- Schifoso bastardo, figlio di puttana. La
pagherai. Lo sai benissimo che la pagherai. - Adesso scavi la fossa per te e per quest’altro
bastardo. Uscite dal mulino. Zeke
va a prendere una pala e te la porge. Vogliono divertirsi a vederti scavare sotto il
sole cocente. Scavi la fossa in cui tu e Mac starete insieme per sempre. Quando la fossa è abbastanza profonda, sei
gocciolante: il sudore scorre a rivoli, dal viso alla barba, dal torace al
ventre, fino al cazzo. Will indica il cadavere di Mac: - Gettalo nella fossa. Prendi il corpo e lo deponi nella terra scavata. - Metti le mani dietro la schiena. Tu ubbidisci. Che senso avrebbe resistere? Zeke si mette dietro di te, ti lega le mani e stringe
la corda con forza, pizzicando la pelle fino a che sussulti. Le braccia sono
ben bloccate, ora. Tu guardi il corpo di Mac
nella fossa. Non hai paura. Come spesso accade davanti al pericolo, il cazzo
si irrigidisce. Will ti guarda. Ha uno scatto di rabbia: la tua indifferenza
gli dà fastidio. Ti sputa in faccia. Guarda lo sputo che scivola lungo la tua
guancia. Poi si volta e fa quattro passi. Si gira di nuovo verso di te ed
estrae la pistola. Guarda il tuo corpo che sta per sconciare con i
proiettili, guarda il cazzo duro come una pietra. Ghigna. - Mettigli una benda! Zeke prende il fazzoletto che porta intorno al collo e
ti benda. Non puoi vedere niente. Solo aspettare. Arretri di un passo, fino a che senti la parete
del fienile contro la schiena. Bene, ora sei pronto. Non puoi fare altro che aspettare la prima
pallottola, che darà inizio alla tua morte. Stai per crepare, ma sei
eccitato. Non vedi nulla. Senti che gli uomini si muovono. Poi c’è silenzio.
Un cavallo scalcia. Di nuovo silenzio. Stai sudando come un maiale. Niente di strano: hai
scavato la fossa e c’è un caldo fottuto. Senti le gocce di sudore che ti
colano sul ventre, perdendosi tra il vello. Tra poco altri rivoli
scenderanno, di sangue, del tuo sangue. Will non si decide. Forse lo diverte
l’idea di vederti lì grondante sudore, il grande cazzo duro, ad aspettare i
suoi colpi. Quest’attesa è interminabile, ma va bene così. Non si sente
nulla, ora, nessun rumore, non c’è vento, non c’è movimento. L’odore di
sudore, intenso, che sale dal tuo corpo. Quei due non si muovono. Un’attesa
interminabile, l’attesa dei colpi, dello squarcio, del dolore. Lì a sudare
contro la parete, il cazzo duro. Dalla fronte il sudore che cola inzuppa il
fazzoletto che hai sugli occhi. Sei in un bagno di sudore ora, sudore e… Il rumore e il colpo arrivano insieme. Un rumore
che nel silenzio di quest’ora sembra fortissimo e un urto violento al basso
ventre, sulla destra, che ti scava le viscere e ti fa spalancare la bocca
alla ricerca di aria. Senti il sangue che ti cola sul ventre e sulla gamba.
Senti la morsa del dolore. Un colpo laterale, un buon assaggio di quello che
seguirà. Sei ancora forte, le gambe reggono, non hai bisogno di appoggiarti. Non ti aspetti il secondo colpo. Arriva in fretta,
più in fretta di quello che hai previsto. Molto più in alto, allo stomaco,
che si riempie di sangue. Il dolore è più violento e fai fatica a non urlare.
Ti domini e richiudi la bocca. E poi ti chiedi perché non devi urlare. Per
non dare soddisfazione a quei due bastardi? Se ne hai voglia, puoi urlare il
dolore che ora brucia in due punti del tuo corpo, che ti dà fitte sempre più
violente, che sembra ingigantirsi ad ogni secondo. Perché non urlare?
Dignità? Cazzate. Non tratterrai le urla, questo silenzio assurdo, rotto soltanto
dagli spari o dal nitrito di un cavallo, che gli spari infastidiscono, può
spezzarsi. Puoi urlare, finché hai fiato, urlerai, quando… Urli, urli con tutte le sue forze, perché il colpo
che ti ha trapassato l’ombelico ha moltiplicato il dolore, unendo le fiamme
che ti ardevano nel ventre a quelle che ti divoravano lo stomaco. - Aaaaaaaaaaaaaah! Ah!
