Caccia
all’uomo
La strada finisce qui. Se strada si poteva chiamare: una pista nel bosco, appena percorribile con la jeep. Se piove, diventa un pantano in cui si sprofonda. Doveva essere una vecchia strada dei taglialegna, ma da anni non tagliano più alberi, qui. È il tipo di posto che piace a Hugh: certamente non ci viene nessuno. Perché mai uno dovrebbe venire in un buco del culo come questo? È il posto adatto per la caccia, lo devo riconoscere. Nessun testimone, nessuno che ti rompe i coglioni. Scendo ed apro il bagagliaio. Tiro fuori il fucile e la pistola. Mi sistemo la fondina alla cintura. Il fucile lo tengo sulla spalla. * Penso a Tom ed estraggo la
pistola dalla fondina. La soppeso nella mano. Guardo la canna. Gli riempirò
la pancia di proiettili. Sorrido, mentre aspiro nuovamente un po’ di fumo.
Rimetto la pistola al suo posto e prendo il coltello. Ha una lama tagliente:
sfioro appena il filo con il polpastrello ed una goccia di sangue cade sulla
lama. Questa sera mi servirò del coltello per castrare Tom, dopo averlo
fottuto. Chiudo gli occhi ed aspiro
ancora il fumo. Sono eccitato, come sempre, più che mai. Il cazzo è duro come
la lama del coltello. Lo stringo attraverso il tessuto dell’uniforme. La
caccia mi fa sempre questo effetto. E più che mai la caccia di questa sera. Perché la preda è Tom. * Non sarà facile. Hugh sa muoversi come un gatto. Anche se è un po’ più grosso di me, sembra sfiorare appena il terreno. Diventa invisibile. È un casino, averlo come avversario. Eppure la caccia mi fa l’effetto di sempre, quello che fa anche a lui: ce l’ho duro. Hugh se lo prenderà in culo, questo bel cazzo duro che ora struscia contro l’uniforme mimetica. Fottiamo sempre le nostre prede e questa volta la preda è Hugh. Un leggero rumore alla mia sinistra mi fa sobbalzare. Ma è solo un cervo che scappa rapido, spaventato a vedermi. Non ha niente da temere. La preda che cerco è ben altra. * Spengo il sigaro premendolo
contro la corteccia di un pino, poi lo getto a terra. Con molta cautela mi
sposto e mi sistemo dietro alcuni cespugli. Di qui posso vedere il sentiero
che sale lungo la collina. Tom non percorrerà questo sentiero, lo so, non è
tanto stupido da esporsi così. Si apposterà nelle vicinanze. Ma nel silenzio
di questa valle basterà un piccolo rumore a tradirlo ed il mio udito è
finissimo. * Sì, il posto è adatto. Sporgendomi un po’, posso vedere un bel tratto di bosco ed anche il sentiero. Mi accovaccio. Mi tolgo il fucile dalla spalla e lo appoggio tra le gambe. Poi prendo la pistola e tolgo la sicura. La rimetto nella fondina. * Mi muovo con estrema cautela,
rimanendo accovacciato e badando a non fare nessun rumore: evito gli anfratti
dove si accumulano gli aghi di pino, che potrebbero coprire un ramo secco. Mi
allontano e poi scendo, mantenendomi ad una certa distanza dal punto in cui
certamente si trova Tom. Solo quando sono arrivato all’altezza giusta, mi
avvicino. Procedo lentamente, mantenendomi al coperto. * C’è un leggero rumore, ma non faccio in tempo a muovermi. La voce di Hugh risuona, beffarda: - Mani in alto, Tom! Sei un uomo morto. Il cuore mi batte all’impazzata. Mi sono lasciato fregare come un coglione. Merda! * Lascia cadere il fucile ed
alza le mani, ma continuo a tenerlo sotto tiro. Lo conosco, so benissimo che
cercherà di cogliermi di sorpresa. È stato facile, maledettamente
facile. Sono deluso, in realtà pensavo che cacciare Tom sarebbe stato molto
più difficile, era questo che mi eccitava. Invece la caccia si è conclusa
subito, lasciandomi insoddisfatto. Bah, adesso è ora di
divertirmi un po’ con lui. - OK, Tom. Non ti muovere. Mi avvicino e prendo il suo
fucile, poi gli sfilo la pistola dalla fondina. Faccio due passi indietro. - Bene, Tom, ora puoi
