Ken lo Sciacallo XV – Vagabondaggio
Dall’alto della collina,
nascosto tra gli alberi, Ken osserva a lungo il
ranch nella vallata. Poi scende dal versante opposto, verso la radura dove lo
aspetta Louis. Louis è un giovane mandriano che
si è unito a Ken, stufo di passare le giornate a
badare alle vacche. Lo Sciacallo l’ha preso volentieri con sé, perché Louis
non è ricercato: questo significa che può entrare in città e paesi e
raccogliere le informazioni che servono per mettere a punto qualche colpo o
anche solo fare provviste. Inoltre sono molte le situazioni in cui serve
essere in due, ad esempio quando si deve affrontare un avversario o quando si
vuole tendere una trappola a qualcuno o rapinare una banca. Infine Louis ha
un bel culo e dopo che Hugh è stato ucciso dai cacciatori di taglie, a Ken fa comodo avere qualcuno da fottere: non può certo
andare a un bordello ogni volta che gli tira. Non è una vita comoda, quella
che fanno: devono spostarsi spesso, per evitare sceriffi e cacciatori di
taglie, e rischiano continuamente la pelle. A Louis questo vagabondare piace:
ha ventidue anni e lo vive come una continua avventura. Ken
ne ha una trentina e ha i coglioni pieni di girovagare, cercando di sfuggire
a chi vuole fargli la pelle. Vorrebbe trovare un posto dove sistemarsi.
Potrebbe trasferirsi sulla costa atlantica, dove con ogni probabilità nessuno
lo cercherebbe, ma per poterci vivere decentemente senza correre troppi
rischi avrebbe bisogno di tanto denaro, che non ha. Oppure potrebbe
trasferirsi in Messico, ma non vicino al confine, dove continua a operare la
banda del Diablo Loco. Adesso la guidano due dei bastardi del Diablo, Maldito e Cuchillo, e se lo
beccano Ken pagherà caro il suo tradimento. Ken è arrivato alla radura. Louis è
seduto a terra e mastica un filo d’erba, mentre osserva i cavalli che
pascolano. Quando lo vede arrivare, gli chiede: - E allora? - Come ti avevano detto: il
padre e i due figli. Nessun altro. - Ottimo. Ogni tanto Ken
e Louis attaccano qualche fattoria isolata, per procurarsi quello che gli
serve. Non è che ottengano un gran bottino, di solito: gli allevatori non
tengono forti somme in casa, anche quando sono ricchi. Da quando Louis lo
accompagna, Ken ha rapinato due banche, ma la sua
faccia è nota e se si diffonde la voce che lui si trova in una certa area,
sceriffi e cacciatori di taglie convergono per dargli la caccia. Attaccando
una fattoria, nessuno li vede. O, per essere più precisi, quelli che li
vedono non possono andare in giro a raccontarlo. Ken spera con questo attacco di
procurarsi quello che gli serve per raggiungere l’Illinois: ha scoperto che
Douglas si è trasferito là, non lontano da Spingfield.
Ci sono voluti tre anni per individuare il suo rifugio, ma Ken non poteva andare in giro a chiedere dove si trovava
quel figlio di puttana, che ha pure cambiato nome. Quando scende la notte, si
avvicinano alla fattoria. Lasciano i cavalli a una certa distanza. I
proprietari non si aspettano visite e la porta non è sbarrata. Aprirla non è
difficile: Ken sa bene come fare. I proprietari non
si aspettano una visita notturna. La casa è immersa nel buio. Solo
un po’ di luce lunare filtra dalle finestre. Ken e
Louis si muovono silenziosamente. Da una porta accostata, ma non
chiusa, filtra la luce. Si avvicinano senza far rumore. Sentono gemiti che non lasciano
molti dubbi: qualcuno sta scopando. I due fratelli? Il padre con uno dei due
figli? Ken guarda attraverso lo spiraglio.
