Ti inoltri nelle viuzze affollate. Qualcuno ti guarda, curioso, ma i più ti ignorano: in una città come Bombay sono abituati agli inglesi. Una donna con un bambino in braccio si avvicina per chiederti l’elemosina. Tu le dai una monetina.

Poco più in là un uomo con i capelli lunghi e un turbante sta suonando un tamburello, mentre un piccolo orso ammaestrato balla al suono dello strumento. Qualcuno si ferma a guardare e un bambino passa con una ciotola per raccogliere un’offerta.

Tu prosegui per la tua strada: ti piace perderti nei vicoletti della città, dove sei già stato più volte. Ti piace l’animazione, lo spettacolo sempre mutevole che offrono gli uomini e le donne che incroci. Ogni tanto vedi qualcuno accovacciato che fa i suoi bisogni, indifferente alla gente che gli passa vicino: ci sei abituato, in India succede spesso.

Passi in una stradina laterale, dove c’è poca gente. Sulla porta di una casa vedi un uomo sui vent'an­ni, dalla pelle color del miele. Ha un ampio torace ed è nudo fino alla cintola. Si sta lavando e l’acqua scorre sul petto in piccoli rivoli, scivolando tra la peluria. Ha un viso molto bello. Si accorge che tu lo stai guardando e ti sorride. Ti sembra che ci sia un invito nel suo sorriso. O lo stai solo immaginando? È davvero bello, con quegli occhi scuri e profondi, i lineamenti regolari, la barba corta.

 

Ti avvicini a lui.

Procedi senza badare al suo sorriso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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