5. Il giorno dopo sui quotidiani non c’è
nulla su quanto è accaduto nella notte, perché i cadaveri sono stati scoperti
solo all’alba, ma i telegiornali danno la notizia in apertura. Si vede di
nuovo Barrough, più accigliato che mai, che attacca
l’inerzia dei politici e promette che le cose cambieranno quando diventerà
governatore, ma i giornalisti non gli danno tregua. Poi ci sono le notizie
sugli ultimi morti a Tijuana, due cadaveri senza testa appesi ad un
cavalcavia ed altre piacevolezze del genere. I punti nevralgici del confine
tra USA e Messico sono al centro di una lotta spietata, in cui i morti non si
contano. In giornata Jeff e Leo sono di pattuglia
nel quartiere. Linda Vista ormai è sotto il loro controllo e los Santos hanno subito un altro scacco, ma è bene
accertarsi che non ci siano problemi e farsi vedere dagli spacciatori, che
sono stati certamente intimoriti dalla scomparsa di due dei loro. E poi
bisogna dimostrare con la propria presenza che l’area è degli Amici. Jeff e Leo
girano a lungo in auto per le strade, verificando ogni volta che gli
spacciatori siano ai loro posti, ma tutto fila liscio. Parlano poco, molto
poco. Leo è uno che si concentra molto sul lavoro che sta facendo e questo a
Jeff piace. Tornano molto tardi, sono quasi le tre
di mattina. Entrando nella camera d’albergo, Jeff si
chiede se adesso scoperanno. L’idea lo stuzzica, anzi, volendo essere più
esatti, ne ha proprio voglia (l’afflusso di sangue ed il conseguente gonfiore
all’altezza del cavallo dei pantaloni ne sono una testimonianza innegabile).
Non è che si sta prendendo una cotta per Leo? Forse, ma non ha importanza,
svanirà in fretta, come sempre. Tanto più che Leo è un criminale e quindi non
c’è molto spazio perché questo rapporto cresca. Leo chiude la porta e di sorpresa
abbraccia Jeff da dietro. - Che ne dici se facciamo il bis di ieri
sera? Vorrei ripassare un po’ la parte, per vedere se mi è sfuggito qualche
cosa… Jeff sorride. - Sempre soltanto per non incrinare i
buoni rapporti necessari per una collaborazione proficua. - È bello cooperare con un uomo che ha
un così forte senso del lavoro di squadra! Una mano di Leo si infila sotto la
camicia di Jeff ed accarezza l’area intorno al capezzolo sinistro. Poi lo
stringe con forza tra le dita. Jeff geme, ma è una sensazione molto
piacevole. La mano di Leo si sposta, accarezzando il torace di Jeff. Scivola
verso il ventre, risale verso l’altro capezzolo, un dito percorre l’areola,
poi la mano afferra la carne e la stringe. Anche l’altra mano si sta dando da
fare. Jeff sorride e le sue mani si appoggiano sul culo di Leo. È bello starsene così, tra le braccia di
Leo, assaporarne le carezze, sentire contro il culo la pressione di una bella
mazza di ferro pronta per l’uso. Sarebbe bello anche prendersela in culo,
quella magnifica clava, ma questo mai, con Leo mai. Leo gli piace troppo e
Jeff vuole mantenere il controllo, perché Leo è un delinquente, questo non
deve dimenticarselo. La mano di Leo si infila nei pantaloni
di Jeff, trova ciò che cerca, lo afferra, lo maltratta un po’. Questa sera
Leo sembra avere fretta. Gli sta slacciando i pantaloni, ma non glieli
abbassa completamente, per il momento si limita ad aprirli ed a tirar fuori
la mercanzia presente all’interno. Poi molto velocemente scivola intorno al
corpo di Jeff e lo spinge contro la porta, mentre si inginocchia davanti a
lui. Leo sa muoversi con grande rapidità, questo Jeff l’ha già visto l’altra
sera, sia nel deposito degli autobus, sia nella stanza. È uno con cui bisogna
stare in guardia, se si è dall’altra parte della barricata. Ma Leo è convinto
di stare dalla stessa parte di Jeff. Leo ha un boccone appetitoso davanti
alla faccia, ma lo ignora; invece le sue mani passano dietro, tirano giù i
pantaloni e gli slip, pizzicano, accarezzano, torturano un po’ il culo di
Jeff. Poi Leo si alza e solleva Jeff. - Mettimi le gambe intorno alla vita,
dai. Jeff ubbidisce. Ora appoggia con la
schiena contro la porta e le sue gambe stringono il corpo di Jeff all’altezza
della vita. Le mani di Leo lo sostengono. Non è una posizione comodissima, ma
è piacevole stare così, con l’uccello che si struscia contro il torace di Leo
e le mani di quella canaglia che ne approfittano per combinarne di tutti i
colori al suo culo. Leo si muove e lo porta a spasso per la
stanza, poi lo appoggia sul letto e si stende su di lui. Lo bacia sulla
bocca, poi si mette a quattro zampe e gli inghiotte l’uccello in un colpo
solo. Lo accarezza con la lingua e l’abbandona subito, ma lo riprende,
succhia con prepotenza la cappella, facendo gemere Jeff, poi lo lascia ancora
ed incomincia percorrerlo con le labbra, dalla cappella ai coglioni. Poi è il
turno della lingua, che prima indugia a lungo in ogni punto, seguendo ogni
piega della pelle, ogni vena in rilievo, poi incomincia ad accarezzare ed a
ritirarsi con rapidi movimenti, che fanno impazzire Jeff di desiderio. Infine la bocca inghiotte di nuovo,
lavorando con dolcezza, con una carezza avvolgente che mozza il fiato. Lascia
ancora la sua preda e percorre l’asta, mordicchiando con molta leggerezza.
