Una biografia nera

 

Ferdinando Neri è nato nel 1955 vicino a Genova, da padre pratese e madre francese. Viene espulso dalla scuola per la prima volta a dodici anni, per una rissa in cui ferisce con un compasso due compagni e l’insegnante che cercava di separarli. Non termina la scuola dell’obbligo e nel 1970 finisce in riformatorio per aver accoltellato un diciottenne. Nel carcere minorile i ragazzi di una banda, tutti con alcuni anni in più, lo costringono a soddisfare le loro voglie.

Uscito dal riformatorio nel 1973, si trasferisce in Francia, dove si dedica ad attività illegali. A fine anno viene arrestato durante una rapina a mano armata e nella stazione di polizia subisce ogni sorta di violenze sessuali e fisiche, tanto che ha un timpano lesionato e deve trascorrere un mese in ospedale per le fratture e le emorragie provocate dal pestaggio e dagli abusi.

In carcere si impone questa volta come uno dei duri, uccidendo in un duello uno dei capi del reparto. Viene condannato a quarant’anni, ma evade dalla prigione e si arruola in un gruppo di mercenari che combatte in diversi stati africani. Viene presto conosciuto come “il boia” per la ferocia di cui dà prova nel giustiziare i prigionieri e gli ostaggi, ma è molto apprezzato per il suo coraggio, per cui è sempre in prima linea nelle missioni più pericolose.

Combatte in Mozambico, in una banda finanziata dal governo razzista del Sudafrica, dal 1980 al 1985. Nel 1983 viene catturato da una banda rivale e subisce ogni genere di violenze, sevizie ed umiliazioni da parte dei suoi nemici, che abusano di lui e gli tagliano un orecchio. I suoi compagni riescono a liberarlo e Ferdinando, benché ferito, uccide personalmente tutti gli uomini catturati durante la sua liberazione.

Tra il 1985 ed il 1990 combatte in Angola, dove per salvare i compagni viene catturato una seconda volta e subisce ancora ogni tipo di abuso, tanto che perde un occhio. Riesce però a liberarsi e fa strage degli uomini che lo avevano catturato, dando fuoco al loro rifugio e uccidendo con la mitragliatrice coloro che cercano di fuggire.

Tra il 1990 ed il 1996 combatte in Sierra Leone, dove viene ferito durante un attacco a sorpresa delle truppe nemiche. Lasciato per morto, riesce a sopravvivere nella foresta e a raggiungere un villaggio, dove viene curato. Nel 1997 partecipa ad un tentativo di colpo di stato nella Guinea Equatoriale e viene imprigionato. Dopo tre anni di violenze ed abusi, uccide due carcerieri e fugge.

Nel 2000 è in Congo, dove viene nuovamente catturato. I nemici, dopo aver abusato di lui, decidono di tagliarlo a pezzi. Un’incursione dei suoi compagni lo salva prima che il progetto venga concluso, ma Ferdinando ha una gamba tagliata al ginocchio e tre dita in meno. Attualmente si occupa dell’addestramento delle nuove leve e degli interrogatori dei prigionieri. Eccelle in entrambi i ruoli e diventa il terrore degli uomini catturati, che di solito uccide personalmente, dopo aver ottenuto le informazioni desiderate. Ottiene di poter partecipare alle missioni più pericolose, al limite del suicidio, benché i suoi nemici gli abbiano assicurato una morte orribile. Ma Ferdinando non ha nessuna intenzione di morire nel suo letto.

 

 

 

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