Ti sembra
che Rama ti abbia suggerito di non bere. Forse può aiutarti. Decidi di
correre il rischio. Rovesci
la coppa e dici, con voce ferma: - Non so
chi mi voglia perdere, ma non ho fatto ciò che quello schiavo dice. Forse l’ha
fatto lui. È la
verità, ma nessuno ti crederà, a parte Rama e Akbar. -
Prendetelo e mettetelo in catene. Non
opponi resistenza: sai che sarebbe del tutto inutile. Trascorri
la notte in una tenda, tra due guardie. Senti che parlano tra di loro: forse non
sanno che tu conosci il marathi o forse non gli
importa. Dicono che sarai torturato finché confesserai e che il suo supplizio
sarà esemplare. Senti un brivido correrti per la schiena. Il giorno
dopo parti, tra una dozzina di soldati, e vieni condotto in catene a Kasgarh. Lungo la strada la gente si stupisce di vedere
un inglese prigioniero. A Kasgarh vieni rinchiuso in una cella, da cui non ti fanno
mai uscire. Il terzo
giorno la cella si apre ed entra Rama, accompagnato da alcuni servitori.
Speri che ti liberi, ma lui ti insulta per aver cercato di avvelenare il suo
amato fratello: hanno fatto leccare a un cane il contenuto della coppa e il
cane è morto. Al
momento di andarsene però Rama si avvicina e ti sussurra: -
Confessa, di’ che ti ha pagato il brigante Sumahir
per uccidere Pratap e me, che mi hai salvato
sparando alla tigre solo per stornare da te i sospetti che sarebbero potuti
nascere. Quando staranno per giustiziarti, cercherò di farti scappare. Non so
se riuscirò, ma ci proverò. Senza
attendere una risposta, Rama se ne va. Nel
pomeriggio vieni condotto in un altro locale, molto ampio, dove sono
accumulati diversi strumenti di tortura. C’è uno dei ministri del rajah, che
condurrà l’interrogatorio. Accanto a lui due uomini massicci, a torso nudo: i
carnefici. La loro vista ti trasmette un brivido. - Se
parlerai, cane, non sarai torturato. Altrimenti sappiamo noi come farti
parlare. |