spogliarti. Togliti tutto! * Mi volto e salto su di lui. Ma quel figlio di puttana è vigile: con un guizzo si sposta ed io finisco a terra. Hugh mi è sopra e mi schiaccia con il suo peso. Sono fottuto, davvero fottuto. Cazzo! Non voglio crepare così! Mi punta il coltello alla gola. Sento la sua voce, aspra: - Stronzo! Mi prendi per un coglione? Allontana la lama e poi sento che i pantaloni dell’uniforme vengono tirati. Me li sta tagliando. So che cosa vuole fare, quello che abbiamo fatto a tutti quelli che abbiamo vinto, prima di ucciderli: fottermi. Cerco di liberarmi. Non me ne frega niente se mi fotte, anzi, so benissimo che mi piacerà, ma dopo avermi fottuto mi ammazzerà. Mi blocca le mani dietro la schiena. Sento il freddo del ferro: mi sta mettendo le manette, le sue fottute manette. Cerco ancora di liberarmi, ma ho tutt’e due le mani bloccate. Non c’è più niente da fare. Merda! * - Bene, Tom. Hai perso. La
vita, il cazzo, i coglioni, il culo. Cominciamo dal culo. Mi alzo e guardo il suo culo,
coperto da una leggera peluria. Apro la patta e ne tiro fuori il cazzo,
pronto per l’uso. Mi inginocchio su di lui, gli allargo le chiappe e guardo
il bel buco peloso, in cui tra poco infilerò il cazzo. - Adesso ti faccio assaggiare
il mio cazzo, Tom. Rido. Tom l’ha visto diverse volte, quando abbiamo fottuto qualcuna delle nostre prede, e sa benissimo quanto è grande e duro. * Sento la pressione del suo cazzo contro il buco. Entrerà come una bestia, come fa sempre con le sue vittime. Sono abituato a prendermelo in culo, mi piace, ma non sarà… Cazzo! È stato bestiale. Ride e mi pigia la faccia a terra, sulle foglie ed i rami. Poi si mette a spingere, mi sfonda. - Ti piace, Tom? È l’ultima volta che fotti. No, che sei fottuto! Perché sei davvero fottuto, Tom. Sì, sono fottuto. Forse. O forse ce la faccio ancora. Ma adesso, adesso che il male sta diminuendo, mi voglio godere questo cazzo in culo. * Tom non dice nulla, ma, man
mano che procedo, mi rendo conto che prenderselo in culo gli piace.
Incomincia a muovere il culo, accompagnando le mie spinte, e mi incoraggia: - Dacci dentro, Fred, dacci
dentro! È la resa completa, ma ormai
siamo troppo oltre, tra poco lo ucciderò, perché dovrebbe fingere di non
godere anche lui? Fotterlo non è solo una soddisfazione per l’umiliazione che
gli infliggo, ma è un piacere violento, che mi mozza il fiato. Gli dico: - Sei una troia, Tom,
nient’altro. E continuo a spingergli il cazzo in culo, ogni volta fino in fondo. * Grugnisce e sento che il suo sborro mi riempie il culo. Ed anch’io vengo, spargendo lo sborro nei boxer e nei pantaloni lacerati. Chiudo gli occhi e mi lascio andare a questo piacere. * Mi sollevo, uscendo da lui. Lo
guardo, disteso a terra, le mani bloccate dietro la schiena dalle manette, il
culo scoperto. Fotterlo è stato favoloso, ma mi aspettavo di più da questa
caccia. Poi mi guardo il cazzo, ancora gonfio. È tutto sporco. ‘Sto stronzo mi ha smerdato, accidenti a lui. Mi chino, lo afferro per i capelli e lo forzo a mettersi in ginocchio e poi a girarsi verso di me. La sua faccia è contratta in una smorfia di dolore. Gli lascio i capelli, ma diversi mi rimangono tra le dita. * - Adesso puliscimi il cazzo, stronzo! Lo fisso negli occhi. Vuole umiliarmi fino in fondo. Ma non me frega un cazzo. Se devo morire, mi va bene potermi prendere in bocca questo cazzo magnifico. E se è lui che deve morire, allora pagherà il conto, con gli interessi. Apro la bocca, mi sporgo in avanti, guardo ancora un attimo questo cazzo, ancora gonfio, ed incomincio a passarci intorno la lingua. Poi lo prendo in bocca e mi metto a succhiare. Sento che il cazzo riprende vigore. È una meraviglia, il più bel cazzo che ho visto in vita mia. - Bravo, succhiacazzi, bravo! * Il desiderio è troppo forte.
