Il sole è ormai alto in cielo, ma tu stai ancora dormendo. Un servitore del rajah viene a svegliarti e ti comunica che devi prepararti, perché il rajah ti ha invitato ad assistere all’esecuzione del bandito Sumahir.

Il supplizio avviene in uno spazio recintato. La tribuna del rajah è in alto, in una posizione che permette di seguire perfettamente tutto ciò che si svolge nel recinto. Il servitore ti accompagna e ti fa sedere su un cuscino, a poca distanza dal rajah, che risponde al tuo inchino con un cenno di saluto. Accanto a lui c’è suo figlio Pratap. È proprio bellissimo, come diceva William.

Poco dopo Sumahir viene fatto entrare nel recinto. Due uomini lo sostengono, ma il bandito non riesce a camminare. Un uomo lo colpisce al culo più volte con la lancia, per costringerlo a muoversi. Ad un certo punto, ad un colpo più forte, la lancia esce da davanti, subito sopra il cazzo: ne schizzano fuori sangue e piscio in abbondanza. Sumahir barcolla e si affloscia. Devono trascinarlo di peso fino al centro del cortile, dove l’elefante attende. Lo distendono a terra, la testa sul ceppo. Allora il boia si avvicina. Ha in mano un coltello con la lama ricurva e sorride. Si china su Sumahir, gli afferra i genitali, provocando una smorfia di dolore, e li recide. Sumahir emette un lamento prolungato, mentre il boia mostra il cazzo e lo scroto e li getta a un cane, che li divora.

Il cornac tocca la testa dell’elefante, che solleva la zampa e l’abbassa sulla testa di Sumahir, spezzando il lamento. Il sangue cola dagli occhi, dalle orecchie, dal naso e dalla bocca. Il boia alza l'ascia e recide la testa con un colpo solo. Poi portano via il cadavere: il corpo viene impalato e esposto nella piazza. La testa, anch’essa infilzata su un palo, viene collocata alla porta della reggia.

Il rajah è molto soddisfatto e nel pomeriggio vieni convocato da lui.

- Mi hai reso un grande servizio, straniero. Ora sei mio ospite, per tutto il tempo che vorrai. Se c’è qualche cosa che posso fare per te, sarò ben lieto di soddisfare il tuo desiderio.

Non hai molto da chiedere. Dici che sei felice di essere stato utile. Esprimi l’auspicio che questo contribuisca a stabilire rapporti di collaborazione tra il rajah e il governo britannico. Il rajah dice che senz’altro sarà così, ma sai bene che non c’è da contare sulla sua parola. Puoi invece contare su una serie di doni munifici e su una consistente scorta che ti accompagnerà a Bombay.

Tre giorni dopo, partendo per Bombay, puoi vedere appesi alle mura esterne della città i cadaveri degli uomini di Sumahir: sono stati tutti castrati e ora si decompongono, mentre uccelli e insetti se ne cibano.

Il rubino ormai non ha più nessuna importanza.

 

 

 

 

 

NON CE L’HAI FATTA A PORTARE A TERMINE LA MISSIONE, MA NE SEI USCITO VIVO: È GIÀ UN RISULTATO!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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