scoccia. Se lui fa strada perché ha protezioni in alto, lo vivi come un’ingiustizia, ma non ti ferisce nel tuo amor proprio. Se invece lui va avanti e tu rimani fermo e sai benissimo che lui non ha santi in paradiso, ti brucia, perché significa che vale più di te.

Adam capisce quel che Patrick vuole dire, ma gli sembra ugualmente assurdo. Patrick prosegue:

- Thomas aveva diversi nemici. Alcuni ufficiali che lo consideravano un concorrente pericoloso per i posti a cui aspiravano. Altri che semplicemente lo invidiavano.

Adam ascolta attento.

- Io allora ero sergente. Non ero destinato a far carriera. Facevo il mio dovere, con i miei limiti. Scopavo volentieri con alcuni soldati e due ufficiali, naturalmente di nascosto: non ci tenevamo a finire sotto processo. C’era un colonnello che era implacabile. In qualche modo si venne a sapere che io scopavo con qualcuno degli altri. Mi fu tesa una trappola, per sorprendere me e un altro. Thomas lo scoprì e venne ad avvertirci, correndo un grosso rischio.

Adam ascolta con attenzione.

- Thomas fu visto vicino alla capanna dove io e un ufficiale ci eravamo nascosti per scopare. Non eravamo stati sorpresi, non c’erano prove, ma alcuni indizi. Fui invitato a lasciare l’esercito. Ma coloro che vedevano in Thomas un rivale o che comunque gli erano ostili, misero in giro la voce che lui era con me nella capanna o che era venuto ad avvisarmi perché anche lui scopava con me. Non era vero. Thomas lo fece perché è un uomo generoso. Ma la faccenda gettò un’ombra su di lui e fu un buon modo per rallentare la sua carriera.

- E tu ti congedasti?

- Sì e venni a Londra, dove ebbi l’idea di creare questo bordello. Un giorno incontrai Thomas, che era in licenza, e ci parlammo. Lo invitai a venire da me e lui accettò.

Adam annuisce. C’è un lungo momento di silenzio. Poi Patrick chiede:

- Qual è il problema? Lui non ti ama?

Adam chiude gli occhi. Fa fatica a parlare, ma ne ha bisogno.

- Non lo so, Patrick. Ci siamo amati, sulla nave. O forse abbiamo solo scopato, non lo so. No, non è vero. All’arrivo Thomas si è staccato da me, ma per evitare che mi trovassi in pericolo. Poi, dopo che ci siamo ritrovati, sembrava che potessimo amarci liberamente, ma non è tornato con me, si è fermato alla Giamaica, per... è una faccenda complessa. Ma mi ha detto che mi avrebbe raggiunto, che era quello che più desiderava al mondo. Ma è tornato e non me l’ha neanche detto. E quando ho scoperto che era tornato senza avvisarmi e sono andato da lui…

- Sì?

- Mi ha guardato come un estraneo, mi ha detto di non tornare da lui. Non sta bene, è dimagrito e sembra molto stanco…

- Può darsi che stia male e che per quello voglia tenerti lontano. Non lo so, ma conosco Thomas da diversi anni e se ti ha detto che voleva tornare da te, che era quello che desiderava, era la verità. Thomas fa fatica a mentire anche quando le circostanze lo richiedono. Ed escludo che a te possa mentire se i vostri rapporti sono quelli che mi dici.

Adam non dice nulla. Le lacrime gli scendono sul viso. Patrick lo accarezza, delicatamente. Questa sera non scoperanno. Adam non è venuto per quello.

 

Un mese è passato dal matrimonio di Margaret. Thomas è l’ombra di se stesso. Pochi riconoscerebbero in quest’uomo pallido, di una magrezza cadaverica e dal passo incerto, il tenente Hardy. Thomas sa che ormai la morte è vicina. Vuole lasciare tutto in ordine, per cui ha preso appuntamento dal notaio.

- Signor Baldwin, vorrei fare testamento.

Il notaio guarda Thomas. Gli legge in faccia che sta male, ma si limita a dire:

- Come preferisce. Anche se lei è molto giovane, è sempre saggio pensare a ogni evenienza.

Thomas annuisce,

- Le mie condizioni di salute sono peggiorate. Temo di aver contratto qualche malattia tropicale alla Giamaica, ma nessun medico è riuscito a capire di che cosa si tratta, non parliamo di curarla.