Gli blocco la nuca con la mano ed incomincio a fotterlo in bocca, con tutte
le mie forze. È una goduria. Spingo fino in fondo, finché tutto il mio grosso
cazzo è dentro la sua bocca. Mi accorgo che sta soffocando. Rido ed allento
un po’ la presa. Respira rumorosamente, ma è solo un momento: riprendo a
fottere con forza. Mi piace vederlo ogni volta sul punto di soffocare e poi
riprendere a respirare con fatica. Ma poi le sensazioni che mi trasmette il
cazzo diventano troppo forti ed abbasso le palpebre: mi dimentico di lui e
solo quando riapro gli occhi vedo che questa volta davvero sta crepando. Mi
ritraggo e lo lascio respirare ancora, a fondo, poi, con due spinte, completo
l’opera. Gli riempio la bocca del mio sborro, come prima gli ho riempito il culo,
mentre gli dico: - Bevi, Tom, bevi. È l’ultima volta che bevi. * È buono il suo sborro, lo sborro del mio assassino. Lo assaporo fino all’ultima goccia. - Sei il miglior succhiacazzi del mondo, Tom! Non me ne frega niente di quello che dice, di quello che pensa. Solo uno di noi tornerà a casa, oggi. Adesso mi importa solo questo magnifico cazzo, ancora gonfio di sangue, che sento in bocca. Non so quanto ancora ho da vivere, non so se riuscirò a coglierlo di sorpresa, ma questo momento è bellissimo. Il mio cazzo è duro come una roccia. - Meriti un premio, Tom. Il getto di piscio mi coglie di sorpresa, anche se avrei dovuto aspettarmelo. Certamente Hugh non ha pisciato, prima di mettersi a caccia, come non l’ho fatto io. È troppo bello pisciare in faccia alla preda o nella sua bocca. Bevo anche il piscio di Hugh, come ho bevuto il suo sborro, assaporandolo. E quando ha finito, gli pulisco il cazzo. * Mi stacco da lui. Con un
calcio lo faccio nuovamente cadere a terra.
Gli taglio l’uniforme e gliela tolgo, lasciandolo completamente nudo.
È davvero venuto nei boxer, ma ha di nuovo il cazzo duro: sa quello che lo aspetta
e l’idea lo eccita. Ecciterebbe anche me. Ma per me questa caccia è
stata deludente. La scopata è stata la migliore della mia vita, ma la caccia
si è conclusa troppo presto. - Cammina, stronzo! * Con la testa mi indica la direzione. Raggiungiamo il punto in cui ha lasciato il suo zaino. Lo prende. Ritorniamo a dove eravamo. Apre lo zaino, ne estrae una pala smontabile, che monta e conficca nel terreno, in un punto in cui è quasi in piano. Poi passa dietro di me e mi toglie le manette. - Scavati la fossa, Tom! Ha la pistola puntata contro di me. Potrei scagliargli contro la pala, ma la schiverebbe facilmente. Potrei cercare di gettargli una palata di terra negli occhi, ma sta in guardia e rimane ad una certa distanza. Di fuggire non si parla neanche, sono troppo vicino a lui. Incomincio a scavare. È la mia fossa, che scavo, quella in cui seppellirà il mio cadavere. Lavoro intensamente, anche se so che ad ogni palata di terra che getto ai lati della fossa, la mia morte si avvicina. Non è ancora tutto perduto. Vedremo. Ed il pensiero della morte non mi ammoscia il cazzo: è sempre duro. Sento la sua risata e lo guardo. Ghigna: - Pensavo che sarebbe stato più difficile farti fuori, ma è stato molto facile. Mi hai deluso, Tom. * La fossa è profonda oltre
mezzo metro, ormai. Può bastare. Certo, qualche animale potrebbe scavare alla
ricerca di cibo e lasciare il cadavere scoperto, ma non è un problema: in
questo posto non viene mai nessuno. È giunto il momento, quello che ho atteso per tanto tempo. Il momento di uccidere Tom. Ma questa caccia è stata troppo breve. Ho bisogno di divertirmi ancora un po’. * - Basta, Tom. Anche se la fossa non è tanto profonda, va bene. Più cibo per gli animali del bosco. La sua solita risata. Cartavetro sulla mia pelle. Arretra di due passi ed incomincia a spogliarsi, senza staccare gli occhi per un attimo. Ha il cazzo duro, quel magnifico cazzo che è sempre un piacere guardare. Sento l’acquolina in bocca. Lo vorrei succhiare ancora. Che intende fare? Afferra di nuovo pistola e coltello. - Vieni qui ed inginocchiati davanti a me. Il cuore dà un balzo. Ora, è giunto il momento che aspettavo. Hugh è sicuro di aver vinto ed ha abbassato la guardia. * Mi stendo davanti a lui,
allargo le gambe e striscio un po’ in avanti, in modo da essergli ancora più
vicino. - Sporgiti in avanti. Incomincia a capire.