Può vedere due uomini sul letto. Un giovane sta inculando un uomo più
anziano: il padre si fa fottere da uno dei figli. A fianco del letto c’è
l’altro figlio, con il cazzo teso, che si sta facendo una sega. Probabilmente
aspetta il suo turno. Ottimo: sono tutti e tre nella stessa stanza,
eliminarli sarà un gioco da ragazzi. Jack si volta verso Louis, gli
sorride e fa un cenno con il capo. Poi entra. Spara due colpi: uno
alla testa del giovane che sta fottendo, l’altro al cuore di quello che si
sta facendo una sega. Ken è il miglior tiratore del
West e i due passano dal piacere alla morte senza neanche accorgersene.
Quello che era in piedi viene mentre cade a terra. Forse anche l’altro è
venuto, in culo al padre. Questi si scuote. Grida: - Paul! Brent! Ken ride. - Sono morti. Tu li raggiungerai
presto. L’uomo si solleva, facendo
scivolare di lato il cadavere del figlio. È un maschio vigoroso, con il cazzo
duro. - Maledetto assassino! Ken spara tre colpi al ventre. Non
vuole ammazzarlo, perché gli è venuta voglia di fottere questo bel maschio:
lo fa spesso con le sue vittime, anche dopo averle uccise, ma potendo
scegliere preferisce fotterle quando sono ancora vive. L’uomo si porta le mani al
ventre e cade in ginocchio. - Schifoso bastardo! A Ken
non va che lo chiamino bastardo, perché lo è davvero. Si avvicina e molla un
calcio in faccia all’uomo, che crolla a terra, mentre il sangue cola dal naso
e dal labbro. Ken lo afferra per il collo e lo
sbatte sul letto, sul cadavere del figlio. Si cala i pantaloni. Il cazzo è già
duro: uccidere glielo fa spesso venire duro. - Ti piace prendertelo in culo,
eh? Allora gusta questo. Lo infilza con una spinta
violenta, che strappa un grido di dolore all’uomo: Ken
ha un cazzo da cavallo e quando entra con violenza, chi viene fottuto ha la
sensazione di essere impalato. Lo Sciacallo fotte con grande
energia, mentre l’uomo geme e lo maledice. Louis osserva Ken:
vederlo fottere è sempre uno spettacolo e il cazzo gli si irrigidisce in
fretta. Vorrebbe che Ken lo prendesse, ora, tra
questi due morti e il terzo che sta per raggiungere gli altri due. Gli spiace
non aver fatto in tempo a sparare, ma Ken è troppo
veloce. Conta che gli lasci almeno finire il padre. Uccidere è bello. Quando ha finito, Ken si ritrae. Prende la pistola, ma Louis gli dice: - Lascia che lo faccia io. Ken annuisce. - Come preferisci. Louis infila la canna della
pistola in culo all’uomo e gli dice: - Vediamo se questo cazzo ti fa
godere. Spara tre colpi. L’uomo lancia
un grido strozzato al primo, poi il corpo rimane immobile. Louis guarda i tre
cadaveri nudi. Non regge più: ha bisogno di fottere. Ken ha capito benissimo: conosce
Louis. - Io cerco quello che si serve.
Tu rimani pure. Mentre Ken
fruga la casa, Louis si abbassa i pantaloni e infilza il cadavere del padre.
Viene quasi subito. Ritrae il cazzo, coperto di sangue, e se lo pulisce con
il lenzuolo, poi si rassetta e aiuta Ken nella
ricerca. Trovano un po’ di denaro e di provviste, sufficienti per arrivare in
Illinois, senza dover attaccare altre fattorie. * Douglas rientra a casa, nel
piccolo ranch che ha acquistato tre anni fa, quando ha lasciato la sua
attività di cacciatore di taglie. Avrebbe potuto comprare una proprietà più
grande e redditizia, perché negli anni ha accumulato molti soldi, ma ha
preferito non dare nell’occhio: sa bene che Jack lo Sciacallo vuole
ammazzarlo, per vendicarsi. Il ranch è perfetto per lui, che se ne può
occupare di persona, assoldando due garzoni in estate. Douglas è tutto sudato: fa un
caldo fottuto, assolutamente anomalo per il mese di settembre. L’anno scorso
a quest’epoca c’è stata un’ondata di freddo, quest’anno si crepa dal caldo.
