Cercare di mettere fuori combattimento l’uomo sarebbe pericoloso: se non ci riesci, sarai sicuramente denunciato, il piano fallirà e ti attende la morte. E anche se riuscissi a stordirlo o a ucciderlo, non è detto che qualcuno non se ne accorga: sei nei giardini del palazzo reale, non in aperta campagna.

Apri la porta e, con la lanterna in mano, percorri il cunicolo. È stretto: permette il passaggio di un uomo per volta, al massimo due. È molto lungo. Sai che devi fare in fretta: se l’uomo era una spia, i soldati del rajah non ci metteranno molto ad arrivare.

Fortunatamente all’altra estremità non hai difficoltà ad aprire la porta e Sumahir è già pronto, con i suoi uomini. Ripercorrete il tunnel in senso inverso, ma appena tu e Sumahir uscite dal passaggio sotterraneo nella sala, i soldati vi piombano addosso. Ogni tentativo di difesa è inutile: i soldati sono troppo numerosi e gli uomini di Sumahir vengono facilmente respinti nel tunnel.

Vi prendono, vi legano e poi venite separati.

Tu vieni rinchiuso in una cella, le mani legate dietro la schiena. Sai che nulla può salvarti. Vorresti poter almeno trascorrere l’ultima notte della tua vita accanto a Sumahir, ma sai bene che lui è altrove e di certo Jay Singh lo farà torturare fino al mattino.

Nella notte la porta viene aperta e due carcerieri entrano. Ti tagliano gli abiti con un coltello e te li strappano di dosso, senza slegarti. Poi ti costringono a piegarti in avanti. Hai capito che cosa vogliono fare e non ti stupisce: in tutto il mondo i carcerieri approfittano spesso dei prigionieri. Uno si mette dietro di te e ti incula con una spinta decisa, facendoti sussultare. L’altro passa davanti. Sai benissimo quello che vuole e sai anche che ti conviene farlo: gli prendi in bocca il cazzo e ti metti a succhiare. L’altro spinge con foga, lacerandoti le viscere e facendoti un male bestiale. Per fortuna viene abbastanza in fretta. Tu acceleri il lavoro che stai facendo con la bocca, per evitare di prendertelo di nuovo in culo. Il carceriere ride e ti dà del finocchio. Poi si tende e viene nella tua bocca. Entrambi ti pisciano sulla testa, poi si rimettono la fascia che portano ai fianchi e se ne vanno.

 

Il mattino dopo, nudo, le mani legate dietro la schiena, vieni condotto al supplizio, all’interno di un’area recintata.

Il rajah e il figlio Pratap sono seduti in una tribuna, da cui possono godersi la vista. C’è un ceppo e davanti un elefante. Sai che cosa significa: l’animale ti schiaccerà la testa. È una fine rapida: probabilmente l’essere cittadino inglese ti permette di evitare un supplizio più atroce.

I due carcerieri ti tengono vicino alla recinzione. La porta da cui sei entrato si apre ed entra Sumahir. Due uomini lo sostengono, ma Sumahir non riesce a camminare: sul suo corpo puoi vedere i segni delle torture subite, lungo le gambe cola del sangue. Devono averlo violentato e torturato per tutta la notte. Un soldato lo colpisce al culo più volte con la lancia per costringerlo a muoversi, ma ottiene scarsi risultati: Sumahir non si regge più, non è in grado di camminare. Spazientito il soldato colpisce più forte e la lancia trapassa il corpo, uscendo da davanti, subito sopra il cazzo: ne schizzano fuori sangue e piscio in abbondanza. Sumahir barcolla e si affloscia. Devono trascinarlo di peso fino al centro del cortile, dove l’elefante attende. Lo distendono a terra, la testa sul ceppo. Allora il boia si avvicina. Ha in mano un coltello con la lama ricurva e sorride. Si china su Sumahir, gli afferra i genitali, provocando una smorfia di dolore, e li recide. Sumahir emette un lamento prolungato, mentre il boia mostra il cazzo e lo scroto e li getta a un cane.

Il cornac tocca la testa dell’elefante, che solleva la zampa e l’abbassa sulla testa di Sumahir, spezzando il lamento. Il sangue cola dagli occhi, dalle orecchie, dal naso e dalla bocca. Il boia alza l'ascia e recide la testa con un colpo solo.

La testa e il corpo vengono spostati. Le guardie ti costringono ad avanzare. Cerchi di non mostrare il tuo terrore e cammini verso il ceppo. Speri solo che ti castrino dopo averti ucciso e non prima. Il ceppo è coperto di sangue, capelli e frammenti di cervello di Sumahir. Rabbrividisci. Ti forzano ad appoggiare la testa sul ceppo. Il cornac tocca appena l’elefante, che alza la zampa e l’abbassa sul tuo capo. Muori immediatamente.

Il cadavere di Sumahir viene infilzato su un palo davanti alla porta del palazzo reale e quello che rimane della sua testa su un altro palo, all’ingresso della città. I corpi degli uomini di Sumahir, anch’essi castrati, verranno appesi alle mura esterne della città.

Il tuo cadavere invece non verrà esibito, per evitare proteste degli inglesi. Viene gettato nella latrina della caserma, dove marcirà.

 

 

 

 

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