Il notaio non ha motivo per non credere alle parole di Thomas: basta guardarlo per capire che non ne ha più per molto. Thomas riprende:

- Non so come evolverà la situazione, ma preferisco sistemare tutto.

Baldwin sorride e dice:

- Di certo guarirà. Lei ha una tempra forte.

Il notaio non è per nulla convinto di ciò che dice: è solo una frase di cortesia. Baldwin aggiunge:

- In ogni caso credo che sia sempre meglio mettere tutto a posto.

Stendere il testamento non è lungo: si tratta di stabilire un tutore per Ernest fino a che non sarà maggiorenne, di assicurargli l’occorrente per la prosecuzione degli studi e di disporre della casa. Di altro c’è ben poco. Non sono rimasti debiti, ma neanche grandi beni.

Thomas esce dallo studio del notaio sereno. Ha accettato la morte e sa che non ne ha più per molto. A casa si riposa per due ore: anche andare in carrozza dal notaio è una fatica, da cui deve riprendersi. Poi scrive una lettera a Margaret e una a Ernest.

La sera sale a coricarsi. Guarda il letto. Scuote la testa. Cercherebbe un altro posto per dormire, ma ovunque dorma, i demoni ritornano e almeno la stanza è isolata dalle altre e Thomas non disturba nessuno. Mormora:

- Quando non c’è più rimedio è inutile addolorarsi, perché si vede ormai il peggio che prima era attaccato alla speranza. Piangere sopra un male passato è il mezzo più sicuro per attirarsi nuovi mali. Quando la fortuna toglie ciò che non può essere conservato, bisogna avere pazienza: essa muta in burla la sua offesa. Il derubato che sorride, ruba qualcosa al ladro, ma chi piange per un dolore vano, ruba qualcosa a se stesso.

Gli capita spesso di recitare qualche verso da solo. Di giorno rilegge Shakespeare. La sua vita è alla fine e le parole del poeta leniscono la sua sofferenza.

Thomas si stende a letto. Sprofonda nel sonno. Dopo due ore si sveglia urlando. Trema tutto.

Thomas si alza. Lentamente si veste. Fuori è ancora buio, ma il cielo incomincia a schiarirsi. Thomas vaga senza sapere dove va. Non cammina a lungo: non ha le forze. Thomas arriva al ponte e capisce dove sta andando. In quanto militare, pensava che si sarebbe ucciso tirandosi un colpo, come suo padre, ma va bene così.

Thomas guarda le acque del Tamigi. Sa che non c’è altro da fare: non può continuare a vivere in questo modo. Non è più vita. Sorride e recita:

- Spegniti, spegniti, breve candela! La vita non è che un'ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla.

Thomas scavalca il parapetto e si lascia cadere in acqua.

 

Adam guarda il fiume. È confuso e si chiede se non sta perdendo la ragione. Si è svegliato di soprassalto, meno di un’ora fa, con un bisogno incoercibile di uscire. Si è vestito in fretta, come se ogni secondo fosse prezioso e si è lanciato in strada. Ha camminato rapidamente, in ansia, fino a questo tratto del fiume, subito oltre il ponte. E qui si è fermato, come in attesa. Sa che qualche cosa deve accadere e che lui deve essere qui. Adam si domanda se non sta impazzendo, ma non smette di fissare il ponte. Vede appena la figura che scavalca il parapetto, ma sente il tonfo. In un attimo Adam si toglie la giacca, le scarpe e i pantaloni e si getta in acqua. Adam è un ottimo nuotatore, ma non riesce a vedere dove si trova la persona che si è lanciata dal ponte.

Eccola! Una testa è emersa vicino a lui. Con poche bracciate Adam raggiunge l’uomo, lo afferra e lo trascina con sé. Solo quando si issa sulla riva, riconosce Thomas. Il suo stupore dura poco: si rende conto che in qualche modo lo sapeva, sapeva che stava andando a salvare Thomas.

Adam sostiene Thomas, che pare non essere in grado di reggersi in piedi. Ferma una carrozza e si fa portare a casa. Con l’aiuto di un servitore, stende Thomas su un letto, lo spoglia, lo asciuga e poi lo copre.

Si siede di fianco a lui e gli prende una mano. Ricaccia indietro le lacrime. Pensa che fino a un anno fa non gli capitava mai di piangere. Rimane in silenzio, di fianco a un Thomas quasi irriconoscibile.

Quando Thomas si è ripreso, Adam chiede.

- Perché,Thomas? Perché?

