Ti avvii. A cavallo procedi in fretta, anche se oltre a te l’animale deve portare il corpo di Craig. Potresti decapitarlo e prendere con te solo la testa, ma per il momento non ti sembra necessario. Sei sempre in tempo a farlo dopo.

Ti allontani dall’area semidesertica dove si era rifugiato Michael Craig e ti sposti verso la pianura erbosa ai piedi delle montagne. Il secondo giorno stai cavalcando nell’erba quando il cielo incomincia a coprirsi. Non ti spaventa prendere un po’ di pioggia, ci sei abituato, ma sembra che sia in arrivo una tempesta. Non c’è nessun posto per ripararsi, per cui procedi.

Il cielo è tanto scuro che quasi sembra notte. E davanti a te vedi qualche cosa che ti fa rizzare i capelli in testa: un vortice scuro che si avvicina. Hai visto un’unica volta un tornado e sai che cosa può fare: può sollevare un uomo a cavallo come se fosse una foglia secca. Sproni il cavallo, ma nessuna cavalcatura può competere con un tornado.

L’immensa tromba d’aria è sempre più vicina e i venti sempre più violenti. Non ti accorgi del momento preciso in cui non sei più sulla sella, ma in aria. Il vortice ti trascina sempre più in alto e il fiato ti manca. Perdi i sensi.

Quando infine il tornado si allontana, il tuo cadavere giace tra l’erba. Il vortice ti ha strappato i vestiti e ti ha gettato nudo sul corpo di Michael Craig.

 

 

 

 

 

 

 

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