Ti alzi e ti dirigi verso la porta. Procedi con una certa fatica, perché sei debole e il culo ti fa male, ma non c'è tempo da perdere. Uscendo, vedi a destra, al fondo del corridoio, i due carnefici che avan­zano verso la scala che porta all'esterno: di là provengono le urla. Ti dirigi il più rapidamente possibile dall'altra parte del corridoio, verso sinistra. Non sai dove porti il corridoio da quel lato, ma è l’unica via che puoi percorrere.

Svolti l’angolo e vedi una scala. Con fatica la sali e quando arrivi in cima, esausto, ti chiedi che senso ha. Dove puoi andare, nudo e zoppicante, in questa caserma dove tutti ti credono un assassino? La porta è chiusa da una sbarra. Tu la sollevi e la spingi. Quasi ti scontri con Akbar e un altro uomo.

Akbar sorride:

- Temevo che non ce la facessi! Non sapevamo che la porta era stata sbarrata e non siamo potuti scendere. Adesso dobbiamo fare presto. Mettiti questa.

Akbar ti porge una tunica, che ti fa indossare, poi ti mette in testa un velo e ti fa mettere un paio di scarpe femminili, ma della tua misura.

- Non dire una parola. Sei una donna dell’harem che devo scortare fuori città.

Nel cortile c’è una portantina portata da quattro uomini. Akbar ti dice:

- Accomodatevi.

Tu sali sulla portantina, cercando di non scoprire nessuna parte del tuo corpo.

Gli uomini si muovono in fretta. Tu ti sdrai e cerchi di recuperare le forze. L’ondeggiare della portantina ti dà un po’ di nausea, ma ti culla anche e sprofondi nel sonno. Ti accorgi che a un certo punto la portantina viene caricata su un carro.

 

La sera, fuori città, Akbar ti spiega tutto.

- Il principe ha fatto appiccare un incendio a un’ala delle caserme. Sperava che i carcerieri uscissero. Se non l’avessero fatto, li avremmo dovuti uccidere, ma la porta era sbarrata dall’interno e ormai non c’era più il tempo di escogitare un altro piano.

Nel gruppo di uomini che ti accompagnano c’è anche un dottore, che si prende cura di te. Quando ti medica, vedi le stelle, ma cibo, bevande e riposo ti rimettono in forze abbastanza presto. Certo la schiena e il culo ti faranno male per un po’.

Il quarto giorno ti senti ormai abbastanza bene. Parli con Akbar, che è l’unico, oltre al medico, che ti vede scoperto.

- Akbar, che ne sai della goccia di sangue di Shiva?

- Il talismano con il rubino?

Akbar sembra in imbarazzo.

- Sì, tu sai quello che è successo, vero?

- Lo sai anche tu?

- Me l’ha detto Rama. Ma io so dove si trova.

- Il viso di Akbar si illumina.

- A Bombay lo recuperemo. Pratap non deve salire sul trono.

Akbar sorride:

- Patrap non salirà su nessun trono.

Guardi Akbar perplesso.

- È stato colpito da una malattia che non perdona e che sta ponendo fine precocemente alla vita del principe. Un messaggero me l’ha comunicato oggi.

Così Rama si è deciso ad agire: la malattia dev’essere un buon veleno. Rama ha fatto bene.

Prima di congedarsi, Akbar ti dice:

- Se hai piacere di compagnia, questa notte, sono qui.

 

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