No, non intendi farti ammazzare. Magari riuscirai a scappare dalla prigione. Sai che le possibilità di cavartela sono pochissime, ma tanto vale fare almeno il tentativo. Lo sceriffo è con altri tre uomini, che ti legano le mani dietro la schiena e ti fanno salire sul tuo cavallo. Uno di loro prende le briglie e le fissa alla sua sella. Cavalcherai dietro di lui verso Grossfluss e la forca.

Il cadavere di Mac viene legato sul suo cavallo e la piccola carovana si mette in moto.

In tarda mattinata arrivate a Grossfluss, dove nel pomeriggio si svolge un rapidissimo processo: sei stato beccato con la refurtiva e Mac era stato visto durante la rapina. Per te non c’è nessuna via di scampo. In meno di un’ora sei condannato a morte. Ormai è tardi, per cui ti impiccheranno domani mattina, perché tutti possano vedere bene lo spettacolo.

Nella notte il vicesceriffo rimane nell’ufficio. Lo sceriffo è uscito da appena mezz’ora, quando qualcuno bussa. Il vicesceriffo ti guarda e ghigna, poi va ad aprire. Entrano sette uomini.

- Venite, il prigioniero è pronto.

Pronto per che? Lo capisci in fretta, quando vedi che il vicesceriffo e gli altri si spogliano. Due o tre hanno il cazzo già duro.

Il vice sceriffo apre la cella e gli uomini ti slegano e incominciano a spogliarti. Le tue possibilità di opporti sono nulle: loro sono in otto. Perciò li lasci fare. Ti mettono a quattro zampe e uno ti infilza con un colpo secco che quasi ti fa urlare. Un altro intanto ti stringe la gola e ti infila il cazzo in bocca. Incomincia a fotterti in bocca con la stessa energia con cui l’altro ti fotte in culo. Gli altri si stringono addosso a te, strusciano i loro cazzi sulla tua schiena, ti pizzicano il culo, ti stringono i capezzoli, menano colpi. Uno si siede su di te, si china in avanti e muove il culo avanti e indietro, facendo strisciare il cazzo sulla tua schiena, finché viene.

Quando i primi hanno finito, altri prendono il loro posto. Quello che ti incula ti stringe i coglioni, strappandoti un urlo. Intanto gli altri continuano a palparti e colpirti. Ti rendi conto che si stanno accarezzando, palpando e stuzzicando tra di loro. La violenza diventa un’orgia, in cui tu sei l’oggetto principale, ma non l’unico. Il tuo culo e la tua bocca vengono infilzati infinite volte da questi maschi, giovani e forti, che non si accontentano di un’unica scopata, che attizzano il loro desiderio toccandosi gli uni gli altri e poi lo sfogano fottendoti. Bevi ripetutamente il loro sborro e poi il loro piscio. Man mano che il desiderio viene soddisfatto, incominciano a staccarsi da te, ma ti colpiscono più volte: due ceffoni sul viso, colpi secchi al culo, calci ai coglioni.

Quando infine si staccano da te, tu crolli a terra, in un lago di sudore, esausto, il culo e i coglioni doloranti.

Gli uomini ridono tra di loro, senza badare a te. Poi si rivestono, mentre il vicesceriffo ti costringe a fare lo stesso. Lui ti lega le mani dietro la schiena e loro se ne vanno, soddisfatti, tra lazzi e battute oscene nei tuoi confronti.

 

Trascorri la notte nella cella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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