Non è un problema. Douglas è abituato a sopportare forti sbalzi di
temperatura: è sempre vissuto nelle aree interne degli Stati Uniti, dove
d’estate fa molto caldo e d’inverno si gela. Appena entrato, Douglas si
spoglia: vuole farsi un bel bagno. Gli piace girare nudo per casa e anche per
questo preferisce non avere personale fisso. Mary McLinn
viene ogni due giorni a fare un po’ di pulizia e prepara qualche cosa da
mangiare. Douglas non ha grandi pretese ed è abituato a cavarsela da solo. In Illinois sta bene ed è
abbastanza lontano dalle regioni in cui è vissuto fino a tre anni fa: nessuno
lo conosce. Per sicurezza ha cambiato nome. Si fa chiamare Jonathan O’Hara. Ken lo Sciacallo non è riuscito a scovarlo e non ce la
farà mai. Douglas se lo ripete spesso. All’inizio non ne era così sicuro, ma
ormai sono passati tre anni. Del bandito gli arrivano ogni tanto notizie e
non è strano, perché nell’Ovest è un mito. Ormai deve aver fatto fuori otto o
nove sceriffi, oltre a una dozzina di cacciatori di taglie. Come sia ancora
vivo e riesca a muoversi negli Stati Uniti, nonostante tutti gli diano la
caccia, è un mistero. Quell’uomo è una volpe e fiuta le trappole. Douglas
spera di sentire un giorno che lo hanno ammazzato.
Douglas ha incominciato a
riempire la tinozza con l’acqua fredda, presa dal pozzo, mentre altra acqua
si scalda sulla stufa. Ritorna verso la cucina e, mentre si passa una mano
sulla nuca e con l’altra si gratta il culo, vede Ken
davanti a lui, la pistola puntata nella sua direzione. Rimane fermo, immobile
davanti al suo assassino. Douglas sa benissimo che è
finita. Anche se fosse armato avrebbe ben poche possibilità, perché Ken è troppo veloce. E qualunque cosa possa fare o dire,
sarebbe inutile. Ken vuole una sola cosa:
ammazzarlo. Douglas aspetta. L’attesa è
breve. Lo sparo arriva insieme al dolore, che esplode nel torace di Douglas,
subito sotto lo sterno, ed è tanto forte da stordirlo. Douglas vacilla, ma
con uno sforzo rimane in piedi. I due colpi successivi lo prendono sotto, uno
all’altezza dell’ombelico, l’altro un po’ più in basso. Douglas cade, batte
la testa contro la parete e scivola a terra, rimanendo con la schiena
appoggiata al muro. Respira a fatica e il suo ventre è un unico grande
incendio. Per un buon momento la stanza sembra girare, poi si ferma e Douglas
ritrova la lucidità. L’odore intenso di merda gli dice che ha perso il
controllo degli sfinteri. Non si stupisce di vedere la chiazza di piscio
allargarglisi tra le gambe. Ken ha scelto di non ucciderlo
subito, è uno che si diverte ad ammazzare. Douglas lo guarda boccheggiando.
Il sangue che gli cola dalle ferite si mescola al piscio. Vorrebbe finire, ma
il suo assassino non ha fretta. Ken ghigna e gli spara più in
basso, alla base del grosso cazzo. Douglas emette un sordo grugnito. Chiude
gli occhi, poi li riapre e fissa il suo assassino. Ken si è sbottonato i pantaloni ed
ha tirato fuori un cazzo vigoroso e duro come una lama. Si avvicina, un
ghigno in faccia. Si appoggia al muro con una mano e piega un po’ le
ginocchia, in modo che la cappella sia proprio davanti alla faccia di
Douglas. Gli mette una mano sul collo, preme, forzandolo a spalancare la
bocca, e vi infila dentro il suo boccone di carne. Douglas non ha la forza
per mordere, può solo lasciare che l’assassino lo fotta in bocca, con forza.
