Ken lo Sciacallo

XIV – Hugh

 

        

In cima alla collina Ken ferma il cavallo e guarda verso ovest. La nuvola di polvere lungo la pista non lascia dubbi: li stanno inseguendo.

Mormora:

- Quel figlio di puttana di Richard Blacks

- Qualcuno ci ha riconosciuto e figurati se quel fottuto cacciatore di taglie non si metteva al nostro inseguimento.

Ken annuisce. Poi dice:

- Senti Hugh, è meglio che ci separiamo. Magari uno di noi riuscirà a far perdere le sue tracce. E in ogni caso anche loro saranno costretti a dividersi, se vogliono prenderci tutti e due. Abbiamo qualche possibilità in più.

Hugh annuisce. In due con una decina di uomini alle calcagna, sono fottuti. Mormora:

- Va bene.

Poi ride e aggiunge:

- Spero che decidano di seguire te.

Ken ride:

- Può darsi…

Poi aggiunge:

- Se ne usciamo vivi, ci troviamo nelle Badlands, dalle parti del passo del Coyote.

- D’accordo.

Tutti e due dirigono il cavallo sulle rocce: per un po’ procederanno così, in modo da rendere più difficile per gli inseguitori trovare le tracce. Quando Hugh è ormai lontano, Ken torna indietro, al punto in cui si sono divisi, e riprende la pista nella direzione che ha preso Hugh, fino a che ritrova le tracce del compagno. Le segue un tratto, poi si sposta su un terreno roccioso e si allontana: gli inseguitori vedranno le tracce e per un po’ proseguiranno per catturare Hugh, prima di rendersi conto che Ken non è con lui.

 

Hugh cavalca sotto il cole cocente. Sperava di seminare gli inseguitori, ma quei figli di puttana stanno seguendo proprio lui. Merda! Sono due giorni che cavalca da solo e il cavallo non ce la fa più.

Tra non molto raggiungerà le Hawk Hills, dove potrà trovare  un po’ di ombra. Conosce bene queste terre, dove si è aggirato per anni, prima di doversi rifugiare in Messico. Sa che c’è una pozza d’acqua in un avvallamento: un angolo di paradiso in queste fottute terre dimenticate da Dio. Ma non potrà certo fermarsi alla pozza: quel cane di Richard Blacks non è lontano. Hugh scuote la testa. A inseguirlo è il peggior figlio di puttana tra tutti i cacciatori di taglie. Dicono che lui e i suoi uomini stuprino i fuorilegge che catturano prima di ammazzarli.

Hugh scuote la testa e mormora:

- Merda!

Non è solo il pensiero di Blacks a pesare su di lui. Hugh è stufo della vita che ha condotto in questi ultimi anni, stufo di cavalcare, sparare, fuggire, attaccare. Anche i piaceri stanno perdendo mordente. Fino a qualche anno fa andava volentieri a caccia di maschi. Le scopate in una camera di un saloon o sotto le stelle, in un fienile o tra i campi, gli accendevano i sensi. Gli piaceva accarezzare, mordere, baciare, leccare, farsi inculare. Il desiderio era forte e le mani, il cazzo, il culo gli trasmettevano sensazioni fortissime. Quando ha conosciuto Ken, gli è sembrato di essere in paradiso: il più bel cazzo che avesse mai visto e un’energia da toro. Ma adesso gli sembra che anche le scopate con Ken stiano perdendo il loro gusto. Scopa ancora per soddisfare un bisogno, ma non c’è altro. Non ne può più di dover stare sempre in guardia, di scappare. Che sia in Messico o negli Stati Uniti, c’è sempre qualcuno che vuole fargli la pelle. Mettersi con Ken non è stata una buona idea. E ammazzare il Diablo Loco è stata una grande cazzata. Adesso in Messico non possono rifugiarsi.

L’insoddisfazione è profonda e spesso Hugh si chiede se ha ancora un senso andare avanti. Qualche settimana fa durante l’assalto alla diligenza poco è mancato che un uomo non lo uccidesse: il primo colpo gli ha sfiorato la spalla. Hugh lo ha ucciso prima che potesse sparare di nuovo, ma c’è stato un momento in cui ha pensato davvero di lasciare che centrasse il bersaglio.