Jeff si rende conto che è giunto al limite. - Sto per venire, Leo. Leo molla un piccolo morso alla base,
poi la sua mano accarezza ancora ed il fiotto sgorga, incontenibile. Jeff
chiude gli occhi. Cazzo, se ci sa fare Leo! Cazzo! È stato bellissimo,
davvero bellissimo, un momento magico. Jeff
guarda il viso sorridente di Leo e si dice che dovrebbe fare l’escort, non il
criminale. Potrebbe suggerirglielo. L’idea lo fa sorridere. - Perché sorridi? - Pensavo che potresti fare l’escort.
Guadagneresti un sacco di soldi. Leo scoppia a ridere. - Anche tu, mio caro, con il corpo che
ti ritrovi potresti fare soldi a palate se ti decidessi a vendere il culo. - Ci penserò. - Va bene, quando ti decidi, fammi un
fischio. Jeff scuote la testa. Guarda Leo, che ha
l’uccello in tiro, ovviamente. - Per il momento il culo non lo metto
ancora in vendita, ma mi dica, gentile cliente, che prestazione desidera che
io le fornisca questa sera. Leo sorride. Jeff aggiunge: - Prima però mi fa vedere il
portafoglio. Non accetto pagamenti in assegni. - Carte di credito? - Non mi fido, di questi tempi… - Sciagurato! Leo gli dà una sberla, leggera, poi
un’altra. Sorride. - Voltati a pancia in giù. Prometto che
non farò quello che non vuoi. Jeff guarda Leo negli occhi, poi si
volta. Si fida, di questo delinquente si fida. Leo inumidisce il solco tra le natiche,
nella parte alta. È una sensazione piacevole. Poi Leo si stende su Jeff ed
inizia a strusciare la cappella all’estremità superiore del solco. Niente
male, davvero niente male. Gli piace sentire il peso del corpo di Leo sul
suo, gli piace sentire l’arma che preme. Leo prosegue un buon momento,
muovendosi avanti ed indietro. Ogni tanto le sue mani accarezzano la testa di
Jeff o maltrattano il suo culo, si infilano nelle orecchie o tra i capelli.
Oppure è la sua bocca a succhiare e mordere. Leo aumenta progressivamente il ritmo. Ora si muove più rapidamente e presto Jeff sente sulla schiena il fiotto. Leo lo bacia sulla nuca e sul collo,
poi gli sussurra: - Che ne dici, facciamo la doccia e poi
ci mettiamo a dormire? - Mi sembra una buona idea. Leo si alza, prende la mano di Jeff e lo
fa alzare. Non molla la presa, fino a che non entrano nel bagno. Il box della
doccia, in un angolo, è piccolo, ma Leo spinge dentro Jeff e poi ci si
infila. Jeff ride: - Sei troppo grosso, non ci stiamo in
due. - Basta che tu ti stringa un po’ Detto questo, Leo spinge Jeff contro la
parete e di nuovo lo bacia, mentre le sue mani lo accarezzano. Poi una mano
si stacca dal corpo di Jeff ed apre la doccia. L’acqua è gelata, ma il getto investe in
pieno Leo, Jeff è preso solo di striscio. Leo regola la temperatura, senza
nemmeno voltarsi, mentre bacia la faccia ed il collo di Jeff. Jeff si rende conto che gli sta tornando
duro. Ma come si fa a rimanere impassibili quando un uomo che ti piace un
casino ti abbraccia, ti pizzica il culo, ti bacia la bocca, ti accarezza i
coglioni, ti morde una spalla, ti passa la lingua dietro l’orecchio, preme
con tutto il suo corpo contro il tuo? Jeff non ci prova neanche a rimanere
impassibile. E soprattutto non ci prova il suo uccello, che già ha spiccato
il volo. Anche a Leo sta tornando duro, ma lui non si occupa di quei due
maialini che si drizzano, sembra averne dimenticato l’esistenza. È tutto il
resto del corpo di Jeff a essere accarezzato, schiaffeggiato, pizzicato,
leccato, baciato, mordicchiato. I loro due corpi aderiscono, i due uccelli
sono tesi uno a fianco dell’altro e Leo muove il culo, facendo strusciare la
propria arma contro il ventre di Jeff e quella di Jeff contro il suo. Jeff è stordito dal movimento di quel
corpo, di quella bocca, di quelle mani, che sembrano non fermarsi mai. Di
nuovo l’eccitazione cresce, violenta, ed alla fine esplode. Allora Leo gli