Ah! Ah, Ah, Ah! L’urlo si spezza in una serie di gemiti strozzati.
Ora le tue viscere sono un unico grande fuoco che brucia. Ti rendi conto che
ti sei piegato in due per il dolore e con fatica ti raddrizzi, per offrire ai
colpi tutto se stesso. Boccheggi, ma poi riesci a recuperare il fiato e
allora urli di nuovo. - Aaaaaaaaaah! Aaaaaaaaaah! Il sangue ti cola sul cazzo, sulle gambe, arriva a
terra. Non riesci a reggere. Ti appoggi alla parete. - Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Urli prima di renderti conto che stai gridando per
il dolore del quarto colpo, che è arrivato in basso, di fianco al cazzo, e ti
deve aver perforato la vescica. Sangue e piscio colano, inondandoti il cazzo
e le gambe. Senti che le forze ti mancano. Ti appoggi alla parete e cerchi di
respirare a fondo. I due colpi successivi sono in immediata
successione ed entrambi prendono l’intestino, a destra e a sinistra
dell’ombelico. Non urli. Non hai più fiato per urlare. La bocca ti si
spalanca e poi si richiude, mentre l’incendio ti devasta le budella. Ora ha sei buchi in pancia, tra non molto
raggiungerai Mac. Avverti che uno dei due deve essersi avvicinato e
ti tendi. Non succede niente. L’uomo è vicinissimo, ne avverti la presenza,
anche se non sapresti dire come. Non lo vedi, non lo senti, non senti più
nulla. Solo la sensazione del sangue sulla pelle. E il dolore, il dolore
senza limiti… Il settimo colpo risuona vicinissimo,
assordandoti, e ti spappola il coglione destro. Ti insegna che il dolore può
ancora crescere. Ti pieghi in avanti, emettendo un muggito da toro macellato,
mentre la bocca ti si spalanca. Quasi cadi in avanti, ma con uno sforzo di
volontà ti rimetti in piedi, appoggiato al muro. Quanto ancora riuscirai a
reggere? L’ottavo colpo arriva quasi subito, polverizzando
l’altro coglione. Non riesci a urlare il tuo dolore. Di nuovo quel verso
strozzato da animale macellato, di nuovo la difficoltà a reggere, di nuovo
solo la volontà a sostenerti. Senti la canna contro il cazzo, alla cappella. E
l’altra canna contro il cazzo, alla base. Ora l’attesa. Quale delle due
sparerà per prima? Quale colpo ingigantirà ancora il dolore che ti cresce
dentro, che si decuplica, si centuplica, si moltiplica a ogni colpo, come se
non ci fossero limiti per il dolore? Il colpo alla base del cazzo arriva un attimo
prima, ma solo un attimo. Fai fatica a distinguere i due dolori inumani. Ti
lasci cadere in ginocchio e appoggi il culo sulle gambe. Scivoli con la testa
in avanti, fino a che tocchi il suolo. Dalla bocca ti esce il sangue accumulato nello
stomaco. Ti sembra che il buio diventi più fitto e i dolori arretrino,
lasciandoti in un limbo in cui ogni sofferenza è presente, ma sullo sfondo. Ti stanno sciogliendo le mani. Poi con un calcio
ti fanno finire a terra e con un altro ti rivoltano sulla schiena. Senti lontanissimo qualcuno che parla: - Questo pezzo di merda respira ancora! - Creperà nella fossa. Un nuovo calcio ti volta a faccia in giù. Quando ti afferrano per le caviglie e incominciano
a trascinarti verso la fossa, il dolore sale nuovamente dal ventre e dal
cazzo, strusciati sul terreno. Un nuovo calcio ti fa rotolare. Tutto diventa
confuso, ma sai che stai crepando sul cadavere di Mac. Senti la terra che i tuoi assassini spingono su di
te. Il fiato ti manca. Alzi ancora la testa per respirare, cercando di
sollevarla oltre lo strato di terra che si accumula, ma uno di loro prende la
pistola e spara. Il proiettile ti penetra nella nuca e ricadi immobile. |