- Non
sono stato io! Non avevo nessun motivo per uccidere il principe. Mi hanno
rapito i briganti! - Sei
stato tu. Hai cercato di fuggire, ma ti sei perso. Oppure sei andato a riferire
a chi ti aveva mandato che avevi compiuto la tua missione. Confessa! Chi ti
ha mandato? Gli inglesi? - Il
principe non era ostile agli inglesi. Non sono stato io. Il
ministro scuote la testa. - Č stato
Sumahir. - No, mi
ha fatto prigioniero, mi ha violentato. Io… Il
ministro ti interrompe, impaziente. -
Sappiamo come farti confessare. Il
ministro si volge al carnefice, che avanza. Ti afferra, ti trascina in
un’altra stanza dove c’č un braciere. Ti forza a distenderti su un tavolaccio
e ti lega le braccia e le gambe. Poi mette una sbarra di ferro sul fuoco. Tu gridi
la tua innocenza, disperato, ma sai che non ti ascolteranno. Non c’č nessuna
via d’uscita. Il boia
ha afferrato il ferro rovente e lo avvicina a un’ascella. Senti la bruciatura
e urli. -
Confessi? - Sono
innocente! Il boia
avvicina il ferro rovente all’altra ascella. Urli di nuovo. -
Confessi? - Non
sono stato io! Il boia
posa la sbarra sul fuoco, ti slega le corde che tengono le gambe e ti mette
con le ginocchia piegate. Ti lega in questa nuova posizione. Poi prende di
nuovo la sbarra. Vedi che la sta avvicinando al tuo culo e intuisci che te la
infilerŕ dentro. Urli disperato: - No, no,
no! -
Confessi? Taci, ma
quando il boia avvicina la sbarra all’apertura, gridi: - No! -
Confessi? Puoi
sentire il calore della sbarra, che tra poco entrerŕ dentro di te. Urli: - Sě,
l’ho ucciso io. - Chi ti
ha mandato, cane? Vorresti
dire che č stato il principe Pratap, probabilmente
il vero colpevole, ma non saresti creduto. E quello che conta ora č solo
finire. -
Sumahir. Il
ministro annuisce. - Lo
sospettavamo. Riportatelo in cella. |