Mentre tutto il suo corpo brucia nell’agonia, Douglas subisce l’ultimo oltraggio.
Ken è vigoroso, il suo cazzo voluminoso più volte
blocca il respiro di Douglas, che sprofonda in un gorgo di dolore. Dopo una serie di spinte più
violente il seme riempie la bocca di Douglas, che inghiotte, tossisce, sputa.
Lo sborro gli cola sul mento. Ken si è drizzato e ora lo guarda,
ghignando. Rimette il cazzo nei pantaloni. Si china di fianco a Douglas, la
sua mano scivola lungo la schiena dell’uomo agonizzante, poi riappare, un po’
di merda sui polpastrelli di due dita. Ken traccia
una croce sul mento di Douglas. Ripete il gesto e una seconda croce viene
tracciata sul torace, a destra, sopra la ferita. Infine una terza croce in
fronte. Poi Ken infila le dita nella bocca di
Douglas e le fa scorrere sulla lingua della sua vittima, pulendole. Ora alza la canna della pistola
e il nuovo colpo prende Douglas al torace, dove è stata tracciata la seconda
croce. Douglas sente il sangue in bocca, che gli cola sul mento. La vista è
annebbiata, ma guarda ancora Ken che punta la
pistola sulla fronte, dove ha tracciato l’ultima croce, e preme il grilletto.
Il dolore è più violento, ma si spegne subito. Ken è soddisfatto. Ci ha messo tre
anni a trovare questo figlio di puttana, ma alla fine ce l’ha fatta. Ritira fuori il cazzo, che è
mezzo duro: anche se è venuto da poco in bocca a Douglas, uccidere lo eccita
sempre. Aspetta un momento in piedi, poi piscia sul morto. Finalmente si è vendicato di
Douglas, come si era vendicato dei Kimball, di Cortacarajos, del Diablo Loco. Adesso non ha più motivo
per rimanere negli USA. E ha tantissimi motivi per andarsene. Raggiunge Louis, che è rimasto
fuori ad attendere e a controllare che non arrivasse nessuno. - Ora verso il Messico, Louis,
ma dobbiamo procurarci un po’ di dollari. - Pensi di assalire una banca? O
una diligenza? - Si potrebbe fare, ma ho
un’altra idea. Conosci i Dodici Apostoli? - E chi non li conosce? Sono
anni che sceriffi e cacciatori di taglie gli danno la caccia. La preda più
ricercata del West, dopo lo Sciacallo. Ken sorride. Sa che sulla sua testa
c’è una taglia largamente superiore a quella dei Dodici Apostoli, perché
nessuno nella storia del West ha fatto fuori tanti sceriffi. Nonostante
questo, i cacciatori di taglie hanno smesso di cercarlo: quelli che l’hanno
trovato hanno guadagnato una bella dose di piombo, invece dei dollari
sperati. Anche chi ha cercato di catturare i Dodici Apostoli non è finito
bene. - Esattamente. So dove si
nascondono. - E allora? - Allora tu li denunci. Porti lo
sceriffo al loro covo e intaschi la taglia. Con quella abbiamo di che vivere
in Messico per un bel po’. Qui negli Stati Uniti non possiamo sperare di
rimanere a lungo. Non vivi. Louis non si aspettava la
proposta di Ken. L’idea di guadagnare una montagna
di dollari e poi andarsene in Messico non gli spiace e di certo non ha
scrupoli a far catturare gli Apostoli. - Mi sembra una buona idea. - Allora dobbiamo raggiungere il
Colorado. Gli Apostoli si nascondono nei Monti dell’Aquila. - Questo lo sanno tutti. Ma tu
sai come arrivare al loro covo, no? - Certo. Prendono dal ranch di Douglas