Obbedisce. Gli metto le gambe sulle spalle, offrendogli il culo. - Prima di tagliarti il cazzo,
voglio assaggiarlo. Hai un’ultima occasione per fottere, Tom. Gli infilo la canna della
pistola in bocca e gli appoggio la lama del coltello sul collo. - Non cercare di fare il
furbo, Tom. Quello che sto facendo è
follia, lo so, ma ammazzare Tom nella fossa era troppo semplice. Gli sparerò
in pancia quando mi viene in culo. È una bella idea. Il rischio mi eccita. Il cazzo è duro come l’acciaio. * Entro piano. Non voglio fargli male. Voglio farlo impazzire di piacere. Non può mantenere le braccia alzate per sempre e quando le abbasserà, sarà un uomo morto. Spingo in avanti, finché i coglioni non premono contro il suo culo. Poi mi tiro indietro, sempre con molta lentezza. Sorride. Questo movimento lento gli piace. - Forza, Tom, forza! Proseguo a lungo con lentezza, senza badare alle sue parole. Con le dita gli stuzzico un po’ il cazzo, ma mi guardo bene dal farlo venire. Estraggo il cazzo completamente, poi entro di nuovo. Gli leggo in faccia il desiderio che sale. Ma ogni volta che sono sul punto di venire, mi tiro indietro. - Forza, Tom, forza! Dacci dentro, cazzo, dacci dentro! Non regge più, il desiderio è troppo forte. Ma io proseguo, a ritmo lentissimo. * Non posso continuare a tenere
le braccia in questa posizione: non reggono più. Forse è per questo che Tom
si muove così lentamente, perché io mi stanchi. Decido che il coltello è
inutile, la pistola basta. Poso a terra il coltello, tenendoci la mano sopra,
poi mi dico che è meglio allontanarlo, così posso usare anche la sinistra per
reggere la destra. Lo lancio poco distante, ma fuori dalla portata di Tom. Poi tutto è rapidissimo. Sento che Tom mi sta allontanando il braccio destro, la pistola è uscita dalla sua bocca ed ormai è inutile che spari. E prima che con la sinistra cerchi di bloccarlo, mi stringe i coglioni in una morsa che mi strappa un grido di dolore. * Non gli do il tempo di bloccarmi la mano. Piego il braccio, lo poggio sul collo e premo con tutto il peso del mio corpo. Vedo che diventa paonazzo, gli si rovesciano gli occhi. Sviene Sì, ora è privo di sensi. Gli tolgo la pistola. Sono salvo. E Hugh è fottuto. Do due spinte vigorose e sento che il piacere esplode. Gli riempio il culo di sborro. Non sto a perdere tempo. Mi ritiro, lo volto a pancia in giù. Corro a prendere le manette, dalla tasca della sua uniforme. Gliele metto. Ora è davvero finita. Lo trascino nella fossa, mettendolo sulla schiena. Poi risalgo sul bordo ed aspetto. * Dove… che cosa… Tutto
mi ritorna in mente in un flash. Sono steso a terra, le mani bloccate dietro
la schiena. Tom mi guarda, dall’alto. Sono nella fossa che Tom ha scavato.