Hugh ripete:

- Merda!

Sale lungo il fianco della collina e infine raggiunge la pozza: un laghetto, alimentato da una sorgente, un’oasi di frescura nel deserto che lo circonda. Hugh scende da cavallo e si accosta alla pozza, si china e beve alla sorgente. Gli piacerebbe immergersi un po’, ma sarebbe una cazzata: Richard Blacks e i suoi fottuti scagnozzi non sono lontano. Il cavallo però ha bisogno di riposo. Un momento deve fermarsi. E allora, tanto vale…

Pensa a quello che Ken gli ha raccontato dello sceriffo Square, che ha stuprato e ucciso vicino a una pozza come questa.

Hugh sa benissimo che quel bastardo di Richard lo raggiungerà, ma gli sembra che non gli importi più di nulla. È meglio così: chiudere, con tutto.

Si toglie la camicia e gli stivali, il cinturone e i pantaloni. Finisce di spogliarsi ed entra in acqua. La pozza non è grande, ma è profonda. Vi si può immergere e nuotare. Potersi godere la frescura dell’acqua è una meraviglia, dopo il caldo fottuto del deserto. Rimane a lungo in acqua. Sa che lo aspetta la morte. Non gliene fotte un cazzo.

 

Richard lo sta osservando. Appena arrivato, ha visto Hugh in acqua. È sceso, ha fatto cenno ai suoi uomini di fermarsi. Di certo quel coglione che si bagna è convinto che lui e i suoi uomini siano ancora lontano! Richard scoppia a ridere. Con cautela si avvicina alla pozza, seguito dai suoi. Il fuorilegge ha lasciato le armi e i vestiti sulla riva, ma prima che arrivi a prenderli, avrà un po’ di piombo in corpo.

Hugh sguazza tranquillo nell’acqua. Poi decide che è ora di uscire. Guarda verso la riva e vede Richard Blacks, il suo assassino. Ormai è un uomo morto, ma il pensiero gli trasmette solo un brivido: era quello che voleva.

- Vieni fuori, pezzo di merda.

Hugh non ha scelta. Sta per crepare e va bene così. Guarda in faccia il suo assassino e avanza verso di lui. Richard fa due passi indietro: vuole mantenere una certa distanza tra sé e questo fottuto bastardo.

Quando Hugh è uscito dall’acqua, Richard gli dice:

- Adesso voltati e metti le mani dietro la schiena, che ti lego.

Hugh si volta. Potrebbe fare un ultimo tentativo, ma è inutile: Richard non è da solo, Hugh può vedere i suoi uomini, che per il momento si tengono a una certa distanza, ma con le armi spianate. Ora Richard è dietro di lui. Si lascia legare. Tanto non cambia nulla. Richard passa davanti e gli sputa in faccia. Hugh lo guarda senza aprire bocca.

- Adesso ci divertiamo un po’.

Richard si slaccia la cintura e si abbassa i pantaloni, mettendo in mostra uno dei più bei cazzi che Hugh abbia mai visto: non proprio come quello di Ken, ma poco ci manca.

Richard poi alza la voce e dice:

- Venite.

Gli uomini di Richard Blacks si alzano dalle rocce dove si erano seduti e si avvicinano. Hugh li guarda: una bella serie di figli di puttana, ma anche una formidabile banda di maschi.

Guarda Richard, che si sta spogliando. Anche gli altri si tolgono gli abiti. Lo stupreranno tutti.

Hugh non intende opporre resistenza. Non potrebbe comunque evitare di prenderselo in culo. E poi, prima di crepare, non gli spiace per niente assaggiare ancora una volta il cazzo di qualche bel maschio. Non gli dispiace che sia il cazzo dei suoi assassini. Se questi uomini devono fotterlo, facendogli la pelle, allora va bene che lo fottano anche in culo o in bocca: servizio completo.

Senza attendere un ordine, Hugh si inginocchia davanti a Richard e avvicina la testa al magnifico cazzo. Ne sente l’odore, intenso. Gli piace. Apre la bocca e accoglie il cazzo, incominciando a leccarlo con la lingua, mentre Richard gli punta la pistola sulla fronte: vuole essere sicuro che Hugh non faccia scherzi con i denti.

