Fuoco
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Il sergente McFren capì. Guardò sgomento la casa che bruciava. In
quella casa c’era una bambina.
Albert McFren, sergente dell’esercito nordista, aveva paura del
fuoco, una paura dannata. Aveva visto bruciare una casa del suo paese, nel
Maine, quand’era bambino, e l’immagine della donna alla finestra che ardeva,
chiedendo aiuto, non se l’era più scordata. Era ritornata spesso nei suoi
incubi, con quei capelli e gli abiti che bruciavano e quell’urlo che non era
più parole, ma solo strazio.
Aveva paura
del fuoco, Albert McFren, una paura fottuta, ma
senza lasciarsi il tempo di ragionare era già sulla soglia della casa che
ardeva. Con il cuore in gola, guardò le fiamme che guizzavano. Con un salto
superò la striscia di fuoco e si trovò nella stanza, dove il fumo gli
impediva di vedere, di respirare.
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Attraverso il fuoco
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Ora la fortezza ardeva e solo una
delle torri era ancora in piedi. Stavano aprendo la porta. Ora.
Le fiamme illuminavano in pieno gli
uomini nudi che ora correvano fuori. Alcuni avevano il viso annerito dal
fumo, qualcuno era ferito, pochi avevano un’arma in mano. Il sergente
sorrise, mentre il sangue affluiva impetuoso al cazzo. Incominciò a falciare
gli uomini, disorientati e intontiti dagli scoppi. Qualcuno degli uomini si
voltò, cercando di ritornare nella fortezza, ma la quarta torre esplose in
quel momento. Il sergente e il soldato continuavano a sparare. I guerriglieri
cadevano come birilli. Alcuni cercarono di rispondere ai colpi, ma i loro
proiettili non raggiunsero il bersaglio.
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Dai sotterranei si innalzavano
lingue di fuoco che illuminavano la scala ma non impedivano ancora il
passaggio. Uscirono nel corridoio. La catasta di mobili e legno della
scalinata centrale aveva cominciato a bruciare e le fiamme si moltiplicavano
e crescevano di minuto in minuto.
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La nave stava
lentamente prendendo fuoco. Dal cordame le fiamme si levavano già alte ed un
fumo scuro ne saliva. Dalle sartie il fuoco si propagò ad una vela, che
incominciò a bruciare.
Ma lo sguardo
di tutti era puntato sulla fila di cadaveri. Felipe li osservò per l’ultima
volta. Dodici corpi appesi, immobili, i grandi cazzi tesi, i visi stravolti
dall’agonia. Il fumo cominciava ad avvolgerli. Erano stati uomini robusti,
con la pelle scurita dal sole: ora penzolavano inerti e le fiamme stavano
raggiungendoli. I piedi del marinaio spagnolo e quello di Pedro già ardevano,
le fiamme salivano lungo le gambe, il fumo si alzava nero e denso, un odore
immondo invadeva l’aria.
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In quel
momento un uomo arriva con una torcia accesa: ha deciso di incendiare il
palazzo del governatore. Gli altri lo incoraggiano, ridendo. L'uomo avvicina la
fiamma ai tendaggi, che prendono subito fuoco. Altri accendono torce a quel
fuoco e contribuiscono a diffondere le fiamme, tra urla e risate.
L’incendio
dilaga in fretta, molto più in fretta di quanto coloro che lo hanno appiccato
si aspettassero. Nelle stanze dove mobili, cuscini e tappeti stanno prendendo
fuoco, la folla si rende conto che bisognerebbe allontanarsi, ma altri stanno
arrivando per impadronirsi delle proprietà del governatore e per contribuire
allo scempio del cadavere. È difficile muoversi in direzione opposta alla
moltitudine. Alcuni cercano di avvisare gli altri del pericolo, ma sono in
tanti a gridare e nel caos l’avvertimento arriva tardi: sono le fiamme che
avanzano a dare l’allarme.
Ora la folla
cerca di riversarsi fuori, terrorizzata. Molti cadono a terra e vengono
calpestati dagli altri in fuga. Alcuni muoiono stringendo ancora gli oggetti
di cui si sono impadroniti, altri rimangono feriti e non sono più in grado di
muoversi, per cui invocano un aiuto che non arriva, mentre il fuoco avanza,
inesorabile. Ormai l’edificio principale è in fiamme e dai piani superiori
coloro che sono rimasti intrappolati gridano disperatamente, ma nessuno è in
grado di aiutarli.
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Presto
l’intera chiesa incominciò ad ardere. Ma le fiamme che si levavano non
avevano il colore del fuoco, essere erano nere come la pece e diffondevano un
lezzo pestilenziale.
Molti caddero
in ginocchio di fronte a quel prodigio, tutti si segnarono.
La chiesa
bruciava in grandi vampe nere, che sembravano voler raggiungere il cielo. Poi
si udì un grande fragore e le pareti crollarono. Le fiamme arsero ancora a
lungo e solo quando furono sul punto di spegnersi esse si fecero rosse e
gialle come il fuoco.
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