La Queen Mary finalmente attracca: sei
arrivato a Bombay. Il viaggio è stato lungo: nel 1850 ci vogliono parecchi
giorni da Calcutta a Bombay, ma sulla nave tu certamente non ti sei annoiato,
sapevi come passare il tempo. Guardi i marinai che si affannano nelle ultime
operazioni: Michael, le braccia muscolose, le grandi mani forti; Kalhed, il
giovane indiano dal culo stretto e sodo; Joshua, il grande nero con la patta
prominente; Alan, la bocca sorridente e le grandi labbra avide. Ogni tanto
qualcuno di loro ti lancia un’occhiata e ti sorride. È stata una traversata
davvero piacevole, ma adesso ti aspetta il lavoro. Ti devi recare
subito all'albergo dove ti hanno fissato una camera e poi qualcuno ti metterà
in contatto con Gerald Croner, l'agente che si occupa di questa faccenda, e
con il comandante Everett. Sono anni che collabori con i servizi segreti
inglesi in India: la prima volta te l’hanno proposto loro, perché cercavano
una persona del tutto nuova, che nessuno potesse conoscere. Era una faccenda
delicata, si sospettava un tradimento, e non potevano affidare l’indagine a
qualcuno dei servizi, che sarebbe potuto risultare coinvolto. Tu hai
accettato, per amore dell’avventura e anche perché avevi un vecchio conto in
sospeso in Inghilterra: un affare che sarebbe stato dimenticato se tu avessi
portato a termine l’incarico affidato. L’hai fatto e adesso non corri più il
rischio di finire in tribunale (con l’imputazione di sodomia e alcune altre),
ma hai continuato a lavorare per i servizi: pagano bene e ti piace. Ufficialmente
sei un ricco inglese curioso dell'Oriente, da anni residente in un'India non
ancora tutta britannica, e adesso sei di passaggio a Bombay tra un giro
turistico nel Bengala e un altro nel Gujarat. In realtà in Bengala hai
portato a termine un’altra missione alquanto pericolosa. E non appena sei
rientrato a Calcutta, ti hanno avvisato di partire con la massima urgenza per
Bombay, per aiutare Gerald in "una missione delicata, con almeno il cinquanta
per cento di probabilità di lasciarci la pelle." Davvero una bella
prospettiva! Ma il pericolo non ti spaventa. L'albergo
ha inviato un ragazzo, che prende i tuoi bagagli e ti fa salire su una
portantina: gli lanci un'occhiata, ma non sembra molto interessante. Mentre
andate, ti dai un’occhiata intorno. Fa piuttosto caldo, anche se non è più la
fornace dei mesi che precedono le grandi piogge. Il monsone è passato,
portando un po’ di frescura, ma per gli europei come te, le temperature
rimangono troppo alte. Si stava meglio sulla nave, con la brezza marina. In dieci
minuti sei all'albergo, dove ti accolgono con tutto l’ossequio riservato ai
clienti facoltosi. Chiedi se c’è qualche messaggio per te, ma non ce ne sono.
Allora ti fai accompagnare nella camera che ti è stata assegnata. Dai
un’occhiata tutt’intorno: è molto ampia e puoi dirti soddisfatto. Il
cameriere che si occupa di aprire le valigie e sistemare i tuoi bagagli è
molto giovane. Ha un viso regolare e fianchi stretti. |