quello che gli serve e si dirigono verso il Colorado. Il viaggio si svolge
senza particolari problemi, a parte l’incontro con alcuni mandriani che
riconoscono Ken e vengono perciò uccisi. Raggiungono infine i Monti
dell’Aquila, dove devono procedere con grande cautela, perché i Dodici
Apostoli controllano l’area. Nel periodo in cui è vissuto con loro, Ken ha imparato come si muovono e quali sono i luoghi in
cui si appostano per sorvegliare il territorio, ma sono passati cinque anni
da allora e sicuramente ci sono stati cambiamenti. Muovendosi con circospezione,
arrivano infine nella valle dove si apre il passaggio che porta al rifugio
degli Apostoli. Ken indica a Louis la parete
nascosta dalla vegetazione. - Dietro quegli alberi si apre
una fenditura nella roccia: è quella l’unica via per arrivare alle baracche
dove vivono i Dodici Apostoli. Di notte non c’è una sentinella: nessun altro
conosce quel passaggio. Louis memorizza il posto e il
percorso, poi si allontanano. Concordano tutti i dettagli per ritrovarsi dopo
che Louis avrà intascato la taglia. Ken conclude dicendo: - Una cosa dev’essere chiara:
non cercare di fare scherzi, Louis. Finisci come Douglas. Louis annuisce. Non è stupido e
sa benissimo che pagherebbe con la vita un tentativo di tradire Ken. * Nel valloncello ci sono cinque
baracche, in cui dormono i banditi, e una grande tettoia, sotto la quale
stanno i cavalli. Gli undici uomini che compongono
la banda dormono tranquilli: non immaginano che qualcuno possa aver rivelato
allo sceriffo il loro nascondiglio e che questi abbia raccolto una posse per
eliminarli. Gli uomini che si introducono
attraverso la fenditura si muovono in silenzio. Hanno un piano preciso e lo
mettono in atto. Hanno portato della legna, che mettono vicino alle baracche.
Poi si dispongono in modo da poter controllare tutte le porte e le finestre e
uno di loro accende il fuoco in tutti i punti dove è stata messa la legna. Le
fiamme divampano: prima sono solo piccoli fuochi, che però crescono in fretta
e si estendono. Sono diversi giorni che non piove e il legno delle baracche
prende fuoco in fretta. Le fiamme illuminano bene il
piccolo insediamento. Per un buon momento nessuno
degli Apostoli si accorge di quanto sta succedendo. Poi il fumo, il calore e
il rumore delle fiamme che divorano il legno disturbano il sonno dei
dormienti. Il primo a svegliarsi è Will.
Ancora intontito dal sonno, guarda le fiamme senza capire. Gli ci vuole un
momento per rendersi conto di che cosa sta succedendo. Si alza di scatto e
urla: - Merda! La baracca brucia! Steve e Paul, che dormono sul
giaciglio vicino, si svegliano anche loro. - Merda! Escono tutti e tre dalla porta
correndo, senza perdere tempo a rivestirsi: contano di prendere i secchi che
ci sono vicino alla tettoia, riempirli d’acqua e spegnere l’incendio. Alla
luce delle fiamme i tre corpi nudi sono un bersaglio perfetto: una dozzina di
colpi li raggiungono. Cadono tutti e tre a terra, Steve e Will già morti, Paul agonizzante. Le urla e gli spari hanno
destato anche gli altri. Bart si affaccia alla porta per vedere che cosa sta
succedendo: sette pallottole lo trapassano, dal petto al grosso cazzo teso.
