Hai
confessato: ora ti attende una morte orrenda. La tua esecuzione sarà uno
spettacolo per tutti: hai osato far uccidere il figlio del rajah, l’erede al
trono. Il giorno
fissato ti portano nel grande cortile esterno del palazzo, gremito di gente
all’inverosimile. Quando ti vedono arrivare, la folla grida contro di te,
insultandoti e augurandoti una morte orrenda: quella che avrai. Ti fanno
salire sulla piattaforma. Tu vedi un palo aguzzo e rabbrividisci: sai che
l’impalamento è la morte più atroce. Cerchi di resistere, anche se è inutile:
ti bloccano facilmente. Poi ti spogliano completamente, ti legano le mani
dietro la schiena e ti forzano a stenderti a terra. Ti passano delle corde
alle caviglie e tirando ti costringono ad allargare le gambe. Senti il
terrore afferrarti e gridi. La folla ride, ti dileggia e ti insulta. Cerchi
di sollevarti, ma un uomo poggia il suo piede sul tuo collo, costringendoti
ad abbassare il capo. Un uomo
si china su di te e appoggia qualche cosa contro il buco del culo: è una
lama, che penetra nella carne, tagliando lo sfintere. Urli per il dolore
violento, mentre l’uomo cauterizza la ferita, strappandoti un altro grido.
Perdi il controllo della vescica. Poi senti
la punta del palo premere contro l’apertura. Gridi ancora: - No! Un colpo
secco spinge il palo dentro di te. Lo senti penetrarti: un dolore violento,
più di tutti quelli che hai provato nella tua vita. La vista ti si annebbia e
quasi svieni. Altri colpi si susseguono e a ogni colpo il dolore sembra
crescere, riempirti tutto, avvolgerti, mentre tu ancori cerchi di dibatterti.
La sofferenza è tanto forte che non riesci più nemmeno a gridare: emetti dei
singhiozzi disperati, man mano che il palo affonda. Non esiste altro che il
dolore di questo palo che scava dentro di te, trafiggendoti le viscere. Il palo
viene poi sollevato e questo fa affondare il tuo corpo ancora di più. Svieni,
mentre il palo viene fissato a una base. Ti risvegli, preda di un dolore
inumano. Vedi la folla immensa che grida di gioia a vederti sul palo, senti
le urla di rabbia e di scherno, le battute. Uno dopo l’altro, infiniti
insetti si posano su di te, cibandosi del tuo sudore, del tuo piscio, del tuo
sangue. Le loro punture creano bolle sul tuo corpo. I loro escrementi sono
piccole macchie sulla pelle. La punta del palo preme subito sotto lo sterno e
tu senti che sprofondi ancora, in un’agonia senza fine. Imprechi, bestemmi e
insulti, ma non riesci più ad articolare le parole chiaramente. La bava ti
cala dalla bocca, con un po’ di sangue. Sprofondi
lentamente sul palo, finché la punta non esce dal torace. Il viso, il cazzo e
i coglioni sono rossi per le punture degli insetti, che ti entrano in bocca
quando cerchi di parlare, per chiedere acqua o per maledire. Agonizzerai
due giorni, tormentato dagli insetti, davanti alla folla. Prima che tu muoia,
ti castreranno. |