Thomas è troppo debole per riuscire a difendersi. Si schermisce, ma è un muro di carta, che Adam abbatte senza fatica.

- La maledizione, Adam. Ogni notte… non riesco più a dormire, gli incubi mi perseguitano. Sto morendo, Adam. E non ho più voglia di vivere.

- La cerimonia che aveva proposto il myal. Quella che dovevi fare con quell’ufficiale. Perché non l’hai fatta? Ti eri fermato alla Giamaica per quello.

Thomas scuote la testa.

- Ho provato, Adam.

Thomas racconta, a fatica. Adam pone qualche domanda solo quando Thomas si interrompe, ma per la maggior parte del tempo piange e ascolta.

E infine Thomas dice:

- Non ce la faccio più, Adam. Mi hai salvato, ma non cambia nulla.

Adam scuote la testa. Non può accettare l’idea che Thomas muoia.

- Thomas, dobbiamo fare ciò che aveva detto il myal.

Thomas scuote la testa.

- Perché tu muoia come è morto Pyle?

- Qualche cosa è andato storto. Questa volta funzionerà.

- No, non voglio metterti in pericolo.

Adam non dice niente, si limita a stringergli la mano. Ma è ben deciso a organizzare la partenza nonostante l’opposizione di Thomas. In qualche modo riuscirà a convincerlo.

Trova una cabina per due su una nave in partenza per la Giamaica. Lo comunica a Thomas.

- No, Adam, no. Non partirò.

- Partiremo insieme, a costo di caricarti a forza sulla nave. Il myal ha detto che è possibile salvarti.

- No.

Questi mesi hanno fiaccato Thomas, che continua a rifiutarsi, ma non ha la forza per imporsi. Alla fine, stremato, Thomas accetta di partire, ma esige di avere una cabina per sé: non vuole svegliare ogni notte Adam con i suoi incubi.

Woolwich chiede al direttore un colloquio. Barnes è molto perplesso.

- La sua richiesta è quanto meno insolita, Woolwich.

- Signor Barnes, ho bisogno di qualche mese per accompagnare il tenente Hardy alla Giamaica e risolvere alcuni problemi lasciati in sospeso. Se mi può dare un congedo, al mio ritorno riprenderò a lavorare per il giornale. Altrimenti mi trovo costretto a licenziarmi.

Barnes non vuole perdere uno dei suoi giornalisti migliori, che fino a ora non ha mai avuto strani grilli per la testa.

- Va bene, signor Woolwich. Vada pure. Ma mi scriva qualche bell’articolo ancora, come quelli che ha fatto fino a ora. Non le pagherò questo viaggio, ma gli articoli sì.

- Se mi sarà possibile, lo farò senz’altro. 

Adam sa che potrebbe trovare la morte. Ricorda bene le parole dei myal. Per questo preferisce non promettere.

La nave partirà tra una settimana, ma ogni giorno che passa, Thomas sta peggio. Adam teme che Thomas non sopravviva neppure fino alla partenza. Adam gli procura dell’oppio da assumere per dormire, ma la droga ha un effetto limitato e non cancella gli incubi.

Adam cerca di stargli vicino, lo passa a trovare ogni giorno, ma Thomas lo respinge, a volte quasi rabbioso.

- Lasciami, non ti avvicinare. Sono maledetto. Non voglio trascinarti a fondo con me. Non partirò, Adam.

Adam sa che porterà Thomas alla Giamaica, a costo di caricarlo a forza. Ma lo preoccupa vedere Thomas stare sempre peggio.

Adam non vorrebbe lasciarlo da solo la notte, ma Thomas rifiuta la sua presenza. Infine, di fronte all’insistenza di Adam, accetta che lui rimanga fino a che ha preso sonno.

La sera Thomas assume l’oppio. Poi si addormenta, sotto lo sguardo vigile di Adam.

Adam lo guarda. Sa che l’oppio potrebbe ucciderlo, ma Thomas ha bisogno di riposare. Adam non mantiene la sua promessa: rimane accanto a Thomas tutta la notte. Quando Thomas si agita nel sonno, gli prende una mano, poi lo abbraccia. Thomas si calma.

Alle prime luci dell’alba, Adam scivola via.

Il giorno dopo Thomas sta un po’ meglio. Nella settimana che li separa dalla partenza della Queen Elisabeth, Adam si ferma ogni notte da Thomas. Gli incubi ritornano, ma Adam si rende conto che in qualche modo la sua presenza ne riduce la violenza. Thomas non peggiora.

 

 

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