Le sue labbra avvolgono la cappella e, man mano che il cazzo si gonfia di sangue e si tende, Hugh ne assapora il gusto forte. Hugh è contento di poter succhiare il cazzo del suo assassino.  

Richard sente un’ondata di piacere investirlo.

- Sei un bravo ciucciacazzi, pezzo di merda.

Hugh non dice nulla. Continua a succhiare il cazzo, a gustarne il calore, l’odore, la consistenza. Sente la tensione crescere, il proprio cazzo che si tende. Verrà un’ultima volta prima di crepare?

L’idea che quest’uomo lo ucciderà non diminuisce la sua eccitazione. Richard passa una mano dietro la nuca di Hugh e prende a fotterlo in bocca con energia. Ogni volta che il cazzo di Richard avanza, gli blocca il respiro. Richard muove il culo sempre più veloce, spingendo più a fondo, fino a che il fuorilegge sente i peli del suo assassino premergli contro le labbra e il cazzo soffocarlo. Il getto che prorompe gli riempie la bocca e scende in gola. Hugh tossisce, sente che parte dello sborro gli cola sul mento, tossisce nuovamente. Richard si ritrae e Hugh assapora il seme che ha ancora sulla lingua. Richard ha finito? In ogni caso ci sono anche gli altri.

Ma ci sono anche gli altri, che stanno assistendo. Vorranno anche loro divertirsi con lui.

- Pulisci bene.

Hugh succhia avidamente le ultime gocce di sborro, leccando la cappella. Poi Richard si ritrae.

- Alzati.

Hugh obbedisce.

Richard lo guarda e ride. Tra poco il cazzo gli tornerà duro e fotterà ancora questo bastardo. Richard si accarezza, passa la mano sotto i coglioni, li stuzzica. Poi afferra quelli di Hugh e li stringe.

Hugh sente una fitta.

- Hai voglia di prendertelo in culo, eh?

Hugh non dice niente, ma la stretta diventa più forte.

- Hai voglia, eh? Di’ la verità.

Il dolore è intollerabile.

Hugh annuisce.

- Dillo, stronzo, lo voglio sentire.

Richard stringe ancora. Hugh spalanca la bocca.

- Sì, sì, mettimelo in culo.

Richard ride. Passa dietro e Hugh e gli preme la mano sulla schiena, forzandolo a piegarsi in avanti. Poi si sputa sulla mano, si inumidisce bene il cazzo, che ormai è di nuovo duro, e lo avvicina al buco del culo di Hugh. Un altro uomo si è messo davanti a Hugh.

C’è di nuovo un momento di silenzio. Hugh sente le mani di Richard che gli afferrano il culo e divaricano le natiche. Poi il cazzo preme contro il buco e con un colpo deciso entra a fondo. Hugh ha un guizzo. Il dolore è intenso. Si controlla.

- Succhia il cazzo di Kevin, pezzo di merda!

Hugh esita, il dolore del cazzo che gli scava in culo per un momento è tanto forte da impedirgli di concentrarsi.

- Succhialo o ti spacco i coglioni.

La mano di Richard passa sotto il ventre di Hugh e afferra i coglioni, stringendo con forza.

Hugh prende in bocca il cazzo di Kevin e incomincia a succhiare, mentre Richard gli sfonda il culo, con spinte violente che tendono a far scivolare Hugh in avanti.

Gli uomini sono tutti intorno, a guardare. Incoraggiano Richard e Kevin, alcuni già fanno battute sarcastiche sul fuorilegge.

- Ti piace prendertelo in bocca e in culo, eh? Te lo facciamo assaggiare tutti.

- Abbiamo tutta la giornata davanti.

- Poi ci dici qual è il cazzo più buono da succhiare.

- E qual è il migliore per sfondarti il culo!

Richard spinge con foga crescente. Hugh fa fatica a succhiare il cazzo di Kevin, ormai duro, perché le spinte lo sbilanciano. Poi Richard emette un gemito e viene. Hugh sente lo sborro riempirgli le viscere. Lascia il cazzo di Kevin. Un altro uomo si avvicina, il cazzo già fuori.

