- Ti
ringrazio, Akbar. Direi che mi farebbe davvero
piacere un po’ di compagnia. Akbar sorride, si avvicina e incomincia a spogliarti.
Non ti bacia, non ti abbraccia: per lui il sesso non è tenerezza, i
preliminari non gli interessano, va diritto al sodo. Quando sei nudo, ti
osserva, sorridendo. Poi anche lui si spoglia. Ha davvero un gran bel corpo,
forte, armonioso, molto virile. E ha un bellissimo cazzo scuro. Lui ti prende
con la mano il cazzo e i coglioni e con la sua carezza ruvida ottiene presto
l’effetto desiderato: il cazzo ti si drizza. Anche il suo sta crescendo,
benché tu non ti sia dato da fare. Lui ti mette le mani sulle spalle in un
invito a inginocchiarti, che tu raccogli. Ora che hai davanti alla bocca
questo bel cazzo nero, lo prendi in bocca e incominci a succhiarlo. Ti piace
sentirlo crescere, diventare sempre più grosso e duro, finché non riesci più
a tenerlo tutto, ma ti limiti a succhiare la cappella. Akbar
ha davvero un’attrezzatura di prim’ordine. Akbar si ritrae e ti guida a stenderti su una
stuoia. Si mette su di te, con un po’ di saliva inumidisce l’apertura e poi,
con lentezza, ti infilza con il suo fenomenale spiedo, fino in fondo. Ti
abbandoni completamente alla lunga cavalcata: Akbar
penetra a fondo e poi si ritrae, per un tempo che a te pare infinito, e nella
penombra della tenda tutto scompare, tranne il piacere di questo cazzo che ti
penetra, avanza e arretra, senza dare segni di stanchezza. Infine Akbar viene e senti il suo seme riversarsi abbondante
dentro di te. Rimane un momento così, poi esce e ti volta. Incomincia ad
accarezzarti il cazzo e i coglioni. Non sono carezze delicate: a tratti fanno
anche un po’ male, ma è una sensazione piacevole. Guardi quest’uomo forte che
ti sta facendo una sega, mentre dal tuo culo scende qualche goccia del suo
seme. La tensione cresce e infine il piacere esplode, mentre vieni. Akbar si alza, si riveste e ti saluta con un
sorriso. Non ha
detto una parola, ma ti ha tenuto compagnia per un po’. |