- No, Mac. Non ce la faccio. Né l’uno, né l’altro. Questa faccenda finisce qua. Sono stato un coglione.

- Non puoi tirarti indietro, Fred. È troppo tardi.

- Ci rinuncio

Mac fa due passi avanti.

- Tira fuori i coglioni, Fred.

- No, basta così. Lascio perdere i Dodici Apostoli.

Mac è davanti a te adesso, a un palmo. Ghigna e dice.

- Non hai i coglioni, Fred. Ma se non lo fai, ti ammazzo io.

Sai benissimo che non intende farlo, ma lui afferra la tua mano che tiene la pistola e ti vibra una ginocchiata ai coglioni.

- Merda!

Cerchi di liberare la mano, ma ti becchi un pugno in faccia e uno allo stomaco. Lottate. La tua pistola preme sul ventre di Mac.

- Ora, Fred, cazzo! Ora!

Esiti ancora, anche se i pugni che ti dà Mac suscitano in te una rabbia feroce.

Una nuova ginocchiata ai coglioni ti strappa un urlo. Premi il grilletto. Mac sussulta, ma non lascia la presa. Puoi vedere il foro del proiettile, sotto l’ombelico, e il sangue che zampilla. Rimani un attimo immobile, ma ormai è troppo tardi. Spari ancora. La pallottola scava un nuovo buco, questa volta poco sopra l’ombelico. Altro sangue. Mac lascia la mano. Barcolla.

- Ce ne hai messo, Fred!

Con la mano indica il torace.

- Due o tre colpi ancora, prima di finirmi… Cazzo!

Il viso gli si contrae in una smorfia di dolore. Spari tre volte. Mac cade all’indietro, battendo la testa contro una roccia. Rimane immobile.

A ogni buon conto tu spari ancora una volta, al cuore. Il corpo sussulta appena.

Carichi il cadavere di Mac sul suo cavallo, fissandolo bene con le corde. Ti senti uno straccio, ma ormai è fatta.

 

Ti dirigi verso il luogo dell’appuntamento

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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