Sorridi e
dici: - Sarebbe
un onore per me. Non ho mai gustato il cazzo di un rajah, sia pure uno privo
di trono. Negli
occhi di Sumahir passa un lampo di rabbia. Poi però il rajah senza trono
sorride e dice: - Un
ottimo affare per entrambi. Vi alzate
tutti e due in piedi e incominciate a spogliarvi, guardandovi. Sumahir ha un bel corpo, muscoloso, molto virile, con una
peluria non troppo folta sul petto, braccia forti, mani eleganti. Quando si
toglie la fascia che porta ai fianchi, appare uno dei più bei cazzi che tu
abbia mai avuto occasione di vedere – e anche se non li hai contati, quelli
che hai visto (e toccato, succhiato, accolto in bocca o in culo) sono
certamente molti. Finisci
di spogliarti e ti accorgi che anche lui è contento di quello che vede: non
hai certo da vergognarti del tuo corpo. Ti avvicini a lui e vi baciate. Le
sue mani intanto stringono il tuo culo e ora che i vostri corpi aderiscono,
puoi sentire la pressione sempre più forte del suo cazzo, che sta crescendo e
indurendosi. Vi baciate più volte, giocate con la lingua e vi accarezzate,
poi lui ti volta, si appoggia alla tua schiena e stringe il tuo culo a piene mani, facendoti male. Mormori: - Sì! Sumahir ti morde una spalla, mentre le
sue mani scorrono sul tuo torace e sul ventre, scendono ai coglioni, li
accarezzano, risalgono al cazzo, ormai teso. Tu mormori di nuovo: - Sì! Sumahir ti stende delicatamente sui
cuscini. Poi divarica le tue natiche con le mani e sputa sul buco. Puoi
sentire la saliva che le sue dita spargono, prima che lui ti assesti un morso
deciso, che ti strappa un gemito. Al primo morso ne segue un secondo, poi un
terzo, ma anche baci e carezze e la lingua che traccia arabeschi sul tuo
culo. Poi un dito forza l’ingresso, seguito da un secondo. Per un momento non succede niente, finché Sumahir avanza la sua arma e senti l’apertura dilatarsi.
La pressione è molto forte: di rado hai accolto una mazza di tali dimensioni,
ma è la mazza di un rajah, sia pure senza trono. Sumahir
si muove con delicatezza e, per quanto provochi dolore, l’ingresso dà anche
piacere. Ripeti: - Sì! Sumahir avanza ancora, per poi fermarsi.
Ti dici che dev’essere giunto al fondo e davvero ti
piace sentire questa presenza vigorosa. Ma Sumahir
riprende a muoversi e il suo spiedo affonda ancora nella tua carne: non era
tutto dentro, i rajah non si accontentano di poco (anche se poco non era).
Malgrado faccia male, è una sensazione splendida. Adesso è davvero tutto
dentro di te e senti il suo corpo che aderisce al tuo. Sumahir si ritrae e poi di nuovo immerge
lo sperone nella carne completamente. Ti dà ancora un attimo di respiro, poi
incomincia la sua cavalcata, che procede lentamente. Il tuo corpo freme e ti
sfugge un gemito di piacere: le sensazioni che ti trasmette questa spada sono
troppo forti. La sua energia sembra inesauribile e il suo cazzo penetra a
fondo, ogni volta, dilatando le tue viscere, per poi arretrare nuovamente, in
una cavalcata lenta che ti sfianca. Sumahir è
davvero un cavaliere di razza, che sa come usare l’arma che madre natura gli
ha dato: non si nasce rajah invano. Procede a lungo e dentro di te il piacere
cresce, mentre tutto il resto svanisce. Hai perso coscienza di dove sei, di
che cosa è accaduto, del passato e del futuro. Rimane solo il piacere
violento di questo momento, la successione di spinte che ti scavano dentro,
il desiderio che questa cavalcata non finisca mai. E davvero il cavaliere sembra avere una riserva di
energia inesauribile, perché continua senza dare segni di stanchezza.
Progressivamente il ritmo diviene più intenso e il dolore si mescola sempre
di più al piacere violento che provi e che vorresti urlare. Gridi: - Sì, sì, sì! E poi gemi, di nuovo, senza ritegno, mentre
un’onda ti sommerge e sente il fiotto del tuo seme prorompere. Sumahir prosegue ancora e ti sembra di non riuscire a
reggere più, ma non vorresti nemmeno che smettesse. Il ritmo diviene ancora
più intenso e ti sembra che ora ci sia solo più dolore, eppure questo dolore
è esso stesso piacere. Infine Sumahir viene e
senti il getto che inonda le tue viscere. Dopo un momento Sumahir
si stacca. Ti accarezza ancora e si stende accanto a te. Ti sorride. - Dormi
qui con me. Tu ti
stendi accanto a lui, che presto scivola nel sonno. |