- La ringrazio per l’offerta. Perché no? Mi sembra
una bella idea. Il duca si rivolge a Tariq,
in marathi, e gli dice che questa sera dovrà
soddisfare tutti e due. Il ragazzo annuisce. Non sembra stupito. Intanto tu prendi un secondo pasticcino. Tariq però si avvicina e te lo toglie di mano. Tu lo
guardi perplesso. Lui sorride e lo avvicina alla tua bocca. Tu schiudi le
labbra e lui te lo infila tra i denti. Tu mordi, prendendo un pezzo del
dolce, mentre le sue dita ti accarezzano il labbro superiore. Apri la bocca e
mordicchi le dita che la stanno stuzzicando. Intanto il duca sorride. Si alza e si avvicina. Si
mette dietro Tariq e il suo corpo aderisce a quello
del giovane. Prende anche lui un pasticcino e lo mette in bocca al ragazzo,
mentre gli mordicchia un orecchio. Poi si rivolge a te: - Tariq è un artista e
lei non si pentirà della scelta. Adesso però andiamo in una saletta, qui può
arrivare qualcuno. Vi spostate in una stanza molto accogliente,
arredata in modo sontuoso: di certo è riservata ai migliori clienti. Tariq si avvicina a te e ti bacia sulla bocca. Poi
infila la sua lingua tra i tuoi denti. È una sensazione molto piacevole.
Intanto le sue mani scorrono lungo i tuoi fianchi, leggere. Il duca si mette dietro Tariq
e il suo corpo aderisce a quello del ragazzo. Anche lui lo accarezza, mentre
gli passa la lingua dietro un orecchio e poi gli mordicchia il lobo. Ma Tariq sembra indifferente al duca: di certo non è così,
vuole solo provocarlo. Le mani di Tariq
incominciano a spogliarti. Sono mani abili, esperte, ma molto delicate. E
intanto il duca spoglia Tariq. A questo punto
decidi che è ora di passare all’azione e ti metti a spogliare il duca. È
tutto un intreccio di mani che a tratti si ostacolano a vicenda, ma questo
sfiorarsi, baciarsi, abbracciarsi, toccarsi è maledettamente piacevole. Ora
siete tutti e tre nudi. Tariq concentra la sua attenzione su di te. Si stringe
al tuo corpo, ti accarezza con le mani, ti bacia, prima leggermente, poi in
modo appassionato. Il duca ride: conosce bene il ragazzo ed evidentemente sa
che lo ignora intenzionalmente, per destare la sua gelosia. Si avvicina a Tariq, preme il suo corpo contro quello del ragazzo e con
le braccia vi avvolge entrambi. Il contatto così stretto accende il desiderio
di tutti e tre: mentre il sangue affluisce al tuo cazzo, puoi sentire che
anche Tariq è eccitato e di certo lo è anche il
duca, che ora sta mordendo la spalla al ragazzo. A Tariq
sfugge un gemito. Intanto le mani del duca sono sul tuo culo e lo stringono
con forza. Anche questo è piacevole. Le tue mani scivolano dal culo di Tariq a quello del duca e pizzicano più volte. Poi il
duca si ritrae. - Si stenda sui cuscini. Tu esegui. Il duca guida Tariq
a stendersi davanti a te, la bocca all’altezza del tuo cazzo perfettamente
teso. Poi il duca si china su Tariq e passa più
volte la lingua lungo il solco, premendo contro l’apertura. Tariq intanto prende in bocca la tua cappella e
incomincia a lavorarla con delicatezza. Tu chiudi gli occhi, sopraffatto per
un momento dall’intensità delle sensazioni che provi, poi li riapri e guardi
la scena che si svolge davanti a te: il duca si mette sopra Tariq, gli divarica le natiche con le mani, e lentamente
affonda la sua arma nel culo del ragazzo. Tariq
smette di succhiare, ma poi riprende. Tariq ci sa fare: sa servirsi delle labbra, della
lingua e dei denti per regalarti un piacere esaltante. E il duca ara il campo
con assiduità e costanza, mentre le sue mani scorrono sulle tue cosce,
scivolano sul ventre, passano sulla testa di Tariq,
gli accarezzano i capelli, li afferrano e li tirano, scendono al collo e
ritornano su di te. Tu senti che il desiderio sta tendendosi verso un
piacere ormai vicino. Le tue mani si impigliano tra i capelli di Tariq e quelle del duca le stringono. Gemi e il fiotto
prorompe nella bocca del ragazzo, che inghiotte. Il duca spinge con vigore e
poco dopo Tariq solleva la testa, che tu stringi
ancora, e lancia un grido. Infine è il duca a venire. Rimanete distesi, l’uno sull’altro, e le vostre
mani ancora si intrecciano. Quando infine vi rialzate, il duca dice: - Io mi chiamo William. Già, avete scopato senza dirvi neanche i vostri
nomi. Ma non è strano: siete inglesi e nessuno vi ha presentato. - Io Richard. Mentre vi rivestite, William ti chiede: - Se non sono indiscreto, signor Richard,
viaggiate per lavoro o per il vostro piacere? - Per il mio piacere, signor William. Anche… per tenermi lontano dall’Inghilterra dove ho avuto
alcuni problemi, proprio per i gusti che condividiamo. Gli sorridi francamente. Poi prosegui: - Da anni giro per l’India. È una terra
bellissima. Ho visitato il Bengala a lungo. Ora conto di organizzare un
viaggio in qualche principato raggiungibile da Bombay, ma non ho ancora
deciso il mio itinerario. - Il principato più interessante è il Kaspur, che però presenta diversi rischi. - I rischi non mi spaventano: non si può girare un
paese come l’India senza correrne. In Bengala ho affrontato alcuni pericoli,
ma ne valeva la pena. - Se volete, posso fornirvi tutte le indicazioni
necessarie per un viaggio in Kaspur. - È un’offerta molto gentile, la vostra. Se non vi
crea problemi, l’accetto ben volentieri. Prima di intraprendere un viaggio è
sempre utile sentire l’opinione di chi conosce i posti. - Possiamo vederci domani, se volete. - Per me va benissimo. Io alloggio al King George
hotel. - Perfetto. Vi raggiungerò…
va bene alle sei del pomeriggio? - Certamente, vi ringrazio. Il duca aggiunge: - È venuto con un servitore, vero? - Sì, certo. Non so se avrei trovato la strada. Mi
avevano parlato di questo posto, ma non ci ero mai venuto. - Avete fatto bene. Non è prudente aggirarsi da
queste parti la notte da soli. Dopo esservi sistemati, ritornate nel salone. Za’ sorride e intasca il compenso che gli dà il duca.
Quando dite che volete andarvene, chiama i vostri servitori. Scopri che il
tuo se n’è andato, dicendo che non doveva aspettarti. Ha mentito, ma è tardi
per rimediare. Il duca ti dice: - È meglio se si unisce a noi fino alla strada per
Colaba, signor Richard. Quando saremo usciti da
questo quartiere, potrà proseguire per conto suo senza correre rischi. |