infila la lingua in bocca, tenendogli le guance tra le mani, mentre il suo
corpo ancora si muove. Poi anche Leo viene ed il suo seme si mescola a quello
di Jeff. Allora Leo si stacca da lui e prende la
saponetta. Incomincia a lavare Jeff, come se fosse un bambino. Gli insapona
il torace ed il ventre, le gambe, le braccia, poi lo volta e prosegue lungo
la schiena ed il culo - ne approfitta anche per accarezzare un po’ il
buchetto - scendendo di nuovo fino ai piedi. Quando ha finito, Jeff si impossessa del
sapone e fa altrettanto. Non gli è mai capitato, ma è piacevole,
maledettamente piacevole, come è piacevole baciare ancora una volta Leo sotto
l’acqua che lava via la schiuma. Ed è piacevole anche sentire le dita di Leo
che ne approfittano per stuzzicargli il buco del culo. Quando hanno finito e
si sono sciacquati tutti e due, spingendosi a turno fuori dal getto
dell’acqua, escono e si asciugano. Poi Leo bacia ancora Jeff e si stende
sul proprio letto. Gli sorride. Ha un bellissimo sorriso (di nuovo!). Anche Jeff si corica. Sono le
quattro, ormai, ora di dormire. Ma Jeff è ancora ben sveglio ed anche Leo lo
è. Jeff ha una domanda che gli gira e
rigira in testa da ieri. Non riguarda la sua missione, ma in qualche modo è
utile che trovi una risposta anche a quella. - Senti, Leo. Mi è già capitato di
lavorare in una banda, ma di solito se uno è gay lo nasconde bene, ha paura
di scoprirsi. Non è che nel nostro mondo ci sia molta simpatia per i gay.
Com’è che tu ti sei scoperto così tranquillamente? Leo gli lancia un’occhiata e gli sorride. Ha un bel sorriso, Leo,
questo Jeff ha l’impressione di esserselo già detto, se lo dirà ancora un tot
di volte. - Uno… diciamo uno dei personaggi più
potenti degli Amici è gay e si diverte spesso con alcuni dei suoi uomini. Per
cui qui dentro essere gay non è un problema. Adesso Jeff capisce la tranquilla
franchezza con cui Leo si è esposto l’altra sera. Anche se Jeff ne avesse
parlato ad altri, non avrebbe creato difficoltà a Leo. E probabilmente anche Ramón aveva sentito dire qualche cosa, per quello si è
offerto: pensava che Jeff, se interessato, non si sarebbe tirato indietro; e
se non era interessato, poco cambiava, tanto sarebbe morto presto. - È il Piccolo, vero? Leo gli lancia un’occhiata stupita. È
sulla difensiva, ora. - Che ne sai tu del Piccolo? - L’altro giorno, quando mi hanno detto
che mi avrebbero messo con te, Fraser voleva che Freddie
ti telefonasse, ma lui ha detto che eri dal Piccolo, che ti aveva chiamato. E
Fraser ha sputato per terra. Leo annuisce. - Fraser ha un casino di pregiudizi, ma
il Piccolo è potente. Fraser deve guardarsi da lui. Era il braccio destro del
boss, ma poi si è fatto quella vacanza a spese del governo federale e quando
è tornato non ha capito che ormai è il numero tre, non il numero due! Questa è una buona informazione. Jeff ne
approfitta per vedere se riesce a ricavare qualche cos’altro: - Il boss, il numero uno tu l’hai mai
visto? - No, né visto, né sentito. Credo che
solo Fraser ed il Piccolo lo conoscano. Forse anche Freddie. - Quindi Freddie
è il numero quattro! - Non esiste un numero quattro, Jeff.
Diciamo che Freddie ed alcuni altri sono ad un
livello intermedio, ma non sono capi. A San Diego Freddie
è potente, ma trasmette gli ordini del boss e degli altri, non dà ordini per
conto proprio. La conversazione è servita a Jeff per
farsi un’idea più precisa della struttura della banda. Non che Leo abbia
fornito moltissime informazioni, ma è già un primo passo. Bisogna che riesca
ad arrivare al Piccolo, e non dovrebbe essere troppo difficile, se Leo lo
conosce. E soprattutto dovrebbe arrivare al boss, ma questo non è facile se
nemmeno Leo, che pure è nella banda da più tempo, sa chi sia. |
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