Caccia

 

In qualche racconto ci sono scene di caccia: caccia ad animali o, più spesso, caccia all’uomo. In diversi casi il protagonista (o un altro personaggio importante) è un cacciatore, talvolta un bracconiere, altre volte un cacciatore di taglie e quindi di uomini.

 

 

 

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Cibo per avvoltoi

 

 

 

 

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L’ultima giornata di Big Rob

 

 

 

 

Figlio di Poseidone, il dio che agita il mare e lo placa, è Orione, il grande cacciatore. Egli dedica i suoi giorni alle fatiche della caccia, trovando piacere solo nell’inseguire le prede e nell’abbatterle. Non sacrifica all’aurea Afrodite, la dea che incendia i cuori: solo in onore di Artemide dalla freccia infallibile, la dea cacciatrice, egli immola pingui vittime. Pago della sua vita, il grande Orione percorre con lunghi passi la terra. Suoi amici sono i cacciatori e le creature dei boschi, con cui a volte unisce il suo corpo per saziare il desiderio della carne, non la brama del cuore. Conosce il desiderio, ma non l’amore.

 

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Doppio gioco

 

 

I cacciatori si sono di certo mossi dal castello prima dell’alba e ora sono sulle sue tracce. A cavallo, guidati dai cani, non ci metteranno molto a percorrere la strada che lui ha seguito nella notte e a ogni minuto che passa la distanza che lo separa dai suoi assassini diminuisce. Molto prima che la giornata sia giunta alla metà, Godefroi incontrerà la morte.

 

 

 

 

 

 

Sono ormai nei pressi della grande riserva di caccia di Kerkhoven: Hans e Mees hanno detto a tutti che quella era la loro meta. Ci andranno davvero domani sera, per non tornare a casa a mani vuote: devono arrivare con un trofeo. Ma la vera caccia grossa è quella che faranno nella giornata di domani.

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Il falcone di Federigo

 

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Il giorno seguente Ferdinando e Amaury vanno a caccia di cinghiali. Entrambi amano il gioco della caccia, anche se Amaury non è temerario come Ferdinando. Il siciliano ama il rischio e la violenza: per lui sono gli ingredienti piccanti che danno il sapore giusto all'attività. Accanto alle cicatrici della battaglie il suo corpo ha anche quelle della caccia, ma le ferite inferte da un cinghiale e da un orso non hanno distolto Ferdinando dalla caccia e non l’hanno nemmeno reso più prudente.

 

 

 

 

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Il giorno della grande caccia è giunto. Piove, una pioggia continua, persistente, e in lontananza il paesaggio è avvolto da una nebbia leggera. Una giornata autunnale, anche se non è ancora autunno.

I guerrieri sono tutti a torso nudo e i pantaloni che indossano sono già fradici.

Il prigioniero è nudo. Hanniba’al lo osserva. Rubio è un uomo massiccio, con un ampio torace e un ventre sporgente, coperti da un pelame rossiccio molto fitto, che la pioggia battente attacca alla pelle.  Le mani e le braccia sono possenti: quest’uomo è molto forte, benché sia grasso...

Rubio non tradisce paura, solo rabbia. Quando il sacerdote gli porge il pugnale, Rubio ghigna: se ne servirà per uccidere, il più possibile.

A un segnale del sacerdote, Rubio si muove rapidamente. Le gambe robuste gli permetteranno di correre a lungo per sfuggire ai suoi inseguitori.  E quando sarà raggiunto, venderà cara la sua pelle.

Hanniba’al lo guarda correre. C’è qualche cosa di animale in questa figura che si allontana rapidamente. Visto in lontananza, nella nebbia, appare un orso. O forse…ora sembra un cinghiale dal pelo rosso. No… un cervo… un lupo. Hanniba’al guarda stupito, senza capire. Vicino a lui Uilleac commenta:

- Il dio è entrato in lui. Grande onore per chi abbatterà la preda.

Un altro cacciatore commenta:

- Davvero. Spero che tocchi a me.

Uilleac scuote la testa e risponde:

- Ognuno di noi vorrebbe abbatterlo, ma sarà il dio a scegliere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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