- Adesso me lo succhi, bastardo, ma prima… Apri la bocca.

Hugh obbedisce. Non c’è più spazio per opporsi e ormai non avrebbe senso.

L’uomo mette due dita sotto il cazzo e un getto di piscio centra la bocca di Hugh.

Kevin dice:

- Adesso però devi dirmi se il mio cazzo è migliore di quello di Richard.

Kevin gli allarga le natiche e poi gli infila il cazzo in culo con un colpo secco. Hugh geme forte, perché il dolore della carne lacerata gli annebbia la vista. Ma contro le labbra preme il cazzo dell’altro uomo. Hugh lo accoglie in bocca e prende a succhiare, mentre ad ogni spinta il dolore al culo cresce. Kevin spinge con vigore, dilaniando. Intanto ride e scherza con gli altri.

- Bello, questo culo. Caldo e umido al punto giusto. Meglio di una fica.

L’uomo a cui Hugh lo sta succhiando gli risponde:

- Anche questa bocca. Ci sa fare a succhiare cazzi, il bastardo.

Kevin viene in fretta e si ritira. Un altro fa per prendere il suo posto, ma una voce lo blocca.

- Adesso ci vado io, che sono già pronto.

Gli uomini ridono, incitano quello che ha parlato:

- Dai, dai, Toro, che il bastardo è impaziente.

- Ha voglia di gustare un vero cazzo.

L’uomo che chiamano il Toro è davanti a lui. Hugh guarda la cappella di un colore quasi violaceo, l’asta lungo cui corre una grossa vena in rilievo. Gli sembra enorme. Hugh sente un brivido corrergli lungo la schiena.

Il Toro passa dietro a Hugh. Hugh si tende. La spinta con cui il cazzo entra dentro di lui gli strappa un urlo. Gli sembra che un palo gli sia penetrato nella carne e lo dilani. Gli uomini ridono, incoraggiano il Toro, che spinge sempre più a fondo, squarciando.

Kevin si è fatto pulire il cazzo, poi l’uomo a cui Hugh lo stava succhiando infila di nuovo il cazzo in bocca di Hugh e incomincia a fotterlo. Hugh respira a fatica, il cazzo dell’uomo a tratti gli blocca il respiro. Quando si ritira, Hugh aspira rumorosamente l’aria. Gli uomini ridono, ubriachi di violenza e allegria. Richard si mette a pisciare sulla testa di Hugh.

Infine l’uomo davanti a Hugh conclude, riempiendo la bocca di Hugh di sborro. Di nuovo Hugh non riesce ad ingoiarlo tutto e un po’ gli cola lungo il mento, mescolandosi al piscio. Tossisce, sputa, la faccia congestionata.

Infine il Toro viene. Estrae il cazzo, ancora gonfio e duro. È coperto di sangue e sborro. Il Toro si mette davanti a Hugh.

- Puliscimelo.

Hugh è intontito.

Un colpo, violento, al naso. Hugh non sa chi sia stato. Il sangue gli cola in faccia.

- Ubbidisci, stronzo.

Hugh guarda il cazzo che lo ha inculato, ancora rigido. Guarda le strisce biancastre, le macchie rosse. Prende in bocca il cazzo e incomincia a leccare.

Uno dopo l’altro lo prendono tutti. Gli pisciano in testa e in bocca. Lo colpiscono con ginocchiate alle costole, gli stringono in una morsa i coglioni.

Infine Richard dice:

- Ora di concludere.

Lo fanno alzare. Hugh guarda nel vuoto. Ha il corpo bagnato di piscio; sangue e sborro gli coprono parte del viso e gli colano dal culo sulle gambe.

- Bastardo, adesso godrai anche tu, appeso al cappio.

Ride. Ridono tutti.

Richard ha già preparato il cappio. Lancia la corda, in modo da farla passare sopra il ramo di un albero, poi la fa ricadere.

- Eccoti, bastardo. Ti piace il cappio che ti abbiamo preparato?

Gli uomini regolano l’altezza del cappio, ma non bloccano la corda. Hugh guarda il capestro. Pensa che sta per finire. Non desidera altro.