Nella mia fossa. Qui il mio corpo marcirà. Ho rischiato troppo ed ho
perso. Ma adesso, che la morte è vicinissima, adesso so che è questo che
volevo. Per questo ho sfidato Tom ed ho rilanciato fino a che non ha potuto
giocare la sua mano come voleva. Tom è l’uomo giusto. Sto per
crepare e sarà Tom a fottermi la vita, come mi ha fottuto il culo. Dal culo
mi cola un po’ di sborro. È venuto dentro di me mentre ero svenuto. I
coglioni mi fanno male, ma va bene così. Il cazzo è duro. - OK, Tom. Hai vinto. * È il turno di Hugh, ora. Le mie dita scendono a raggiungere il cazzo ed incomincio a pisciare sulla faccia di Hugh. Chiude gli occhi per ripararli. È bello pisciare su Hugh, sapere che la caccia è conclusa e che tra poco sarà morto. Con la destra stringo la pistola. Manca poco. Pochissimo. Ho finito di pisciare. Lascio che strizzi gli occhi per liberarsi del piscio, poi punto la pistola. Sorride. * BANG. Il colpo mi raggiunge sopra
l’ombelico. Emetto un verso inarticolato, il dolore è violento, mi riempie il
ventre. Guardo Tom e vedo che si sta
preparando a sparare di nuovo. Sorride e gli sta diventando duro. Anch’io ho
il cazzo duro, anche se ho una pallottola in corpo. BANG La seconda pallottola mi
prende al ventre, vicino al cazzo teso. Sussulto. È come se le budella
stessero prendendo fuoco. Faccio fatica a respirare per il dolore. BANG. Un terzo colpo allo stomaco.
Chiudo gli occhi, stringo con i denti il labbro inferiore per non gridare. Ho
l’inferno nelle viscere. Sto crepando. BANG Ancora, in basso, un altro
colpo. Il dolore cresce ancora. Riesco a non urlare.
Lo guardo e sorrido. Poso la pistola e vado a prendere il coltello. È vicino allo zaino, dove Hugh l’ha lanciato. Scendo nella fossa. Ci guardiamo negli occhi. Sa che cosa sto per fargli, ma non ha paura. Mi inginocchio e gli passo la lama del coltello dietro i coglioni, su cui è colato un po’ di sangue dal ventre. - Pronto, amico? È pronto, lo so. Sapeva benissimo che se perdeva finiva così. - Sono pronto, amico. Incomincio a tagliare i coglioni, tenendoli nella sinistra. È bellissimo, una sensazione indescrivibile. Procedo piano ed intanto alzo gli occhi a guardare la sua faccia, una maschera di dolore. Mi piace il rumore della carne tagliata. Poi la mia mano sale ed incomincio a tagliargli il cazzo, ancora duro. Allora urla e la sensazione è tanto forte, che quasi vengo. Le mie mani sono coperte di sangue, del sangue di Hugh.
Guardo Tom, che vedo appena
attraverso l’umidità che mi vela gli occhi. Si passa il mio cazzo sotto i
coglioni, ci gioca un po’. Poi sorride e dice: - Allora, Hugh, che ne dici?
Chi è il cacciatore migliore? Chi è il maschio? Con uno sforzo supremo, gli
dico: - Tu, tu sei il maschio, Tom. Tom ride e mi dice: - Proprio così. Ora apri la
bocca. Apro la bocca, per l’ultimo
affronto. Mi infila il cazzo tra i denti. Mi fa un cenno e io stringo i
denti. Posso sentire la consistenza del cazzo. I coglioni pendono sul mento. Tom è uscito dalla fossa ed ha
in mano la pistola. Mi punta la pistola addosso. Annuisco. Un incendio si accende nella mia testa, ma si spegne subito nel nulla. * Ho il cazzo duro da scoppiare, ma non mi tocco. Prendo il mio fucile ed incomincio a riempire di pallottole il cadavere di Hugh, spargendo frammenti di osso e carne. Il cazzo è sempre più duro. Raccolgo i brandelli della mia uniforme e mi pulisco. Rimangono tracce di sangue, ma mi laverò a casa. Non pulisco il cazzo. Poi raccolgo i jockstrap di Hugh. Li avvicino al naso e li annuso. Sento i suoi odori: sudore, piscio, sborro. Me li infilo. Poi mi metto la sua uniforme. Il premio per la mia vittoria. Guardo il cadavere sconciato nella fossa. Inutile coprirla: qui nessuno lo troverà mai. Prendo le armi e gli zaini e mi dirigo verso la mia auto.
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