Seguendo il rajah, scendi una gradinata e poi, attraverso un lungo corridoio, raggiungi una seconda scala, molto più piccola, che porta nei sotterranei. Davanti a una porta vi sono due guardie armate. Oltre la porta si apre un’ampia sala, con i soffitti a volta e il pavimento in terra battuta, su cui sono stati stesi tappeti. Al suo interno ci sono tre gruppi di persone: alcuni ufficiali dell’esercito e dignitari, riconoscibili per i loro abiti lussuosi, sono seduti sui tappeti e i cuscini; quattro uomini seminudi stanno in piedi davanti a loro; lungo le pareti vi sono diversi soldati.

All’arrivo di Jay Singh, tutti gli uomini seduti si alzano e si inchinano. Il sovrano si siede e ti fa sedere al suo fianco. I dignitari e gli ufficiali si siedono intorno a voi.

Ora la tua attenzione è attirata dai quattro uomini che sono in piedi, a pochi passi da voi. Indossano solo un turbante e un sottile lembo di stoffa intor­no alla vita, che scende sul davanti a coprire il sesso, ma lascia completamente scoperto il culo. Uno di loro pare essere il capo. Sembra avere oltre quarant'anni e i suoi capelli grigi sfuggono al turbante che li copre. Alto, come i suoi compagni, ha uno sguardo fiero e un portamento eretto, che gli danno un aspetto quasi regale, nonostante il sudi­ciume e la miseria dell’abbigliamento. Il viso, con i lineamenti marcati, il naso aquilino e gli occhi grigi inca­vati, infonde timore e un senso di repulsione. Sulla natica destra un'ampia macchia grigia non lascia dubbi: lebbra. Altri due uomini, forse sui trent'anni, non appaiono né più puliti, né più ricchi, ma anch'essi dimostrano forza e determinazione. Il più giovane non deve avere più di sedici anni, anche se è grande e robusto.

A un cenno del rajah, uno dei soldati esce e ritorna poco dopo, con due guardie che accompagnano Sumahir. Il poderoso brigante è nudo e ha sul viso i segni delle percosse, ma nella sua espressione non c’è traccia di paura. Il portamento è eretto e lo sguardo fiero, carico di disprezzo per coloro che si preparano ad assistere alla sua umiliazione. Ti vede e ti lancia uno sguardo feroce: se potesse, saresti il primo che ucciderebbe, prima ancora di Jay Singh. Ma ormai non ucciderà più nessuno: è invece il suo turno.

Lo costringono a mettersi a quattro zampe. I polsi e le caviglie vengono legati a quattro pioli piantati nel terreno.

Il capo dei carnefici si volta contro la parete di fondo e si toglie la fascia che porta ai fianchi. Vedi che muove il braccio destro, come se si stesse masturbando. Quando si gira verso gli spettatori, un mormorio corre tra i dignitari e gli ufficiali: l’uomo ha un cazzo lunghissimo, che svetta, teso allo spasimo, ben oltre l’ombelico. Non è massiccio, ma la sua lunghezza ne fa un’arma d’offesa.

L’uomo si mette dietro Sumahir, poggia le mani sul suo culo, divarica le natiche e spinge a fondo. Sumahir sussulta. Tu guardi affascinato quel cazzo spropositato affondare dentro il culo, fino a scomparire completamente. L’uomo si ritrae e poi avanza, a lungo, senza dire una parola. Sumahir si morde il labbro inferiore, ma sul suo viso puoi leggere dolore e rabbia per l’umiliazione subita. Uno dopo l’altro, i tre carnefici si tolgono le fasce e pisciano in faccia a Sumahir. Quando il primo uomo ha finito e ritira il cazzo, vedi che è sporco di sangue. Uno dopo l’altro, anche gli altri tre infilzano il culo di Sumahir. Sono tutti molto dotati, in particolare uno dei due sui trent’anni, che ha un cazzo massiccio. Di certo non sono stati scelti a caso. Quando si ritraggono, hanno tutti il cazzo sporco di sangue.

Il rajah ride. Poi si rivolge a te:

- Ora questo cane verrà torturato, fino a che la sua volontà sarà stata spezzata e sarà pronto ad accogliere la morte come una liberazione. Non so se avete piacere di assistere: voi europei spesso non amate questi nostri piccoli giochi.

Jay Singh è ben noto per la sua ferocia e non dubiti che lo spettacolo sarà terribile. Puoi decidere di assistere, ma puoi anche rientrare in camera e riposarti o magari passeggiare un po’ nei vasti giardini della reggia, famosi per la loro bellezza: adesso non ci sarà nessuno.

     

Decidi di assistere alle torture

Decidi di rientrare nella tua camera

Decidi di fare una passeggiata nel giardino del palazzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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