Hugh pensa che tra poco sarà un cadavere, un cadavere che verrà lasciato agli avvoltoti e agli insetti.

Richard si avvicina. Ora i loro corpi si sfiorano. Richard passa la corda intorno al collo di Hugh e posiziona con cura il nodo: vuole essere sicuro che l’agonia duri il più possibile. Sorride. Passa il braccio sinistro sotto il culo di Hugh e lo solleva. Fa un cenno ai suoi uomini, che tendono la corda e la bloccano intorno al tronco dell’albero. 

Richard allenta la stretta e lascia che il corpo di Hugh scivoli fino a che la corda è perfettamente tesa e il cappio inizia a stringersi. Hugh sente la pressione sul collo aumentare. Respira ancora. Richard lo stringe tra le braccia. Hugh può sentire la cappella di Richard, calda e dura, premergli contro i coglioni. Il suo cazzo è schiacciato contro il petto di Richard.

Richard sorride.

- Tempo di crepare, pezzo di merda.

Hugh annuisce. Si rende conto di avere i brividi. Respira a fondo, cercando di calmare il battito frenetico del proprio cuore. Sta per morire. Tra poco Richard lo lascerà e lui non riuscirà più a respirare. La sua agonia sta per incominciare. Hugh sente che le viscere gli si contraggono. Ha sempre saputo che prima o poi una corda gli avrebbe tolto il respiro e la vita. Richard lo guarderà crepare e poi si farà una sega: ha vinto lui, questo bastardo. 

- Mi raccomando, vogliamo vedere una bella danza.

Con queste parole Richard si stacca. Hugh si trova sospeso nel vuoto. Sente immediatamente la pressione intorno al collo aumentare. Mormora:

- Merda!

Qualcuno dice:

- Dai, bastardo, facci divertire.

Intorno al collo sono mille aghi roventi. Hugh cerca di respirare. Un po’ di aria entra, ma nei polmoni si sta accendendo un fuoco.

Richard ha fatto due passi indietro e lo guarda, sorridendo, mentre lentamente si accarezza il cazzo. Hugh ha un movimento convulso delle gambe, poi un secondo. E poi la danza incomincia.

Il nodo si stringe lentamente e Hugh cerca disperatamente di trovare un appiglio che non esiste, solleva le gambe, scalcia avanti e indietro, piega le ginocchia. Cerca di liberare le mani e un po’ di sangue cola dai polsi martoriati. Dalla bocca cola saliva in abbondanza, dal naso il muco.

Hugh sente l’incendio che gli divora i polmoni. Avverte che il cazzo si tende nuovamente. Il dolore al collo diventa sempre più forte, come se avesse un collare incandescente. La vista gli si annebbia: gli uomini intorno a lui sono ombre rossastre. Non sente le loro battute, gli insulti, gli scherzi. Non vede quelli che si fanno un’ultima sega vedendolo crepare.

Avverte, come se fosse lontano, il piacere che sale, mentre il getto si spande sul suo ventre. Si agita ancora, a lungo. Il piscio incomincia a colare dal cazzo teso. Merda mista a sangue e sborro colano dal culo. La lingua sporge dalla bocca. Il viso è congestionato.

Richard si avvicina. Gli stringe i coglioni con la sinistra, in una morsa che stritola, e incomincia a tirare verso il basso, mentre con la destra si accarezza il cazzo.

C’è un ultimo movimento convulso, un guizzo, mentre uno dei coglioni cede. Poi il cadavere di Hugh rimane immobile.

Allora Richard prende un coltello e lo pianta nello stomaco di Hugh, poi lo abbassa, aprendogli completamente il ventre fino al cazzo teso.

Quando, un’ora dopo, i cacciatori di taglie escono dalla pozza, dopo avere a lungo sguazzato, il cadavere di Hugh è coperto di insetti.

Tagliano la corda. Il corpo cade a terra. Richard si china su di lui e, tenendo una mano sulla fronte, gli recide il collo. Infila la testa in una sacca: servirà per ottenere la ricompensa. Gli uomini pisciano ancora insieme sul cadavere, poi si rivestono e se ne vanno. Il corpo rimane agli insetti e agli avvoltoi.

 

 

 

 

 

 

 

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