Cade riverso nell’ingresso. I compagni ormai hanno capito. - Ci hanno scoperto! Merda! - Siamo fottuti! Le baracche bruciano in fretta e
sanno tutti di non poter resistere a lungo. Di minuto in minuto il calore
diventa più forte e il fumo più denso. Nelle baracche non possono
stare, ma fuori li aspetta la morte. Se escono, gli assalitori li vedono
benissimo alla luce delle fiamme, mentre loro hanno di fronte la muraglia
oscura della notte. Sparano un po’ di colpi dalle porte e dalle finestre, pur
sapendo che non serve a niente. Danny, che si sporge per sparare, viene
raggiunto da una pallottola in faccia e cade al suolo. Leroy salta dalla finestra, ma
prima che tocchi terra, due pallottole lo raggiungono. Il nero crolla,
portandosi le mani al ventre e bestemmiando. Uno dopo l’altro, tutti sono
stanati dal fumo e dal fuoco e appena escono vengono raggiunti dai
proiettili. Silas e Zeke
sono gli ultimi rimasti, perché la loro baracca ha preso fuoco più
lentamente. - Non diamo a quei figli di
puttana la soddisfazione di ammazzarci. - Vuoi bruciare vivo? Silas scuote la testa. - No. Abbiamo le nostre pistole. Zeke sorride e annuisce. - Hai ragione, ma… lascia che lo
faccia io, Silas. Silas ride e scuote la testa.
Conosce bene Zeke, l’uomo di cui ha ancora lo
sborro in culo. - Hai sempre detto che ti piace
uccidere… - Infatti. Silas annuisce. Butta a terra la
pistola. Si accarezza il cazzo. Il fumo sta invadendo il locale. Zeke punta la pistola contro il
petto di Silas. Questi continua a stimolare il cazzo, che si è riempito di
sangue e ora batte, duro, contro il ventre. - Fallo quando vengo. - Va bene, ma muoviti. Non reggo
più. Zeke tossisce. Silas ride e accelera il ritmo. Il fumo gli sta facendo bruciare
gli occhi. Silas si lascia andare in ginocchio, perché in basso il fumo è
meno denso. Sente il piacere crescere e infine esplodere. Lo sborro schizza
in alto e Zeke spara. Il proiettile colpisce Silas
al cuore e il bandito cade, mentre ancora lo sborro fluisce dalla cappella. Zeke guarda l’amico a terra.
Sorride, si punta la pistola alla tempia e preme nuovamente il grilletto.
Cade sul corpo di Silas. Le fiamme hanno distrutto tutte
le baracche. A terra ci sono i corpi di sette banditi: quelli di Danny, Bart,
Silas e Zeke sono bruciati. Leroy, Arthur e Johnny
sono ancora vivi, ma gli uomini dello sceriffo gli infilano le canne delle
pistole in bocca e li finiscono, uno dopo l’altro. Poi pisciano sui corpi
nudi stesi al suolo, ridendo e facendo battute. In totale i morti sono undici:
anche se li chiamavano i Dodici Apostoli, il loro numero è sempre stato variabile.
Ora non ne è rimasto nessuno. Lo sceriffo dà gli ordini. I
suoi uomini prendono i cavalli dei banditi per trasportare i cadaveri, ma uno
osserva: - Non possiamo metterli di
traverso sulle selle, il passaggio è troppo stretto. - Hai ragione. Li legano per i piedi e
attaccano le corde alla sella dei cavalli, che trascinano i cadaveri
attraverso la fenditura nella roccia. Quando sono fuori dalla valle, caricano
i corpi sui cavalli dei banditi, recuperano i propri e raggiungono la città. I sette cadaveri vengono
impiccati alle porte della città, come monito per i banditi e spettacolo per
tutti. * Una settimana dopo Louis si
presenta al luogo dove Ken lo aspetta. Questi non
si fa vedere subito, ma quando è sicuro che non ci sia nessun altro nelle vicinanze,
raggiunge Louis. - Ecco la borsa con la
ricompensa. Come vedi ho mantenuto la parola, Ken. Ken sorride. - Sei intelligente. Il viaggio dal Colorado al
confine del Messico richiede diversi giorni, ma sono entrambi abituati a
lunghi spostamenti. Si tengono alla larga dalle cittadine ed evitano le piste
più battute. Raggiungono infine il sud dell’Arizona. Da lì Ken conta di passare in Messico. Conta di riuscire a superare l’area in cui opera la banda del Diablo Loco, spingendosi molto più a sud, dove nessuno lo conosce. |