Il mattino dopo dici che non ti senti tanto bene e che preferisci rimanere all’accampamento. Parteciperai alla prossima battuta. William ti consiglia di non allontanarti troppo dalle tende.

A metà mattina decidi di fare un giro, rimanendo vicino all’accampamento, per sicurezza. Ti viene voglia di pisciare e ti sposti dal sentiero. Hai appena finito di svuotare la vescica, quando qualcuno ti punta un coltello alla gola e sibila:

- Se urli, sei morto.

Oh, merda!

Non hai molta scelta. L’uomo ti forza a spostarti ancora più addentro nella foresta, dove ci sono altri tre uomini. Ti imbavagliano e ti legano le braccia dietro la schiena. Incomincia una lunga marcia: sette-otto ore di cammino, senza poter bere, né mangiare. Sei prigioniero. Di chi? Dei banditi di Sumahir? È probabile. Fa ancora piuttosto caldo e i tuoi abiti si impregnano di sudore, ma gli uomini non ti danno nessuna possibilità di fermarti. Vorresti chiedere da bere, ma il bavaglio te lo impedisce. Puoi solo camminare in fila.

Arrivate infine a un forte in rovina, posto sopra una gola rocciosa.

Vieni portato alla presenza di un uomo che ti colpisce per la sua bellezza e la sua forza. Dà ordine che ti tolgano il bavaglio e ti sleghino.

Uno degli uomini che ti ha catturato dice:

- Era nell’accampamento dell’usurpatore.

Ritieni che sia il momento di dire la tua. Parli in marathi:

- Perché mi avete catturato?

L’uomo ti guarda e non ti risponde. Chiede invece:

- Chi sei e che cosa ci facevi con Jay Singh, che il suo nome sia sempre maledetto?

Sai benissimo che i rapporti di forza non sono a tuo favore, per cui rispondi:

- Sono un viaggiatore inglese. Sono venuto a visitare il Kaspur, insieme a un uomo che ho conosciuto a Bombay. Quando sono arrivato il rajah…

L’uomo ti interrompe, chiaramente irritato:

- Jay Singh non è il rajah: è solo un usurpatore. Io sono Sumahir, il legittimo erede al trono.

- Mi avevano parlato di voi e so che il diritto è dalla vostra parte.

Potresti aggiungere che quando si tratta di troni, il diritto conta assai meno della forza, ma non ti sembra il caso.

La tua osservazione sembra rabbonire Sumahir, che ti dice, con un tono meno duro:

- Prosegui.

- Jay Singh stava organizzando una caccia alla tigre. Ha invitato anche il mio amico inglese, che conosceva, e io mi sono unito a loro.

- Chi è il tuo amico inglese?

- Il duca di Corkster.

- Lo sospettavo.

Sumahir non aggiunge nulla e tu ritieni opportuno non porre domande.

Sumahir ti fa portare da mangiare e da bere. Poi ti dice:

- Rimarrai mio prigioniero. Ti farò chiamare domani.

Ti accompagnano in una stanza, con un giaciglio su cui ti stendi subito, esausto. Ti addormenti in fretta.

 

Il giorno dopo i tuoi carcerieri si fanno vivi solo per portarti da mangiare e da bere. Sumahir ti fa chiamare verso sera. Ti pone una serie di domande sui motivi del tuo viaggio e tu dici che volevi visitare il Kaspur. Poi ti chiede:

- Conosci il duca da molto tempo?

- No, ci siamo incontrati a Bombay poco prima della partenza.

- E il duca ti ha invitato a viaggiare con lui? Uno sconosciuto incontrato pochi giorni prima?

In realtà non pochi giorni prima: la sera prima. Ma non ritieni opportuno entrare nei dettagli.

- Il duca è stato molto gentile. Io volevo visitare il Kaspur, lui contava di andarci e mi ha offerto di unirmi a lui.

- Unirti a lui…

Sumahir ha un sorriso beffardo.

- Sei il suo amante, vero? Uno dei suoi amanti.

Non sai bene come rispondere.

Lui sorride e dice:

- Non ho mai gustato un culo inglese.

C’è un chiaro invito nelle sue parole.

 

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