Tu non puoi rimettere piede nel Kaspur, perciò sarà Akbar Nam a riportare il rubino. In mattinata è stato chiamato un gioielliere di fiducia, che ricollocherà la pietra nell’incastonatura, lavorando nella caserma: la goccia del sangue di Shiva è troppo importante per affidarla a qualcuno. Domani stesso Akbar Nam ripartirà con i suoi uomini.

Il comandante Everett ti ha convocato:

- Signor Blacks, voglio ringraziarla personalmente per aver condotto a termine questa missione, rischiando la sua vita.

Tu ovviamente ti schernisci, dici che sei stato ben contento di aver servito la patria e intaschi il compenso. Poi passi a fissare la data di partenza per il viaggio di ritorno a Calcutta: non intendi rimanere oltre a Bombay. Infine ritorni in albergo.

 

Nel pomeriggio, mentre riposi nella tua stanza, ti vengono a chiamare. Un ragazzo vuole parlarti. Scendi nella hall dell’albergo e vedi Tariq, la perla del bordello di ‘Za. Aggrotti la fronte. Che cazzo vuole da te? Come ha saputo che alloggi qui? La risposta alla seconda domanda te la dai da solo: deve averti sentito dire il nome dell’albergo al duca, al bordello. Anche se non capisce l’inglese (il che non è detto), ha intuito che era la tua residenza e ha pensato che di ritorno a Bombay era probabile che alloggiassi allo stesso albergo. Alla prima domanda solo Tariq può rispondere. Glielo chiedi direttamente:

- Che cosa vuoi da me? Perché mi hai fatto chiamare?

Usi un tono di voce piuttosto duro: anche se Tariq è bellissimo, non può permettersi di andare alla ricerca dei clienti e farli chiamare.

Tariq si inchina.

- Perdonate, sahib. Il nostro padrone è scomparso, abbiamo bisogno di aiuto.

- E ti rivolgi a me per questo? Che c’entro io?

Tu c’entri e ieri sera diversi ti hanno visto al bordello, per cui è probabile che Tariq lo sappia. Ma non sono affari suoi.

- Il nostro padrone è stato arrestato dai soldati inglesi. Forse il suo amico potrebbe intervenire.

Di certo l’amico a cui si riferisce è William, che però è a Kasgarh.

- Non è a Bombay.

Tariq si morde il labbro. Pare molto preoccupato.

- Sahib, non so davvero che cosa posso fare, ora che non c’è più il mio padrone.

- Lo rimetteranno in libertà, se non ha fatto niente di male.

- Io… non so che fare. Non può aiutarmi?

Che cosa vuole? Soldi? Dici:

- Non saprei proprio come, Tariq.

- Ho bisogno… non le chiedo nulla, sahib, però…

Il ragazzo sorride e prosegue:

- Non potrebbe… una volta, come se fossimo da Za’. Conosco un posto tranquillo, non lontano da qui.

Guardi Tariq, che è davvero bello, e te lo immagini nudo tra le tue braccia.

 

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Non accetti di andare con Tariq

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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