Tancrède sta guardando
il cazzo di Ferdinando. Pensa che è davvero magnifico. Ci sono alcuni pensieri
disturbanti nella sua testa, ma Tancrède li
ricaccia indietro: sa di non essere sufficientemente lucido. Guarda
Ferdinando, quel corpo possente che lo ha posseduto. Guarda il cazzo, che
lentamente ritorna in posizione di riposo. Ha voglia di pisciare. Pensa che
anche Ferdinando deve averne voglia. Ride.
- Pisciami addosso.
Ferdinando lo guarda. Esita. Tancrède
ride dell’imbarazzo di Ferdinando.
- È un ordine. Pisciami addosso.
Ferdinando esegue. Il getto inonda il torace di Tancrède.
- In faccia, ora.
Ferdinando si prende il cazzo con le mani e dirige il
getto verso il viso di Tancrède, che chiude la
bocca e gli occhi. Quando Ferdinando ha finito, Tancrède
dice:
- Ora vai. Che nessuno entri.
Ferdinando si riveste, si inchina ed esce.
Tancrède rimane
disteso sul pavimento. Ha bisogno di pisciare. Lascia che il getto scorra sul
pavimento, allargando la pozza che il piscio di Ferdinando ha creato. Intanto
si lecca le labbra, per sentire il gusto.
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