TRE RECENSIONI

 

 

AUT/maggio 2005

 

I quattro  re  Ferdinando Neri  Zoe  12 euro

Le rocambolesche vicende del libro si dispiegano all’alba del 1800, nell’arco di due mesi. Un eroico manipolo lotta accanitamente contro i nemici interni della Repubblica francese – i reazionari monarchici del nord (‘i quattro re’ del poker) che ordiscono congiure a tutto spiano -, mentre l’attrazione sessual-sentimentale tra due soldatini napoleonici giunge ad esplodere in tutta la sua carica libidica. Neri sembra non ignorare la lezione di Tripeleff, maestro del romanzo storico in chiave omoerotica (i cicli di Odo e Riprando e de Il giovane tenente Magnani), e la amalgama con le avventure di cappa e spada di Dumas figlio, in un’originale pornoscrittura da cardiopalma. La planimetria delle scaramucce militari trascolora nelle intricate mappe del desiderio maschile, e agli scontri corpo a corpo – erotici e bellici - fanno da scenario antichi castelli, locande, conventi, tenebrose foreste, pianure al chiar di luna. Ovunque le grida della battaglia precedono o seguono i gemiti del sesso tra uomini, e gli amplessi al fulmicotone leniscono le ferite sul campo: sperma e sudore finiscono per addolcire il sapore del sangue. Nelle elaborate orge sadiane tra François, Daniel e gli altri del mucchio selvaggio, ai baci e alle languide carezze fanno da contraltare i morsi e i lividi di un’insaziabile, rude passione: l’uccello arriva a tramutarsi in ‘picca’, ‘pistola’, ‘bombarda’. La morale: se proprio bisogna impugnare le armi – magari in difesa dei rivoluzionari ideali di libertà, uguaglianza e fraternità -, mai e poi mai si dovrà trascurare un sano e consapevole cameratismo omosessuale.

 

Daniele Cenci

 

 

Mangialibri n.40/dicembre 2006

 

I quattro re

Ferdinando Neri

(Zoe 2005)

XIX secolo. Il diciottenne François Girod, soldato napoleonico, è impegnato nella campagna di repressione della guerra civile in Bretagna. I ribelli monarchici, guidati dai cosiddetti 'quattro re' (il marchese e il conte di Vilhoet, il conte di La Boussac e suo figlio), tendono agguati mortali e spietati ai repubblicani, e da uno di questi agguati Girod e i suoi commilitoni si salvano solo grazie alla sagacia del Capitano Dessart, uomo dal fisico possente e scimmiesco e ufficiale dal valore indiscusso. L'ingenuo François scopre che molti dei suoi compagni, e tra loro Dessart (per il quale ha sviluppato un'ammirazione fortissima), amano sollazzarsi con continue e sfrenate orge omosex. Lo stupore si mescola via via all'attrazione, ma per François il destino ha in serbo un drammatico scherzetto...

Credo di poter affermare senza tema di smentite che il romanzo di Ferdinando Neri sia unico nel suo genere: un perfetto feuilleton d'avventura alla Dumas, avvincente e accuratissimo storicamente, che nel suo meccanismo impeccabile inserisce sequenze di pornografia gay al calor bianco lo avete mai visto? Romanzi d'avventura di ambientazione e atmosfera simili in giro ce ne sono (anche se non poi tanti altrettanto belli, diciamocelo) ma trovarne nei quali i protagonisti dopo esser scampati ad un vile agguato nemico o aver marciato fucile in spalla in oscuri boschi minacciosi si sodomizzino e si sollazzino oralmente a vicenda (non necessariamente in quest'ordine) o si abbandonino a giochi leggiadri con l'urina è francamente impresa ben più difficile. Peccato, viene da dire. Perché ce ne vorrebbero di più di libri divertenti, appassionanti, originali come I quattro re. Un diavoletto mi suggerisce: chiappa e spada. Ehm...

 

[df]

 

 

SognandoLeggendo  24 gennaio 2010

 

I quattro re

Ferdinando Neri

(Zoe 2005)

Ora. Non so dire se mi sia piaciuto o meno. Di sicuro non ne sono impazzita. Il fatto è che la trama pareva essere interessante, la storia di un soldato francese in epoca napoleonica che comprende i suoi dubbi sessuali in compagnia del suo capitano di guarnigione.

Ok, io da una premessa del genere, mi aspettavo una robusta parte storica, condita da qualche scenetta di sesso, al massimo un paio di cui solo una abbastanza descrittiva.

Io invece sono rimasta sconvolta.

La trama mi ha sinceramente trascinato poco, mi fa rabbia perché il potenziale c’era (guerre napoleoniche, ribelli, ghigliottine, agguati ed imboscate) e non è stato sfruttato! Nel complesso sarebbe stato un bel libro (sesso a parte) se la trama fosse stata sviluppata a dovere. Poi la quantità di scene erotiche sarebbe giustificabile giusto in un romanzo di mille, mille cinquecento pagine, ma anche no.

Non lo consiglio a chi si aspetta di trovare una storia robusta (nonostante l’aggettivo “erotico”, aimhè, io lo speravo!) .

Lo consiglio invece a chi vuole iniziarsi alla lettura gay e chi non ha problemi ad affrontare un racconto dove i protagonisti (ma anche i personaggi complementari, le comparse, gli antagonisti, i pescatori, etc) sono sempre avvicendati in scene di sesso estremo.

 

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