- Assisto volentieri allo spettacolo. Sono curioso di vedere.

Jay Singh sembra soddisfatto della tua decisione.     

Intanto i quattro uomini, in base ai cenni del capo, si muovono intorno al prigioniero, toccandolo e strin­gendo in alcuni punti: al collo, alle tempie, ai coglioni, al­le caviglie, alle dita, sugli occhi, alla cappella, ai polsi, come alla ricerca di qualche cosa; talvolta le loro unghie affondano nella carne e alcune gocce di sangue escono dalle ferite. Su­mahir tace e si sforza di rimanere impassibile. Poi i quattro si scambiano poche parole sommesse.

Guardi gli uomini assorti nel loro compito, i loro corpi nudi, e aspetti. Tutti nella sala sono in attesa di ciò che sta per accadere.

L'uomo più anziano si toglie la striscia che porta intorno ai capelli, liberando la sua folta chioma, che gli scende lungo la schiena. Il colore è un grigio sporco, che rinforza l'impres­sione di sudiciume della sua persona.

Uno degli altri uomini gli porge un oggetto. È un lembo di pelle con tante lamelle di ferro appuntite disposte su uno dei lati. L'uomo comincia a masturbarsi e quando gli è diventato ben duro, arrotola la pelle intorno al cazzo, stringen­do fortemente i legacci. Adesso la sua arma è davvero letale, per lunghezza, volume ed armatura. Facendo scorrere la mano dalla punta alla base si assicura che le lamelle siano tutte aderenti alla pelle, poi si rivolge verso il pubblico e fa scorrere la mano in senso contrario, appena appena: le lame si sollevano pian­tandoglisi nella mano ed egli vi mostra il palmo insanguinato. Evidentemente le lame sono fatte in modo da poter scorrere in una sola direzione: una volta introdotte nel culo di Sumahir, ogni movimento in senso contrario lo dilanierà. L'uomo si mette in posizione e con un colpo secco incula il bandito. Dà ancora una seconda spinta, per far penetrare di più il cazzo, e infine una terza. Poi incomincia a muovere avanti e indietro il culo. Non appena si ritrae leggermente Sumahir alza la testa, aprendo la bocca come se il fiato gli mancasse, uno sguardo di terrore negli occhi. A ogni movimento successivo il viso di Sumahir si altera ed il suo autocontrollo sembra sul punto di venire meno. Ma non urla. Ogni volta che il cazzo si ritrae, rivoli di san­gue gli colano dal culo. A un certo punto l'uomo ritrae comple­tamente il suo cazzo, coperto di sangue ma ormai moscio, senza più la pelle con le punte, rimasta in culo a Sumahir. Un fiotto di sangue esce dal culo, ma lo sguardo di Sumahir sembra spen­to. Non ha emesso un suono.

L'uomo sorride. Uno degli altri gli porge una borraccia di pelle.

L'uomo infila la punta in culo a Sumahir, poi fa pressione sul­la sacca, svuotandola completamente. La tiene in posizione ancora per un buon momento. Poi la toglie e si sposta di lato. Di colpo Sumahir chiude gli occhi ed emette un gemito sordo, poi un altro, più forte. D'improvviso una violenta scorreggia lacera l'aria e dal culo di Sumahir esce uno spruzzo di sangue e di merda. Poi Sumahir impallidisce, emette un urlo violento, e si sente una nuova scorreggia, più forte della prima, e sangue e merda schizzano ancora tutt'intorno, fin quasi ai tuoi piedi. Alcuni spruzzi raggiungono le gambe dell'uomo, che non si muove. Ancora tre volte Sumahir urla, con quanto fiato ha in gola, e ancora tre volte emette sangue, merda e viscere. Poi sviene.

Uno degli uomini raccoglie uno straccetto dalla borsa e glielo mette sotto il naso. Sumahir si scuote e riprende i sensi. Il suo vi­so è pallidissimo e ogni volontà di resistenza sembra ormai domata. Ma lo spettacolo continua.

L'uomo impugna un coltello sottile e si inginocchia dietro di lui, senza curarsi della pozza di sangue e di merda, poi con il col­tello incide lo scroto. Con pochi gesti abili apre la pelle e ne estrae i coglioni, senza reciderli. Uno degli altri uomini gli porta una gabbia, in cui si muove un topo. L'uomo avvicina la gabbia ai coglioni di Sumahir, poi la apre. Il topo comincia a rosicchiare. Sumahir urla di nuovo, prima urla violente, poi più deboli, mentre lotta per non sve­nire. Quando infine perde i sensi, uno degli aiutanti lo fa rinvenire, ma pri­ma che il topo finisca di divorargli i coglioni Sumahir sviene un’altra volta. L'uomo ritira il topo, che ha completato la sua opera, e chiude la gabbia.

Guardi Sumahir e ti chiedi se arriverà vivo a domani.

L'uomo ora ha in mano un ferro sottile, su cui versa un po' di liquido da una sacca. Poi, sempre indifferente al sangue e alla merda, si stende nuovamente sotto Sumahir e gli prende il cazzo in mano. Con cautela incomincia a infilare il ferro nel cazzo, fa­cendolo affondare. Ne fa ruotare leggermente la punta. Poi lo estrae e si alza. Guardi il volto di Sumahir e vedi le lacrime scendere. Un brivido percorre Sumahir, che comincia a pisciare sangue. Continua a lungo, tanto che sotto di lui si allarga un lago di piscio e sangue. Pensi che morirà dissanguato, ma il flusso diventa violaceo e poi si arresta.

 

Ora Jay Singh si alza:  è ora di andare.

- Ci vedremo domani mattina per l’esecuzione.

Tu ti chiedi se Sumahir vivrà fino a domani mattina, ma non dici niente.

 

Rientri nella tua camera

Fai una passeggiata nel giardino del palazzo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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