Corri

 

 

Corri ragazzo, corri. Hai ricevuto il suo sms e hai capito tutto. Sai che il suo treno sta partendo e se non lo raggiungi in tempo non lo vedrai mai più. Ti dice che ti vuol bene ma non può più vederti. Che sei nel suo cuore ma che deve lasciarti. Il suo animo è straziato ma non può continuare a vederti di sfuggita rubando il tempo alla famiglia al lavoro alla sua vita lontana. Non può continuare a tenerti sulla corda ad aspettarlo, ad aspettare che lui venga in città per lavoro trovando una scusa per strappare un paio d’ore alla sua vita complicata, per potersi incontrare con te e vivere finalmente un piccolo spicchio della sua vita vera. Non può continuare a tenerti prigioniero così. Lui se ne va e tu sei libero. Libero..! Libero?! Sarai libero, ora..? Libero di sentirti morire in un vuoto infinito, libero di non sapere per cosa valga la pena di aspettare, di pazientare, di sospendere la tua vita in attesa di due ore d’amore svelto e vorace che ti svuota dentro ma ti riempie l’esistenza, prigioniero di un tempo che non sei tu a determinare e che subisci senza soffrire nell’attesa del messaggio che anticipa il suo arrivo nella tua città nella tua vita nel tuo letto nel tuo corpo.

Corri ragazzo, corri. Non puoi permettergli di uscire così dalla tua vita, con rimorsi e sensi di colpa ad assalirlo per chissà quanti anni. Devi rivederlo, devi dirgli che se per lui va bene comunque continuare a vedersi solo quando lui può, anche per te va bene così. Devi dirgli che mai più gli dirai che lo vuoi vedere più spesso, o che vorresti dormire abbracciato a lui per una notte intera, o che potresti passare una domenica sotto le finestre di casa sua solo per guardarlo negli occhi mentre esce con sua moglie fingendo poi di non conoscerlo. Devi dirgli che morire per lui aspettandolo è cento, mille volte meglio che morire per lui non aspettandolo più. Devi guardarlo negli occhi e dirgli che lo ami, come mai gli dici per pudore per vergogna o per timore di dargli fastidio. Devi fermarlo per un braccio prima che salga sul treno, devi abbracciarlo e baciarlo. Oh, un bacio lieve, solo sulla guancia, non puoi fare altro lì in mezzo alla folla, ma un bacio sulla guancia può non essere casto, può essere lascivo e precipitarlo in una vertigine, fargli subito duro il cazzo e fargli venire voglia di te per farlo ritornare da te fra pochi giorni a cercarti a divorarti a scoparti con tutta la forza della sua passione e della sua voglia di te.

Corri ragazzo, corri. Il tram è arrivato finalmente, scendi e spintoni la gente che ti rallenta, nell’atrio della stazione sbirci il tabellone delle partenze per scoprire che hai ancora un paio di minuti e ce la puoi fare, voli sulla scala mobile triplicandone la velocità, arrivi vicino ai binari e cerchi il tuo treno, il suo treno, il treno che vi separa e vi unisce e forse sta separandovi per sempre.

Ferma ragazzo, ferma. Tra due ombre dietro un pilastro hai riconosciuto la sua ombra. Due ombre che si sono allontanate subito dopo essersi furtivamente e rapidamente unite in un bacio. Un bacio sulla bocca. Lui sale sul treno e dalla porta si sporge sorridendo e salutando con un cenno della mano. L’altra ombra esce dal pilastro per salutarlo. Un’ombra ben nota. Il tuo amico che un paio di settimane fa si era incrociato con lui sulla porta di casa tua: li hai presentati in un secondo mentre lui entrava e l’amico usciva, ma tanto è bastato, bastardi, bastardo! Vai a farti fottere, bastardo. Corri presto dalla tua famigliola felice, corri a immergerti nella tua meschina vita di merda e non farti mai più rivedere. Corri via col tuo treno. Corri bastardo, corri.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Area aperta

Storie

Gallerie

Indice

 

 

Website analytics